Squarci di testimonianze #7: il tip tap di don David Rider

Gene Kelly in una famosissima sequenza di Cantando sotto la pioggia,
il film che segnò la “conversione al ballo” del non ancora don David Rider (fonte)


Nella mia rassegna di consacrati e consacrate con doti artistiche speciali avevo dimenticato uno, la cui vicenda mi è tornata alla mente apprendendo di come sia diventato “virale” un filmato amatoriale realizzato presso il Pontificio Collegio Nordamericano a Roma. Protagonisti due sacerdoti che, sotto lo sguardo divertito di cardinali, vescovi, confratelli e seminaristi, si sfidano amichevolmente in una sorta di gara di ballo.
Sulle prime non avevo approfondito la notizia, ma poi, leggendo un articolo più ampio a riguardo, mi sono ricordata che uno dei due protagonisti, tempo fa, era comparso in una puntata di A sua immagine su RaiUno, precisamente il 24 marzo 2012.
Più che riproporre, quindi, la danza di don David Rider e del confratello don John Gibson, postata dalla giornalista Joan Lewis sul suo canale YouTube, preferisco ripresentare quella trasmissione, così da far rendere conto meglio circa le ragioni che hanno spinto il primo dei due ad arrestare la sua carriera artistica per intraprendere la via verso l’altare. Mi scuso se viene così stretto, però si può vedere a schermo pieno cliccando nell’angolo in basso a destra.
 

Non mi sento di condannare, né di esaltare il talento di don David. Più che altro, mi ha fatto tornare in mente un interrogativo: come può un prete non farsi identificare con le eventuali abilità maturate nel corso della sua vita, o con particolari sensibilità verso alcune categorie di fedeli? Penso che sia una questione di equilibrio: il mezzo – nel caso in esame, il tip tap – non deve essere frainteso col fine – qui, arricchire un momento ricreativo durante un pranzo di beneficenza – .
Mi auguro, comunque, che il nostro protagonista si dedichi con la medesima passione impiegata nelle lunghe prove in palestra a un ballo ancora più particolare: la liturgia, che il cardinal Martini descrisse come “danza della Chiesa intorno a Cristo”, riprendendo l’immagine biblica del re Davide danzante davanti all’Arca dell’Alleanza (2Sam 6), tanto citata a proposito di questo suo omonimo in scarpette, nei numerosi commenti presenti sul web e dal diretto interessato. Penso proprio che anche lui, mentre prosegue la sua formazione, saprà rendersi folle agli occhi del mondo per piacere unicamente a Dio.

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