Io c’ero #1: Family 2012 (be’, più o meno)
Inauguro una nuova sezione del blog per riportare alcune mie testimonianze dirette circa eventi ecclesiali piccoli e grandi a cui ho preso parte. Sulla scorta di quanto, in occasione della Visita Pastorale del Santo Padre Benedetto XVI nel Nordest, ha fatto Filippo de La Luce in Sala, ho deciso di cominciare con l’Incontro Mondiale delle Famiglie Family 2012.
Mercoledì 30 maggio
Sono
stata alla Fiera della Famiglia, ospitata presso MiCo-FieraMilano City. È stata
un’occasione per scoprire molte storie di persone impegnate per sostenere le
famiglie o per incontrare personalmente testimoni di storie familiari felici.
Uno di questi è stato quello con la signora Luisana, dell’Associazione “Amici di Cristina”, che diffonde il messaggio dato dall’esistenza di Maria Cristina
Cella Mocellin, attualmente Serva di Dio (ci tornerò presto su queste pagine).
Sono
tornata a casa stracarica di opuscoli e riviste omaggio, ma ho avuto una
piccola disavventura: ho lasciato uno dei sacchetti su di una panchina fuori dalla
fermata della metropolitana di Amendola Fiera, ma me ne sono accorta arrivata in
Duomo. Tornata indietro di corsa, ho trovato tutto, tranne la riproduzione dell’icona della Sacra
Famiglia, che era allegata a Famiglia
Cristiana (che poi ho ricomprato).
Sempre
mercoledì, ho preso parte ad un concerto-meditazione del Gruppo Shekinah, prima
del quale sono stata a venerare brevemente le reliquie dei Beati coniugi Martin,
ospitate nella stessa chiesa dove si teneva il concerto.
Giovedì 31 maggio
Non
ho partecipato direttamente a nessuna iniziativa, ma ho seguito in differita su
Telepace l’intervento del cardinal
Tettamanzi durante il Congresso della Famiglia. L’Arcivescovo emerito, del
quale conservo ancora tanti splendidi ricordi, ha destato il mio interesse
quando ha parlato di un Gesù “normale”, il quale, nella bottega di Giuseppe, ha
fatto sì che il lavoro diventasse luogo di santificazione.
Venerdì 1 giugno
Ho
vissuto il gran giorno dell’arrivo del Papa insieme ad una mia amica. Abbiamo
preso posto in piazza del Duomo sin dalle 14:30, appoggiandoci a una transenna.
Dopo un po’, ho lasciato lei a presidiare la postazione, mentre io mi sono
seduta ai bordi di un marciapiede, per conservare le forze.
Appena
ci è stato possibile, siamo sciamate insieme agli altri all’interno dello
spazio delimitato dalle transenne e presidiato dai volontari. L’attesa è stata accompagnata da alcuni
filmati di repertorio che ricordavano le due visite di papa Giovanni Paolo II a
Milano e da due brevi contributi sulla storia della Diocesi e della città.
Finalmente,
alle 17:40 circa, i maxischermi della piazza hanno iniziato a mostrare le
immagini dell’aereo papale, atterrato a Linate. La mia amica era sempre più
emozionata, mentre io mi limitavo ad applaudire. Quando però la Papamobile è
arrivata in piazza, anch’io ho iniziato a sventolare il fazzoletto che i
volontari ci avevano distribuito all’entrata e ad acclamare.
Del
discorso tenuto dal Santo Padre ho trattenuto una frase in particolare:
Ancora
oggi, Milano è chiamata a riscoprire questo suo ruolo positivo, foriero di
sviluppo e di pace per tutta l’Italia. Conservando la linfa delle sue radici e
i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro
con speranza.
Avrei
voluto partecipare all’Adorazione Eucaristica svoltasi in Duomo, ma ero un po’
stanca e volevo prepararmi al meglio per l’appuntamento dell’indomani mattina.
Sabato 2 giugno
Dopo
la Scala vera, dove venerdì sera il Papa aveva assistito ad un concerto in suo
onore, ad ospitarlo è stata la Scala del calcio, lo stadio Giuseppe Meazza,
popolarmente noto come San Siro. Per me partecipare all’annuale incontro dei
Cresimandi con l’Arcivescovo, che inizialmente aveva solo auspicato la presenza
del Pontefice senza darla per certa, ha avuto un significato particolare: il 2
giugno 1996, sedici anni fa, ho ricevuto il Sacramento della Confermazione. In
realtà, ero imbucata, dato che non ho fatto da madrina a nessun cresimato del
mio oratorio e non svolgo neppure il compito di catechista, quindi ho
approfittato di un posto rimasto libero di quelli assegnati alla mia
parrocchia.
Dopo
aver ammirato le figurazioni compiute da migliaia di ragazzi ed aver fatto la
mia parte nelle varie “ole” partite fra gli spalti dello stadio, ho sentito
molto vicine a me le espressioni che papa Benedetto ha rivolto ai ragazzi,
soprattutto questa:
Permettetemi anche
di dirvi che il Signore ogni giorno, anche oggi, qui, vi chiama a cose grandi.
Siate aperti a quello che vi suggerisce e se vi chiama a seguirlo sulla via del
sacerdozio o della vita consacrata, non ditegli di no! Sarebbe una pigrizia
sbagliata! Gesù vi riempirà il cuore per tutta la vita!
La
sera di quel giorno ero intenzionata a prender parte alla Festa delle
Testimonianze, per relazionarla ampiamente qui, ma un lieve malessere mi ha
impedito di parteciparvi direttamente, mentre un problemino informatico non ha
permesso che ne potessi parlare quasi in tempo reale. Tra le varie famiglie
presenti e le domande poste, mi ha intenerita quella della piccola Cat Tien,
dal Vietnam, che ha domandato al Papa com’era lui da bambino e com’era la sua
famiglia.
Domenica 3 giugno
Ore
5:00:
dopo una nottataccia causata dal malessere di cui sopra, ho deciso di partecipare
ugualmente alla Messa nell’Aeroporto del Parco Nord di Bresso. Alzandomi a
fatica, mi sono preparata e, dopo aver preso una medicina, mi sono incamminata
verso il punto d’incontro con i miei comparrocchiani.
Ore
6:40 circa:
ci siamo finalmente mossi, dopo aver ricevuto dal nostro Responsabile
Organizzativo Locale (in breve, ROL) i pass
per accedere al Parco. Siamo andati a prendere la linea 3 della metropolitana
e, scesi alla fermata di Zara, abbiamo atteso il tram numero 31, che ci avrebbe
portati vicinissimi alla nostra meta. I mezzi erano veramente strapieni di
persone, tanto che non c’era posto neppure in piedi; non era certo il modo
migliore per viaggiare, ma a sostenermi avevo la consapevolezza che ne valesse
la pena.
Ore
9:30:
siamo arrivati alla fermata di Cinisello, dalla quale abbiamo raggiunto
l’Aeroporto tramite un sentiero nel Parco. Una volta che ci siamo sistemati nel
settore 32, abbastanza lontano dal palco, che tuttavia era visibile, il nostro
ROL ci ha fornito come sedili dei simpatici palloni di gomma, venduti in un
noto negozio di articoli per lo sport (come nella foto sopra). Li ho trovati
abbastanza comodi, soprattutto nel momento in cui stavo ricominciando a non
sentirmi bene. I nostri sacerdoti, invece, hanno trovato posto nelle primissime
file, nonostante si siano mossi al nostro stesso orario.
Vorrei
tanto che tutti coloro i quali ritengono che le gerarchie ecclesiastiche (mi dà
tantissimo fastidio quando ci si rivolge ad esse col termine “la Chiesa”: non
ci sono solo loro a comporla!) non sono vicine a quanti hanno il cuore ferito
da separazioni o vivono in situazioni ritenute irregolari prestassero più
attenzione all’omelia del Papa. In essa, lui ha ribadito che non è così, ma allo
stesso tempo ha auspicato che le Diocesi “realizzino adeguate iniziative di
accoglienza e vicinanza” (parole sue).
Il
viaggio di ritorno è stato molto più movimentato di quello d’andata: i tram
erano così pieni che i conducenti li facevano partire appena risultavano al
completo. Io e i miei compagni d’avventura siamo saliti su di un tram che
arrivava al capolinea e poi tornava indietro, con la speranza di trovarlo un
po’ più libero: era bello pieno lo stesso, ma almeno si poteva respirare.
Insomma,
fra malanni e dispiaceri al pensiero che molti riterranno incomplete o
inopportune le parole pronunciate dal Papa, o la sua stessa presenza a Milano e
non fisicamente accanto ai terremotati d’Emilia, mi rimane la speranza che Family 2012 non resti un evento isolato,
ma ricordi alla comunità ecclesiale e alla società civile il giusto posto che
lavoro e festa devono avere nella vita di tutti.
Ehi, ero anch'io al 32! I palloni-sedile non li ho visti, ma tra i cinquantamila che eravamo non mi stupisce più di tanto...
RispondiEliminaGrazie Emily per il tuo resoconto.
RispondiEliminaEppe