Cardinal Giovanni Colombo: una guida per tempi difficili
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Giovanni Colombo (nome completo Giovanni Umberto) nacque a Caronno Milanese, oggi Caronno Pertusella, il 6 dicembre 1902, da Enrico Colombo e Luigia Millefanti; era il penultimo dei loro sette figli. Dopo le scuole elementari in paese, entrò nel Seminario della diocesi di Milano il 14 ottobre 1914. Fu ordinato sacerdote dal cardinal Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano,il 29 maggio 1926.
Nell’ottobre dello stesso anno iniziò la sua attività di docente nelle varie sedi del Seminario milanese, precisamente di materie letterarie. Nel 1932 si laureò in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegnò, dal 1937 al 1939, Lingua e Letteratura italiana dapprima alla facoltà di Magistero, poi in quella di Lettere e Filosofia.
Il 2 agosto 1939 fu nominato Rettore del Liceo del Seminario, a Venegono Inferiore, ma il 23 luglio 1953 passò a diventare Rettore Maggiore dei Seminari milanesi. Il 25 ottobre 1960 viene nominato vescovo ausiliare di Milano dal Papa san Giovanni XXIII: la consacrazione episcopale venne celebrata il 7 dicembre seguente.
Il 14 agosto 1963 venne resa ufficiale la sua nomina ad Arcivescovo di Milano, successore di Giovanni Battista Montini, da poco diventato papa Paolo VI: prese possesso della diocesi il 14 settembre successivo. Il 22 febbraio 1965 venne creato Cardinale, col titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti.
Rimase sulla cattedra di sant’Ambrogio fino al 29 dicembre 1979, quando annunciò che il Papa san Giovanni Paolo II aveva accolto le sue dimissioni per limiti d’età raggiunti. Dal gennaio 1980 fino alla morte, avvenuta il 20 maggio 1992, visse nell’ex Seminario di Corso Venezia 11. La sua tomba si trova nel Duomo di Milano, presso l’altare della “Virgo Potens”.
Cosa c’entra con me?
La prima impressione che ho avuto del cardinal Colombo non è stata, per usare un eufemismo, una delle migliori. Era da poco morto monsignor Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, e un anziano sacerdote che conoscevo mi diede un fascicoletto dove parlava della sua amicizia con lui.
In una pagina, descrive come lo vide uscire in lacrime dopo un’udienza con l’Arcivescovo, dal quale si era sentito incompreso. Il sacerdote, dunque, corse subito dal suo diretto superiore e chiese di potergli parlare, dopo aver domandato al segretario se avesse qualche momento per lui. Il Cardinale lo ascoltò e, alla fine, accettò di non sopprimere Gioventù Studentesca.
L’immagine che mi derivava da quella lettura, quindi, era quella di un gendarme autoritario, che si comportava da padrone assoluto della diocesi più grande d’Europa, capace di stroncare sul nascere i fermenti di rinnovamento nella Chiesa. Di conseguenza, pensai che non fosse il caso di approfondire la sua conoscenza.
Solo cinque anni fa, nel ventennale della morte del Cardinale, ho pensato di provare a leggere qualcosa di lui. Partecipare a un convegno con alcuni testimoni che lo conobbero mi fece scoprire che gli dovevo molto di più di quanto pensassi: l’inizio dell’anno pastorale all’8 settembre, la veglia missionaria e quella in traditione Symboli, l’incontro a San Siro con i cresimandi, il cammino della Professione di Fede per il dopo-Cresima, l’istituzione della Caritas e i primi statuti delle Ausiliarie Diocesane, per non parlare del Movimento della Terza Età (lo stesso termine è stato coniato da lui) e dell’attuazione della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, pur con la difesa delle particolarità ambrosiane. Prima d’allora, credevo che fossero quasi tutte “invenzioni” del cardinal Carlo Maria Martini.
Penso poi che noi ambrosiani dovremmo essergli grati anche per aver restaurato l’edificio della Curia arcivescovile e averla motivata ancora di più nel compito di dialogare con i fedeli che ricorrevano ai suoi Uffici e Servizi. Nel corso degli anni, mi è capitato innumerevoli volte di varcare il portone di piazza Fontana 2 per i più disparati motivi; soprattutto, per sbrigare piccole commissioni per conto dei sacerdoti della mia parrocchia o del mio direttore spirituale.
Spesso, però, ai fedeli arriva l’impressione che «quej de la Cüria» (in dialetto) siano i cattivi di turno, indirizzati dall’Arcivescovo del momento a rendere più difficile la vita a preti e laici, inventandosi regolamenti che non tengono per nulla conto della realtà delle oltre 1100 parrocchie del nostro territorio diocesano. A me è capitato quasi sempre l’opposto: ho trovato segretarie disponibili e monsignori o semplici sacerdoti consapevoli che servire Dio dietro una scrivania comporta incontrare ugualmente le persone.
Tornando a Colombo, il mio cammino di scoperta del suo compito pastorale è passato anche per il recupero di alcuni suoi libri, non più in catalogo, da biblioteche parrocchiali smantellate. Uno in particolare, Maestri di vita, mi fece scoprire che ci univa il ricordo e l’impegno a seguire l’esempio di coloro che per noi (e in molti casi per la Chiesa tutta) sono stati autentici Testimoni della fede: per citarne solo alcuni, suor Maria Michele Carando, delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, che gli fu maestra alle elementari, o il Beato Luigi Talamoni, che ebbe come insegnante nel Liceo del Seminario, o ancora Giulio Salvadori, che conobbe mentre studiava alla Cattolica (per lui è in corso il processo di beatificazione).
Il suo Vangelo
Il compito del cardinal Colombo è stato essenzialmente condurre Milano nei tempi nuovi aperti dal Concilio Vaticano II, interpretato e accolto senza storture, nella difesa del Rito Ambrosiano, ma non solo. Negli anni della contestazione dovette soffrire molto, specie perché la gente sembrava perdere fiducia nella Chiesa e nelle sue autorità, ma fu consolato da chi volle ugualmente restargli accanto, cercando di capire al meglio le sue indicazioni.
Nell’omelia per l’ordinazione episcopale di monsignor Bernardo Citterio, il 7 dicembre 1969, forse ripensando all’esperienza che stava vivendo da nove anni esatti, affermò:
La funzione pastorale, caritativa, comunitaria, del Vescovo assume oggi un’importanza primaria: tutti la vogliono vedere, tutti presumono di saperla e doverla giudicare. Mai come oggi noi Vescovi, secondo l’espressione di S. Paolo «siamo diventati uno spettacolo per il mondo, per gli angeli e per gli uomini» (I Cor 4, 9).Nessuno sgomento per questo: basterà lavorare senza distogliere gli occhi del cuore da Colui al quale siamo stati conformati.
Spero proprio che lui abbia lavorato così.
Per saperne di più
Francantonio Bernasconi, Verità e amore – Biografia del card. Giovanni Colombo, Centro Ambrosiano 2012, pp. 72, € 6,00.
Ristampa aggiornata di un profilo curato dal sacerdote che fu suo segretario dal 1980 alla morte.
Inos Biffi, Il cardinale Giovanni Colombo – Nel solco di Ambrogio, Jaca Book 2012, pp. XVIII-762, € 78,00.
Una serie di saggi curati da un discepolo del Cardinale, che l’ha seguito fino agli ultimi anni di vita.
Cardinale Giovanni Colombo, Due diari, Glossa 2006, pp. 166, € 17,00.
Edizione di due diari risalenti il primo alla sua adolescenza, il secondo al periodo della nomina ad arcivescovo di Milano.
Movimento terza età, L’età anziana è un dono. Il pensiero sulla terza età del Cardinale Giovanni Colombo, In Dialogo 2012, pp. 56, € 2,00.
Una raccolta di pensieri sulla Terza Età, compilati nella Pentecoste del 1973 e pubblicati a ridosso del VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
Giovanni Colombo, Letteratura e cristianesimo nel primo Novecento, Jaca Book 2008, pp. 192, € 17,00.
Una serie di saggi dedicati al rapporto tra il cristianesimo e le opere letterarie di scrittori credenti e non credenti del secolo scorso.
Su Internet
Sito ufficiale, che contiene anche i Quaderni Colombiani curati da monsignor Francantonio Bernasconi
Sezione a lui dedicata del Portale della Diocesi di Milano
Sito dell'Università della Terza Età, ora Università Cardinal Colombo
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