Squarci di testimonianze #10: Pablo e i supereroi che pregano


Da sinistra, Pablo e i pupazzi di Superman, Flash, Wolverine, Batman e Robin
(foto: Mar
ía Juliana Escallon/Instagram)
Stavo leggendo alcune notizie dell’agenzia Aciprensa, quando ho notato questa foto molto curiosa. Secondo quanto riferito qui, il bambino ritratto nella foto si chiama Pablo, ha due anni e mezzo, è il minore di tre fratelli e vive a Bogotá, in Colombia.

Alcuni giorni fa ha chiesto al padre di poter giocare non solo con i pupazzi dei supereroi, ma anche con una statuetta del Sacro Cuore di Gesù. Il padre ha acconsentito, ma, secondo quanto ha riferito María Juliana Escallon, madrina del piccolo, aggiungendo che «prima di tutto i supereroi dovevano chiedere a Gesù di dar loro i superpoteri». A quel punto, lui ha messo i pupazzi in posizione prostrata e, dopo essersi messo accanto a loro, ha iniziato a pregare. La foto, scattata da Diego, padre di Pablo, è stata condivisa da María Juliana su Instagram, ottenendo una incredibile diffusione.
La mia prima reazione è stata: «Questa foto deve finire assolutamente su Cattonerd!», seguita da un ricordo d’infanzia. Da piccola, infatti, avevo numerose bambole tipo Barbie, Tanya e altre, ma anche bambole maschio. Con mia sorella costruivo vere e proprie storie a puntate, che prevedevano, a volte, dei matrimoni. Ma come celebrarli senza che ci fosse un sacerdote?
Per risolvere il problema, mi ero inventata che un angelo, di quelli del presepe, avesse incontrato uno dei Cavalieri d’Oro (o Gold Saints, se preferite) del cartone giapponese I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya) e l’avesse convinto a diventare ministro del Dio cattolico, così da poter unire in matrimonio le altre bambole. Era il Cavaliere del Toro (nome originale, Aldebaran), ma non ricordo perché avessi pensato proprio a lui. Tempo dopo, visto che da solo non ce la faceva, gli ho dato dei vicari parrocchiali. Avevo preferito i Cavalieri d’oro perché i protagonisti, i Cavalieri di Bronzo, avevano tutti vari interessi amorosi nella serie originale e perché i pupazzetti, o meglio, figure die cast, avevano il corpo dipinto di nero, come l’abito dei preti.
Per quanto compete direttamente i supereroi e la religione, so che ci sono molti studiosi e appassionati che dibattono sull’argomento. Esiste anche un sito, Comic Book Religion, che monitora le appartenenze dei singoli personaggi in base a indizi disseminati nelle loro avventure: Batman, ad esempio, è classificato tra gli atei, mentre Nightcrawler degli X-Men sembra essere cattolico. A Pablo, comunque, pare non sia importato molto, visto che li ha schierati tutti attorno al Sacro Cuore.
A proposito di bambini e del loro modo d’incarnare la fede in cui vengono educati, mi si permetta una considerazione sull’episodio che ha commosso molti padri sinodali, riferito da monsignor Alonso Gerardo Garza, della diocesi di Piedras Negras, in Messico. Se a me avessero detto che mio padre o mia madre non potevano accostarsi all’Eucaristia per motivi vari, non credo che, il giorno della mia Prima Comunione, avrei diviso la mia particola con loro, seppure sia vero che Gesù è presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità anche nel più minuto frammento di pane consacrato.
Avrei assunto l’Ostia e poi, correndo verso papà o mamma, l’avrei abbracciato o abbracciata, dicendo: «Gesù che è dentro di me ti abbraccia forte forte!». Avrei poi ripetuto il gesto ogni volta che mi sarei comunicata. Così avrei evitato un comportamento scorretto e, allo stesso tempo, compiuto un gesto delicato nei confronti di qualcuno che non può fare la Comunione.
Non ricordo più in quale vita di santo o testimone l’avessi letto, ma so di una bambina che, quando vedeva tornare la mamma dalla Messa, le chiedeva di darle un bacio, perché emanava il profumo di Gesù. Non può accadere lo stesso, ma al contrario, per i padri e le madri che non possono andare a ricevere il suo Corpo?
Per tornare a Pedro, comunque, io non avrei condiviso la foto, come nel caso di Samuel Jaramillo, colombiano anche lui, diventato famoso due anni fa per i filmati che lo mostravano celebrare Messa con paramenti in miniatura (accadde a tanti santi, ma anche a molti che poi non sono stati preti o che hanno perso il fervore dell’infanzia). Bisogna essere molto delicati nel condividere materiale relativo ai piccoli, sia per evitare un uso scorretto, sia per non ottenere rimproveri o, nel peggiore dei casi, insulti, o ancora l’imbarazzo del protagonista una volta cresciuto.

Commenti

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  2. Bellissima riflessione, :D e questa foto ha un messaggio così bello che non si può non condividere!

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    1. Sono felice che ti sia piaciuta la mia riflessione. Quanto all'idea di "chiedere a Gesù i superpoteri" ignoro se sia corretta o meno.

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