Bufale di Chiesa #4: don Tonino Bello e la Quaresima


Ignoro quale sia la fonte, ma su WhatsApp lho ricevuto così
So di dispiacere molto chi mi legge, ma non riesco proprio a scrivere di don Giuseppe Diana, di cui oggi cade il venticinquesimo anniversario della morte. Il mio legame con lui si limita al fatto che il cappellano dell’università che frequentavo, il 19 marzo di un anno che non ricordo, lo menzionò insieme a don Giuseppe Puglisi, oggi Beato: definì entrambi uomini giusti che da san Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, non avevano preso solo il nome. Penso comunque che mi piacerebbe documentarmi su di lui, così da sentirmelo un po’ più affine. Ciò detto, passo all’argomento del post che avevo preparato per oggi.
Il silenzio che mi sono imposta per la Quaresima mi ha impedito di afferrare l’attualità, ancora una volta, per l’inizio di questo tempo sacro. Però sento di dover smontare una nuova “bufala di Chiesa”, anche se inconsapevole, che circola da almeno un paio d’anni.
Monsignor Antonio Bello, per i devoti e gli ammiratori don Tonino, già vescovo di Molfetta e attualmente Servo di Dio, è uno degli autori spirituali più citati anche su Internet. Non mi era mai capitato, però, di leggere qualche pensiero attribuito a lui, che non provenisse dalle sue meditazioni, dalle lettere pastorali o dalle sue omelie. Di solito, infatti, viene riportata l’opera da cui il brano è tratto, così da poter risalire all’originale.
La prima domenica di Quaresima ho sentito una signora del mio coro parrocchiale che parlava, con altre nostre colleghe, di un pensiero di don Tonino che le era arrivato via WhatsApp e che non le sembrava autentico per una ragione che spiegherò più avanti. Anche a me è arrivato, pochi giorni dopo, in un gruppo del medesimo servizio di messaggistica: è l’immagine che vedete sopra.


Il testo del messaggio

La versione testuale del messaggio, che mi è arrivato in formato immagine, è questa:

Non rinunciare, ma moltiplica! La quaresima è il tempo per rendere bella la vita. Cenere e acqua sono gli ingredienti primitivi del bucato di un tempo. E allora si riparte da qui: dal desiderio di rendere bella la tua vita. Si, proprio la tua! Il primo impegno è proprio questo: accorgerti delle bellezze che ti porti dentro e che per qualche motivo hai lasciato da parte. La Quaresima, poi, è il tempo della moltiplicazione. In questo periodo moltiplica invece di rinunciare; moltiplica il tuo tempo per le persone, per gli amici; moltiplica i gesti di amore; moltiplica le parole buone che fanno bene al cuore. Moltiplica il tempo del silenzio e della meditazione. Prega, leggi, rileggi la tua vita. Ama i passi che hai fatto fino ad oggi. Non rinunciare solo alle cose materiali e non essere solo contento di non mangiare i dolci, di non fumare, di non scrivere sui social: in questo tempo dovrai coinvolgere il cuore e capire come ami le persone. Questo è il tempo per rendere bella la vita. E’ il cuore che conta!
Buon cammino!
don Tonino Bello

La versione originale


Non è del tutto falso che don Tonino abbia scritto una riflessione riguardo alla Quaresima e alle Ceneri. Uno dei suoi testi più famosi, infatti, è stato scritto il 5 febbraio 1989, la domenica precedente il Mercoledì delle Ceneri di quell’anno, e pubblicato per la Pasqua immediatamente seguente. Così riporta Don Tonino, vescovo, rivista web d’informazione religiosa per la promozione del suo ministero episcopale.
Una versione più completa è presente, ad esempio, sull’ancora preziosa banca dati di materiale Qumran2.net. In nessuna di esse, però, è presente l’invito iniziale, né la menzione della Quaresima come «tempo per rendere bella la vita». Alessandro, curatore del blog Fermenti cattolici vivi, attribuisce anche lui quest’affermazione a don Tonino, spiegandola come «tempo per accorgerci delle bellezze che ci portiamo dentro». Neanche lui, però, cita la fonte di quella frase.
Non credo però che, pur essendo da più parti considerato un profeta, don Tonino avesse potuto prevedere (sebbene “profeta” e “indovino” non si equivalgano) l’avvento dei social network. È questo il punto che ha portato la mia comparrocchiana a dubitare dell’autenticità del testo.

Come si è arrivati alla versione che circola ora

La variante presente sul sito della parrocchia di San Lorenzo da Brindisi a Brindisi, datata 1° marzo 2017, stando alle mie ricerche, è l’attestazione più antica. In un passaggio, parafrasa la parte in cui don Tonino parla della cenere come mezzo per lavare i panni: «Cenere e acqua sono gli ingredienti primitivi del bucato di un tempo, disse don Tonino Bello». Evidentemente, quando questo testo anonimo è stato letto da un anonimo copiatore, costui ha intuito, sbagliando, che tutto il pensiero fosse a firma sua.

Concludendo

Anacronismo a parte, la potenza di quel pensiero del vescovo pugliese viene molto sminuita nella versione accorciata. Il suo appello sferzante alla conversione è ridotto a una serie di fioretti, nobili certo, ma che potrebbero lasciare il tempo che trovano.
Spiace davvero notare come lui e altri autori vengano visti come una miniera da saccheggiare per citazioni buone per tutte le occasioni, senza prendersi la briga di controllare se effettivamente le parole trovate facessero parte dei loro scritti.
Qualcuno potrebbe obiettare che comunque sono belle parole e che attribuire a qualche personaggio di rilievo una citazione a effetto sia una pratica ancora più antica del cristianesimo. È vero, ma resto del parere che l’autenticità vada sempre salvaguardata. Per questa ragione, quando a mia volta saccheggio qualche autore spirituale, ho deciso di riportare la fonte da cui ho tratto la frase che ho scelto di condividere.

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