«Leggero sorriso di grazia»: una guida all'ascolto (Corona d'Avvento dei Testimoni 2015 #1)


A cinque anni dal primo lavoro discografico organico, Basterà una voce, e a dieci circa dalla sua formazione, il Gruppo Shekinah, della Pastorale Giovanile della diocesi di Milano, ha prodotto il suo nuovo CD.
Leggero sorriso di grazia è il titolo, programmatico come lo stesso nome del coro: la shekinah, infatti, è la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, nella tenda che, durante l’esodo del popolo d’Israele, custodiva l’arca dell’alleanza. Con questa nuova fatica gli oltre cento giovani membri del Gruppo, provenienti da luoghi e realtà diversissime della diocesi più vasta d’Europa, sperano di poter sollevare gli animi delle persone che li ascoltano e che li hanno apprezzati nei sempre più numerosi, applauditi e affollati concerti-meditazione.
Leggero, ma non disimpegnato, è il loro cantare. La modalità della musica pop come annuncio del Vangelo è ormai assodata, sebbene non manchino persone che non la ritengono adeguata all’espressione di contenuti credenti. Vale quindi quanto dichiarava monsignor Luciano Migliavacca, il quasi centenario maestro della Cappella musicale del Duomo di Milano: c’è solo musica bella, non vecchia o nuova. Se anche ha una veste apparentemente leggera e modernizzata, quindi, non deve trarre in inganno.
Il sorriso è poi la caratteristica di un annuncio convincente. Se davvero, come dice il Papa, non ci dev’essere posto nella Chiesa per credenti musoni, allora l’espressione con cui va diffusa la fede non può che essere quella di un sorriso.
Il tutto, però, senza dimenticare la grazia, quella donata dai Sacramenti con cui i giovani di del coro si alimentano per avere la forza necessaria per cantare in maniera bella, curata e credibile. Se davvero, come disse monsignor Luigi Giussani (non sono ciellina, ma questa sua affermazione è decisamente adatta), cantare è la massima espressione del cuore dell’uomo, la grazia divina viene fuori naturalmente se si è in grado di ripescarla dalle profondità del proprio intimo, riflettendo sui testi ed esprimendo la giusta intenzione.
Video del canto L’anima del mondo

I canti di Shekinah sono religiosi, non liturgici, vale a dire che non sono stati composti per l’uso nella Messa o nella Liturgia delle Ore. Ciò non toglie che, con criterio, possano essere adoperati per accompagnare celebrazioni con un’assemblea giovanile, o semplicemente ascoltati in privato per favorire la meditazione, magari su qualche pagina della Bibbia.
In effetti, sono molti, anche in questo CD, i brani con un immediato riferimento scritturistico. Il disco si apre con Spirito di luce, uno dei cui versi è stato scelto dai giovani stessi come titolo, in cui s’intreccia il desiderio che Dio ha di non farsi cercare nel vuoto (cfr. Is 45, 19) con il segno dell’alleanza tra lui e l’uomo, l’arcobaleno apparso dopo il diluvio universale, come raccontato al nono capitolo del libro della Genesi. La seconda traccia è il Salmo 121 cantato in arabo ed ebraico, mentre parafrasi di altri Salmi, rispettivamente il 138 (139) e il 99 (100), sono Mi hai fatto meraviglia (traccia 4) e Sing for Joy to the Lord, che chiude il disco come tredicesima traccia ed è stato la colonna sonora del pellegrinaggio in Terra Santa compiuto dal coro lo scorso anno.
Un altro canto che si riaggancia all’Antico Testamento è Come nube e fuoco (traccia 3), dove la chiamata di Mosè in Es 3, 1-15 si completa con la preghiera del popolo eletto, che attende un liberatore. Anche il Vangelo non viene trascurato: Passa il Signore (traccia 8) rimanda all’episodio del cieco di Gerico in Mc 10, 46-52, mentre Tu ci cammini accanto (traccia 11) riveste di accenti gospel l’apparizione di Gesù risorto ai discepoli di Emmaus, descritta dall’evangelista Luca.
La Scrittura è la sorgente ispiratrice dei testi, ma non è l’unica. I viaggi come quello già citato in Terra Santa, i ritiri, i momenti di veglia e di preghiera a livello diocesano hanno permesso che ogni canto sia, in un certo senso, nato “dopo”. La fede, anche quella di un giovane, ha bisogno di contesti nei quali esprimersi, per lodare la Trinità che l’ha voluto A sua immagine (traccia 7), continuando quindi a tracciare su di sé il segno della Croce e a vivere nella Chiesa (Nel nome suo, traccia 5) e nel mondo come suggeriva, nei primi secoli del cristianesimo, l’A Diogneto (L’anima del mondo, traccia 6). Perfino Tutto possiamo sperare (traccia 10) ha un doppio antecedente: parte dalla Preghiera Eucaristica V, ma anche da coloro che hanno scelto Shekinah, o meglio i suoi responsabili, come portavoce delle loro aspirazioni come futuri sacerdoti.

Per quanto mi riguarda direttamente, canto nel Gruppo Shekinah dal settembre 2007 e a breve festeggerò, con il concerto del 12 dicembre al Santuario di San Pietro Martire a Seveso, l’ottavo anno di concerti-meditazione. A volte ho momenti di difficoltà, dovuti prevalentemente alla lontananza da casa del luogo delle prove, ma un po’ con l’aiuto di altri miei compagni, un po’ facendo leva sulla mia determinazione, provo a superarli. So che la mia partecipazione non durerà per sempre, perché non ha senso protrarre oltre l’età giovanile la presenza nel coro che è espressione della cura della mia Chiesa locale per i 18-30enni (e io ormai sono trentunenne). Eppure, sono certa che quanto ho imparato visitando le parrocchie e mediante le relazioni con gli altri ragazzi e ragazze mi servirà, com’è successo anche a chi, ormai entrato nella vita adulta, non manca di venirci a trovare nelle nostre serate, magari con una fede al dito e un bambino in braccio.
Concludendo, segnalo a chi fosse interessato che stavolta non è stato prodotto un libro con le partiture e gli accordi per ogni canto. Se io non fossi nel coro, mi rivolgerei ai contatti presenti sul sito ufficiale, tranne che se mi servisse Tutto possiamo sperare (spartito). Per qualsiasi domanda o chiarimento, contattatemi pure ai recapiti che trovate nella colonna di destra: sarà mia cura passare le vostre richieste a Daniela, la segretaria del gruppo.
Leggero sorriso di grazia è disponibile dal 21 novembre nelle librerie cattoliche (San Paolo, Paoline, Ancora, Elledici, Il Cortile) e sulle principali piattaforme digitali (iTunes, Spotify). Lo presento adesso perché cantare è un modo per esprimere l’attesa da parte di chi crede che il Signore tornerà, ma anche perché potreste sceglierlo come regalo di Natale. Almeno, noi del Gruppo Shekinah ne saremmo felicissimi, perché i soldi non entreranno solo nelle nostre casse, ma sosterranno anche il Caritas Baby Hospital di Betlemme.

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