Madre Maria Giuseppa di Gesù Bambino, come una stella che guida a Betlemme
Un ritratto di madre Maria Giuseppa,
ricavato da un altro ritratto che a sua volta si rifà a una sua vera foto (fonte: sito della Delegazione di Nostra Signora degli Angeli, negli USA, delle sue suore) |
Chi è?
Barbara Micarelli nacque a Sulmona, in
provincia e diocesi de L’Aquila, il 3 dicembre 1845. Ancora bambina si trasferì
con la famiglia a L’Aquila, città d’origine dei genitori, Bernardino Micarelli
e Celestina Santini.
A vent’anni si ammalò, di un male non
chiaro secondo la medicina dell’epoca: attribuì la sua improvvisa ripresa all’intercessione
di san Giuseppe. Con la guarigione, le fu chiaro anche come dovesse spendere gli
anni che Dio ancora le concedeva: consacrarsi al servizio dei più abbandonati e
radunare attorno a sé altre donne che avessero il medesimo scopo. S’iscrisse
quindi al Terz’Ordine Francescano e iniziò a insegnare il catechismo alle
bambine povere.
Il 21 novembre 1870 lasciò, insieme
alla sorella Carmela, la casa paterna. Fu quindi raggiunta da altre compagne,
prima fra tutte Caterina Vicentini. Il 25 dicembre 1879, nella cappella delle
Suore della Compassione a Roma, ricevette l’abito francescano da padre Bernardino
da Portogruaro (il suo stesso saio) e assunse il nome di suor Maria Giuseppa di
Gesù Bambino.
Le Terziarie Francescane di Gesù
Bambino, come venne chiamato l’Istituto da lei fondato (dal 1965 il nome è
Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino), ebbero presto l’invito ad
aprire altre case.
Madre Maria Giuseppa fu a lungo
disprezzata e incompresa, sia dai superiori ecclesiastici, sia dalle sue stesse
consorelle. Estromessa dal governo dell’Istituto, fu inviata in Sardegna per
aprire una nuova casa, ma si ammalò nuovamente. Dal 1898 soggiornò a Roma,
ospite di una benefattrice, sperando continuamente di ricongiungersi alle altre
Terziarie.
Tuttavia, quando si presentò di fronte
alla casa di Santa Maria degli Angeli, vicino ad Assisi, la porta non le fu
aperta. Ormai in fin di vita, fu accolta dalle Suore Francescane Missionarie
(dette del Giglio): morì presso di loro, il 19 aprile 1909, perdonando e
benedicendo le sue figlie spirituali.
Il suo processo informativo diocesano è
stato aperto ad Assisi nel 1951. La sua “Positio super virtutibus” è stata
esaminata dai Consultori Storici della Congregazione delle Cause dei Santi il
30 novembre 2004 e dai Consultori Teologi il 23 gennaio 2009. I resti mortali
di madre Maria Giuseppa riposano dal 19 aprile 1926 nella cappella del Ritiro Sant’Antonio
a Santa Maria degli Angeli.
Cosa c’entra con me?
Verso la fine dello scorso mese di
ottobre, ho partecipato alle prove del coro per la Veglia Missionaria
diocesana. Dopo oltre due ore di canti, era venuto il momento di andare a casa.
Una suora, col velo marrone e il cordone francescano attorno alla vita, a un
certo punto ha chiesto se ci fosse qualcuno a cui servisse un passaggio verso
la stazione della metropolitana di via Moscova. Visto che la sede delle prove
era a Milano, ma da tutt’altra parte rispetto a quella fermata (che comunque
era più vicina a dove abito), ho colto l’occasione offerta da suor Cinzia,
questo il nome della religiosa.
Mentre eravamo in viaggio, le ho
chiesto il nome dell’Istituto o la congregazione di cui faceva parte. Quello
delle Francescane Missionarie di Gesù Bambino mi sembrava del tutto
sconosciuto, come anche quello della fondatrice. Ho subito controllato se ci
fosse una sua scheda sull’Enciclopedia
dei Santi, Beati e Testimoni e se fosse quantomeno decente: in effetti, lo
era. In ogni caso, pensavo che avrei comunque potuto dedicare un post a madre
Maria Giuseppa.
Agli Esercizi spirituali serali per i
giovani di Milano, ho ritrovato suor Cinzia, alla quale ho manifestato quella mia
idea. Mi ha quindi lasciato il suo numero di telefono, così da accordarci per
un appuntamento e perché potessi prendere qualche libro utile al mio scopo. Ci
siamo sentite e, lunedì 18 dicembre, mi sono diretta verso il pensionato
universitario tenuto dalle suore.
I ponderosi volumi che la suora mi ha
concesso di prendere, ma anche altri più leggeri, mi hanno mostrato cosa fosse
davvero successo alla sua fondatrice. Alcuni episodi mi hanno lasciata
interdetta: una suora le diede uno schiaffo solo perché era stata ripresa con
dolcezza, mentre la Superiora generale che le succedette, in un’altra
circostanza, le tirò uno zoccolo in faccia. Ed era semplicemente andata alla
portineria della casa perché qualcuno aveva chiesto di lei!
Per non parlare, poi, dell’estrema
umiliazione di non essere ricevuta dalle sue consorelle. Qualcuno vi ha
ravvisato un’attualizzazione dell’insegnamento sulla “perfetta letizia” di san
Francesco d’Assisi, nel punto in cui lui parla di come reagire se si venisse
messi alla porta dai propri fratelli di religione. A me ha fatto pensare a
questo, ma anche al trattamento analogo subito dal Beato Arsenio da Trigolo e alla condizione in cui fu tenuta la Venerabile Nazarena Majone.
Ma nella vita di madre Maria Giuseppa
non ci sono stati solo questi eventi spiacevoli. Di lei si raccontano l’estrema
umiltà, la maternità generosa con cui accoglieva le bambine rimaste orfane, la
fede con cui invitava a ricorrere alla Provvidenza divina, che puntualmente si
manifestava proprio quando suore e ospiti non avevano più nulla da mangiare.
Questi sono gli aspetti che più mi
hanno colpita, ma c’è un elemento che me la rende affine. Non ho avuto malattie
gravi, ma sono sopravvissuta a un principio d’ipotermia alla GMG di Colonia (qui
il racconto, a dieci anni di distanza). Dopo quel fatto, e altri che
sono seguiti, ho iniziato a chiedermi per quale ragione Dio mi abbia lasciata
in vita. Se madre Maria Giuseppa, anzi Barbara, l’ha afferrato, nel suo caso,
perché non può succedere anche a me?
Il suo Vangelo
Al di là delle prove fisiche e morali
per le quali madre Maria Giuseppa passò, dalla sua vicenda traspare un
messaggio d’amore, sempre. Era infatti convinta che non si può ricambiare del
tutto l’amore con cui Dio ci ama, però si può provare a farlo, amando Lui nel
prossimo. È per questo che lei ha voluto che uno dei pilastri del suo Istituto
– un tempo era un vero e proprio quarto voto – fosse la carità.
Nelle Regole lo presenta proponendo
alle sue figlie, anche a quelle di oggi, Gesù come lo videro i pastori e i
Magi, oltre, naturalmente, alla Madonna e a san Giuseppe:
Ora Gesù, che nascer volle Bambino,
per farsi amare e non temere, secondo s. Pier Crisologo, col suo onnipotente
soffio deve avvivare la fiamma del vostro amore, e della carità vostra
debb’essere il modello e l’esemplare.
Per questo mi viene da paragonarla
alla stella che, secondo il racconto del Vangelo secondo Matteo, guidò i Magi
dal Re che cercavano… anche se era probabilmente diverso da come se lo
aspettavano.
Per saperne di più
Suore
Francescane Missionarie di Gesù Bambino, Il fascino della carità. Barbara Micarelli,
Editions du Signe, Strasbourg 2004, pp. 24.
Un brevissimo opuscolo con i dati
fondamentali della sua storia.
Sr.
Maria Giuseppa di Gesù Bambino – Barbara Micarelli (a cura di Sr. Nelda M.
Pezzoni e P. Giovanni Boccali), Sono sempre in mezzo a voi,
Edizioni Porziuncola, Assisi 1991.
Primo di due volumi, contiene
l’edizione critica delle lettere e di altri scritti.
Sr.
Maria Giuseppa di Gesù Bambino – Barbara Micarelli (a cura di Sr. Nelda M.
Pezzoni e P. Giovanni Boccali), La Regola sia la mia voce,
Edizioni Porziuncola, Assisi 2000.
Il secondo volume riporta invece i
testi più propriamente legislativi.
Francescane
Missionarie di Gesù Bambino (a cura di Filippo M. Cavalleri), I
fioretti di Barbara Micarelli, Edizione Arti Grafiche Antica
Porziuncola, Cannara 2006.
Una raccolta di settanta episodi della
sua vita, tratti dai documenti del processo di beatificazione.
Tutti questi volumi non sono
reperibili nel circuito delle librerie, ma si possono richiedere alle Suore
Francescane Missionarie di Gesù Bambino.
Su Internet
Sito istituzionale generale delle Francescane Missionarie di Gesù Bambino
Sito della
Provincia Religiosa d’Italia delle suore
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