Fra Antonino Pisano: un’offerta gioiosa per i fratelli
Ritratto fotografico di fra Antonino (ma penso proprio che sia un fotomontaggio) (fonte) |
Chi è?
Antonino
Pisano nacque a Cagliari il 19 marzo 1907, terzo dei sette figli di Stefano
Pisano, pescatore, e Raffaela Monni. Quando ebbe sette anni, si trasferì con la
famiglia, grazie al fatto che il padre aveva trovato lavoro come guardia
daziaria, nei pressi del santuario cagliaritano di Nostra Signora di Bonaria,
retto dai padri Mercedari.
Insieme
al fratello Efisio, iniziò a frequentare il Circolo Cattolico San Luigi, una
sorta di oratorio annesso al santuario e al convento dei Mercedari, e maturò la
vocazione religiosa. A tredici anni entrò in convento come aspirante, ma ne
uscì a causa di una grave forma di miopia, Trascorse quindi un breve periodo
tra i Cappuccini, ma ne fu espulso per le calunnie di alcuni compagni.
Riconosciuto
innocente e dopo aver ottenuto un paio di occhiali speciali, fu riaccolto dai
Mercedari del convento di Bonaria e si applicò con attenzione agli studi per
diventare sacerdote. Si offrì vittima all’Amore Misericordioso, seguendo
l’esempio di santa Teresa di Gesù Bambino: con lo stesso spirito e in unione al
quarto voto tipico dei Mercedari, si dispose a dare gioiosamente la vita per la
conversione dei peccatori. Si ammalò quindi di tubercolosi e morì a Cagliari il
6 agosto 1927, a vent’anni.
L’inchiesta diocesana della sua causa di beatificazione si è svolta dal 1945 al 1957 a
Cagliari. I suoi resti mortali riposano nel santuario di Nostra Signora di
Bonaria a Cagliari, ai piedi dell’altare maggiore, sul lato destro.
Cosa c’entra con me?
Tra
i numerosissimi esempi di santità giovanile, spesso passata attraverso la
sofferenza fisica, esistono molti casi di ragazzi orientati al sacerdozio, sia
in ordini, istituti o congregazioni religiose, sia nei seminari diocesani.
Quello di Antonino Pisano, corrispondente al primo tipo, mi era praticamente sconosciuto fino al 2 agosto 2015,
quando ho ascoltato la trasmissione mensile condotta da Angelo Montonati su
Radio Maria, I sempre giovani.
Ho subito controllato se santiebeati.it avesse una scheda su di lui: in effetti c’era, ma il grosso dell’articolo parlava della storia dell’Ordine di Nostra Signora della Mercede. Pensavo che per una vita tanto breve ci fosse ben poco da aggiungere, ma l’esposizione del conduttore mi ha fatto ricredere. Mi sono quindi ripromessa di scrivere un nuovo testo biografico, attingendo come fonte alla registrazione di quel programma, però ho desistito, presa da altri impegni.
Ho subito controllato se santiebeati.it avesse una scheda su di lui: in effetti c’era, ma il grosso dell’articolo parlava della storia dell’Ordine di Nostra Signora della Mercede. Pensavo che per una vita tanto breve ci fosse ben poco da aggiungere, ma l’esposizione del conduttore mi ha fatto ricredere. Mi sono quindi ripromessa di scrivere un nuovo testo biografico, attingendo come fonte alla registrazione di quel programma, però ho desistito, presa da altri impegni.
Qualche
mese fa ho deciso di mettere mano all’articolo e mi sono accorta di una
circostanza interessante: quest’anno cadevano i 110 anni dalla nascita di fra Antonino
e i 90 dalla morte. Dato che tendo ormai a privilegiare, per i miei post qui,
anniversari importanti, ho pensato che fosse bene rinverdire la sua memoria
anche con una scheda biografica più ampia. Ho quindi contattato il santuario di
Bonaria e, a seguito di alcune telefonate, ho potuto completare il mio intento.
Riascoltando
la registrazione, ho notato che ho sicuramente un paio di legami col suo
protagonista. Sua mamma, infatti, lo aveva chiamato Antonio (ma per tutti era
Antonino) in onore del Santo di Padova, che a casa mia è uno di famiglia, come
raccontavo qui.
Sempre
mamma Raffaela aveva instillato in lui una devozione ai Santi fatta di
affidamento e della lettura dei loro esempi, che sicuramente Antonino avrà
approfondito nel frequentare il Circolo San Luigi. Tra i suoi preferiti, come
pure tra i miei, c’erano i Santi giovani dei quali, alla sua epoca, erano più
diffuse le storie, anche per via di alcuni eventi ecclesiali a loro collegati:
san Gabriele dell’Addolorata, canonizzato nel 1920, e santa Teresa di Gesù
Bambino, beatificata nel 1925.
Sull’esempio
di quest’ultima, a 19 anni, lui formulò e soprattutto visse l’Atto di Offerta
all’Amore Misericordioso, cui aggiunse una supplica personale: morire tra i
venti e i ventuno anni. Anche a me, tempo fa, è accaduto qualcosa del genere:
leggendo alcune biografie per ragazzi delle vergini e martiri dei primi secoli,
ma anche di quelle più recenti, avevo espresso interiormente il desiderio di
morire a dodici anni. Adesso ne ho ventuno di più e, ripensando al mio passato,
mi pare di comprendere perché Dio mi abbia concesso un tempo terreno maggiore,
ad esempio, di quello trascorso dallo stesso fra Antonino.
La
sua offerta, inoltre, può essere riletta sotto due aspetti. Principalmente, in
spirito di emulazione della giovane santa carmelitana, ma ce n’è uno più
profondo, legato alla consacrazione tra i figli spirituali di san Pietro
Nolasco.
L’Ordine
mercedario, infatti, aggiunge un quarto voto ai tre tradizionali di povertà,
castità e obbedienza: dare la vita, se necessario, per salvare i cristiani sul
punto di rinnegare la fede, e quindi essere disposti a dare gioiosamente la
vita per loro, sul modello di Gesù.
Fra
Antonino, quindi, che aveva letto ben quattro volte la biografia di santa
Teresina, avrà probabilmente ravvisato un punto in comune tra la sua offerta e
quella prescritta dalle Regole dell’Ordine cui lui apparteneva.
Il
suo Vangelo
La
vita di fra Antonino, però, non è stata solo sofferenza, né fisica (per la
miopia e la tubercolosi) né morale (a causa delle prese in giro dei compagni di
gioco e delle calunnie da parte degli altri aspiranti cappuccini). Anche grazie
all’educazione ricevuta, lui aveva imparato ad accettare le pene più piccole,
per essere forte nel sopportare quelle più grandi. In tal modo, i suoi
connovizi hanno potuto ricordarlo sorridente e perfino capace di tirarli su di
morale con qualche barzelletta.
Se
poi qualcuno l’offendeva, cercava di reagire come si era ripromesso, scrivendo
nel suo diario:
Non voler essere insofferente dei difetti altrui, specialmente
commessi contro di te; anzi per questo, appunto, che il tuo fratello è caduto,
compatiscilo e fa’ per lui un atto interno di carità, mostrandoti con volto
gioviale.
Qui
sul Continente non penso che la sua storia sia granché conosciuta. Io ho
provato a rielaborarla, esprimendo in tal modo il mio grazie a Dio per averla
scoperta e impegnandomi a vivere ciò che da essa ho appreso.
Per
saperne di più
Remo Branca, Una gioventù bruciata – Vita di Antonino Pisano, San Paolo 1982, pp. 187.
La
prima delle biografie più recenti, con molte testimonianze anche da parte di
chi lo conobbe.
Elisabetta Atzeni, Il carisma e la spiritualità di fra Antonino Pisano, modello di santità,
2007.
Seconda
biografia moderna, che analizza maggiormente la spiritualità del giovane frate e
la storia dell’Ordine mercedario in Sardegna.
Entrambi
i testi e i santini con la preghiera per chiedere l’intercessione di fra Antonino
si possono richiedere a:
Basilica e Santuario di Nostra Signora di
Bonaria
piazza Bonaria 2
09100 Cagliari (CA)
tel. 070301747
o tramite il sito del Santuario
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