Silvio Dissegna: «Io faccio il presepio» (Corona dei Testimoni 2013 #3)



 
La famiglia Dissegna riunita nel giorno della Prima Comunione di Silvio (il bambino a sinistra del sacerdote) e di suo fratello Carlo (fonte)
Chi è?

Figlio primogenito di Ottavio Dissegna, operaio alla Fiat, e di Gabriella Martignon, Silvio nacque il 1 luglio 1967 all’ospedale di Moncalieri. Manifestò da subito un’intelligenza vivace e cercò di essere sempre ubbidiente ai suoi genitori.
All’inizio di gennaio 1978 ebbe le prime avvisaglie di una neoplasia ossea. Non negò di comprendere poco il senso delle sue sofferenze, ma le offrì per le più disparate intenzioni, affidandosi in particolare all’intercessione della Vergine Maria con la preghiera del Rosario. Morì in casa sua, a Poirino (TO), alle 21:20 del 24 settembre 1979.
Il suo processo canonico, la cui fase diocesana è stata aperta nell’Arcidiocesi di Torino l’8 febbraio 1995 e si è conclusa il 26 ottobre 2001, prosegue ora in fase romana. Il 5 novembre 2013 la commissione teologica della Congregazione vaticana per le Cause dei Santi ha espresso parere favorevole circa l’esercizio, da parte di Silvio, delle virtù cristiane in grado eroico.

Cosa c’entra con me?

Il periodo esatto in cui ho iniziato a sentir parlare di Silvio è stato poco dopo aver iniziato l’università, quando ho visto, sugli scaffali della libreria San Paolo di Milano, una sua biografia, che adesso è fuori catalogo. L’ho presa in mano, ma, scoraggiata dal tema apparentemente triste, l’ho rimessa a posto, anche perché non ero ancora uscita dalla crisi di rigetto verso gli esempi giovanili che mi è passata con la GMG di Colonia.
Una volta compreso che valeva la pena di riprendere le storie di coloro che hanno avverato, o ci hanno provato, l’auspicio di san Pio X («Ci saranno dei santi tra i fanciulli»), mi sono procurata il libro In braccio a Gesù, di Paolo Risso, di cui avevo letto qualche brano in Rete. Nel 2009, come ho già detto, mi sono decisa a scrivere all’autore, il quale, nella seconda lettera che m’inviò, accluse un’altra sua piccola opera dedicata a questo ragazzo, intuendo in qualche maniera il mio desiderio di conoscerlo meglio.
Dopo averlo letto, ho contattato sia i signori Dissegna, ormai anziani, sia l’attuale parroco della loro parrocchia d’origine, don Basilio de Angelis, familiarmente noto come don Lio. In entrambi i casi, penso di aver fatto loro piacere nel segnalare come anche la sua storia mi sia servita d’insegnamento, sebbene sia parecchio maggiore rispetto a quanti anni avesse Silvio al momento della morte.
Ad aiutarmi ad attualizzare il messaggio che lui ha lasciato sono serviti moltissimo i numeri del bollettino quadrimestrale Agli amici di Silvio, per il quale, grazie a don Lio, ho pubblicato anche alcuni articoli, tra i quali uno da “corrispondente ambrosiana” circa l’Incontro Mondiale delle Famiglie del 2012 (a p. 17 del numero che troverete cliccando qui); la rivista, infatti, si rivolge prevalentemente alle famiglie, oltre che agli ammiratori delle figure affini a quella del ragazzo di Poirino. 
Grazie ai moderni mezzi di comunicazione, la sua vicenda continua a meravigliare tanti fedeli, proprio com’è successo a me. Le Figlie di San Paolo che curano il blog Cantalavita, ad esempio, hanno dedicato a lui un articolo, mentre alcune emittenti televisive e radiofoniche cattoliche a livello nazionale gli hanno dato ampio risalto.

Il suo Vangelo

Vi starete dunque chiedendo perché abbia deciso di parlare di Silvio nel periodo d’Avvento. In effetti, forse sarebbe stato meglio menzionarlo a ridosso della Giornata del Malato, ma l’avevo già fatto recensendo Perché proprio a me?, un capitolo del quale tratta di lui. Inoltre, mi sono ricordata di aver letto, nei bollettini e nelle biografie, una frase decisamente adatta, che ci fa intuire come lui vivesse la preparazione verso il Natale. Per questo motivo ho deciso di dedicargli la terza candela (virtuale) della mia Corona d’Avvento dei Testimoni, che, in base al significato tradizionale, è detta “dei pastori” e simboleggia il servizio.
In un tema scritto il 18 dicembre 1976, quando frequentava la quarta elementare presso la scuola “Paolo Gaidino” di Poirino, il bambino si espresse così (cito dalla biografia scritta da don Antonio Bellezza Prinsi, a pag. 48):

Al S. Natale mi preparo con l’anima bianca. A Natale è nato Gesù e Lui è stato così buono che voglio esserlo anch’io, facendo atti di bontà, pregando con gioia, aiutando quelli che ne hanno bisogno, rispettando tutti.
Per onorare Gesù faccio il Presepio…

A un primo sguardo, potrebbero sembrare pensierini come scrivono i piccoli suoi coetanei, con un vago senso d’ingenuità. Le testimonianze che ho letto, invece, dimostrano che Silvio ha davvero cercato di assomigliare a Gesù nella Sua obbedienza al volere del Padre, a cominciare dal suo modo di servire i genitori e il fratello Carlo, poi quando il tumore lo ha aggredito. In quel caso, a contribuire alla sua assimilazione con Lui fu il fatto che Lo riceveva nell’Eucaristia il più spesso possibile.
La notizia recentissima del parere favorevole dei periti teologici è solo un altro passo che porterà, con i tempi che Dio e la Congregazione per le Cause dei Santi riterranno opportuni, all’affermazione che lui è stato davvero un eroe della fede, come ritengono, a livello personale, i suoi genitori e tantissimi fedeli in tutto il mondo.

Per saperne di più

Antonio Bellezza Prinsi, Silvio, ovvero morire di cancro a 12 anni, Tipolitografica Bigliardi 2010, pp. 144.
Riedizione della primissima biografia, scritta dal parroco che fu testimone oculare dello svolgimento della sua vicenda terrena.

Paolo Risso, Silvio Dissegna – Un ragazzo meraviglioso, Elledici 2002, pp. 40, € 2,00 (fuori catalogo).
Un profilo più agile, adatto a tutti, ma buono anche per i ragazzi.

Tutti i testi disponibili (raccomando anche le tracce per la meditazione del Rosario e della Via Crucis) possono essere richiesti all’associazione “Amici di Silvio”.

Su Internet

Sito ufficiale dell’associazione “Amici di Silvio”
Pagina Facebook ufficiale dell’Associazione

Commenti

  1. Mia mamma, all'epoca, lavorava come assistente sociale per la FIAT. Sì, all'epoca la FIAT aveva le sue assistenti sociali interne, che in pratica garantivano il loro servizio a tutti i dipendenti della FIAT: se qualcuno aveva bisogno di pratiche previdenziali, voleva adottare un bambino, voleva la dichiarazione di invalidità, ecc. ecc., andava da mia mamma, invece di perdere tempo a far la coda negli uffici pubblici. All'epoca la FIAT garantiva anche questo servizio, ebbene sì.

    Fra le altre cose, mia mamma si occupava anche di richiedere aiuti/finanziamenti/supporti logistici a per conto di quei dipendenti con figli piccoli ammalati.
    E quando ho letto che il papà di Silvio lavorava alla FIAT, io ci avevo sperato, eh! Ci avevo sperato, che mia mamma magari fosse venuta in contatto con loro per avviare qualche pratica!
    Ma invece no: mia mamma non si ricorda quel nome, e soprattutto non si ricorda di aver mai seguito il caso di bambini malati che alla fine sono morti.

    :-(

    Evvabbeh, niente legami fra me e il (forse) futuro Santo: mi accontento di leggere la sua storia ;-))

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    1. Ma dai? Anche mio padre lavorava in FIAT, ma non a Torino.
      Al momento non ho modo di controllare in quale stabilimento operasse il signor Ottavio; se vengo a saperlo, te lo dico in privato.

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