Maria Goretti: “no” al peccato, “sì” alla volontà di Dio
Terza dei sei figli di Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria nacque a Corinaldo, in provincia e diocesi di Ancona il 16 ottobre 1890.
Trasferitasi insieme ai familiari prima a Paliano, poi a Nettuno nell’Agro Pontino, rimase orfana di padre il 6 maggio 1900.
Mentre la madre lavorava i campi al
posto del marito, la bambina, familiarmente soprannominata “Marietta”, dovette
prendersi cura dei fratelli minori e di due uomini, Giovanni Serenelli e suo
figlio Alessandro, che vivevano nella stessa cascina dove abitava coi familiari.
Non ebbe un’istruzione elementare, ma quella religiosa non le mancò e la
trasmise ai fratellini. Ricevette la Prima Comunione a dieci anni e sette mesi, mentre la Cresima le era stata conferita il 4 ottobre 1896 a Corinaldo, prima di emigrare.
Nel
pomeriggio del 5 luglio 1902 venne aggredita da Alessandro, che già
precedentemente aveva tentato di metterle le mani addosso: mentre tentava di
difendersi, venne ferita gravemente a colpi di punteruolo. Trasportata
all’ospedale di Nettuno, vi morì per le conseguenze delle lesioni alle 15.45
del 6 luglio.
Il
suo caso ebbe in breve tempo una diffusione notevole; grazie ai Padri Passionisti, venne avviata la sua causa di beatificazione. Il decreto con cui venne stabilito che la sua morte era stata un vero e proprio martirio in difesa della castità del corpo arrivò il 25 marzo 1945.
È stata beatificata da papa Pio XII il 27 aprile 1947 e canonizzata, dallo
stesso pontefice, il 24 giugno di tre anni dopo, nella prima celebrazione del
genere svolta non nella basilica di San Pietro, ma in piazza. Ad assistere al
rito erano presenti sua madre, le sue sorelle e il fratello.
I suoi resti mortali sono venerati dal 1929 nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie (poi intitolato anche a lei) a Nettuno, mentre la sua memoria liturgica ricorre il 6 luglio, giorno della sua nascita al Cielo.
Cosa c’entra con me?
Le
ragioni della mia devozione a questa santa radicano nella mia infanzia, e non
perché me ne avessero parlato. Ricordo comunque che ero molto piccola, sicuramente
prossima a iniziare il catechismo.
Curiosando
nella libreria di mia zia a Portici, avevo trovato un vecchio libro di
religione per la scuola, dove si raccontavano esempi di santità da parte di
alcuni ragazzini, compreso il suo. Mi fece molta impressione leggere il grido
rivolto al suo aggressore: non sapevo ancora bene cosa fosse l’Inferno, ma
doveva essere qualcosa di brutto se lei lo supplicava di non finirci.
Sempre
a casa di mia zia, frugando in uno dei cassetti appartenuti a mia nonna, ho successivamente
trovato una fotografia in bianco e nero, ricordo di uno dei suoi pellegrinaggi.
Ritraeva la figura di cera che conserva i resti mortali di Maria, ma all’epoca
non lo sapevo: mia madre, quando gliela feci vedere, mi disse che era proprio
il suo corpo. Non mi faceva paura, perché sembrava che dormisse.
Non
molti tempo dopo, quando ho iniziato a collezionare i libri dei Fiori di Cielo di cui ho fatto spesso
cenno (ad esempio qui),
nel vedere che il primissimo testo di quella collana era proprio dedicato a lei
ho desiderato tantissimo averlo; il punto era che in nessuno dei santuari dove
li compravo abitualmente l’avevo mai trovato. Andando a ritroso con la memoria,
riesco a ricostruire che alla fine l’ho preso alla Libreria della Famiglia di piazza Piemonte a Milano, ormai non più esistente.
Sarà
stato il fervore infantile attraverso cui penso che passi chiunque sia educato
alla fede da piccolo, ma ho sentito fortissimo in me il bisogno d’imitarla, o
almeno di eleggerla come mia santa protettrice speciale, dato che non riuscivo
a capire chi fosse, e se ci fosse, una col mio nome; l’avrei appreso moltissimo tempo dopo. Ero arrivata perfino a pregare di morire a dodici anni, proprio
alla sua stessa età, e a desiderare il martirio del sangue.
Ho
un altro ricordo improvviso: in un grande supermercato, al reparto dei libri,
avevo visto un altro volume che parlava di lei, anche se non era quello che
cercavo. Non so perché, ma i miei non me lo fecero prendere, oppure mi sembrò
troppo grosso e lo lasciai perdere. Meno male, dato che mi avrebbe pesantemente
messa in crisi perché, per usare un eufemismo, non era esattamente scritto da
una prospettiva religiosa.
Arrivata
ai miei dodici anni, ho riconosciuto amaramente che non contava l’età
anagrafica per rassomigliare ai santi, ma qualcosa di ben più profondo e che
non riuscivo a vivere pienamente. Così, pur continuando ad accostarmi ai Sacramenti e a frequentare la Chiesa, la necessità di confrontarmi con gente esemplare, compresa la nostra martire, svanì lentamente.
Quando,
dopo la GMG del 2005, ho riscoperto la loro importanza nella mia vita, ho
immediatamente chiesto perdono a Marietta per aver trascurato la nostra
“amicizia” e mi sono decisa a rileggere la sua storia come se non sapessi il
finale, concentrandomi sulla sua vita quotidiana e su come esprimeva la sua
fede. È stato veramente un buon esercizio, che mi ha consentito di
riavvicinarmi a lei senza preconcetti e di capire, con profondità maggiore, il
perché del suo rifiuto di fronte alle minacce di Alessandro.
Prima di spiegarlo, però, ecco un filmato tratto da La settimana INCOM del 22 ottobre 1952, che documenta la proclamazione di Maria come patrona dell’Agro Pontino. Lo stile è forse troppo enfatico ma è interessante, secondo me.
Dimenticavo: non ho mai visto né Cielo sulla palude né la miniserie più recente, perché le opere di finzione sui santi mi fanno spesso arrabbiare, per le semplificazioni e gli adattamenti delle vicende reali in cui spesso incorrono.
Dimenticavo: non ho mai visto né Cielo sulla palude né la miniserie più recente, perché le opere di finzione sui santi mi fanno spesso arrabbiare, per le semplificazioni e gli adattamenti delle vicende reali in cui spesso incorrono.
Il suo Vangelo
Dire
Maria Goretti e dire “purezza” o “modestia” nel corpo è quasi lo stesso: alzi
la mano chi non ha sentito definire col suo nome una fanciulla che si atteggia
in maniera pudica, sincera o no che sia! Per questo motivo, nell’indicare il
messaggio da lei rappresentato per gli uomini di oggi, non posso prescindere da
questo dato.
Riporto
quindi le parole con cui si oppose alla violenza:
Dio
non vuole: tu vai all’inferno.
Contrariamente
a quel che si possa pensare, il suo diniego non appare motivato da rivendicazioni
protofemministe, ma neppure dalla certezza che il suo corpo era santificato dai
Sacramenti cui si accostava. Era preoccupata per la salvezza di Alessandro e
sapeva che il suo gesto non corrispondeva alla volontà di Dio, altroché!
È
pur vero, come mi faceva notare mia madre, che il peccato consisteva in un
rapporto al di fuori del matrimonio ancor prima che all’omicidio, ma sono del parere che a lei importasse
unicamente che lui non si perdesse per sempre. Sempre per questa ragione, nel
perdonarlo, dichiarò che lo voleva accanto a sé in Paradiso: la prospettiva
dell’altra vita, evidentemente, doveva essere fortissima, forse per influenza
della predicazione che ascoltava.
Alcuni
credono di sapere tutto di lei fermandosi all’atto eroico, quasi denigrandola.
Altri si sono stracciati le vesti nel sentire che la peregrinatio delle sue reliquie a Casal
Velino Marina, lo scorso 23 settembre, è stata ripresa da un programma televisivo che di solito si occupa di gente famosa, ma molto meno virtuosa.
A parer mio, per comprenderla
realmente bisogna pensare proprio alla sua prospettiva di vita prolungata
nell’aldilà, la stessa che augurava perfino a chi aveva pensato che lei fosse una cosa da possedere. Le donne che rischiano in situazioni di violenza possono, a questo
punto, chiedere davvero il suo aiuto, purché non dimentichino il suo
atteggiamento in quel caso terribile.
Per saperne di più [aggiornato 15/07/2022]
Giovanni Alberti, Santa Maria
Goretti "piccolo fiore di campo", Velar 2022, pp. 64, € 5,00.
Piccola biografia per cominciare ad andare oltre i luoghi comuni su di lei.
Mario Sgarbossa, Maria
Goretti, San Paolo Edizioni 19874, pp. 116, € 7,00.
Il libro che mi ha
permesso di conoscerla di più, ideale per i ragazzi ma anche per chi cerca una
via di mezzo tra un opuscolo e un’opera più impegnativa.
Padre Giovanni
Alberti, Marietta - la piccola grande
storia di santa Maria Goretti, Shalom 2013, pp. 128, € 4,00.
Un volumetto che
presenta, in appendice, una selezione di preghiere per chiederne
l’intercessione.
Dino
de Carolis, Maria Goretti. Santa dei nostri giorni, San Paolo Edizioni 2008, pp. 164, € 12,50.
Qualcosa
di un po’ più corposo, ottimo per chi ne sa già qualcosa e vuole approfondire.
Ugo
De Angelis, In quella foto c'è Maria. Una storia di virtù, crudeltà
e pentimento, Nane Edizioni
2013, pp. 256, € 18,00.
Un
volume dall’impianto più storico, che presenta il risultato di lunghe indagini,
durante le quali l’autore sostiene di aver trovato la prima vera fotografia che ritrae
la futura Santa.
Su Internet
Sito del santuario di Corinaldo a lei dedicato
Pagina Facebook del santuario di Maria SS. Delle Grazie e S. Maria Goretti a Nettuno
L’iconografia di S. Maria Goretti - Da Corinaldo a Nettuno a santa nel mondo, a cura di Vincenzo Monti (versione online dell’omonimo libro)
Bel post - e concordo moltissimo su quello che dici nella sezione "Il suo Vangelo".
RispondiEliminaCome te, ho conosciuto Santa Maria Goretti fin da quando ero bambina, e anche crescendo ho continuato a tenerla in alta considerazione. Come forse sai, o se non lo sai te lo dico adesso :-P , tutte le tematiche relative a verginità, castità, purezza, modestia ecc. mi sono sempre state molto care, fin dalla primissima adolescenza, quindi Santa Maria Goretti era ovviamente una figura di tutto rilievo, per me.
Fino a che, a un certo punto (sarò stata al ginnasio, toh) ho cominciato a pensarci su e ho realizzato che c'era qualcosa che non quadrava: lodevolissima cosa lottare per la propria purezza, ma da quando in qua è peccato esser stuprate? A un certo punto ci riflettevo sopra e ricordo di aver pensato che una figura come Santa Maria Goretti poteva addirittura rischiare di far venire degli assurdi sensi di colpa (già tristemente comuni di per sè, fra le donne sopravvissute a una violenza, a quanto pare...) a tutte le ragazze che si erano trovate nella medesima situazione, e... erano sopravvissute.
Insomma: c'è stato un periodo in cui non sapevo più bene cosa pensare, di Santa Maria Goretti. Viva la purezza, senza dubbio, ma che cavolo di purezza viene compromessa, quando tu sei lì buona e tranquilla e vieni brutalmente stuprata da un criminale?
C'è voluto un po' di tempo prima che capissi che Maria Goretti non era tanto la Santa della purezza, ma la Santa del perdono, la Santa che preferisce dare la vita pur di evitare che il suo aguzzino possa peccare.
Ma - appunto - c'è voluto un bel po' di tempo, prima che io ci arrivassi!
Povera Maria Goretti. Tantissimi Santi sono vittime della "macchietta agiografica" che gli è stata associata, ma forse in Maria Goretti il problema è più evidente che in altri casi, e può addirittura portare a fraintendere del tutto il personaggio. Davvero: secondo me, nel parlare di lei, bisognerebbe avere il coraggio di staccarsi dall'idea di "santa della purezza", e cominciare a parlare di altre cose. (Come tu hai fatto, del resto).
Perché in fin dei conti, in questo caso, sono le altre cose ad esser ancora più importanti!