Don Alessandro Reggiani: un incontro a sorpresa, nel segno di don Bosco e di Maria
Chi è?
Don
Alessandro Reggiani, trentotto anni, è nativo della parrocchia di san Luca
Evangelista a Milano. Ingegnere, ha poi studiato presso il Seminario San Carlo
della Diocesi di Lugano. È stato ordinato sacerdote da monsignor Francesco
Moraglia, attualmente Patriarca di Venezia, il 25 giugno 2011, nella cattedrale
di La Spezia.
Cosa c’entra con me?
Il mio
percorso non avrebbe forse mai incrociato quello del testimone di cui sto
parlando se il 3 febbraio 2009 non mi fosse venuta voglia di andare alla chiesa
di sant’Agostino di Milano, annessa alle scuole dei Salesiani, in via
Copernico. Volevo anche fare un salto alla libreria Elledici di via Melchiorre
Gioia, proprio lì accanto, ma, con mio gran dispiacere, l’ho trovata chiusa per
inventario.
Neanche la
chiesa era aperta, nonostante fossero circa le quattro del pomeriggio, così mi
sono messa a leggere le copie del Bollettino
Salesiano che mi ero procurata alla portineria delle scuole.
Ad un
tratto, ho visto comparire un giovane con la camicia da prete, che andava
avanti e indietro sui gradini di sant’Agostino sgranando un Rosario. Quella
corona mi fece una grande impressione: aveva grani molto grossi, logorati
dall’uso, e terminava con una croce che recava scritto il luogo dove era stata
acquistata, ovvero Medjugorje. Dato che il giovane aveva l’aria di aspettare
l’apertura, mi sono accostata a lui per domandargli se sapeva quando sarebbe
avvenuta.
Subito dopo,
ci siamo presentati: lui disse il suo nome e, quando gli ho domandato quanti
anni gli mancavano all’ordinazione sacerdotale, affermò che sarebbe avvenuta
entro un anno e mezzo. Venuto il mio turno, gli ho riferito che non avevo
ancora ben chiara la mia strada: il seminarista, dunque, ha iniziato un lungo
discorso sul fatto che il Concilio di Trento sancì ufficialmente che la
consacrazione è il miglior modo per servire Dio. A tutt’oggi, sono del parere
che lui la pensava in tal modo perché si sentiva felice così.
Mi venne
spontaneo chiedergli, allora, come era sorta la sua vocazione. Il mio
interlocutore rispose che lo slancio gli era venuto da una visita ai luoghi di
don Bosco: ecco perché l’avevo trovato, di passaggio per Milano, di fronte alla
chiesa dei Salesiani nella sua città natia.
Nel
frattempo, si erano fatte le 16:15 e i portoni dell’edificio sacro erano ancora
chiusi. Alessandro, in realtà, aveva un appuntamento con alcuni amici, quindi
mi salutò chiedendomi i miei recapiti. Avrei voluto lasciarglieli, ma temevo
che avrei costituito una fonte di distrazione nel suo cammino, quindi ho
rifiutato; gli ho solo domandato di rammentarmi il suo nome e cognome e gli ho
indicato un paio di negozi di paramenti e oggetti sacri dove rifornirsi per il
suo corredo.
Tempo dopo,
ho provato a vedere se il Seminario di Lugano avesse una sua pagina web e un
bollettino periodico: ho trovato un articolo scritto proprio dal mio nuovo
amico. Ogni tanto mi veniva da pensare se effettivamente fosse diventato sacerdote,
fino a quando, il 3 dicembre 2011, mi sono decisa a cercare direttamente il suo
nome e cognome. Una piacevole sorpresa mi attendeva: don Alessandro era stato
ordinato nel giugno di quell’anno e destinato a svolgere il suo ministero in
una parrocchia de La Spezia. Una pagina in particolare riportava un’intervista nella
quale il giovane racconta le emozioni provate il giorno dell’ordinazione e
della Prima Messa.
Non ho
intenzione neanche ora di riprendere i contatti con lui, ma ho voluto
ugualmente raccontare la sua storia per ringraziare Dio e la Vergine Maria di
averlo messo sul mio cammino.
Il suo Vangelo
Nell’intervista
sopra citata, don Alessandro dichiara che, oltre al pellegrinaggio a Torino,
sono stati per lui fondamentali alcuni viaggi (a Medjugorje, ma non solo)
durante i quali ha maturato “grazie significative di conversione”, parole sue.
Credo,
quindi, che il valore della sua testimonianza – non a caso, ho deciso di
raccontarla proprio in questo mese di maggio – risieda nell’affidamento
alla Madonna, con la preghiera del Rosario e la visita a luoghi dove la pietà
popolare la venera più intensamente.
Prego che la
Madre di Gesù lo accompagni sempre e lo renda un suo servo degno e fedele.
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