Padre Pio da Pietrelcina: «Non io, ma Quello lassù!»
Chi è?
Francesco Forgione nacque a Pietrelcina,
in provincia di Benevento, il 25 maggio 1887, figlio di Grazio e Giuseppa De
Nunzio, contadini. A sedici anni entrò tra i Frati Minori Cappuccini nel
convento di Morcone: il 22 gennaio, ricevendo l’abito religioso, assunse il
nome di fra Pio da Pietrelcina. Fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1910.
Per via delle
sue malferme condizioni di salute, restò per sei anni in famiglia, poi venne
destinato al convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, in
provincia di Foggia. Il 20 settembre 1918 cominciarono a manifestarsi in
maniera permanente i segni della Passione di Gesù sul suo corpo, ovvero le
stimmate. Il continuo afflusso di fedeli che ricorrevano al suo aiuto per la
confessione e la direzione spirituale preoccupò le autorità ecclesiastiche,
alle cui ispezioni padre Pio si sottopose in spirito di completa obbedienza.
Morì a San Giovanni Rotondo il 23 settembre 1968, a 81 anni. Beatificato
domenica 2 maggio 1999 a Roma da san Giovanni Paolo II, è stato canonizzato dal
medesimo pontefice il 16 giugno 2002, sempre in piazza San Pietro.
La sua
eredità spirituale è proseguita mediante l’ospedale Casa Sollievo della
Sofferenza, da lui stesso voluto a San Giovanni Rotondo, e tramite i Gruppi di
Preghiera fondati durante la seconda guerra mondiale.
I suoi resti
mortali, inizialmente sepolti nella cripta della chiesa nuova di Santa Maria
delle Grazie a San Giovanni Rotondo, sono stati traslati il 19 aprile 2010
nella nuova chiesa a lui intitolata nella medesima città, precisamente all’interno
del pilastro centrale della chiesa inferiore, ma non visibili. Dal 1° giugno
2013 sono esposti permanentemente alla venerazione dei fedeli, ma in questi
giorni, dal 3 all’11 febbraio, si trovano a Roma, insieme a quelli di san Leopoldo
Mandić* in occasione del Giubileo della Misericordia; torneranno nella loro
abituale collocazione il 16.
* Essendo
entrambi Cappuccini, anche per lui bisognerebbe adoperare la denominazione “nome
religioso + qualifica” (nel suo caso Leopoldo da Castronuovo), però è più noto
col cognome secolare.
Cosa c’entra
con me?
A causa della
mia abbastanza giovane età, non posso dire di aver conosciuto direttamente
questo personaggio. Il mio primo incontro con lui è quindi avvenuto mediante un
libro, che avevo trovato a casa della mia zia che mi ospita per le vacanze.
Ricordo distintamente il titolo: Padre
Pio – La vita e i miracoli di un uomo del Signore; era in una collana che
conteneva anche un volume sulla Primavera di Praga e mi pare fosse allegato a
un quotidiano. Sapevo già leggere, ma m’incuriosivano soprattutto le immagini,
in particolare quelle contenute nel capitolo sulle stimmate. Non sapevo, all’epoca,
che anzitutto san Francesco d’Assisi le avesse ricevute.
Non so se
qualche mio familiare sia stato a San Giovanni Rotondo quando lui era vivo, forse
mia nonna, che non perdeva occasione per unirsi a qualche pellegrinaggio (devo
aver preso da lei anche quest’aspetto, non solo il nome). Di sicuro, so che un
mio zio gli è diventato devotissimo molto tempo dopo, a ridosso della
beatificazione.
Quanto a me,
quando ho scoperto che per lui era aperta la causa, ho iniziato a pregare
intensamente per vedere la sua glorificazione insieme a quella, ad esempio, di
papa Giovanni XXIII; fatto curioso, visto che furono contemporanei. Insomma,
dopo quell’iniziale fervore, la mia devozione si è affievolita, fino quasi a
spegnersi. Non ricordavo neppure che il mio zio di cui sopra mi aveva regalato
una piccola biografia scritta non da un autore qualunque in cerca di soldi
facili, bensì da un suo confratello che è stato anche il suo primo storico.
Purtroppo non è più in catalogo, sennò l’avrei citata nel paragrafo sugli
approfondimenti librari.
La
beatificazione prima e la canonizzazione poi hanno risvegliato in me un certo
interesse, ma avvertivo un certo fastidio per come la sua figura veniva
trattata, in ambito ecclesiale e non solo. Miniserie non sempre fedeli, pagine
e pagine di libri non tutti buoni (è stato calcolato che, solo in lingua
italiana, sono state edite più di 200 biografie), statue perlopiù grezze e
riproduzioni fotografiche ritoccate non mi sembravano mai restituire un suo
ritratto genuino.
Ho fatto pace
con lui, se così si può dire, quando una mia cugina di Napoli mi ha invitata ad
andare con lei a Pietrelcina, approfittando delle vacanze natalizie e del mio
passaggio al Sud. Sono rimasta molto colpita da quel piccolo paese, dalle sue
vie strette e ripide, e da come conservasse il ricordo del suo più illustre
concittadino (fatte salve alcune commercialate). Come ricordo ho comprato
qualche immaginetta e un libro, che però ho accantonato in fretta: non comprendevo
infatti perché padre Pio avesse allontanato, in alcuni casi, i penitenti dal
suo confessionale.
Qualche
annetto dopo ero andata a confidarmi con un anziano sacerdote, quando lui mi ha
regalato una piccola fotografia, la stessa che ho passato allo scanner e
inserito in cima al post. Dopo un’iniziale perplessità, dovuta al fatto che sul
retro c’era il timbro di un fotografo di San Giovanni Rotondo (circostanza che,
in un certo senso, l’avvicina a santa Bernadette e ai tentativi di lucro in
atto già durante la vita di lei), l’ho presa come un invito a riaccostarmi
alla sua vicenda, ma con un altro spirito.
A tutt’oggi,
è sicuramente una figura cui tengo, ma non l’ho mai invocato particolarmente.
Per questo motivo, me lo sono scelta come patrono speciale per il 2016: vorrei
impegnarmi a conoscerlo davvero, oltre gli stereotipi, ad apprendere da lui
come amare Dio e i fratelli, che mi avvengano fatti speciali o meno. Penso, in
fondo, che storie come la sua siano come quelle dei grandi romanzi come il Don Chisciotte: tutti a grandi linee
sanno la trama, ma non sempre li hanno letti e assimilati.
Ha
testimoniato la misericordia perché…
Sei
il Papa ha deciso di far portare a Roma i resti suoi e di quel suo confratello,
che fu grosso modo suo contemporaneo, è sicuramente per il lungo tempo che
entrambi hanno trascorso nel confessionale, ammonendo e riconducendo sulla
giusta strada tanti uomini e tante donne. San Pio ne fu impedito per un po’ da
parte delle autorità ecclesiastiche, ma riconobbe ugualmente la mano della
Chiesa come quella di una madre.
Credo
quindi che l’opera di misericordia più attinente a lui sia quella di ammonire i
peccatori: a volte con durezza, altre con una battuta (e si raccontano tanti
fatterelli curiosi a riguardo), altre ancora piangendo mentre loro stessi
promettevano di cambiar vita, e in non pochi casi ci riuscivano.
Come
sentivo in questi giorni, durante le dirette televisive, la sua è stata anche
una “misericordia pratica”: lo dimostra, su tutte, l’edificazione di Casa
Sollievo della Sofferenza, dove, non a caso, sosterà per due giorni dopo essere
tornato da Roma.
Quando
ho saputo che sarebbe stato temporaneamente traslato anche san Leopoldo, mi è
sorta però una domanda. Perché proprio due Cappuccini e non un sacerdote
religioso e uno secolare, entrambi che si siano distinti nel ministero della
confessione e dell’ascolto? I casi non sono pochi, ma forse ci sono stati
impedimenti di altro genere.
Il suo
Vangelo
I messaggi
che san Pio riserva all’uomo di oggi sono veramente tantissimi. Uno, però,
credo valga per quelli che si considerano suoi devoti, ma si comportano in
maniera incoerente e, soprattutto, non ricordano ciò che aveva risposto a un
fedele che gli si era rivolto in maniera troppo insistente:
Non io, non io, satanasso, faccio i miracoli. È Quello lassù! Io non sono
che un maccarone senza sugo.
Questa frase mi fa pensare che, se fossi uno
di quei fedeli o sacerdoti che cercano di abbinare ricette culinarie ai Santi,
io presenterei proprio i “maccheroni senza sugo di san Pio”, ossia pasta in
bianco.
A parte le frasi spiritose, chissà se
qualcuna delle migliaia di persone che, in queste ore, stanno sfilando davanti
all’urna sua e di san Leopoldo se ne starà ricordando…
Per saperne di
più
Fernando da Riese Pio
X, Padre Pio da Pietrelcina – crocifisso
senza croce, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 1998, pp. 560, € 21,00
La
biografia ufficiale preparata per incarico della Postulazione generale dei
Frati Cappuccini.
Alessandro da
Ripabottoni, San Pio da Pietrelcina – Cireneo
di tutti, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 2003, pp. 528, € 21,00
Un
testo ampio a cura del suo primo storico.
Natale Benazzi (a
cura di), San Pio da Pietrelcina – Una
lotta per il bene, San Paolo 2014, pp. 64, € 4,50
Un
piccolo libro che riporta sia un sintetico profilo biografico sia un percorso
di preghiera in sette tappe.
Renzo
Allegri, La passione di Padre Pio, Mondadori 2015, pp. 317, € 19,00
Il
racconto delle sofferenze, morali e spirituali, causate al santo da quelli che,
anche da parte delle autorità ecclesiastiche, non l’avevano capito pienamente.
Stefano Campanella, La Misericordia in padre Pio, Edizioni
Padre Pio da Pietrelcina – San Paolo 2016 e Padre
Pio – Costruttore di Misericordia, CTV – Officina della Comunicazione – San
Paolo 2016; prezzo cumulativo € 12,90.
Un
libro che si concentra su come padre Pio abbia vissuto la misericordia anche in
ambito sociale e un DVD con un documentario ricco di testimonianze finora
inedite. Sono in vendita in abbinamento con Credere
e Famiglia Cristiana in uscita oggi.
Su Internet
Sito ufficiale del Convento di Santa Maria delle Grazie e del Santuario di San Pio a
San Giovanni Rotondo
Sito
delle emittenti Tele Radio Padre Pio e Padre Pio TV
Sito
della rivista ufficiale del Santuario, Voce
di Padre Pio
Sezione del sito de Il Settimanale di Padre Pio, rivista dei Francescani
dell’Immacolata, con articoli che riportano aneddoti, miracoli e fatti vari
della vita del santo.
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