Le 5 magliette più paolotte (Le 5 cose più # 3)


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Come dicevo già nell’ultimo post dedicato al pellegrinaggio che lo scorso anno ho compiuto in Terra Santa, il termine “paolotto” o “paolotta” indica un ragazzo o una ragazza tutto casa e chiesa, che oltre all’oratorio non ha altri interessi nella vita e, a volte, vive la fede in maniera un po’ troppo semplicistica o devozionale. In dialetto milanese si dice paolótt de l’oratóri (la “o” iniziale dellultima parola si pronuncia “u”).
Simpaticamente, dagli stessi giovani che frequentano gli oratori, viene dato l’appellativo di “paolotto” anche a oggetti, monili o capi d’abbigliamento che portano stampate o incise frasi tratte dalla Scrittura, da autori spirituali o comunque con un sottotesto credente.
Ecco quindi, tenuto conto che ormai l’estate è arrivata, le cinque linee di magliette che reputo più corrispondenti a questa definizione, con un commento finale. I prezzi oscillano, in generale, tra i 12 e i 20 euro, a seconda della linea. Pronti con la sfilata?



5) Pump Street

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Queste non le conoscevo affatto e non ricordo nemmeno come ho fatto a scoprirle. Promosse da Hobbit Società Cooperativa Sociale di San Benedetto del Tronto, sono ispirate ai principi del distributismo teorizzato da Gilbert Keith Chesterton, lo scrittore e pensatore che molti conoscono come ideatore del personaggio di Padre Brown, ma ora è preso a modello anche dai credenti più battaglieri.
A proposito di gente che sapeva che dedicarsi a un ideale è il modo migliore per spendere la vita, nello stesso marchio sono disponibili t-shirt con frasi, oltre che del succitato Chesterton, del beato Pier Giorgio Frassati, come quella che ho messo in foto. Magari, se e quando lo faranno Santo, mi piacerebbe andare a Roma con una di queste! Ci sono da uomo, da donna e da bambino.
Esiste anche il modello Nazarat, per far percepire all’esterno la propria solidarietà con i cristiani della Siria, indossando il simbolo con cui vengono marchiate le loro abitazioni.
L’unico modo per reperire questi articoli, cui si accompagnano anche delle felpe, è tramite il sito ufficiale.



4) Tunicula Seraphica

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Un po’ più famose sono le magliette della collezione Tunicula Seraphica, parte del progetto Magliette Fresche di EdiCart Style. Non sono esattamente d’ispirazione cattolica o credente, ma hanno colto, con un po’ di furbizia, il rinnovato interesse per san Francesco e per il Papa che per primo ne ha scelto il nome, oltre che per i “due papi santi” dello scorso anno. Le immagini scelte per i Pontefici non sono oleografiche, ma riprendono dei murales presenti a Roma, come quello del Super Pope. Oltre a queste e a due di soggetto più francescano, con frasi del Cantico delle Creature e della Legenda Maior, c’è anche un modello con uno stralcio delle Confessioni di sant’Agostino.
Per unire l’antico riecheggiato nel nome (tunicula è la latinizzazione di maglietta e seraphica può far pensare al Santo di Assisi, detto anche “Serafico Padre”) al contemporaneo, ogni oggetto – ci sono anche tazze all’americana e borse di stoffa – è dotato di un QR Code, tramite il quale è possibile scaricare la versione completa del libro da cui è tratta la citazione, o rivedere i discorsi del Papa raffigurato.
Sul listino prezzi è scritto che parte del ricavato delle magliette sui Papi sarà devoluto a un istituto di beneficenza legato al Vaticano, ma mi sembra un po’ vago. Sono comunque reperibili online e nelle librerie, cattoliche e non, grazie alla distribuzione a cura delle Edizioni Dehoniane di Bologna.
EDIT 3/2/2017: i link di sopra e le stesse magliette non sono più disponibili.


3) Vesti come credi
 
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Questa linea è opera dell’Associazione Cristomorfosis Italia, nata a Brescia nel 2003. Le magliette sono solo uno degli strumenti con cui i membri dell’associazione intendono raggiungere i giovani, invitandoli a conformarsi a Cristo, non “alla mentalità di questo mondo”, per dirla con san Paolo.
In alcuni casi riprendono noti marchi commerciali rivisitandoli mettendo il nome di Gesù al posto della marca originale, oppure usano messaggi originali e d’impatto, come nell’articolo denominato Impronta che reca l’immagine di un codice a barre e la scritta Dio non ti ha fatto in serie…, che sulla schiena continua con …Dio ti ha fatto sul serio! e, appunto, una impronta digitale.
Si possono trovare sul sito ufficiale e presso la libreria Ancora di Brescia (non so se tramite quella di Milano si possono richiedere lo stesso).


2) Per chi ama la vita
Tra i gadget che le suore Apostoline di Castelgandolfo producono per far crescere nel popolo di Dio la stima per ogni tipo di vocazione e far spuntare germogli buoni nel cuore dei giovani, ci sono anche delle magliette (qui la lista completa) che godono di una certa popolarità. Sono disponibili in varianti da uno a tre colori, dipende dalla frase scelta. Anche in questo caso, sostengono progetti equo-solidali.
Dall’arcinota Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro di san Giovanni Paolo II, passando per il Non lasciatevi rubare la speranza! di papa Francesco, c’è una discreta gamma di pensieri da scegliere, non solo di natura “papale”, a cui ogni anno viene aggiunto qualcosa. Trovo molto graziosa quella Mi hai fatto come un prodigio, disponibile solo in taglia bambino e accompagnata da un libretto, ottima come regalo per un Battesimo.
Per quanto concerne la reperibilità, si possono trovare o ordinare, oltre che sul sito delle Apostoline, presso le librerie cattoliche, soprattutto San Paolo e Paoline.



1) Ape Social Wear (già A. p. E. Italian Style)

Da quando, nel 2007, i due soci fondatori Alessandro e Mauro hanno incontrato il Sermig di Torino, hanno deciso di riconvertire la loro azienda, già in piedi da qualche anno, in un modo per “generare bene” tramite la vendita di capi di abbigliamento. Non producono infatti solo magliette, ma anche cappellini, felpe e pantaloni. Il 5 % di ogni capo venduto viene devoluto appunto al Sermig e ai suoi progetti a favore dei più poveri, mentre il resto del ricavato viene reinvestito.
Tra i messaggi presenti sulle loro t-shirt si segnalano: Il bene genera bene (quello della foto qui accanto), Chi cambia sé cambia il mondo , Scoppi la pace, La pace ha bisogno di me, ma anche I – cuore – oratorio, particolarmente indicata per gli animatori degli oratori feriali. C’è anche la possibilità di farsi realizzare delle magliette personalizzate.
L’unico canale di vendita è il sito ufficiale, da cui è tratta anche limmagine che ho scelto.


Considerazioni

In tutta sincerità, credo di non aver mai visto qualcuno indossare queste magliette se non in ambienti dove i messaggi da esse veicolati sono già attuati o comprensibili: le GMG, incontri giovanili diocesani e nazionali, o anche le registrazioni del nuovo CD del Gruppo Shekinah (alcuni miei compagni, tra l’altro, hanno posato da modelli per A. p. E.). Non so se sia per paura o, più semplicemente, per una questione di adeguatezza al contesto.
In fondo, come dice un noto passo di quel testo dei primi secoli del cristianesimo noto come l’A Diogneto,

I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. […] Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile.

(le sottolineature sono mie)

Va pur detto, comunque, che sin da quando la t-shirt ha smesso di essere un capo d’abbigliamento intimo o un indumento da lavoro, è stata scelta come mezzo per diffondere marchi, idee, pensieri o per dichiarare di essere stati in un certo posto del mondo. Questi esemplari non fanno eccezione: basta solo che chi li indossa sia consapevole che quelle scritte devono entrare sotto pelle e circolare nella vita, non solo in superficie.

Commenti

  1. Avevo commentato con grande interesse questo post poco dopo la sua pubblicazione (facendo pure una certa fatica perché ero convalescente dall'operazione e mi stancavo con poco), e poi il malefico Blogspot si è mangiato il mio commento u__u

    Riprovo adesso.

    "In tutta sincerità, credo di non aver mai visto qualcuno indossare queste magliette se non in ambienti dove i messaggi da esse veicolati sono già attuati o comprensibili"... beh, allora non hai mai visto me, che posseggo una maglietta delle Apostoline e la indosso tranquillissimamente ovunque: al lavoro, per andare a far la spesa, per far due passi in giro per la città...
    Non avevo mai pensato di essere senza paura o inadeguata al contesto prima di leggere questo tuo commento :-P :-P :-P (ma non mi sono offesa, eh!! Anzi, l'ho trovato un interessante spunto di riflessione!). Proprio non mi ero mai posta il problema: la maglietta mi piace, la compro, la metto, punto: del resto, è pieno di magliette/borse/zaini/ecc. che riportano slogan di vario tipo, ormai. Dunque...

    Come dicevo, però, questo tuo commento mi aveva anche fatta riflettere, e in effetti convengo che: certe magliette, a onor del vero, sono veramente eccessive. Andare in giro con una maglietta con su scritto "Gesù Cristo" con i font della Coca Cola (esempio preso a caso da uno dei cataloghi che hai linkato) vuol dire veramente farsi notare; sì. Io non la metterei manco alle GMG o in chiesa, onestamente, e sicuramente non me la metterei nella vita di ogni giorno.
    Altre magliette fra quelle che hai linkato, però, sono molto graziose! La mia (quella che metto anche per andare a lavorare) ha solo una scritta che dice "Prendete la vostra vita e fatene un capolavoro" (niente di eccessivo, insomma), e mi piacciono molto anche alcune magliette che hai linkato, con slogan presi dagli scritti di Frassati ("Verso l'alto", "Sempre allegro!").
    Ecco: magliette come queste, comprerei (e ho comprato). Maglietta per maglietta, queste qui hanno slogan che, nel loro piccolo, ti ricordano idee a te care.

    Però in effetti è vero: alcuni modelli hanno slogan e disegni veramente improbabili, inadatti. Non ci avevo mai pensato, ma c'è un confine molto labile tra "sfoggiare le proprie idee" e "farsene vanto"... e anche solo tra il "dire con l'abbigliamento di essere cattolici" e "urlare la propria professione di fede nelle orecchie del prossimo".

    Grazie per i link!! Alcuni modelli di Pump Street mi piacciono parecchio, e A.P.E. mi piace per la storia personale dei suoi fondatori, e perché comunque ogni torinese che si comandi ha in simpatia il Sermig ;-) Non conoscevo né l'una né l'altra marca, ma buono a sapersi!

    ...toh: mi hai fatto venire l'ispirazione, adesso vado a stirarmi la mia maglietta delle Apostoline, e domani me la metto :-P

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    1. Grazie per la tua riflessione, puntuale come sempre (peccato che Blogspot si sia mangiato la precedente stesura).
      Benvenuta nel club delle magliette paolotte, allora! Anche a me piace molto quella che hai tu (è verde o viola?), ma preferisco quella con la frase "Tieni vivo il dono di Dio che è in te", sebbene la tua non tiri in ballo direttamente il Padreterno.
      Quanto al Sermig, torna da queste parti verso i primi di ottobre: ho in serbo una notiziona col botto che mi collega inaspettatamente a quella realtà.

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    2. E no, non è che entro come consacrata nella Fraternità della Speranza.

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    3. Wow!!
      Adesso sono davvero curiosissima: se non è la Fraternità della Speranza, mi verrebbe da scommettere qualcosina sull'Accademia del Suono... acqua? :-P

      La mia maglietta è quella verde: peraltro un bel verde, devo dire - molto acceso, ma non "sbatte". Ne approfitto per lasciare un avviso estemporaneo a un eventuale compratore che volesse acquistare la maglietta dopo averla scoperta sul tuo sito: al primo lavaggio, la mia maglietta ha smacchiato TANTISSIMO, roba che se l'avessi lavata in lavatrice con altro sarebbe stata una tragedia (per fortuna invece l'avevo lavata a mano); dal secondo lavaggio in poi, tutto regolare.
      Ma se le comprate, tenete conto che il primo lavaggio sarà traumatico :-P

      Anche la frase che dici tu è molto bella, però in effetti sì, una frase così tanto religiosa, con tanto di Dio che viene tirato in ballo esplicitamente, forse non la indosserei per andare a lavorare, ecco. In compenso mi piacciono veramente tanto quelle con le frasi di Frassati! Anche lì: frasi belle e religiose, ma senza essere eccessive. E pure il design è di mio gusto... :-O

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    4. Acqua, sebbene non sarebbe una brutta cosa una collaborazione tra Laboratorio del Suono e Gruppo Shekinah; anche i miei compagni apprezzerebbero. Però c'è una mia compagna degli anni universitari che sta verificando la sua vocazione nella Fraternità.

      Grazie mille per i consigli di lavaggio. In effetti, mi ero posta anch'io il problema: è anche per questo che mi piace anche la maglietta che citavo. Credo che abbia ragione tu per la questione del contesto: anche la frase sulla goccia nel mare non si presta solo a un'interpretazione di fede.

      Ho dato il primo posto della classifica alle magliette di A.p.e. perché dalle mie parti vanno per la maggiore, ma presumo che quelle delle Apostoline siano più comuni come diffusione. A dire il vero, oggi sono andata alla libreria delle Paoline di Napoli e mi hanno detto che quest'anno non gli sono arrivate :-( A Milano, invece, hanno un angolino apposito nella nuova libreria San Paolo.

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  2. In compenso, pura curiosità: e tu cosa ne pensi, invece, di tutta la gioielleria a tema religioso che va tanto di moda in questi tempi? Qualche mese fa ero capitata davanti a una vetrina di una gioielleria in zona-centro che, evidentemente, aveva sfoderato tutto il suo assortimento di gioielleria a tema religioso sperando di attirare i pellegrini della Sindone: ho fatto tanto d'occhi, era PIENO di marche che producevano gioielli a tema "sacro".

    Intendo, marche tipo Tuum, Amen, Humilis, eccetera: quelle di moda, che ti fanno l'anellone di lusso col Padre Nostro e poi lo sponsorizzano mettendolo addosso a calciatori, attrici, starlet, eccetera.
    Parlo delle marche di gran moda, non delle marche che fanno il ciondolino col crocifisso da vendere nel negozio di articoli sacri gestito dalla suorina di turno.

    Io... boh?
    Non so bene cosa pensare.
    Da un lato mi sembra davvero sorprendente che 'sti marchi siano riusciti a far diventare di moda anelloni col Padre Nostro e con preghiere all'Angelo Custode; d'altro canto, però... io ho proprio tanto l'impressione che ormai sia una moda, e che la gente si compri l'anellone col Padre Nostro solo perché l'ha visto al dito del tizio in televisione, e non perché condivida l'idea di fondo. E se le cose stanno così, devo dire che 'sta nuova moda mi irrita pure un sacco...

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    1. Guarda, lascia perplessa anche me, specie quando, per pararsi le spalle, i produttori di tali monili dicono: "Eh, ma parte del ricavato [quale?NdMe] va all'Elemosineria apostolica!". Più che gli anellazzi, preferisco quelli a Rosario fatti tipo fedina, ossia non quelli che ci sono anche di metallo poco prezioso: ne ho visti di graziosi.

      Sul mensile "Jesus" di giugno c'era un articolo interessante su tale questione, però non l'ho preso.

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