Gianna Beretta Molla, o la gioia nel dono di sé
Chi
è?
Cosa
c’entra con me?
Michele Aramini, Santa Gianna Beretta Molla, Velar-Elledici 2005, pp. 47, € 3,50.
Agile biografia ideale per un primo approccio alla sua spiritualità.
Santuario della Famiglia di Mesero
Giovanna Francesca, figlia di Alberto
Beretta e Maria De Micheli, nacque a Magenta il 4 ottobre 1922. Formatasi nella
fede grazie all’Azione Cattolica, nel 1950 aprì un ambulatorio medico a Mesero,
presso Magenta (MI), dopo essersi laureata in Medicina e Chirurgia. Fidanzatasi
con l’ingegner Pietro Molla, divenne sua moglie il 24 settembre 1955.
Madre di tre figli, durante la quarta
gravidanza fu colpita da un fibroma all’utero. Il suo desiderio di preservare
la vita del nascituro fu da lei espressa al marito con queste parole: «Se
dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo –
il bimbo. Salvate lui». Morì il 28 aprile 1962, una settimana dopo aver dato
alla luce Gianna Emanuela, la sua quarta figlia.
Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata
Beata il 24 aprile 1994 e Santa il 16 maggio 2004. La sua memoria liturgica cade il 28 aprile, giorno della sua nascita al Cielo, mentre i suoi resti mortali sono venerati presso la cappella funeraria della famiglia Molla, nel cimitero di Mesero.
Credo che santa Gianna sia stata la prima
figura esemplare dei tempi moderni di cui mi sia capitato di sentir parlare.
Fino ad allora, credevo che i santi si limitassero solo a quelli vissuti a
parecchi anni, se non secoli, di distanza da me.
Il mio primo incontro con lei è avvenuto durante una lezione di Religione, alle scuole elementari, quando una mia compagna mi regalò una sua immaginetta. Riproduceva l’arazzo che è stato appeso alla facciata della Basilica di San Pietro il giorno in cui è stata iscritta fra i Beati; è l'immagine che ho messo dopo il titolo.
Mi venne spontaneo pregarla da subito e chiederle di accompagnarmi verso la mia Prima Comunione, che sarebbe avvenuta circa un mese dopo la beatificazione. Passato l’entusiasmo del momento, quasi mi dimenticai di lei.
Nel 2004 non ero ancora molto interessata ai grandi eventi diocesani ed ecclesiali, quindi, se non fosse stato per il mio parroco, non avrei neppure saputo della sua canonizzazione. Al pellegrinaggio proposto dal mio Decanato per la chiusura del mese di maggio di quell’anno, non a caso, furono scelti dei testi tratti dalle riflessioni della nostra nuova santa, ma non mi lasciarono una grande impressione.
In generale, non avevo mai approfondito la sua esperienza di fede e mi limitavo a ricordarla come colei che volle far nascere suo figlio (non sapevo neppure che si trattava di una femmina) a discapito della propria esistenza.
Una pubblicazione a dispense della DeAgostini, Il Dizionario dei Santi e dei Beati, uscita proprio nell’anno del suo ingresso fra gli esempi ufficialmente sanciti dalle autorità competenti, mi aiutò a far luce sugli aspetti che non conoscevo. Anche un opuscolo che avevo trovato nella sala d’aspetto del mio medico di famiglia mi diede una mano. Ho letto, quindi, del suo impegno in Azione Cattolica e nelle Conferenze di San Vincenzo, ma a farmela sentire vicina fu un altro aspetto: la ricerca della propria vocazione.
Non tutti sanno, immagino, che Gianna voleva partire come missionaria laica in Brasile, per aiutare materialmente suo fratello, padre Alberto, cappuccino. Non si stancò di pregare e far pregare per quest’intenzione e, nel 1954, si recò in pellegrinaggio a Lourdes per chiedere aiuto alla Madonna. I consigli del direttore spirituale e di altre persone, alla fine, le fecero comprendere che in una famiglia “veramente cristiana”, come diceva lei, avrebbe trovato la via per farsi santa. L’8 dicembre di quell’anno, alla Prima Messa del cappuccino padre Lino Garavaglia, incontrò per la prima volta Pietro, il suo futuro sposo.
Tornando a me, oggi più che mai, tenuta conto anche la ricorrenza del cinquantesimo anniversario dalla sua nascita al Cielo, sento di aver bisogno dell’intercessione di santa Gianna. A lei affido tutte le giovani in ricerca, le madri in difficoltà e le famiglie che si preparano all’ormai imminente Incontro Mondiale Family 2012.
Il suo Vangelo
Il tratto per cui santa Gianna è maggiormente ricordata – l’ho fatto anch’io – è il dono della sua vita per far nascere Gianna Emanuela. Non mi sembra corretto, però, ridurla al gesto eroico: spese tutta la sua esistenza per il prossimo, negli ambiti che ho già ricordato. Lo fece nella gioia, come lei stessa lasciò scritto:
Il mio primo incontro con lei è avvenuto durante una lezione di Religione, alle scuole elementari, quando una mia compagna mi regalò una sua immaginetta. Riproduceva l’arazzo che è stato appeso alla facciata della Basilica di San Pietro il giorno in cui è stata iscritta fra i Beati; è l'immagine che ho messo dopo il titolo.
Mi venne spontaneo pregarla da subito e chiederle di accompagnarmi verso la mia Prima Comunione, che sarebbe avvenuta circa un mese dopo la beatificazione. Passato l’entusiasmo del momento, quasi mi dimenticai di lei.
Nel 2004 non ero ancora molto interessata ai grandi eventi diocesani ed ecclesiali, quindi, se non fosse stato per il mio parroco, non avrei neppure saputo della sua canonizzazione. Al pellegrinaggio proposto dal mio Decanato per la chiusura del mese di maggio di quell’anno, non a caso, furono scelti dei testi tratti dalle riflessioni della nostra nuova santa, ma non mi lasciarono una grande impressione.
In generale, non avevo mai approfondito la sua esperienza di fede e mi limitavo a ricordarla come colei che volle far nascere suo figlio (non sapevo neppure che si trattava di una femmina) a discapito della propria esistenza.
Una pubblicazione a dispense della DeAgostini, Il Dizionario dei Santi e dei Beati, uscita proprio nell’anno del suo ingresso fra gli esempi ufficialmente sanciti dalle autorità competenti, mi aiutò a far luce sugli aspetti che non conoscevo. Anche un opuscolo che avevo trovato nella sala d’aspetto del mio medico di famiglia mi diede una mano. Ho letto, quindi, del suo impegno in Azione Cattolica e nelle Conferenze di San Vincenzo, ma a farmela sentire vicina fu un altro aspetto: la ricerca della propria vocazione.
Non tutti sanno, immagino, che Gianna voleva partire come missionaria laica in Brasile, per aiutare materialmente suo fratello, padre Alberto, cappuccino. Non si stancò di pregare e far pregare per quest’intenzione e, nel 1954, si recò in pellegrinaggio a Lourdes per chiedere aiuto alla Madonna. I consigli del direttore spirituale e di altre persone, alla fine, le fecero comprendere che in una famiglia “veramente cristiana”, come diceva lei, avrebbe trovato la via per farsi santa. L’8 dicembre di quell’anno, alla Prima Messa del cappuccino padre Lino Garavaglia, incontrò per la prima volta Pietro, il suo futuro sposo.
Tornando a me, oggi più che mai, tenuta conto anche la ricorrenza del cinquantesimo anniversario dalla sua nascita al Cielo, sento di aver bisogno dell’intercessione di santa Gianna. A lei affido tutte le giovani in ricerca, le madri in difficoltà e le famiglie che si preparano all’ormai imminente Incontro Mondiale Family 2012.
Il suo Vangelo
Il tratto per cui santa Gianna è maggiormente ricordata – l’ho fatto anch’io – è il dono della sua vita per far nascere Gianna Emanuela. Non mi sembra corretto, però, ridurla al gesto eroico: spese tutta la sua esistenza per il prossimo, negli ambiti che ho già ricordato. Lo fece nella gioia, come lei stessa lasciò scritto:
Noi comprendiamo che la gioia viene da Gesù; con Gesù
nel cuore portiamo la gioia. Il segreto della felicità è di vivere momento per
momento e di ringraziare il Signore per tutto ciò che Egli nella sua bontà ci
manda.
Bene ha scelto, quindi, chi si è occupato
di stabilire le letture proprie della sua memoria liturgica, il brano di Vangelo
riportato in Mt 16, 24-28. Santa Gianna ha perso la vita agli occhi del mondo,
ma era consapevole che, di fronte a Dio, tale perdita era un guadagno.
Per
saperne di più (aggiornato 28/04/2020)
AA.
VV., Voci di Chiesa per santa Gianna,
Centro Ambrosiano 2004, € 5,50.
Raccolta di testi in cui gli Arcivescovi di
Milano e i Papi che portarono avanti il suo processo canonico, oltre a molti
fedeli, si esprimono circa la sua esemplarità.
Michele Aramini, Santa Gianna Beretta Molla, Velar-Elledici 2005, pp. 47, € 3,50.
Agile biografia ideale per un primo approccio alla sua spiritualità.
Pietro Molla, Elio Guerriero, Santa Gianna Beretta Molla, San Paolo, 3ª edizione marzo 2012, pp. 128, € 10,00.Biografia divulgativa più completa.
Pietro Molla, Gianna
Beretta Molla (a cura di Elio Guerriero), Lettere, San Paolo 2012, pp. 304, € 15,00.
Epistolario fra Gianna e Pietro, dal fidanzamento in poi. Inizialmente erano state edite solo le lettere di Gianna, ma dopo la morte del suo sposo sono state incluse anche quelle scritte da lui.
Tiziano Sangalli, Gianna Beretta Molla - Ecco perché è santa, San Paolo 2016, pp. 240, € 14,50.
Volume con le testimonianze di chi l'ha conosciuta, curato dal primo rettore del Santuario della Famiglia di Mesero.
Su Internet
Santuario della Famiglia di Mesero
Da ieri esiste un altro motivo per cui santa Gianna c’entra qualcosa con me: ho partecipato ad una serata di testimonianza con ospite sua figlia Gianna Emanuela. La signora ha presentato la storia di sua madre, ricordando anche suo padre, con umiltà e in spirito di rendimento di grazie, senza un briciolo di arroganza. Inoltre, mediante il moderatore della serata, ho potuto rivolgerle una domanda, a cui ha risposto con cortesia ed esaustività.
RispondiElimina