Madre Maria Nazarena Majone: un cuore materno per le vocazioni
Madre Nazarena in una foto autentica, |
Chi è?
Maria Majone nacque a Graniti, in provincia di Messina, sesta e ultima dei figli di Bruno Majone e Marta Falcone, contadini. Rimasta orfana di padre a undici anni, aiutò la famiglia lavorando, poi siscrisse alla Pia Unione delle Figlie di Maria del suo paese. Ventenne, incontrò due suore inviate dal canonico Annibale Maria Di Francia, appartenenti alle Poverelle del Cuore di Gesù da lui fondate, e si sentì chiamata a seguirle. Nell’ottobre 1889 giunse a Messina, nel quartiere periferico di Avignone, dedicandosi ai poveri e agli orfani, oltre che a lavorare e pregare per le vocazioni. Il 18 marzo 1892 professò i voti religiosi, cambiando il nome in suor Maria Nazarena della SS.ma Vergine.
Il 5 agosto 1896 venne eletta direttrice dell’orfanotrofio situato nell’ex monastero dello Spirito Santo a Messina. Due anni dopo, divenne superiora generale dell’istituto delle Poverelle, che dopo l’approvazione del vescovo di Messina cambiarono nome in Figlie del Divino Zelo.
Madre Nazarena fu fedele collaboratrice del canonico Di Francia, condividendo le sue preoccupazioni per l’espansione della congregazione femminile e di quella maschile, i Rogazionisti del Cuore di Gesù. Fu superiora generale per oltre quarant’anni, fino al 1928. Morì a Roma, per le complicazioni causate dal diabete, il 25 gennaio 1939. La fase diocesana del suo processo di beatificazione si è svolta nel Vicariato di Roma dall8 gennaio 1992 al 2 giugno 1993. è stata dichiarata Venerabile col decreto promulgato il 20 dicembre 2003.
I suoi resti mortali riposano dall’11 maggio 1992 nella chiesa dello Spirito Santo a Messina, compresa nella Casa madre delle Figlie del Divino Zelo.
Cosa c’entra con me?
Sin da piccola ho sempre amato leggere e andare in cerca di libri interessanti: è stato in questo modo che ho incrociato la storia di madre Nazarena. Precisamente, l’ho trovata in un libricino a fumetti, intitolato Per solo amore, che avevo trovato su una bancarella alla fiera milanese del Tredesin de Marz; dato che è stato stampato nel 1993, dovevo avere più o meno dieci anni, sul punto di fare la Prima Comunione. Mi attrasse l’immagine di copertina, dove la protagonista ha le braccia spalancate come per stringere a sé delle bambine, vestite con un grembiulino a quadretti.
Ricordo che lo lessi con interesse, ma mi colpì soprattutto la tavola che raffigurava il funerale di sant’Annibale Maria Di Francia, non so perché. Altre pagine, in fondo al volumetto, mi chiarirono quale fosse il percorso necessario per diventare suora, segnatamente Figlia del Divino Zelo.
Fu allora che iniziai a chiedermi se quella non potesse essere la mia strada e ne parlai a una delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli che seguivano l’oratorio femminile della mia parrocchia. Lei, però, troncò di netto la questione, affermando che avrei potuto servire il Signore anche facendo la mamma. Così non ci pensai più e accantonai anche il libretto, tanto più che avevo letto che madre Nazarena era Serva di Dio, qualifica che credevo indicasse non un personaggio da pregare casomai con intensità speciale per accelerarne la beatificazione, ma una sorta di santo di serie B.
Dopo il trasloco nella nuova casa, quel piccolo volume mi è tornato tra le mani; nel frattempo avevo saputo che per la fondatrice del ramo femminile della Famiglia Rogazionista era stato approvato il decreto sull’eroicità delle sue virtù cristiane. Tuttavia, non mi venne in mente di approfondire la sua conoscenza, almeno per il momento.
Lo scorso anno, in concomitanza con il bicentenario delle apparizioni della Madonna a La Salette, ho provato a vedere come fossero le schede su santiebeati.it relative a quella vicenda, comprese quelle dei veggenti Mélanie Calvat e Maximin Giraud. Mi sono accorta che erano piene di errori a livello sintattico, quindi mi sono data alla correzione. Mentre mettevo mano al testo su Mélanie, mi sovvenne un altro particolare che mi aveva impressionata del libretto su madre Nazarena: una figura nerovestita, ritratta sempre di spalle, che aveva aiutato le Figlie del Divino Zelo per un breve periodo agli inizi della loro congregazione. Era proprio lei, la veggente, che rimase per il tempo che sant’Annibale definì “anno di benedizione”.
In cerca di chiarimenti circa quella fase della sua travagliata esistenza, mi venne in mente di rivolgermi alle Figlie del Divino Zelo, non prima, però, di aver controllato come fosse la scheda della loro cofondatrice. Mi venne da mettermi le mani nei capelli di fronte allo stile approssimativo e all’esiguità del testo (i miei, invece, di solito sono fin troppo lunghi), quindi avevo un motivo in più per sentire le suore. Dato che Mélanie era sepolta nella chiesa dell’Immacolata annessa all’Orfanotrofio Antoniano di Altamura, affidato appunto a loro, ho telefonato lì, mentre per madre Nazarena ho preferito sentire la casa di Roma. La postulatrice della sua causa mi ha dato i chiarimenti necessari e si è detta disponibile a correggere il testo che avrebbe sostituito la precedente scheda biografica, ovviamente d’accordo col webmaster.
Mentre ero in viaggio verso Cortona, nel pellegrinaggio dello scorso settembre, ho ricevuto un’e-mail dalla postulatrice, ma non sono riuscita a mettermi in contatto con lei; ho chiesto alle consorelle di avvisarla che ci saremmo sentite di nuovo al mio ritorno. Così, a novembre, ho ricevuto un voluminoso pacco, contenente studi, libretti e gli scritti di madre Nazarena; a dicembre ho inviato la nuova versione della scheda biografica.
Analizzando le fonti su di lei, mi sono stupita non poco per la decisione di “scambiarsi di vocazione” con sua sorella Concetta. Per giunta, aveva deciso di entrare in una realtà nata da pochissimo: le Poverelle del Cuore di Gesù, come allora si chiamavano le suore, sono state fondate il 19 marzo 1887; lei le aveva incontrate nell’ottobre 1889, due anni dopo. Una suora di un’altra congregazione, mentre le raccontavo le vicissitudini vocazionali di una mia amica, mi chiese subito quando erano state fondate le religiose nelle quali lei aveva iniziato il suo cammino di discernimento. All’udire che risalivano agli anni ‘50 del 1900, mi mise in guardia da istituti che avessero meno di un secolo di storia (per inciso, la sua congregazione andava verso i due secoli d’esistenza). Seguendo questo criterio, allora, la giovane Maria Majone non avrebbe dovuto minimamente pensare di allontanarsi dalla sua Graniti o, tutt’al più, avrebbe dovuto orientarsi verso qualcosa di più consolidato. Invece partì, senza timore di andare in un quartiere disagiato, senza neppure una casa vera e propria per sé e per le sue compagne.
Mi ha fatto molto soffrire, invece, il trattamento che ebbe quando fu inviata a Roma ed esclusa da ruoli di responsabilità; nel fumetto, quest’aspetto era trattato sì e no in un paio di vignette. Fino ad allora avevo affrontato in prevalenza vicende di fondatrici che, dopo aver seguito l’espansione delle loro comunità, restavano comunque apprezzate dalle consorelle. Oggi, mi par di capire, la gratitudine verso di lei si esemplifica in tantissimi modi, non ultima una collana di studi che analizzano minutamente ogni aspetto della sua spiritualità.
Il suo Vangelo
Il messaggio universale incarnato dalla Venerabile Maria Nazarena Majone credo
possa essere riassunto in una completa fiducia nel Signore e nella Sua mano
provvidente. Più di una volta, infatti, lei lo invocò per le necessità delle
orfanelle e non fu mai delusa.
Parlo di lei oggi, nella Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, perché la famiglia religiosa fondata da sant’Annibale Maria Di Francia vive in maniera particolare questa domenica come “Giornata Rogazionista per eccellenza” e le Figlie del Divino Zelo non fanno eccezione. Penso poi che, come dichiara il Messaggio di papa Francesco per la Giornata 2017, lei si sia sentita spinta ad annunciare il Vangelo dando ascolto alla voce di Dio che la chiamava e non abbia mai ceduto allo scoraggiamento, neppure quando chiunque altra si sarebbe sentita messa da parte.
In tal modo, poteva ripetere un’accorata invocazione al Padrone della messe, la cui fonte è sconosciuta, ma che lei aveva pienamente assunto (doc.325 dei suoi Scritti) e di cui riporto la parte iniziale:
Viviamo in due, Gesù! Troppo la vita è triste e lunga e non ha pace il core senza di te, ma se tu vuoi, Signore, che lunga sia… non mi lasciar smarrita.
Viviamo in due, Gesù!
Per saperne di più
Luigi Di Carluccio, Nazarena Majone - Storia e memoria di una madre, Libreria Editrice Vaticana 2008, pp. 458, € 16,00.
Biografia ampia, basata sui documenti storici e sugli atti del processo di beatificazione.
Madre Nazarena Majone, Scritti (a cura di Luigi di Carluccio), Figlie del Divino Zelo 2006, pp. 566.
La raccolta completa dei suoi scritti, suddivisi in lettere pubbliche e private e scritti spirituali.
Luigi Di Carluccio, I fioretti di Madre Nazarena, Libreria Editrice Rogate 2007, pp. 200, € 10,00.
Una raccolta di episodi e fatti della sua vita, tratti dalle testimonianze rese al processo di beatificazione.
Claudio Mazza, Alfabeto di un’Anima – Madre Nazarena Majone, un esempio per l’oggi, Libreria Editrice Vaticana 2014, pp. 136, € 8,00.
Ventuno aspetti della sua spiritualità, elencati seguendo l’ordine delle lettere dell’alfabeto.
Federica Petraglia, Il progetto educativo cristiano di Nazarena Majone, Vita e Pensiero 2003, pp. 140, € 13,00.
Uno studio che mira ad esaminare lo stile pedagogico di madre Nazarena.
Tutte queste pubblicazioni possono essere richieste alla Postulazione della
causa della Venerabile Maria Nazarena Majone.
Su Internet
Sito ufficiale della Postulazione della
sua causa
Sezione a lei dedicata del sito istituzionale delle Figlie del Divino Zelo
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