Un appello dal Brasile
Tra
i nuovi legami che ho stabilito dopo aver cambiato casa sette anni fa, c’è
quello con don Lorenzo Nacheli, della Fraternità della Speranza del Sermig,
nativo della mia stessa parrocchia. Quando torna a casa, non manca di
raccontarci come vive ora nella parrocchia che è stata affidata a lui e al
confratello don Simone Bernardi. Intitolata alla Madonna di Casaluce, si trova
a San Paolo del Brasile, nel quartiere centrale del Brás.
L'icona originale della Madonna di Casaluce (fonte) |
Don
Lorenzo, tra l’altro, ci aveva raccontato che quel titolo deriva da un’immagine
molto venerata in Campania, dalle parti di Aversa. Si tratta di una piccola icona,
alta trenta centimetri e larga ventidue, dipinta su legno di tiglio. Il tipo
iconografico è quello dell’Odigitria, ossia “colei che mostra la via”: infatti
Maria, con la mano destra, indica il Bambino Gesù che tiene in braccio, in
atteggiamento benedicente. Dal 15 giugno al 15 ottobre viene portata in processione
ad Aversa, dove resta fino al 15 giugno successivo, quando torna all’Abbazia Santuario di Casaluce.
Alla
fine del XIX secolo, alcuni emigrati da Casaluce, sbarcati al porto brasiliano di
Santos, decisero di stabilirsi a San Paolo. La loro devozione favorì la
costruzione di una cappella, intitolata appunto alla Madonna di Casaluce. Solo
settant’anni più tardi venne eretta la parrocchia. Come spesso accade, la festa
in suo onore, che cade l’ultima domenica di settembre e ha visto finora
centodiciannove edizioni, divenne il mezzo per rinsaldare il rapporto con le
proprie radici, concretizzate nell’antica icona.
Don Lorenzo e don Simone, che già risiedevano all’Arsenale della Speranza di San Paolo, nel febbraio 2016, ossia pochissimo dopo l’ordinazione sacerdotale, hanno ricevuto dal cardinal Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, il compito di guidare la parrocchia. Da allora anni trascorsi hanno cercato di ricostituire la comunità cristiana cattolica – ormai nel quartiere abitano solo persone di origine boliviana – in mezzo a varie chiese neopentecostali che, col miraggio del successo e della ricchezza, attirano molti più fedeli.
Lascio ora la parola a don Lorenzo e a don Simone, tramite parte della lettera che hanno inviato per far conoscere il loro progetto. Grassetti e corsivi sono come in originale; ho solo corretto alcuni piccoli errori di battitura.
Don Lorenzo e don Simone, che già risiedevano all’Arsenale della Speranza di San Paolo, nel febbraio 2016, ossia pochissimo dopo l’ordinazione sacerdotale, hanno ricevuto dal cardinal Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, il compito di guidare la parrocchia. Da allora anni trascorsi hanno cercato di ricostituire la comunità cristiana cattolica – ormai nel quartiere abitano solo persone di origine boliviana – in mezzo a varie chiese neopentecostali che, col miraggio del successo e della ricchezza, attirano molti più fedeli.
Lascio ora la parola a don Lorenzo e a don Simone, tramite parte della lettera che hanno inviato per far conoscere il loro progetto. Grassetti e corsivi sono come in originale; ho solo corretto alcuni piccoli errori di battitura.
Fonte |
Nel 2020, questa piccola, ma storica comunità compirà 120
anni di fondazione e 50 di parrocchia. Cosa fare? Come celebrare, di fronte ad una
tradizione senza più radici e surclassati da «guaritori» a caccia di fedeli? A
noi le “guerre religiose” non piacciono, ma nello stesso tempo non possiamo
cedere. Sentiamo che la parrocchia di Casaluce è come un presidio della presenza Cattolica nel centro della città di San
Paolo.
Abbiamo deciso di puntare sulla bellezza, la tenerezza,
la maternità di Maria e la bontà del Cristo. Abbiamo desiderato per la nostra
chiesa, e per il cuore di chi la frequenta, un abito nuovo. L'edificio, nella
sua versione attuale, non è mai stato ristrutturato sin dalla sua costruzione,
negli anni 1970. Maria di Casaluce – Colei che indica la via – ci ha suggerito
il Cristo che, con la sua resurrezione, mostra il cammino della Gerusalemme
Celeste, dove nessuno sarà giudicato un estraneo. Al centro del presbiterio, ci
sarà dunque l’immagine del Risorto che dona linfa sempre nuova all’albero della
Vita (nel manifesto, a titolo di esempio,
l’immagine del nuovo affresco che vorremmo realizzare).
In questa prima tappa della ristrutturazione saranno rimessi a
nuovo, oltre che le pareti e le immagini del presbiterio e della Via Crucis, anche
l’impianto elettrico, quello di illuminazione e di amplificazione, ma i nostri
sogni non finiscono qui. In una prossima tappa vorremmo dare un volto nuovo anche
alla facciata: oggi, chi transita per la Rua Caetano Pinto nemmeno fa caso alla
presenza di una chiesa, anonima tra gli altri edifici. Abbiamo bisogno di una chiesa che sembri
immediatamente tale, un punto di sosta e di ristoro incastonato tra le attività
commerciali e il rumore incessante del passaggio dei veicoli. Un’ulteriore
tappa sarà renderla sicura con un nuovo impianto di protezione contro gli
incendi.
Le
offerte devono arrivare tramite bonifico intestato a:
Associazione
SERMIG RE.TE PER LO SVILUPPOIntesa San Paolo
Filiale accentrata Terzo Settore
IBAN IT29P0306909606100000001481 BIC BCITITMM
Causale: “PARROCCHIA CASALUCE”.
Per ulteriori informazioni potete scrivere all’indirizzo casaluce @ casaluce.com.br (togliendo gli spazi, ovviamente) o visitare la pagina Facebook della parrocchia di Nostra Signora di Casaluce.
Gli
amici dei missionari del Sermig sono già a conoscenza di questa iniziativa, ma
mi sento di appoggiarla, per quello che posso.
Insieme
all’antica icona vennero portate da Ruggiero Sanseverino, a Napoli e poi a Casaluce,
anche due anfore o idrie: leggenda vuole che si trattasse di due delle sei che contennero
l’acqua diventata vino alle nozze di Cana. Come in quel caso, spero che il
miracolo si compia, tramite la collaborazione di tanti servi che faranno ciò che
il Signore ha detto loro, come indica ancora la Madonna, a Casaluce, a San
Paolo e in tanti altri santuari nel mondo.
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