Emilia De Vialar, una patrona speciale
Chi è?
Emilia
De Vialar nacque a Gaillac, in Francia, il 12 settembre 1797. A diciotto anni, dopo aver
partecipato ad una missione popolare nella sua città, diede una svolta alla sua
vita: iniziò a pregare intensamente e a darsi ad opere di carità. Allo stesso
tempo, intraprese un lungo periodo di discernimento, culminato nel Natale del
1832, quando cominciò a far vita comune insieme ad alcune compagne, sotto la
protezione di san Giuseppe. Appena tre anni dopo, iniziò ella stessa l’espansione
missionaria della sua comunità, recandosi ad Algeri.
Morì
a Marsiglia il 24 agosto 1856 e venne canonizzata il 24 giugno 1951. Le sue
religiose, le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, oggi sono diffuse in
trenta nazioni del mondo.
Cosa c’entra con me?
Il
motivo che mi lega a questa santa è il più ovvio che possa esistere: porto il
suo nome (così avete scoperto come mi chiamo!) in onore di mia nonna materna, defunta prima della mia nascita, che
però festeggiava l’onomastico il 17 agosto. Ho trascorso molti anni a chiedermi
quale fosse la santa che lei venerava, dato che quasi tutti i calendari
riportano, in quella data, san Giacinto confessore.
Intorno
al 2003, mi pare verso Natale, avevo letto sul Televideo Rai che un sito
Internet aveva lanciato una campagna per scegliere un ipotetico santo patrono del Web e che il sondaggio proposto vedeva, quasi a pari merito, san Giovanni
Bosco e il Beato Giacomo Alberione. Era la primissima volta che venivo a
conoscenza del sito “Santi, Beati e Testimoni”: mi sono appuntata l’indirizzo e
ho pensato che avrei potuto usarlo per venire a capo della questione che mi
premeva.
Utilizzata
la sezione “Dizionario dei nomi” del sito, ho riscontrato che avevo ben due
Sante: Emilia Maria Guglielma De Rodat e, appunto, la De Vialar. Con mio
stupore, ho notato che sono state canonizzate l’una nel 1950 e l’altra l’anno
dopo; nessuna aveva la festa nel giorno segnalato da mia nonna. Dopo aver letto
le biografie di entrambe, ho scelto l’ultima perché mi attraeva maggiormente. Ho
quindi deciso che il 17 agosto avrei ricevuto i regali dai miei parenti, mentre
il 24, suo dies natalis, l’avrei
onorata.
Mi
dispiaceva molto non avere una sua immagine, perché all’epoca Santi e Beati non ne riportava nessuna.
Alcuni anni dopo, presso la chiesa di sant’Alessandro a Milano, ho rinvenuto
una cartolina col suo ritratto: mi colpì il suo volto autoritario, ma con una
certa dolcezza negli occhi.
Dopo
due anni circa, un mio amico mi fece gli auguri di buon onomastico ancora in
un’altra data: il 17 giugno. Dopo avergli spiegato quello di cui ho scritto
prima, lui ha ribattuto dicendo che aveva conosciuto le Suore di San Giuseppe
dell’Apparizione in una parrocchia della provincia di Como. Mi è venuto
spontaneo cercarne l’indirizzo, così da chiedere qualche altro santino, ma ho
presto desistito.
Il
desiderio mi è ritornato quando due anni fa ho visto, fra le ultime uscite dei Messaggeri d’Amore dell’Editrice Velar
(mi sono resa conto che li cito su queste pagine una volta sì e l’altra no),
una sua agile biografia, che mi sono procurata prestissimo. Ho trovato così
molti altri punti di contatto con lei, primo fra tutti la ricerca del volere di
Dio su di me per avere una vita pienamente riuscita.
Vinta
la reticenza iniziale, ho preso carta e penna e ho scritto alla Casa
Generalizia delle suore, a Roma. Nel giro di un mesetto mi sono arrivate ben
due risposte: una da quella casa e una dalla Casa Provinciale di Fiesole, oltre
ai santini che desideravo e ad altre copie del libretto blu.
Sono rimasta in
contatto con la Superiora della comunità toscana, che mi ha perfino chiesto di
farle da guida nella tappa milanese del pellegrinaggio che lei e consorelle
hanno svolto lo scorso settembre. Non mi sarei mai aspettata qualcosa di
simile: ricordo ancora con piacere il pic-nic sull’erba dietro il Castello
Sforzesco con alcune giovani religiose, sedute sul telo blu contenuto nello
zaino della GMG 2011, ma ancora di più la visita alla Basilica di
Sant’Ambrogio, per la quale ho attinto alle mie conoscenze
religioso-artistiche.
Il suo
Vangelo
La
vita di santa Emilia è decisamente piena di colpi di scena, ma ciò che è più
degno di ammirazione è la fiducia con cui lei li ha affrontati. Quando
l’eredità che le aveva concesso di avviare l’Istituto finì, oppure quando il
vescovo di Algeri costrinse lei e consorelle a lasciare il Paese, non cedette
di un passo. Ricordava, infatti, le prove affrontate da san Giuseppe e l’invito
che gli rivolse l’angelo in sogno («Non temere di prendere con te Maria, tua
sposa...»): sapeva che l’opera intrapresa era voluta dallo Spirito Santo.
Ella
stessa si definì con questi termini, in una lettera scritta al Vescovo di Albi,
monsignor De Gualy, che aveva preso le suore sotto la sua protezione:
Dio
mi ha dato un cuore forte, che nessuna prova ha potuto abbattere in passato...
A
me, che porto il suo nome, conceda di poter avere anche il suo cuore, e alle
religiose sue figlie spirituali di continuare a portare il messaggio di
speranza che l’ha sempre sostenuta.
Per saperne di più
Massimiliano
Taroni, Santa Emilia De Vialar.
Fondatrice delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, Velar – Elledici,
Bergamo – Torino 2010, pp. 50, € 3,50.
Breve
presentazione della vita e dell’esperienza spirituale di santa Emilia.
Suore di San
Giuseppe dell’Apparizione – Casa Generalizia
Via di Villa Alberici 10
00165
Roma
Su Internet
Emilie, raconte… Sito con notizie
sulle suore
Quando dovevo nasciere io mio papà decise di mettermi il nome del santo del giorno ,guardò diversi calendari e trovò il nome giacinto e il nome Emilia e decise di chiamarmi Emilia
RispondiEliminaDavvero? Mi fa molto piacere! L'enigma su chi sia quella santa Emilia lì rimane, però.
EliminaPorto il nome di mia nonna Emilia e anche lei come le vostre, festeggiava il suo onomastico il 17 agosto che però riporta, come sapete, San Giacinto. Ho sempre cercato anche io la Santa Emilia del 17 agosto ma non ho trovato soluzione. Abbiamo diverse sante Emilia a cui riferisci che hanno cercato Dio con la preghiera e testimoniato il suo amore con le loro opere. Hanno donato a Dio l'intera vita.
EliminaAnche mia figlia si chiama Emilia, porta il nome di mia suocera, anche noi festeggiamo il 17 agosto. Ho trovato la beata Emilia Bicchieri di Vercelli che ricorre in quella data...quindi sarà lei. Cmq...auguri a tutte le Emilia
RispondiEliminaForse dopo anni il mistero è risolto: la Beata Emilia Bicchieri, citata anche nel commento qui sopra, era ricordata nel monastero domenicano di Santa Margherita a Vercelli, da lei fondato, sia il 3 maggio, giorno della sua nascita al Cielo (il Martirologio Romano la presenta in quella data, ma nella diocesi di Vercelli e nell'Ordine Domenicano è ricordata il 5 maggio), sia il 17 agosto, giorno anniversario della seconda traslazione delle sue spoglie, avvenuta nel 1609, all'interno della chiesa del suddetto monastero. Dopo la terza traslazione del 1811, si trovano nella cattedrale di Vercelli.
RispondiEliminaCoi decreti della Sacra Congregazione dei Riti del 19 e 29 luglio 1769 ha ottenuto la conferma di culto: vuol dire che era venerata come Beata da lungo tempo.
Potrei dedicare un post anche a lei, quasi quasi.
Anche io mi chiamo Emilia come mia nonna materna, sempre festeggiato il 27 agosto l'onomastico e fino a gli anni 70 mentre ero piccola nei calendari c'era poi non so perché l'hanno tolto. Auguri a noi tutte❤️
RispondiEliminaMi piace molto il nome Emilia, per la mia seconda figlia, la prima si chiama Anna, come Sant'Anna protettrice delle donne incinte e dei genitori, mi piacerebbe sapere di cosa è protettrice Santa Emilia, grazie
RispondiEliminaNon ha un patronato specifico, ma sicuramente protegge quante portano il suo stesso nome, come me e tua figlia.
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