Suor Tecla Merlo: fiducia in Dio e nei mezzi per dare il Vangelo
Teresa Merlo nacque a Castagnito d’Alba il 20
febbraio 1894. Sognava di farsi religiosa, ma, non potendo riuscirci a causa
delle sue condizioni di salute, apprese il mestiere di sarta e aprì un
laboratorio tutto suo.
Il 15 giugno 1915 incontrò, nella sacrestia della
chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alba, un sacerdote, don Giacomo Alberione, che l’aveva
mandata a chiamare per proporle di aprire in quella città un laboratorio di
cucito. Quel luogo, col passare del tempo, divenne un negozio di libri e di
oggetti religiosi, nonché di lezioni di catechismo. Il popolo prese a chiamare
le giovani che vi lavoravano “Figlie di San Paolo”, a motivo delle immagini
dell’Apostolo che sovrastavano le varie sezioni del laboratorio; nel frattempo,
don Alberione le preparava alla vita religiosa.
Il 22 luglio 1922 alcune delle ragazze emisero i
voti perpetui privati: la loro superiora fu Teresa, che aveva assunto il nuovo
nome di Tecla, come la vergine attratta dagli insegnamenti di san Paolo.
Accompagnò i primi tempi della nascente congregazione in obbedienza al
Fondatore e agli insegnamenti della Chiesa, attenta in particolare ai mezzi con
cui portare il Vangelo agli uomini del nuovo secolo.
Morì ad Albano Laziale il 5 febbraio 1964, a
causa di uno spasmo cerebrale, di cui soffriva da otto mesi. Papa Giovanni
Paolo II l’ha riconosciuta Venerabile il 22 gennaio 1991.
I suoi resti mortali riposano nella cripta del
Tempio di Maria Regina degli Apostoli a Roma.
Cosa
c’entra con me?
Negli
anni dell’infanzia, durante le mie vacanze napoletane, avevo iniziato a
collezionare i libri della collana Fiori
di Cielo, biografie di santi per ragazzi. Li trovavo in prevalenza nelle
librerie annesse ai santuari mariani che frequentavo più spesso, ma, una volta
acquistati tutti quelli che erano lì disponibili, non sapevo dove prenderne
altri. Una mia cugina, impegnata in parrocchia come catechista, mi fece
presente che a Napoli c’era la libreria delle Paoline, dove probabilmente avrei
trovato i volumi che mi mancavano per completare la collezione.
Ricordo
vagamente di essermi stupita per aver trovato, dietro il bancone della cassa,
una suora, non una commessa laica. Evidentemente, devo esserle risultata così
simpatica che lei pensò bene di farmi dei regali: due piccoli libri, Tecla e L’uomo venuto dal futuro, presentandomeli come le storie dei loro
Fondatori. La prima impressione non fu delle migliori, dato che presto li
accantonai, forse perché credevo che le vite degne di essere lette e imitate
fossero unicamente quelle dei Santi canonizzati; dopotutto, avevo sì e no dieci
anni.
L’uscita
del fumetto Il segreto dei quattro codici,
allegato a Il Giornalino, mi fu
invece molto più gradita e vi ritrovai i due medesimi personaggi di cui la
suora mi aveva accennato: don Giacomo Alberione e suor Tecla Merlo, la
confondatrice delle Figlie di San Paolo, meglio note come Paoline, cui quella
singolare commessa apparteneva.
Parecchi
anni dopo, ormai cresciuta, mi sono resa conto che le Paoline avevano una
libreria anche nella mia città, anzi, vi si trova proprio il centro della loro
attività editoriale. Tuttavia, non ci ero mai stata: frequentavo più spesso la
libreria San Paolo, perché più vicina a casa mia e all’università.
Per
smuovermi dalla mia pigrizia ci volle la notizia della lavorazione di Voglio essere profumo. Scoprire che
quelli della GPG Film avevano finalità decisamente simili a quelle che mossero don Alberione a
tentare l’apostolato del cinema mi suggerì di trasformarmi nell’ “ufficio
preghiera” della produzione, ossia di chiedere a quanta più gente possibile di
pregare per la buona riuscita, non solo tecnica, di quell’opera
cinematografica. Sapevo bene da chi cominciare: dalle suore Pie Discepole del
Divin Maestro, anzitutto, proprio come fece quello che i Paolini chiamano
“Primo Maestro” (suor Tecla, invece, è detta “Prima Maestra”).
Poco
dopo, il giorno prima di compiere venticinque anni, mi sono diretta in via
Paolo Uccello, dove le Paoline hanno la loro casa milanese. L’accoglienza che
mi fece la superiora, suor Emilia, fu migliore del previsto, dato che non avevo
nemmeno telefonato per annunciare il mio arrivo.
Nei
mesi successivi le ho spesso scritto, per comunicarle i passi avanti nella
lavorazione e presentarle meglio la storia che stava alla base del progetto.
Naturalmente, appena sono riuscita ad accaparrarmi il DVD, l’ho portato da
loro, per avere un’opinione soprattutto circa il modo in cui il messaggio
evangelico era trasmesso.
Tra
la mia prima visita e quella in cui ho prestato il film ce n’è stata un’altra,
durante la quale suor Emilia mi ha presentato un’altra ragazza molto
interessata al carisma paolino, Veronica. Le supposizioni che avevo maturato
appena l’avevo sentita parlare si sono presto verificate: la mia nuova amica
stava per entrare nelle loro fila come postulante. Insieme a lei, ho visitato
la sede della Paoline Editoriale Libri, meravigliandomi del numero di persone
che vi faticano anche in tempi difficili come il nostro.
Questo
è stato uno dei motivi per cui ho tanto insistito per andare a visitare,
durante il mio pellegrinaggio a Roma della scorsa Pasqua,
il Tempio di Maria Regina degli Apostoli, situato a circa mezz’ora (ma Google
Maps dava un tempo molto inferiore!) dall’albergo dove alloggiavo. Volevo
affidare a don Alberione e alla sua principale collaboratrice nell’apostolato
delle edizioni non solo le suore, ma anche tutti i collaboratori laici
(grafici, scrittori, correttori di bozze...), con la speranza di poter essere,
un giorno, come loro.
Più nel dettaglio, ciò che mi rende affine a Maestra Tecla è la tenacia nel propagandare le mille forme che il Vangelo assume nel e per il mondo di oggi. Ho avuto un assaggio di quei primi, pionieristici tentativi tramite un libro che mi è stato spedito da suor Mercedes, responsabile dell’Archivio Storico della congregazione, quando le avevo chiesto delucidazioni circa la devozione del Primo Maestro a san Giuseppe, per evitare di commentare in maniera sbagliata un articolo della mia collega blogger Lucyette.
Ne
ho avuto ulteriore conferma leggendo e sintetizzando la biografia di Vittorio Tannozzini, un bambino di Acquapendente (VT)
che ricevette la visita delle Paoline durante un
giorno di scuola e da loro acquistò un libro su san Gabriele dell’Addolorata.
Devotissimo alla Passione di Gesù, avrebbe tanto desiderato un “Crocifisso
color carne”, come uno di cui aveva letto su Famiglia Cristiana, ma ai tempi la Società San Paolo non era così
attrezzata come adesso.
Anche
in me, senza saperlo, l’operato delle suore aveva fatto presa, leggendo i Fiori di Cielo. In particolare,
apprezzavo i volumetti che avevano come autrice una certa Elena Bergadano,
tanto da sperare, un giorno, di avere la sua medesima abilità stilistica nello
spendere il talento per la scrittura. Quando mi si sono aperte davanti le mille
possibilità di Internet, ho pensato bene di provare a cercare i suoi contatti.
Nella migliore delle ipotesi, mi resta solo la preghiera: pochi mesi prima
della mia ricerca lei, che era una Paolina e in religione aveva assunto il nome
di suor Paola, era morta a causa di un tumore. Tra l’altro, ha vissuto a lungo
a Milano...
Ogni
volta che torno a trovare suor Emilia e consorelle, come anche quando passo per
la libreria di Napoli, e quando leggo su Facebook
di come Veronica, ormai suora di primi voti, procede con il suo apostolato,
rinnovo il mio personale impegno a pregare per loro. Dal canto mio, cerco di
far sì che quanto produco su queste pagine e ancor prima, nella mia vita,
contribuisca a far conoscere che Dio si fa vicino agli uomini anche coi mezzi
meno probabili all’apparenza, il primo dei quali (ancor prima del computer,
della penna, del cinema...) sono io stessa.
Per
concludere, una curiosità, della quale ho fatto partecipe Filippo de La Luce in sala:
nel film Mater Dei, diretto dal
Paolino don Emilio Cordero, entrambi i fondatori delle Figlie di San Paolo hanno
delle piccolissime parti.
Il
suo Vangelo
Maestra
Tecla, di cui oggi ricorrono i centoventi anni dalla nascita, non può,
tuttavia, essere ridotta all’attività esteriore e ai numerosi viaggi
propagandistici e per visitare le comunità paoline in formazione. Imparando da
san Paolo, capì che la radice di ogni apostolato, incluso quello affidato da
don Alberione alle sue figlie e a ogni donna associata allo zelo sacerdotale
(per citare il titolo di una sua opera)
risiede in Colui che dà la forza tramite la Sua presenza in tutti i Tabernacoli
del mondo.
Solo a partire da Lui poteva incoraggiare le sue consorelle, durante i tempi della
seconda guerra mondiale:
Ci sentiamo piccole di fronte al gran bene da fare e vediamo la nostra insufficienza. Ma con noi c’è il Signore: “Non temete: io sono con voi” è scritto in tutte le nostre cappelle. Coraggio, quindi, fidiamoci di Dio!
Se
lei ci è riuscita, come hanno confermato le autorità ecclesiastiche
riconoscendo l’eroicità delle sue virtù, possono almeno provarci tutti quelli
che si affidano alla sua intercessione.
Per
saperne di più
Tecla Merlo (cur. Mercedes Mastrostefano),
Semi di sapienza. Per il cristiano d'oggi, Paoline Editoriale Libri 2005, pp.
192, € 7,00
Antologia di pensieri tratti dalle conferenze e dalle lettere circolari destinate alle Figlie di San Paolo.
Antologia di pensieri tratti dalle conferenze e dalle lettere circolari destinate alle Figlie di San Paolo.
Mercedes
Mastrostefano (cur.), Don Alberione.
Piccole storie quotidiane, Paoline Editoriale Libri 2006, € 6,00.
Alcuni
aneddoti contenuti in questo testo provengono dai ricordi stessi di Maestra
Tecla.
Maria Luisa De
Blasi, Il mio nome è Tecla. Vita e
ritratto di Teresa Merlo, Paoline Editoriale Libri 2008, pp. 320, € 18,00
Una
biografia a tutto tondo, che ricostruisce la maturazione della sua personalità
attraverso fonti documentarie.
Gabriella Collesei, Venerabile Tecla Merlo – Mille vite per il
Vangelo, Velar-Elledici 2014,
pp. 52, € 3,50.
Riedizione
di un fortunato opuscolo che ha contribuito a farla conoscere in poche ma dense
pagine.
Su
Internet
Sito ufficiale curato dalle Figlie di San Paolo
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