Maddalena Volpato, obbediente per l’unità dei cristiani
Una fotografia della Serva di Dio Maddalena Volpato, tratta dal pieghevole con la preghiera per la sua beatificazione |
Chi è?
Maddalena
Rosa Volpato nacque il 24 luglio 1918 a Sant’Alberto, frazione di Zero Branco, in provincia e diocesi di Treviso. Impegnata nell’Azione Cattolica parrocchiale, maturò il desiderio di farsi
religiosa, ma ne fu impedita dalle proprie condizioni di salute.
Conosciute le
suore Figlie della Chiesa, ne entrò a far parte come postulante nel 1943,
proprio agli albori dell’Istituto. Il 30 maggio 1944 fu ammessa in noviziato.
Durante la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del 1945, ascoltò un’esortazione da parte
della fondatrice, madre Maria Oliva Bonaldo, la quale aveva raccontato alle novizie il cammino dell’ecumenismo spirituale e le aveva esortate ad allenarsi nell’attenzione a tante piccole offerte quotidiane, fino a offrire la propria vita. Terminata la lezione, le si accostò e le chiese se potesse fare anche lei così.
Il 25 gennaio 1945, ultimo giorno della Settimana di Preghiera, Maddalena rimase bloccata a letto, colta da fortissimi dolori. Portata all’Ospedale al Mare di Venezia, le venne diagnosticato il morbo di Pott. Per un anno e mezzo rimase immobile, ma anche salda nella fedeltà alla propria offerta.
In primavera, il Patriarca di Venezia le concesse di pronunciare i voti perpetui in articulo mortis: il 18 maggio 1945, quindi, professò nel suo letto d’ospedale, diventando suor Maddalena di Santa Teresa di Gesù Bambino. Concluse la sua esistenza terrena presso l’Ospedale al Mare di
Venezia il 27 maggio 1946.
La fase diocesana del suo processo di
beatificazione, durata a Venezia dal 1959 al 1971, è proseguita con
un’inchiesta suppletiva, aperta il 16 gennaio 2009 e conclusa il 15 giugno
2010.
Cosa
c’entra con me?
Negli
anni dell’università, appena avevo un momento libero mi piaceva andare in cerca
delle chiese più insolite, per fermarmi a riflettere e – perché non ammetterlo?
– arricchire la mia collezione di santini.
Non ricordo bene quando, ma avevo
scoperto l’esistenza, a due passi dal Duomo di Milano, della chiesa di San
Raffaele, dove l’Adorazione Eucaristica viene vissuta quasi tutto il giorno.
Fermandomi a pregare là, avevo notato la presenza di alcune suore con abito
beige e velo bianco. Supponevo che fossero claustrali, anche se non stavano
dietro nessuna grata, o che fossero in ogni caso delle contemplative, quindi
non mi presi la briga di disturbarle, benché fossi curiosa di sapere a
quale Congregazione o Istituto appartenessero.
Un
giorno notai, appoggiate sulla mensola dove le suore lasciano dei sussidi
per la preghiera personale, alcune immaginette che ritraevano la Serva di Dio
che ho deciso di presentare. Il mio interesse per gli esempi, comprovati o
ipotetici, di santità giovanile, fece sì che, dalla mensola, una di esse
finisse nel mio zaino.
Alcuni
anni dopo, mi sono fatta coraggio e ho interpellato una delle suore, perché
volevo sapere qualcosa di più su di loro e sulla loro Fondatrice, la Serva di
Dio madre Maria Oliva Bonaldo del Corpo Mistico.
In quell’occasione, la buona
religiosa, dopo avermi scambiata per una liceale che stava bigiando la scuola
(ma quali studenti o studentesse, mi domando, saltano le lezioni per adorare
Gesù nel Santissimo Sacramento?) mi ha procurato tante immagini e alcuni
opuscoli, fra i quali un libretto rosso, scritto proprio da madre Bonaldo,
intitolato Maddalena.
Lo
stile adoperato mi ha in breve persuasa della sincerità con cui la giovane
novizia ha offerto la sua vita, non solo nel gesto eroico, ma anche negli anni
difficili del secondo conflitto mondiale. Lo zelo con cui ella si diede uno
scrupolosissimo programma di vita, inoltre, me l’ha resa particolarmente
vicina, sebbene io abbia appena abbozzato una sorta di Regola personale. La
sua, però, non è una vicenda strappalacrime: basti vedere l’ironia con cui ella
stessa si esprimeva con le suore che venivano a trovarla, che mi ha spiazzata non
poco.
La
preghiera per l’unità dei cristiani non è, ammetto con dispiacere, una delle
mie prime intenzioni, ma grazie alle Figlie della Chiesa ho iniziato ad
interiorizzarla. Frequentandole e
leggendo la cospicua mole di pubblicazioni che mi erano state regalate,
sono rimasta sorpresa da come la loro Congregazione, pur essendo stata fondata
appena settant’anni fa, abbia ben tre figure avviate verso gli altari e una
piccola Testimone: da una parte, le già citate madre Bonaldo e Maddalena, a cui
si aggiunge suor Olga Gugelmo della Madre di Dio, una delle prime consacrate;
dall’altra, la dodicenne aspirante Emma Moser, che la fondatrice ricordò in un
profilo biografico perché donò la sua esistenza per il buon esito del Concilio
Vaticano II.
Prima
di partire per la GMG 2011, la mia conoscenza dei fatti è stata arricchita dal
dono di una biografia fresca di stampa, che spero abbia una diffusione ampia al
pari di quella che, stando al sito ufficiale delle suore, ha avuto il primo
volumetto.
Il suo
Vangelo
Il
tratto più spiccato della vita di questa giovane religiosa è senza dubbio
l’obbedienza. Come Gesù, che “imparò l’obbedienza da ciò che patì” (cfr. Eb 5,
8), anche lei fu attenta ad osservare quanto apprendeva dalla Maestra delle
novizie e dalla viva voce di madre Maria Oliva.
Lo tradusse in un elenco di ben
ottantacinque punti, che, come i dieci comandamenti, si possono riassumere
nell’amore. Da lì è partita in un crescendo di accettazione, che ha toccato il
suo apice quando ha accolto l’invito della fondatrice.
Le
testimonianze raccolte dimostrano che Maddalena non si è mai tirata indietro,
durante tutta la sua malattia. Una volta, ad esempio, dopo
aver udito il commento di una consorella, che aveva voluto metterla alla prova suggerendole
di non lamentarsi e di chiedere invece la salvezza delle anime, chiarì, appena
la suora fu uscita dalla sua camera:
Quando ho i dolori
acuti, non ho che la forza di dire: ahi! Sono però già d’accordo con Gesù che
ad ogni lamento lui mi deve dare un’anima.
Mi
rincresce tantissimo vedere che, rispetto a quella di altri personaggi più
noti, l’offerta di Maddalena per l’unità – motivo per cui la presento oggi, al termine della Settimana di preghiera – passi quasi in secondo piano. D’altronde, io stessa non avrei mai
scritto di lei se il Signore, facendo leva sulla mia curiosità, non mi avesse
suggerito di prendere quel santino, un pomeriggio di alcuni anni fa.
Per
saperne di più
Madre Maria Oliva
Bonaldo, Maddalena, Editrice
“Istituto Figlie della Chiesa”, Roma 1996.
Seconda
edizione del profilo scritto da madre Bonaldo nel 1959. Si può scaricare dal sito ufficiale delle Figlie della Chiesa.
Nicola Gori, Sono d'accordo – La serva di Dio Maddalena
Volpato delle Figlie della Chiesa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, 114
pp., € 9,00.
Biografia
più recente, uscita dopo la conclusione dell’inchiesta suppletiva.
Su Internet
Sezione del sito ufficiale delle Figlie della Chiesa dedicata a Maddalena e al percorso della sua causa.
Commenti
Posta un commento