Chiara Corbella Petrillo, un anno dopo
Testimonianza tenuta da Enrico Petrillo, marito di Chiara Corbella e
papà di Francesco, nel Refettorietto del Convento Porziuncola a Santa
Maria degli Angeli in Assisi, in occasione dello scambio di auguri del
Natale 2012 tra i Frati Minori dell'Umbria (fonte).
Sembra ieri quando ho ricevuto un’ e-mail dov’ero invitata a pregare per una coppia di giovani coniugi romani. Ora quella storia è diventata patrimonio di tantissime persone e un po’ sento che sia avvenuto per responsabilità mia, più che per merito mio.
A tutt’oggi, infatti, il mio primo post su Chiara Corbella Petrillo continua ad essere il più letto e conta oltre tremila visualizzazioni. L’avviso con cui invitavo a visitare il sito ufficiale a lei dedicato, invece, ha da poco superato i seicento contatti. Sono rimasta letteralmente sbalordita nel rendermi conto come, nonostante trascorressero i mesi, ci fosse un costante afflusso di internauti che capitavano da queste parti con chiavi di ricerca a lei legate. Meno male che mi sono documentata per bene, prima di pubblicare il mio lavoro!
Sapevo che in occasione del suo anniversario si sarebbe tenuta una Messa presso il Santuario del Divino Amore a Roma, ma non mi sarei mai immaginata di vedere quello che l’album fotografico presente a questo indirizzo documenta: una folla incredibile di famiglie con bambini e una pletora di concelebranti quasi come ad un solenne pontificale.
La sorpresa più grande, però, è quella di cui già accennavo nel raccontare il mio stile sulle reti sociali. Un giorno mi sono ritrovata una notifica di Facebook dove una mia compagna del Gruppo Shekinah mi menzionava: sono andata a vedere e ho costatato che mi aveva citata linkando il sito ufficiale dedicato a Chiara. Poco dopo un nostro comune amico ha commentato affermando di aver ascoltato direttamente lei ed Enrico durante un Capodanno trascorso ad Assisi.
Insomma, potrei dire che è una grazia avvenuta per intercessione di questa mamma mia coetanea, ma non me la sento di definire così l’accaduto, perché implicherebbe una venerazione, seppur mia personale, nei suoi riguardi. Nella mia ricerca di testimoni, infatti, mi sono trovata di fronte a persone che, quando domandavo loro se avessero conosciuto il personaggio su cui li interrogavo, mi liquidavano affermando che in lui o lei non c’era nulla di speciale, oppure che non avrei dovuto anticipare il giudizio ufficiale della Chiesa a suo riguardo.
Inoltre, so che la santità o presunta tale non si deve limitare all’atto eroico. Così è stato - mi limito volutamente a casi analoghi al suo - per santa Gianna Beretta Molla, per la Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin, in un certo senso per la di lei omonima e quasi Beata Regina del Regno delle Due Sicilie e per chissà quante altre donne per cui non si scriveranno profili biografici né si apriranno mai cause canoniche.
Per finire, è evidente che il tempo trascorso dalla sua morte è ancora troppo esiguo perché io mi senta certa dell’esemplarità di cui pure molti parlano, non ultimi Antonio Socci, la rivista Credere e il settimanale diocesano Roma Sette. I curatori del blog Cinque pani e due pesci hanno poi portato il loro personale contributo, spiegando i “piccoli passi possibili” che i coniugi Petrillo hanno vissuto e annunciando la produzione di un documentario su di loro.
Per questo motivo, auspico che, a tempo debito, alla madre di Maria Grazia Letizia, Davide Giovanni e Francesco sia dedicata una biografia completa, documentata, non svenevole e strappalacrime, ma ricca di particolari inediti, che la contestualizzi adeguatamente nel tempo che le è stato dato da vivere, nella Chiesa, in Italia e nella sua Roma. Che dite, sono troppo curiosa?
Nonostante questo, credo che stamperò l’immaginetta che si può scaricare dal sito ufficiale. La terrò nel posto dove metto quelle di altri personaggi che, come lei, sembrano essere diventati luce per tantissimi giovani e non solo, semplicemente per ricordarmi di quello che ora significano per me.
A tutt’oggi, infatti, il mio primo post su Chiara Corbella Petrillo continua ad essere il più letto e conta oltre tremila visualizzazioni. L’avviso con cui invitavo a visitare il sito ufficiale a lei dedicato, invece, ha da poco superato i seicento contatti. Sono rimasta letteralmente sbalordita nel rendermi conto come, nonostante trascorressero i mesi, ci fosse un costante afflusso di internauti che capitavano da queste parti con chiavi di ricerca a lei legate. Meno male che mi sono documentata per bene, prima di pubblicare il mio lavoro!
Sapevo che in occasione del suo anniversario si sarebbe tenuta una Messa presso il Santuario del Divino Amore a Roma, ma non mi sarei mai immaginata di vedere quello che l’album fotografico presente a questo indirizzo documenta: una folla incredibile di famiglie con bambini e una pletora di concelebranti quasi come ad un solenne pontificale.
La sorpresa più grande, però, è quella di cui già accennavo nel raccontare il mio stile sulle reti sociali. Un giorno mi sono ritrovata una notifica di Facebook dove una mia compagna del Gruppo Shekinah mi menzionava: sono andata a vedere e ho costatato che mi aveva citata linkando il sito ufficiale dedicato a Chiara. Poco dopo un nostro comune amico ha commentato affermando di aver ascoltato direttamente lei ed Enrico durante un Capodanno trascorso ad Assisi.
Insomma, potrei dire che è una grazia avvenuta per intercessione di questa mamma mia coetanea, ma non me la sento di definire così l’accaduto, perché implicherebbe una venerazione, seppur mia personale, nei suoi riguardi. Nella mia ricerca di testimoni, infatti, mi sono trovata di fronte a persone che, quando domandavo loro se avessero conosciuto il personaggio su cui li interrogavo, mi liquidavano affermando che in lui o lei non c’era nulla di speciale, oppure che non avrei dovuto anticipare il giudizio ufficiale della Chiesa a suo riguardo.
Inoltre, so che la santità o presunta tale non si deve limitare all’atto eroico. Così è stato - mi limito volutamente a casi analoghi al suo - per santa Gianna Beretta Molla, per la Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin, in un certo senso per la di lei omonima e quasi Beata Regina del Regno delle Due Sicilie e per chissà quante altre donne per cui non si scriveranno profili biografici né si apriranno mai cause canoniche.
Per finire, è evidente che il tempo trascorso dalla sua morte è ancora troppo esiguo perché io mi senta certa dell’esemplarità di cui pure molti parlano, non ultimi Antonio Socci, la rivista Credere e il settimanale diocesano Roma Sette. I curatori del blog Cinque pani e due pesci hanno poi portato il loro personale contributo, spiegando i “piccoli passi possibili” che i coniugi Petrillo hanno vissuto e annunciando la produzione di un documentario su di loro.
Per questo motivo, auspico che, a tempo debito, alla madre di Maria Grazia Letizia, Davide Giovanni e Francesco sia dedicata una biografia completa, documentata, non svenevole e strappalacrime, ma ricca di particolari inediti, che la contestualizzi adeguatamente nel tempo che le è stato dato da vivere, nella Chiesa, in Italia e nella sua Roma. Che dite, sono troppo curiosa?
Nonostante questo, credo che stamperò l’immaginetta che si può scaricare dal sito ufficiale. La terrò nel posto dove metto quelle di altri personaggi che, come lei, sembrano essere diventati luce per tantissimi giovani e non solo, semplicemente per ricordarmi di quello che ora significano per me.
Mi commento da sola per segnalare che qualcosa di simile alla "biografia completa e documentata" che auspicavo è già apparso: http://www.edizioniporziuncola.it/index.php?id=210&idcat=&ln=1&indices_instance=&categoria=219&codice=978-88-270-1015-0. Non l'ho ancora letto, ma appena l'avrò fatto lo recensirò.
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