Quando i Santi vanno in televisione
Quasi
per ogni giorno del calendario c’è una Giornata speciale, a livello civile.
Oggi, per esempio, è la Giornata Mondiale della Televisione, o World Television
Day se si vuole essere più internazionali. È stata promossa dalle Nazioni Unite
nel giorno in cui, nel 1996, si tenne il primo Forum Mondiale della Televisione.
Negli anni trascorsi dallo sviluppo di questo mezzo, è capitato più di una volta che vi comparissero come ospiti o conduttori personaggi che, in seguito, sono stati proposti per la beatificazione e la canonizzazione (quindi il termine “Santi” presente nel titolo, con tanto di maiuscola, è un’evidente semplificazione).
Provo quindi a elencare quelli che mi sono venuti in mente in ordine sparso, pronta a rettifiche o integrazioni, spiegando in modo essenziale quale testimonianza hanno offerto tramite le loro presenze televisive.
Negli anni trascorsi dallo sviluppo di questo mezzo, è capitato più di una volta che vi comparissero come ospiti o conduttori personaggi che, in seguito, sono stati proposti per la beatificazione e la canonizzazione (quindi il termine “Santi” presente nel titolo, con tanto di maiuscola, è un’evidente semplificazione).
Provo quindi a elencare quelli che mi sono venuti in mente in ordine sparso, pronta a rettifiche o integrazioni, spiegando in modo essenziale quale testimonianza hanno offerto tramite le loro presenze televisive.
Alla
Benedizione Urbi et Orbi del 21 aprile scorso, domenica di Pasqua, papa
Francesco ha ricordato come settant’anni fa, proprio nella stessa ricorrenza,
venne per la prima volta trasmesso in televisione un discorso di un suo
predecessore. Era infatti stato papa Pio XII, il 17 aprile 1949, a parlare in
un intervento registrato, trasmesso dalla televisione francese.
Le
sue parole (qui in traduzione italiana) potrebbero suonare trionfalistiche, ma
noi oggi siamo abituati a vedere il Papa sui nostri schermi, anche nei suoi viaggi
apostolici. Mia madre, che era ragazzina quando la televisione è arrivata in
Italia, mi ha raccontato che sua nonna, ossia la mia bisnonna materna, si commosse
molto quando le accadde di vederlo con quel mezzo.
Peraltro,
a Pio XII si deve anche la proclamazione di santa Chiara d’Assisi a patrona della
televisione, con la Lettera apostolica del 14 febbraio 1957 (non so perché sul
sito della Santa Sede c’è solo in francese).
Servo di Dio
Enrico Medi, il divulgatore credente
Come
scrivevo nel post su di lui, il professor Enrico Medi conduceva il programma Avventure
nella scienza quando Piero Angela era un giovane corrispondente da Parigi e
Paco Lanciano, il fisico che spesso interviene in SuperQuark, era poco
più che un neonato. Un’altra sua trasmissione fu La Terra nostra dimora,
un corso di geofisica trasmesso nel 1967 (da cui è tratto il video sopra).
Cinque anni prima di morire, fu tra i consulenti ospiti in studio per commentare lo sbarco sulla Luna. Grazie alle sue competenze, poté anticipare quanto gli astronauti avrebbero visto dopo l’allunaggio. Nelle sue parole traspariva anche la meraviglia per essere partecipe di un evento realmente storico, che avrebbe avvicinato ancora di più gli uomini a un altro aspetto della Creazione.
Cinque anni prima di morire, fu tra i consulenti ospiti in studio per commentare lo sbarco sulla Luna. Grazie alle sue competenze, poté anticipare quanto gli astronauti avrebbero visto dopo l’allunaggio. Nelle sue parole traspariva anche la meraviglia per essere partecipe di un evento realmente storico, che avrebbe avvicinato ancora di più gli uomini a un altro aspetto della Creazione.
Venerabile
Mariano da Torino, l’evangelizzatore della tv italiana
Al
secolo Paolo Roasenda, già insegnante di Lettere a Tolmino, Pinerolo e Roma, l’11
gennaio 1911 vestì il saio tra i Frati Minori Cappuccini. Continuò a insegnare,
anche ai giovani frati, ma col tempo iniziò a dedicarsi alla predicazione.
Si
può dire che la sua missione televisiva sia iniziata insieme alle prime
trasmissioni sperimentali in Italia. Esordì infatti a mezzanotte del Natale
1953, anche se la sua prima rubrica, La posta di padre Mariano, iniziò l’ultima
domenica di gennaio 1955. Collaborò anche ad altri programmi all’estero. La sua
ultima trasmissione andò in onda il 7 marzo 1972: morì venti giorni dopo, per
un tumore all’esofago.
Venerabile Fulton Sheen, con gli evangelisti come autori
Padre
Mariano fu contemporaneo di questo vescovo americano la cui beatificazione [EDIT 05/07/2021] è stata rimandata a data da definirsi per varie questioni, comprese quelle relative alla traslazione delle sue spoglie. Anzi, in un libro che ho su di lui c’è una fotografia che li
ritrae entrambi.
Monsignor
Sheen iniziò il suo programma, trasmesso in syndication, nell’autunno
del 1951: il titolo era Life’s worth living, ossia «Vale la pena di
vivere», in onda alle otto di sera del martedì. Ogni apertura di trasmissione
lo vedeva andare verso una lavagna e tracciare le lettere JMJ, ovvero Jesus,
Mary, Joseph, in onore della Sacra Famiglia.
Nel
1953 vinse anche un Primetime Emmy Award come Miglior Personalità Televisiva.
La trasmissione si concluse nel 1957, ma in tutti quegli anni lui diede il
merito ai suoi autori, ovvero gli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Non
fu solo conduttore, ma fu anche invitato in alcuni programmi. In una puntata
del quiz What’s my line?, in cui i concorrenti dovevano indovinare l’identità
di un ospite misterioso, per rendere più divertente il gioco (o per complicarlo,
a seconda dei punti di vista) rispose… in francese! A dire il vero, altri
ospiti famosi parlavano in lingue straniere, a volte, per lo stesso scopo.
Nel
video che segue si può osservare la sua reazione divertita mentre gli altri cercano
di capire chi sia, specie quando risponde di andare ogni settimana in tv gratis.
Secondo il profilo presente sul sito lanciato in vista della sua beatificazione, celebrò anche la prima funzione religiosa mai trasmessa in televisione, anche se non è precisata la data. A dire il vero, il messaggio di papa Pio XII sopra citato menziona una Messa di Natale trasmessa da Notre Dame a Parigi nel Natale 1948, che secondo questo articolo è la prima Messa mai mostrata in televisione.
Venerabile Patrick
Peyton, o il Rosario fatto film tv
Padre Patrick Peyton, nato e cresciuto in Irlanda, si trasferì a diciott’anni negli Stati Uniti d’America. Il suo desiderio di fare fortuna nel settore immobiliare lasciò presto il posto alla vocazione religiosa, mai sopita del tutto. Entrò nella Congregazione della Santa Croce, ma si ammalò di leucemia. Il 31 ottobre 1939 si sentì guarito, dopo aver pregato a lungo e aver scoperto la Madonna sotto un’altra luce.
Ordinato
sacerdote il 15 giugno 1941, fu convinto che la sua guarigione fosse servita
per propagare la devozione mariana. Avviò quindi la prima Crociata del Rosario
nelle Famiglie, ma non gli bastava. Decise che avrebbe usato i mezzi di
comunicazione, a partire dalla radio.
Nel
1947 fondò la Family Theater Production, grazie alla quale realizzò film per la
televisione, mirati a un pubblico di famiglie. Il suo motto, infatti, era: «La famiglia
che prega unita, resta unita». L’aveva imparato dalla sua stessa famiglia, che
dopo il lavoro agricolo si riuniva per recitare il Rosario.
La
prima produzione fu The Triumphant Hour, a cui seguirono altri film, tra
i quali Hill Number One, che vede tra i suoi interpreti James Dean nel
ruolo dell’apostolo Giovanni. Padre Peyton produsse anche The Life of Christ,
una serie di film di mezz’ora dedicati ai misteri del Rosario, girati in
Spagna.
[Il paragrafo seguente è stato aggiunto il 05/07/2021]
Venerabile Uberto Mori, tra i primi a parlare di Medjugorje
Uberto Mori, industriale nel campo della ceramica e padre di famiglia, intuì il potenziale evangelizzatore del mezzo televisivo nell'epoca in cui, in Italia, nascevano le prime emittenti libere.
Rilevò quindi Antenna Uno, la cui programmazione aveva molti appuntamenti religiosi. Curò e condusse "Cieli aperti", un programma nel quale dedicò vari appuntamenti al fenomeno delle presunte apparizioni mariane a Medjugorje. Nel video sopra è riportata una sua intervista a padre Slavko Barbaric, risalente al 1987.
Santa Teresa di Calcutta, missionaria… anche dalla Carrà
Quanto a Raffaella Carrà, intervistata da Eugenio Arcidiacono per Famiglia Cristiana nel 2014, ha ricordato:
«Quella mattina,
appena entrata negli studi della Rai, mi dissero: “Oggi viene madre Teresa”.
Avevamo fatto una raccolta fondi per una casa famiglia che lei aveva inaugurato
a Roma, ma mai avrei pensato di averla nel mio programma. Quel giorno indossavo
un abito nero con le maniche trasparenti piuttosto vistoso e due bracciali
tempestati di Swarovski. Non ci fu tempo per cambiarmi e chissà cosa pensò
madre Teresa quando mi vide così agghindata... In più, parlava in inglese con
una voce molto flebile e io avevo il terrore di non capire nulla. Ricordo che
mi rivolsi al mio angelo custode: “Ti prego, aiuta questa povera disgraziata”.
Deve avermi ascoltato perché, non so come, compresi tutto ciò che mi disse. Ora
devo darmi da fare per incontrare papa Francesco. Se ci riuscirò, di sicuro non
mi presenterò con lo stesso look con cui mi ha vista madre Teresa».
Servo
di Dio Ettore Boschini, amico dei poveri… e di Mike Bongiorno
Nel
romanzo L’invadente, Emanuele Fant ricostruisce un’ospitata di fratel Ettore
in una trasmissione di Bongiorno, non ben precisata, preceduta da un’esibizione
in playback di Al Bano e Romina, che eseguono Ci sarà, il brano con cui
vinsero il Festival di Sanremo del 1984.
Non sono certa che sia davvero accaduto così, perché nella prefazione l’autore afferma di aver immaginato «il prima e il dopo» di un triste fatto di cronaca, l’uccisione di una donna da parte di un ex barbone aiutato dal religioso camilliano, «prendendo qualcosa dal vero».
Vero è, in effetti, il legame tra lui e il conduttore. Il video dopo il sottotitolo è tratto da una puntata di Superflash del 1985, programma condotto da Mike, anche se, scrive Loris Cantarelli, l’intervista è compiuta da Cesare Cadeo. Oltre a quella, ci sono state altre interviste, ad esempio per la televisione svizzera.
Roberto Allegri, autore di una biografia di fratel Ettore recentemente ripubblicata, riferisce che il conduttore aveva voluto che una percentuale del montepremi in gioco andasse ai poveri, anzitutto agli “amici” del camilliano. Solo dopo la sua morte, poi, i familiari hanno scoperto che lui stesso andava in incognito a trovarlo.
Fratel Ettore è quindi il secondo candidato agli altari con cui Mike Bongiorno ha avuto a che fare, dopo essere stato aiutato, durante la prigionia al carcere di San Vittore, dalla suora che fu definita “angelo” e “mamma” dei carcerati, la Beata Enrichetta Alfieri.
Non sono certa che sia davvero accaduto così, perché nella prefazione l’autore afferma di aver immaginato «il prima e il dopo» di un triste fatto di cronaca, l’uccisione di una donna da parte di un ex barbone aiutato dal religioso camilliano, «prendendo qualcosa dal vero».
Vero è, in effetti, il legame tra lui e il conduttore. Il video dopo il sottotitolo è tratto da una puntata di Superflash del 1985, programma condotto da Mike, anche se, scrive Loris Cantarelli, l’intervista è compiuta da Cesare Cadeo. Oltre a quella, ci sono state altre interviste, ad esempio per la televisione svizzera.
Roberto Allegri, autore di una biografia di fratel Ettore recentemente ripubblicata, riferisce che il conduttore aveva voluto che una percentuale del montepremi in gioco andasse ai poveri, anzitutto agli “amici” del camilliano. Solo dopo la sua morte, poi, i familiari hanno scoperto che lui stesso andava in incognito a trovarlo.
Fratel Ettore è quindi il secondo candidato agli altari con cui Mike Bongiorno ha avuto a che fare, dopo essere stato aiutato, durante la prigionia al carcere di San Vittore, dalla suora che fu definita “angelo” e “mamma” dei carcerati, la Beata Enrichetta Alfieri.
Avevo vaghissimi ricordi di almeno una puntata in cui don Oreste Benzi, fondatore dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e per il quale questo sabato si conclude la fase diocesana della causa di beatificazione, era stato invitato a esporre le proprie idee relative al mondo della prostituzione. Per lui, in realtà, era meglio parlare di “donne prostituite”, ma non sempre il suo parere veniva considerato.
Bisognerebbe chiedere alla Comunità Papa Giovanni se esiste un elenco preciso di tutte le volte che è stato ospite in televisione, sia a livello nazionale, sia, come nel caso qui sopra, in qualche televisione locale.
San Giovanni Paolo
II, al telefono da Bruno Vespa
Ho
aperto e chiudo con un Papa, anche se, a ben vedere, avrei dovuto considerare
anche i santi Giovanni XXIII e Paolo VI, ma sono comparsi in televisione solo
per quanto riguarda le dirette di qualche celebrazione (che, ripeto, oggi è
cosa scontata, ma fino al 1954, almeno qui in Italia, non lo era affatto).
La qualità del video è molto scarsa e per giunta è una citazione indiretta. La trasmissione precisa era, di nuovo, Porta a Porta, che nella puntata del 13 ottobre 1998 era dedicata ai vent’anni del pontificato wojtyliano.
La qualità del video è molto scarsa e per giunta è una citazione indiretta. La trasmissione precisa era, di nuovo, Porta a Porta, che nella puntata del 13 ottobre 1998 era dedicata ai vent’anni del pontificato wojtyliano.
Molto interessante questo articolo: ho visto per la prima volta il video di Madre Teresa da Raffaella Carrà qualche mese fa ed ero rimasta molto sorpresa da questa frammistione di personaggi. Di certo era molto bello quando in passato, i santi, della cui santità ancora in pochi erano coscienti,utilizzavano lo strumento televisivo per arrivare a tanti, a tutti.
RispondiEliminaN.B. Grazie per avermi fatto scoprire la trasmissione di Padre Mariano da Torino, spero di trovare altre puntate su YT...ce ne fossero ancora di così!
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