Squarci di testimonianze #30: la missione “a km0” di Emanuela e Nicola (e di tante altre famiglie)


La solennità della Sacra Famiglia, per il Rito Ambrosiano, cade l’ultima domenica di gennaio. Dato che quest’anno la riflessione a cui tutte le parrocchie della diocesi sono state invitate verte sul ruolo missionario della famiglia oggi, ho pensato che fosse il momento perché anch’io racconti le mie esperienze con le Famiglie Missionarie a km0 (qui il loro blog di collegamento): una realtà sorta proprio nel mio territorio diocesano, ma che ha collegamenti con altre simili, presenti anche all’estero. Arrivo per ultima, dopo che la stampa cattolica si è più volte occupata di essa, ma avevo promesso di dare il mio contributo.
Circa quattro anni fa, ero stata invitata al matrimonio di una mia compagna del Gruppo Shekinah. Dato che non avevo mezzi miei, mi ero accordata con un’altra ragazza del Gruppo, Elisabetta, per essere riportata a Milano.
Lungo il viaggio, ricordo di aver commentato che avevo ormai imparato, dopo tante nozze a cui avevo assistito, una verità profonda: sposarsi è una vocazione bellissima, che non esclude tante modalità in cui essere vissuta. La mia accompagnatrice rispose di essere d’accordo, anzi, che sua sorella aveva fatto proprio una scelta familiare particolare: viveva col marito nella casa parrocchiale della chiesa di Pentecoste a Quarto Oggiaro, quartiere di Milano.
Nello stesso tempo, dopo essermi trasferita, ho iniziato a frequentare il gruppo giovani parrocchiale. Spesso però accadeva che gli incontri fossero comuni a quelli dei giovani di una parrocchia vicina. Ricordo con chiarezza che una volta l’incontro si svolse in casa di Sara e Max, i due educatori di quel gruppo. L’abitazione era sullo stesso pianerottolo di quella del parroco e di quella del suo vicario.
Solo lo scorso anno ho scoperto che anche gli educatori e i loro figli erano una Famiglia Missionaria a km0. Precisamente, è avvenuto leggendo il libro che racconta la formazione di quella realtà e le storie di alcune di quelle famiglie. Tra di esse, c’era anche quella della sorella della mia amica e di Nicola, suo marito: sono una delle primissime coppie ad aver accolto la proposta che, nel loro caso, venne da don Ambrogio Basilico, parroco di Pentecoste.
Appena ho saputo dell’uscita del libro, ho riferito a Elisabetta (che peraltro era ormai prossima a sposarsi a sua volta) che avevo deciso di occuparmene qui. Speravo, poi, di conoscere personalmente sua sorella. Credevo che sarebbe stato difficile: come scrive l’autore del libro, ora abita ad Alba, in Piemonte.
Invece sono riuscita a vederla di persona, alla presentazione del libro svolta nell’ambito della manifestazione BookCity 2019. Avevo mancato quella al Pime di Milano, per ragioni di salute, ma a quell’altra non volevo proprio rinunciare.
Grazie all’intervento di Emanuela e a quelli degli altri relatori, ho capito che le Famiglie Missionarie a km0 sono capaci di vedere oltre la negatività e cercano di costruire legami solidi, che non vengono meno neanche quando la famiglia in questione termina la sua permanenza (cinque anni) in parrocchia. Se anche i suoi membri rivestono compiti particolari, sanno di essere sostituiti e sostituibili.
Vivono la fraternità con i sacerdoti e rappresentano, per molti di essi, un arricchimento della propria vocazione; lo stesso vale per loro e per i figli, naturali o in affido. Infine, non lasciano cadere nessuna occasione per offrire una testimonianza genuina, proprio come quei prodotti della terra che vengono venduti in maniera diretta; “a chilometro zero”, appunto.

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