Gemma Galgani, folle d'amore e di Passione

Santa Gemma a circa 22 anni (fonte)

Chi è?

Gemma (al Battesimo Gemma Maria Umberta Pia) Galgani nacque a Camigliano (Lucca) il 12 marzo 1878, quinta degli otto figli di Enrico Galgani, farmacista, e Aurelia Landi. Nel 1896 rimase orfana di madre. Studiò all'Istituto Santa Zita di Lucca, città si era trasferita già prima della morte della madre, ma dovette interrompere gli studi per badare ai fratelli e aiutare in casa.
Alla morte del padre, nel 1897, la famiglia ebbe un tracollo economico. Per qualche mese, Gemma andò a vivere a Camaiore da alcuni zii, ma rientrò a Lucca per sfuggire a due proposte di matrimonio: intendeva infatti consacrarsi al Signore. Tuttavia, ogni suo tentativo fu respinto, in quanto priva di dote. In più, si era ammalata del morbo di Pott, da cui guarì inspiegabilmente dopo circa tre mesi di malattia.
Per interessamento di un' amica e di monsignor Giovanni Volpi, vescovo ausiliare di Lucca e suo confessore, fu accolta in casa della famiglia Giannini, già molto numerosa. Dal settembre 1900 visse stabilmente con loro, condividendo ogni aspetto della loro vita familiare, vacanze incluse.
Ma già da qualche tempo Gemma era oggetto di fenomeni singolari: l'8 giugno 1899 aveva ricevuto le stimmate. Monsignor Volpi, allora, chiese aiuto a padre Germano Ruoppolo, Passionista, per discernere in maniera adeguata ciò che accadeva alla sua penitente, la quale si sottoponeva interamente alle loro indicazioni.
Il 21 settembre 1902, la giovane ebbe i primi sintomi della tubercolosi. Per evitare di contagiare i Giannini, fu portata in un altro appartamento, dove morì l'11 aprile 1903. Beatificata il 14 marzo 1933, è stata canonizzata il 2 maggio 1940, prima Santa vissuta nel XX secolo (nonché prima stimmatizzata) canonizzata nell’arco dello stesso secolo.
I suoi resti mortali sono venerati sotto l'altare maggiore della Chiesa del Monastero-Santuario a lei dedicato a Lucca. Il Martirologio Romano la ricorda nel giorno della sua nascita al Cielo, ma la sua memoria liturgica cade il 16 maggio ed è vissuta con particolare solennità nella Famiglia Passionista e nella diocesi di Lucca.

Cosa c’entra con me?



Il mio primissimo incontro con santa Gemma Galgani è accaduto nello stesso modo in cui ho sentito parlare per la prima volta di san Pio da Pietrelcina: su un vecchio volume dedicato a lui, c’era una doppia pagina che riguardava i santi che ricevettero le stimmate ed era menzionata anche lei. Tuttavia, il mio scarso interesse per le vicende di mistici e affini, unito a una certa paura, me la fece ben presto scordare.
Nel 2003 leggevo ancora Il Giornalino dei Periodici San Paolo, prendendolo regolarmente al banco della “buona stampa” della mia parrocchia d’origine. Allegato al numero 43 di quell’annata uscì il fumetto Gemma di Lucca, che parlava proprio di lei, nel centenario del suo ritorno al Padre (non saprei dire se ne abbiano ancora qualche copia al Santuario di Lucca, ma è probabile di sì).
I disegni di Paolo Piffarerio m’incantarono subito, ma ebbe ancora più presa su di me la sceneggiatura: una giovane attrice, chiamata a interpretare Gemma in una fiction (a proposito, sono stupita che nessuno abbia ancora pensato a farne davvero una su di lei), inizialmente non riesce a entrare nella parte, ma pian piano familiarizza con il personaggio e con la sua storia. Grosso modo è lo stesso schema che avrei visto applicato a santa Bartolomea Capitanio in un musical su di lei, ma allora mi colpì per la sua originalità.
Quattro anni dopo, mi trovavo a Lucca per una vacanza invernale con i diciottenni del mio oratorio, che aveva toccato anche San Gimignano, Monteriggioni e Pisa. Avrei voluto davvero andare a pregare davanti alle spoglie di santa Gemma, però la guida ai luoghi sacri della città, che avevo preso non ricordo più dove, segnalava che il monastero che le ospita era parecchio fuori città. Così, visto che il mio gruppo aveva altre mete, ho ripiegato sul Santo Volto venerato in cattedrale, pensando al fatto che di certo lei ha pregato molte volte davanti a quel Crocifisso.
Passò ancora del tempo: nella mia parrocchia, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgeva a Milano, fu ospitato un gruppo di pellegrini lucchesi. Non ho parlato molto con loro, ma ho preso volentieri uno dei ricordi che lasciarono: gli atti del pomeriggio di studio in occasione del centenario della morte di santa Gemma.
L’aspetto che me la fa sentire più affine è senza dubbio l’amicizia spirituale che sentiva di avere con san Gabriele dell’Addolorata, il giovanissimo Passionista nativo di Assisi e patrono d’Abruzzo, che alla sua epoca era ancora Venerabile. Lo conobbe proprio com'è spesso accaduto anche a me, ovvero leggendo un libro che lo riguardava, sebbene lei stessa, all'inizio, non voleva proprio saperne. Stando alle sue biografie, ebbe il dono di vederlo più volte e un po’ l’invidio: vorrei tanto che anche a me si palesassero gli “amici in Cielo” che mi sto tanto affannando a far conoscere.
Anche se questo non mi è stato concesso e non lo sarà mai, a causa dell’esiguità della mia fede, ho seguito il suo esempio per far pervenire rapidamente e senza problemi qualche lettera ai miei corrispondenti. Lei ricorreva direttamente al suo Angelo custode; io, invece, mi raccomando al mio, però imbuco o consegno in Posta la mia missiva.

Il suo Vangelo

Il messaggio universale di santa Gemma è sicuramente determinato dalle esperienze eccezionali che visse; tuttavia, non può essere identificato esclusivamente con i suoi patimenti e con le sciagure familiari che le occorsero. 
Lei ha preso sempre seriamente quanto la voce di Dio le chiedeva: il sacrificio della madre, il tracollo familiare, ma anche le ispezioni richieste dall'autorità ecclesiastica. In cerca di un affetto che la famiglia non poteva darle, lo trovò dai Giannini, ma ancora di più nella maternità della Vergine Maria e nell'amicizia celeste di san Gabriele.
Tanto era presa dall'immedesimazione col suo Sposo crocifisso, da essere presa per matta dagli abitanti di Lucca, ma a lei non importava e poteva ben esclamare, nel corso dei suoi colloqui estatici:
Eppure tante volte mi sono perduta tra le noiose dissipazioni della terra, e quanti sono quelli che vanno perduti verso la vanità del mondo! Quelli sono matti davvero! È impossibile; se pensassero a Gesù, Gesù cangerebbe il loro cuore, i loro affetti, i loro sensi, i loro sospiri: e se provassero un solo istante la consolazione che si prova nello stare con Gesù, io dico che non se lo lascerebbero più andare.

Per saperne di più

Gemma Galgani, Nell’abisso del mondo – Autobiografia e Diario, Città Nuova 2016, pp. 102,  € 9,00.
I due testi scritti da Gemma, il primo dei quali per ordine di padre Germano Ruoppolo. In questi giorni è uscita un'edizione speciale, a tiratura limitata (qui un articolo di Avvenire).

Gemma Galgani, Sola con Gesù solo, San Paolo 2013, pp. 190, € 8,90.
La trascrizione, effettuata a sua insaputa, dei suoi colloqui estatici.

Tito Paolo Zecca, Santa Gemma Galgani, San Paolo 2008, pp. 62, € 3,50.
Il suo maggiore studioso attuale presenta brevemente la sua storia.

Id., Gemma Galgani - Mistica della Passione di Gesù, Paoline 2011, pp. 224, € 12,50.
Dal medesimo autore, un'opera più ampia, ma sempre dal taglio popolare.

Giuseppe Farinelli, Gemma Giannini, «Amore vuole amore» - Vita, scritti ed eredità spirituale di santa Gemma Galgani, mistica di Lucca, Ares 2013, pp. 408, € 19,89.
Un volume basato sui documenti del processo di beatificazione e sull'archivio di casa Giannini.

Su Internet

Sito del Convento-Santuario di santa Gemma a Lucca
Sito della Congregazione Missionaria Sorelle di Santa Gemma, che ne hanno raccolto la memoria e gli insegnamenti insieme alle monache Passioniste di Lucca.

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