Antonietta Meo, che attese con gioia Gesù Bambino (Corona d’Avvento dei Testimoni 2015 # 3)
Antonietta Meo nella foto ricordo
(scattata in realtà qualche giorno dopo la celebrazione) |
Antonietta Meo nacque il 15 dicembre 1930 a Roma, ultima
dei quattro figli (di cui una sola arrivò ad età matura) di Michele Meo e Maria Ravaglioli.
Fu battezzata il 28 dicembre nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme a
Roma, la sua parrocchia di appartenenza. Vivace di temperamento, aveva in più
una speciale attrattiva verso la religione. Colpita da un osteosarcoma a cinque
anni, subì l’amputazione della gamba sinistra. Iscritta all’Azione Cattolica,
dapprima tra le Piccolissime poi tra le Beniamine, fu eccezionalmente ammessa
alla Prima Comunione prima dell’età prescritta, nella notte di Natale del 1936,
cui fece seguito la Cresima il 15 maggio 1937. Morì il 3 luglio dello stesso
anno, non molti giorni dopo aver subito un altro intervento per la resezione di
tre costole, a causa dell’avanzamento delle metastasi. In 158 brevi lettere e
19 pensierini è raccolto il suo progressivo cammino di assimilazione alla croce
di Gesù, che la Chiesa si è impegnata a verificare tramite il processo di
beatificazione. La fase diocesana si è svolta quindi nel Vicariato di Roma dal
27 aprile 1968 al 23 marzo 1972. Papa Benedetto XVI l’ha dichiarata Venerabile
con decreto del 17 dicembre 2007.
La tomba di Antonietta, che i suoi devoti chiamano
con il vezzeggiativo di “Nennolina”, già adoperato dai suoi familiari, si trova
dal 5 luglio 1999 nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, in una piccola
cappella adiacente a quella che conserva le reliquie della Passione di Gesù.
Cosa c’entra con
me?
In una vecchia agenda che risale ai miei primi
anni d’università ricordo di aver segnato un brevissimo appunto, tra una
lezione e la programmazione di un esame: “più giovane santa non martire”. Il
motivo era che, mentre cercavo un santo che una signora della mia vecchia
parrocchia non riusciva a identificare, mi ero imbattuta nella scheda
biografica di Antonietta Meo. Le sue fotografie mi avevano fatta sorridere, per
i taglio di capelli a scodella che denotava la sua appartenenza a un tempo
ormai andato. Il problema era che non ricordavo affatto come si chiamasse.
Me la sono ritrovata davanti sulla copertina di un
libro, mentre visitavo, il 26 luglio 2006, il santuario di San Ciro durante le
mie abituali vacanze a Portici (la data stavolta è sicura perché l’avevo
scritta sul quaderno spirituale). Ho trascorso tutta la sera a leggerlo,
restando profondamente colpita, oltre che commossa. Mi aveva sorpreso come lei,
pur essendo così piccola, avesse preso sul serio gli insegnamenti del Signore a
un’età in cui io, invece, non arrivavo ad essere tanto profonda, pur essendo
curiosa circa gli argomenti di fede.
Nel periodo in cui è entrata nella mia vita, stavo
compiendo da poco qualche passo nella riscoperta dei veri amici di Gesù, specie
tra i bambini, i ragazzi e i giovani, quegli stessi che mi avevano provocato la
crisi di rigetto di cui ho più volte fatto cenno qui. Sulle orme di Antonietta
e degli altri giovanissimi testimoni che andavo riscoprendo, ho quindi deciso
di cercare una mia personalissima via per farmi santa, sentendomi accompagnata
da loro e non vedendoli più come irraggiungibili.
Credo che quel testo sia uno dei più vissuti della
mia biblioteca, insieme a «Io sono un
sogno di Dio» di don Giovanni Bertocchi e a Testimone per sempre su don Cesare Bisognin, per una
semplicissima ragione: li ho riletti più volte e li ho passati ad alcune suore
che conosco. Antonietta, per venire alla storia di oggi, l’ho presentata a una
religiosa impegnata nell’ambito educativo: rammento che le fece un’ottima
impressione.
Quando ho appreso che era stata dichiarata Venerabile
sono stata molto felice, perché avevo la conferma che la sua vita, seppur
breve, era completa al pari di quelle dei grandi fondatori o delle madri di
famiglia. Sapevo, però, che non dovevo limitarmi all’aspetto doloroso della sua
vicenda e al fatto che il tumore osseo mi sembrasse la nuova “malattia dei
santi” come la tubercolosi fu tra 1800 e 1900 (è il caso, ad esempio del
Venerabile Silvio Dissegna).
Come mi ha riferito fratel Dino De Carolis, grande
divulgatore della sua storia – è l’autore del libro che menzionavo nel secondo
paragrafetto – nel corso di una telefonata che gli ho fatto ieri l’altro per anticipargli
la mia intenzione di scrivere questo articolo, quando si parla di santi giovani
che hanno sperimentato una grande sofferenza, bisogna far risaltare la loro
vitalità, l’allegria, la gioia e, soprattutto, cercare d’indagare la loro vita
quotidiana: il rapporto con gli amici e con i parenti, insieme all’impegno a
scuola, in parrocchia o nel lavoro. Solo così non restano imprigionati in un
santino più o meno ritoccato, ma emergono in tutta la loro sincerità e forza.
Il suo Vangelo
Ho scelto di parlare di Antonietta nella Corona
d’Avvento dei Testimoni per due particolari che ho già indicato nella sintesi
biografica: è nata esattamente ottantacinque anni fa e ha ricevuto la Prima
Comunione nella notte di Natale 1936. Mi sembrava quindi adattissima per essere
presentata in questo periodo.
Nelle sue letterine si rivolge spesso a Gesù
Bambino, in particolare in vista di quell’incontro che attendeva da quando,
raccontano le biografie, aveva quattro anni. Un esempio, dalla lettera del 20
dicembre 1936:
Caro Gesù dì a Dio Padre che
gli voglio tanto bene caro Gesù dille anche che ringrazio Lui e lo Spirito
Santo che mancano solo tre giorni al S. Natale caro Gesù, io sono contentissima
che fra pochi giorni verrai nel mio cuore Caro Gesù!... non basta che Te l’ho
detto una volta ma te lo ripeto un’altra volta che Ti voglio bene caro Gesù!...
Ho riprodotto fedelmente la trascrizione adoperata
in un’edizione delle letterine che però non è più in catalogo.
L’affetto che esprimeva a parole, con termini che
teologi esperti non hanno esitato a definire “mistici”, era da lei vissuto
anche nella vita di tutti i giorni, verso i compagni di scuola e i familiari,
diventando dispensatrice della misericordia che sentiva di aver ricevuto da Dio
Padre, il cui solo nome le dava una gioia grandissima.
Mentre i suoi devoti aspettano il giorno in cui
sarà ufficialmente posta alla venerazione dei fedeli, mi viene da pregarla per
i bambini di tutto il mondo e perché chiunque tratti, anche incidentalmente, di
storie di santità giovanile non si lasci prendere da una commozione
stucchevole, ma sappia riconoscere nel loro quotidiano la scia del Divino.
Almeno, io ci sto provando.
Concludo con un servizio tratto dalla trasmissione Viaggio a..., di cui ho apprezzato specialmente le parti in cui vengono ricostruite alcune scene della vita di Antonietta. L'ho trovato solo con i sottotitoli in portoghese, però.
Per saperne di più
Piersandro Vanzan, Antonietta Meo
– Nennolina, Velar-Elledici 2008, pp. 48, € 3,50.
Un profilo denso per l’analisi di tutti gli
aspetti, umani e soprannaturali, di Antonietta.
Dino De Carolis, Piccola storia
di Antonietta Meo – Nennolina, Gribaudi 2010, pp. 80, € 7,50.
Il racconto della sua storia arricchito dalle
illustrazioni tratte dai disegni realizzati da lei stessa.
Id., Antonietta Meo – La sapienza dei piccoli del Vangelo, Paoline 2004,
pp. 192, € 8,80.
La sua vita viene qui osservata con particolare
riferimento al suo modo d’incarnare, santificandolo, il mistero del dolore
innocente, ma con molti squarci sulla sua quotidianità.
Maria Rosaria Del Genio, Carissimo
Dio Padre... – Antonietta Meo - Nennolina e le sue letterine, Libreria
Editrice Vaticana 2009, pp. 216, € 12,00.
Riedizione di una biografia del 1999, con tutti
gli scritti riportati nella redazione originale.
Maria Meo (a cura di Piersandro Vanzan), Nennolina: una mistica di sei anni. Diario della mamma, AVE 2007,
pp. 264, € 12,00
Maria Meo, madre di Antonietta, ha
provvidenzialmente tenuto un diario durante la malattia della figlia, così da
documentare anche il suo cammino di accettazione del volere di Dio su di lei.
Su Internet (aggiornato 4 /12/2021)
Sito dell'Associazione Antonietta Meo di Roma
Pagina del sito della Fondazione Azione Cattolica scuola di santità
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