Marcello Candia: la missione di un “semplice battezzato”
Terzo
dei cinque figli di Camillo Candia, industriale dell’acido carbonico, e Luigia
Mussato (detta Bice), Marcello Candia nacque il 27 luglio 1916 a Portici, in provincia e diocesi di Napoli, dove la famiglia si era trasferita per ragioni di lavoro. Il 7 febbraio
1933 perse la madre, che aveva insegnato a lui e ai figli, una volta tornati a
Milano, ad occuparsi dei più poveri.
Sotto
la guida del padre, iniziò a lavorare presso la fabbrica di cui era
proprietario. Nel 1939 ottenne il
dottorato in chimica, mentre nel 1943 si laureò in scienze biologiche e
farmacia. Negli anni della seconda guerra mondiale s’impegnò in tutta una serie
d’iniziative benefiche, culminate nello slancio verso le missioni e nella
decisione di partire lui stesso, a seguito di un viaggio a Macapá, in Brasile,
con la guida di monsignor Aristide Pirovano del PIME.
Venduta
la fabbrica e provveduto a sistemare tutti i suoi lavoratori, il dottor Candia
ricevette il crocifisso come missionario da monsignor Pirovano, nel frattempo
divenuto superiore del PIME, e si stabilì a Macapá il 28 giugno 1965. L’ospedale
San Camillo e San Luigi, costruito a partire dal 1961 e inaugurato nel 1969, è
solo la prima di una lunga serie di strutture, inclusi alcuni conventi di
clausura, la cui gestione, dopo l’avvio, venne sempre affidata a religiosi.
Celibe
per scelta, il dottor Candia si trasferì al centro sociale per lebbrosi di
Marituba, dove, nel 1980, ebbe un incontro eccezionale con san Giovanni Paolo
II. Per dare continuità alle opere, nel 1982 costituì lui stesso la “Fondazione
dottor Candia”, alimentata dalle donazioni dei suoi numerosi amici.
Credeva
che sarebbe morto per un infarto, dato che il cuore da tempo gli dava problemi,
ma fu invece un cancro alla pelle, esteso fino al fegato, a causare la sua fine
terrena. Morì a Milano, presso la Clinica San Pio X, il 31 agosto 1983.
La
fase diocesana del suo processo di beatificazione, ottenuto il nulla osta della
Santa Sede il 20 gennaio 1990, è durata dal 12 gennaio 1991 all’8 febbraio
1994. Il 15 luglio 1998 è stata chiusa la redazione della Positio super virtutibus, che è stata consegnata presso la
Congregazione delle Cause dei Santi.
Il
9 luglio 2014 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con
cui il dottor Marcello Candia veniva dichiarato Venerabile. Le sue spoglie
mortali riposano dal 6 aprile 2006 presso la parrocchia dei SS. Angeli Custodi
a Milano, a sinistra dell’altare maggiore.
Cosa c’entra con me?
Marcello
Candia è entrato nella mia vita, come in quella di tante altre persone, grazie
al libro Da ricco che era, di Giorgio
Torelli, che mia sorella ha dovuto leggere come compito per le vacanze durante
le scuole medie, insieme a un’altra opera dello stesso autore, Baba Camillo e altre storie d’Africa.
Dato che ero troppo piccola, mi accontentavo di sfogliarlo e di chiedermi chi
fosse quello strano signore quasi calvo che campeggiava sulla copertina,
insieme ad alcuni ragazzi.
La targa in ricordo del dottor Candia, posta nella Villa Comunale di Portici il 2 maggio 1995 (fonte) |
Non
mi viene in mente neppure il momento in cui ho appreso che per lui era in corso
la causa di beatificazione. Forse è accaduto quando ho trovato, nella mia
parrocchia d’origine, una sua immagine con le notizie biografiche e la
preghiera per chiedere la sua intercessione. Non penso che fosse un caso,
semplicemente perché sono nativa del quartiere milanese di Porta Romana e la
mia vecchia comunità confina con quella degli Angeli Custodi. Anzi, ora che mi
viene in mente, molto sicuramente lui può averla frequentata, prima della
fondazione della parrocchia dove ora è sepolto, risalente agli anni ’60 del
secolo scorso.
Quando
nel 2009 monsignor Ennio Apeciti, Responsabile del Servizio per le Cause dei
Santi della mia Diocesi, venne nella mia parrocchia per una conferenza
quaresimale sulla storia degli oratori ambrosiani, ricordo che il signor
Angelo, “memoria storica” del luogo, l’interpellò circa l’andamento della causa
del dottor Candia. Come fa di solito, lui rispose che bisognava pregarlo per
chiedere un miracolo, segno concreto della sua effettiva santità. Io, che gli
stavo alle costole per consegnargli una lettera che conteneva la richiesta di
poter scrivere di Alessandro Galimberti, ho allora capito che dovevo mettermi
d’impegno non solo per quel seminarista, ma anche per chi aveva il processo
canonico avviato.
Molte
volte, quindi, mi sono recata agli Angeli Custodi per pregare sulla sua tomba,
dove non manca mai almeno una rosa (poi avrei capito perché), oppure vi sostavo
brevemente quando mi capitava di avere degli incontri a livello decanale. Una
volta, ad esempio, la compagnia teatrale del luogo ha rappresentato un
adattamento del musical Pinocchio,
quello dei Pooh, il cui incasso sarebbe andato alla Fondazione Candia. Ho colto
l’occasione per accaparrarmi il volume con le sue lettere, ormai fuori
catalogo, e qualche altra immaginetta.
La
lettura di quel libro e, finalmente, di Da
ricco che era nella sua più recente edizione, mi hanno permesso di andare
oltre i luoghi comuni sulla sua persona e comprendere in che cosa era davvero
radicato: nella preghiera, lunga, continuata, con l’ausilio del medesimo
libriccino che aveva sin dalla Prima Comunione.
La
sensibilità missionaria non è esattamente la caratteristica peculiare della mia
spiritualità, ma sento di aver capito un po’ di più cosa significhi partire per
migliorare la vita e la fede degli altri proprio grazie a lui.
Per
questo motivo spero di venire a sapere, quanto prima, il luogo esatto dove il
dottore ha ricevuto il sacramento del Battesimo, lui che si definiva “un
semplice battezzato”. Se è nato a Portici e sua madre era credente (il padre
non tanto, ma l’assecondava volentieri), forse gli sarà stato amministrato lì,
magari proprio nella chiesa che frequento tra una gita in un santuario e
l’altra. L’autorità civile l’ha già ricordato con quell’iscrizione di cui
dicevo: perché non lo fa anche la Chiesa di Portici, specie ora che le sue
virtù sono state certificate?
EDIT 28/10/2020: alla fine sono riuscita a scoprirlo, come raccontavo qui.
Il suo Vangelo
L’intuizione più decisiva di Marcello Candia è stata scoprire che le persone più bisognose non dovevano essere aiutate semplicemente col denaro, bensì tramite la condivisione della vita, per farsi fratello accanto a loro. Il tutto con uno stile amante del bello, da vero “signore”: nella scelta di colori che rimandano all’ambiente amazzonico per uno dei suoi ospedali o nel contattare nientemeno che lo scultore Francesco Messina per la cappella di Macapà. Per questo il suo simbolo può essere il fiore della rosa, che per lui indicava la sofferenza che fiorisce nell’amore per Dio.
Ora
siamo sicuri che viveva davvero, anzi, eroicamente quanto scrisse un giorno:
L’apostolato è essenzialmente carità: quando
incontriamo un fratello che ha bisogno, non dobbiamo soltanto parlare della
nostra fede, ma operare secondo la nostra fede.
Per saperne di più
Giorgio Torelli, “Marcello Candia, che straordinaria persona”, Ancora 2006, pp. 256, € 12,00.
Ristampa
di Da ricco che era, il libro che
fece conoscere Candia a livello nazionale, arricchita da un capitolo speciale
con immagini e dalla presentazione delle principali realizzazioni della sua
Fondazione.
AA.VV., Marcello Candia. L'imprenditore della carità, EduCatt 2012, 100 pp., € 8,00.
Un volume promosso
dalla Fondazione Candia in occasione dei trent’anni dalla sua morte.
Carlo De Biase, I 100 Volti di Marcello Candia, San Paolo 2012, 55 minuti, € 12,00.
Carlo De Biase, I 100 Volti di Marcello Candia, San Paolo 2012, 55 minuti, € 12,00.
Un DVD con interviste
e immagini per ripercorrere la sua storia.
AGGIUNTA 28/10/2020
Luca Crippa, Fare bene il bene – Marcello Candia da Milano al mondo, San Paolo 2016, pp. 120, € 10,00.
Biografia breve che sottolinea la capacità di vivere da cristiano del dottor Candia, con tutti e in ogni luogo.
Flaminia Morandi, Marcello Candia – Un uomo dal cuore d’oro, Paoline 2017, pp. 224, € 15,00.
Altra biografia più corposa, basata anche sul racconto di amici e conoscenti.
Luca Crippa, Marcello Candia – Lasciare tutto per i poveri, San Paolo 2018, pp. 112, € 7,90.
Un piccolo testo che analizza un episodio particolare della sua vita, per far emergere le sue virtù.
Su
Internet
Sito ufficiale della Fondazione Candia.
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