Chiara Corbella Petrillo: una lampada accesa per lo Sposo
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Chi è?
Chiara
Corbella, di Roma, nasce il 9 gennaio 1984, figlia di Roberto Corbella, imprenditore del turismo, e Maria Anselma.
Durante un pellegrinaggio a Medjugorje, conosce Enrico Petrillo, che sposa nel
2008. Entrambi sono membri di Comunità
Maria, inserita nel Rinnovamento Carismatico Cattolico.
Insieme
hanno avuto tre figli: Maria Grazia Letizia, morta per un’anencefalia congenita
a circa trenta minuti dalla nascita; Davide, venuto alla luce senza gambe e con
gli organi interni compromessi; Francesco, che a breve compirà un anno. Durante
quest’ultima gravidanza, le viene diagnosticato un tumore alla lingua, che
affronta con il sostegno di Enrico, mentre gli amici pregano per lei e ne
diffondono sul web la storia.
Ha
lasciato questo mondo pochi giorni fa, il 13 giugno 2012. Ieri, nella memoria
del Cuore Immacolato di Maria, ha ospitato le sue esequie la parrocchia di
Santa Francesca Romana all’Aventino in Roma, stracolma di persone e di piantine
che, in base alle sue ultime volontà, sono state donate ai presenti.
Cosa
c’entra con me?
Data
l’eco sempre più vasta che questa vicenda sta avendo in Rete, forse ne avrei
sentito parlare altrove. La prima a farmene partecipe, tuttavia, è stata
Gabriella Conti, presidente dell’Associazione Amici di Cristina. In un
messaggio di posta elettronica nel quale raccontava l’andamento dello stand ad essa dedicato presso la Fiera
della Famiglia a Family 2012,
riportava un articolo tratto dall’Osservatore
Romano del 3 maggio scorso su Chiara ed Enrico ed
invitava ad unirsi a loro in una novena per chiedere grazie alla Serva di Dio
Maria Cristina Cella Mocellin, a cui l’Associazione è dedicata. Il signor Carlo
Mocellin, marito di questa candidata agli altari, ha personalmente visitato la
giovane coppia e, in un’Eucaristia celebrata nella loro casa, ha tenuto una
breve testimonianza in luogo dell’omelia. Ammetto di non aver eseguito con
costanza quella pia pratica, presa com’ero dall’emozione seguita alle
ordinazioni sacerdotali, e ora me ne rincresce molto.
L’altro ieri stavo
leggendo alcuni argomenti di discussione sul forum Cattolici Romani, quando mi è balzata agli occhi la scritta:
“Chiara Corbella”. Appena ho ricollegato l’articolo comparso dopo aver
cliccato su quel nome con la mail di
Gabriella, mi sono rattristata, ma ho provato a superare quel sentimento
pregando che Dio aprisse presto le porte del Suo Regno a questa giovane mia
coetanea, ma già pronta a scelte radicali, prima fra tutte quella del
matrimonio cristianamente inteso.
La Presidente degli Amici di Cristina mi aveva inoltrato, insieme al pezzo del
quotidiano vaticano, il collegamento ad un filmato che vi ripropongo qui sotto.
Mentre mi documentavo per questo post,
ho appreso che in un sol giorno ha totalizzato cinquecento visualizzazioni:
spero di farle aumentare.
A
contribuire in maniera massiccia a riferire questa storia è stato Gianluigi De
Palo, Assessore alla Famiglia e alle Politiche Giovanili di Roma Capitale,
molto amico di Chiara. In un suo scritto, ripreso da Roma Sette [AGGIORNAMENTO 12/06/2022: non è più online],
l’ha ricordata così:
Ho parlato più e più volte con Chiara ed Enrico di come
in tutte queste prove mai si son lasciati sconvolgere, ma solo hanno accettato
la volontà di Colui che non fa nulla per caso. E di come, sempre, hanno
ripetuto la loro preghiera quotidiana di consacrazione a Maria terminante con
“Totus tuus...”
Giustamente, anche Avvenire, sempre attento a riferire
vicende riguardanti la difesa della vita, non ha taciuto. In un pezzo
del giornalista Giovanni Ruggiero, pubblicato a pagina 15 dell’edizione di
sabato del quotidiano dei cattolici, a parlare è un altro amico, Massimiliano
Modesti, riferendosi al viaggio a Medjugorje che la giovane aveva organizzato
per parenti e amici:
Fino all’ultimo ha avuto un pensiero per gli altri. È
come se avesse voluto prepararci alla sua fine. Ma con questo addio volle dirci
che non lasciava una sofferenza, ma un messaggio di vita a chi sarebbe rimasto.
Proseguendo con la
mia ricerca di dettagli maggiori, sono rimasta stupefatta da come gran parte
degli articoli attribuisse alla moglie di Enrico la qualifica di santa, senza
virgolette o attenuazioni verbali. Giuseppe Cutrona, collaboratore del sito
d’informazione Da Porta Sant’Anna,
l’ha inserita nel titolo di un suo contributo sul tema. [AGGIORNAMENTO 12/06/2022: non è più online]. Don Fabio Bartoli, che l’ha conosciuta di persona, ha usato lo stesso
termine in un breve
articolo dettato dalla commozione e, in un secondo
momento, ha colto l’occasione per interrogare se stesso e i lettori
del suo blog sul senso profondo della
vita e della morte.
Nella nota trasmissione religiosa di Raiuno, A Sua immagine, Antonio Preziosi, direttore
di Radio Uno e del Giornale Radio Rai, in studio per commentare
l’Angelus, ha definito Chiara esempio del seme che gettato in terra da molto
frutto, di cui il Vangelo di oggi per il Rito Romano faceva menzione.
Altri
scrittori telematici, come Aldo Li
Volsi, hanno affermato di essere tornati dal funerale con un “seme
di gioia” nel cuore, oppure, come Costanza
Miriano, con la certezza di avere “un’alleata in più, nella
comunione dei santi”. Dal canto suo, il Cardinale Vicario per la Città di Roma,
Agostino Vallini, che ha assistito ai funerali, l’ha definita, stando
all’Agenzia Zenit,
“una seconda Gianna Beretta Molla”. Ci sono perfino esponenti del Comune pronti
a muoversi per farle dedicare
una scuola o un giardino pubblico.
Per quanto mi riguarda, non sono
rimasta indifferente a quanto ho letto. Mi sorge però spontaneo un
interrogativo, che già altre volte mi si è affacciato alla mente: perché solo alcune
storie di alcuni cristiani vengono riferite, rimbalzano su Internet,
vengono citate in discorsi ed omelie, mentre altre passano sotto silenzio
oppure, dopo un entusiasmo iniziale, piombano nell’oblio e sono ricordate solo
da anziane suore o venerandi sacerdoti, a parte qualche fissato come me?
In
ogni caso, penso che faccia bene sapere che il noto giornalista Luigi
Accattoli, fra i “fatti di Vangelo” di cui va in cerca, dedica notevole spazio
a quelle che denomina “Madri che
danno la vita”. Chissà se non si occuperà anche di questa
vicenda…
Di seguito, un'esecuzione dal vivo di “Ho bisogno di te”, canzone con
la quale Enrico, Chiara (suona il violino) e alcuni loro amici hanno
partecipato a Good News Festival,
organizzato dalla Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma.
Il suo
Vangelo
Suppongo
che la Parola che Chiara ha incarnato nella sua vita sia che il male può essere vissuto in maniera diversa da quanto
viene comunemente inteso. Non si può, tuttavia, prescindere dal fatto che è
stata la fede ad aiutare lei ed Enrico a vivere così: «Mamma, Lui non mi ha mai
abbandonato», non si stancava di ripetere.
Con questo spirito ha atteso
l’inizio della vita senza fine, altrimenti non avrebbe mai mandato al suo
parroco un SMS dallo squisito sapore evangelico: “Siamo con le lanterne accese
ad aspettare lo Sposo” (così lo cita Cutrona: altrove
l’ho trovato formulato come “Siamo con le lanterne accese attendiamo lo
Sposo”) [RETTIFICA 12/06/2022: nella biografia ufficiale è scritto che l'ha inviato Enrico agli amici e che le parole giuste sono: Le lampade sono accese. Aspettiamo lo Sposo; in effetti, Chiara non credo ne avrebbe avuto le forze] . Non a caso, nella bara è stata vestita con l’abito nuziale e, durante
le esequie, sono stati cantati i brani che hanno accompagnato il suo “sì” ad
Enrico, come “Perfetta Letizia”.
Mi auguro che Chiara, con il sorriso che
emerge dalle foto che ho trovato, sia quando è da sola sia col marito, non
venga dimenticata, quand’anche non partisse nessuna causa a suo
riguardo. M’impegno sin d’ora a pubblicare, se ci saranno, eventuali
aggiornamenti: dopotutto, non ho
forse scritto che “Testimoniando” esiste fra l’altro “Perché la
memoria di uomini e donne, del passato e del presente, che hanno provato e
provano a vivere il Vangelo non vada perduta”?
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