Giuseppe da Copertino: l’umiltà che fa volare
Dipinto
nell’abside del santuario di San Giuseppe da Copertino a Osimo (fonte)
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Chi è?
Giuseppe
Maria Desa nacque a Copertino, vicino Lecce, il 17 giugno 1603. A causa di
alcune malattie ricorrenti, la sua istruzione scolastica s’interruppe presto;
inoltre, avviato alla professione di calzolaio, non vi sembrava incline. Dopo
aver chiesto di essere ammesso tra i Frati Minori Conventuali prima e quelli
Riformati poi, venne accolto come fratello laico dai Cappuccini, a Martina
Franca, ma lì venne ritenuto incapace di svolgere anche i compiti più ordinari.
Infine,
nel 1622, venne ammesso fra i Conventuali, presso la comunità di Santa Maria
della Grottella, a Copertino. Nel 1627, dopo un intensissimo periodo di studi,
venne ordinato diacono e, l’anno successivo, sacerdote; attribuì la riuscita all’intercessione
della Madonna.
Nel
1630, al termine di una processione, si manifestò la prima di una lunga serie
di estasi e di voli mistici, che suscitarono la curiosità dei confratelli e del
popolo, ma anche l’interesse della Santa Sede. Padre Giuseppe accettò in
spirito d’ubbidienza i vari trasferimenti cui fu soggetto, fino all’ultimo,
presso il convento di San Francesco a Osimo, dove morì il 18 settembre 1663.
Beatificato
da papa Benedetto XIV il 24 febbraio 1753, è stato dichiarato santo da papa
Clemente XIII il 16 luglio 1767. I suoi resti mortali riposano a Osimo, mentre
il suo cuore è conservato nella chiesa a lui dedicata a Copertino.
Cosa c’entra con me?
San
Giuseppe è entrato nella mia vita quando una mia zia ha sposato un uomo nativo
di Leverano, in provincia di Lecce, non molto lontana da Copertino. Nel corso
di alcune conversazioni con i parenti acquisiti, lei ha saputo dell’esistenza
di un santo particolarmente invocato dagli studenti e dagli esaminandi: era
decisamente il caso mio, anche se all’epoca frequentavo ancora le elementari, e
di mia sorella, prossima agli esami di maturità.
Conoscendo
il mio interesse per questo genere di argomenti, la zia pensò bene di regalarmi
alcune immaginette e un volume biografico. Purtroppo, si trattava di un libro
troppo difficile per la mia età, così, dopo aver leggiucchiato le prime pagine,
l’ho lasciato da parte.
Non
molto tempo dopo, nel corso di una visita al Santuario della Beata Vergine del
Rosario di Pompei, ho adocchiato, in una vetrina della libreria annessa alla
chiesa, una biografia per ragazzi, molto più appetibile del volumone di prima.
Sarà che conoscevo già lo stile dell’autrice, perché avevo altri suoi libri
nella medesima collana di agiografie per i più piccoli, ma quella lettura mi
risultò tanto piacevole da presentarla in un tema di italiano, tornata dalle
vacanze. Ebbene, quello scritto mi fruttò un voto così lusinghiero che mi venne
da attribuirne il merito all’oggetto del libro di cui avevo parlato.
Alcuni
anni dopo, gli zii concessero a me e ai miei familiari di passare alcuni giorni
di agosto a Leverano, nella casa dov’erano ospiti. L’occasione era decisamente
propizia per fare un salto a Copertino e visitare i luoghi dove il nostro santo
aveva vissuto per i primi anni: anzitutto, la stalla dove nacque (suo padre,
fin troppo generoso, aveva accumulato tanti debiti da essere costretto alla
fuga con la moglie incinta), poi la chiesa dov’è conservata la reliquia del suo
cuore, donata nel 1963 dalla comunità di Osimo.
Riconosco
che quella visita ha provveduto a rivitalizzare la mia devozione nei suoi
confronti: iniziata l’università, non passava esame a cui non mi preparassi,
oltre che con lo studio, con un triduo di preghiere insieme ai miei familiari.
L’angoscia per l’esito delle prove, però, non mancava di tormentarmi: volevo
mirare sempre più in alto, ottenere i voti migliori, per dimostrare a tutti che
non ero una buona a nulla, proprio come lo stesso san Giuseppe era considerato.
Nel
giugno 2006 ho affrontato quella che mi sembrava una crisi terribile: per aver
preparato tre esami contemporaneamente, di cui due da sostenere in altrettanti
giorni consecutivi, non ho avuto voti eccezionali. Mi chiedevo dove avessi
sbagliato, ma non ho dubitato della protezione divina, anzi, penso che l’intercessione
tanto invocata si sia fatta sentire in un altro modo. Grazie a Dio e a san
Giuseppe, ho compreso che il mio errore risiedeva in un’arroganza eccessiva, perché
mi ero basata solo sulle mie forze. Da allora, ho deciso di non sostenere più
due esami in fila e, in ogni caso, di chiedere aiuto per riprendere a
conseguire voti brillanti.
Quell’estate,
perciò, sono tornata a Copertino e ho chiesto consigli a uno dei frati del
luogo. Non ricordo cosa mi disse con esattezza, ma ho ben presente il momento in
cui, imponendomi le mani sul capo, il religioso pronunciò su di me la
“benedizione a frate Leone”, quella preghiera tratta dal libro dei Numeri fatta
propria da san Francesco d’Assisi. Penso che le mie letture mi abbiano
influenzata, ma in quel momento sentivo proprio che lui e san Giuseppe stessero
unendosi, dal Cielo, a quell’invocazione, per ottenermi la protezione di cui
avevo bisogno.
La
mia carriera universitaria da allora è proceduta abbastanza bene. Ho ripetuto un solo esame e ho conseguito solo
una volta il temutissimo 18; nella laurea specialistica, sono finita fuori
corso di appena sei mesi.
Nel corso di alcune conversazioni con alcuni compagni
di studio, di provata fede cattolica, non mancavo di accennare loro qualche
notiziola sul nostro comune patrono, spesso consegnando loro delle immaginette
con la preghiera dello studente. Concluso il triennio, poi, ho donato ai frati
di Copertino una copia del mio elaborato finale, a mo’ di ex voto, non tanto per il buon esito, ma per aver compreso il vero
senso dello studio.
Pensavo
che la sua storia fosse poco nota, ma mi sbagliavo: nel 1962 è uscito un film
su di lui, Cronache di un convento
(originale The reluctant saint), dove
il suo saio è rivestito nientemeno che da Maximilian Schell. In giro per la
Rete, si trova una versione integrale doppiata in italiano, ma la qualità è
pessima.
Inoltre,
gli è stato perfino dedicato un fumetto, anzi, come dicono gli esperti, una graphic novel, dal titolo The Flying Friar (Il frate volante). È qualcosa di molto distante dalle pur
meritevoli agiografie con le nuvolette presentate, ad esempio, da Il Giornalino, ma fa capire come possa
incuriosire ancora oggi una vicenda così incredibile.
Ora
che sono laureata da quasi tre anni, non penso di non aver più bisogno
dell’aiuto di san Giuseppe. Anche se non studio più, posso ugualmente pregarlo
per i miei amici che sudano ancora sui libri, sia in università sia in
Seminario, oltre che per gli allievi di mia sorella, che ora lavora come
insegnante.
Il suo Vangelo
Ciò
che san Giuseppe può insegnare agli uomini di oggi è principalmente la tenacia
nel conseguire un obiettivo, ma senza confidare unicamente nelle proprie forze.
Non si potrebbe capire altrimenti come lui, nonostante non fosse
particolarmente sveglio, fosse riuscito a imparare a memoria un solo brano di
Vangelo per l’esame di diaconato e a ricordarselo, quando proprio quel passo
gli venne sottoposto dalla commissione.
Attribuire
al Signore i nostri meriti, anche quelli che otteniamo a prezzo di fatiche, è
segno di umiltà, una virtù di cui spesso veniamo a mancare, io per prima. Il
nostro Santo la mostrò accettando le numerose destinazioni cui venne sottoposto
e vivendo in prima persona quanto dispensava a parole a chi gli domandava
consiglio:
La fede e l’umiltà sono il fondamento principale di tutte le altre virtù. Sii umile e confida in Dio. Dentro i cuori umili abita il Signore.
Per saperne di più
Bonaventura Danza, San Giuseppe da Copertino, San Paolo 2003, € 3,00.
Un
rapidissimo profilo con le principali notizie sulla sua vita.
Wanda Chiappinelli, San Giuseppe da
Copertino – Il Santo delle meraviglie, Shalom 2008, € 5,00.
Biografia
che pone l’accento su come san Giuseppe ha vissuto le virtù cristiane e
presenta, come tutti i libri della medesima collana, un nutrito campionario di
preghiere per chiedere la sua intercessione.
Giuseppe Celso Mattellini, Giuseppe da Copertino – uomo santo,
Edizioni Messaggero di Padova 2003, € 7,50.
Testo
ideale per chi, già conoscendo le linee della vicenda del santo, volesse andare
più a fondo della sua personalità e psicologia.
Su Internet
Sito dei santuari di Copertino (San Giuseppe e Santa Maria della Grottella)
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