Squarci di testimonianze # 5: l’unzione di padre Joseph Terra
Da sinistra: padre Kenneth Walker FSSP, il Vescovo di Phoenix Thomas J. Olmsted e padre Joseph Terra FSSP, foto senza data (fonte) |
Due giorni fa, mentre davo
un’occhiata alle ultime notizie tramite Facebook, ho notato questo post della collega blogger Lucia detta Lucyette,
sulla fanpage del suo Una penna spuntata:
La prima reazione è stata, ovviamente, quella di pregare per entrambi i preti, aggrediti nei locali della parrocchia “Mater Misericordiae” di Phoenix, in Arizona, intorno alle 21 dell’11 giugno scorso: padre Kenneth Walker, ventottenne, ordinato due anni fa e ucciso a colpi di arma da fuoco, e padre Joseph Terra, di cinquantanove anni, sacerdote dal 1989.
Il secondo pensiero era pieno di
rammarico perché dovevo allungare ancora la lista di giovani sacerdoti
strappati alle loro parrocchie da incidenti, malattie o, come in questo caso,
omicidi, per i quali ho scritto o vorrei scrivere un post o un profilino
biografico.
La vera notizia, come faceva notare
Lucyette, non è tanto la tragica fine di padre Kenneth, che i suoi parrocchiani
ed ex compagni di studi ricordano come gentile, caritatevole (quando c’era
maltempo, apriva la sua chiesa ai senzatetto, come dichiarato qui)
nonché, come insegna il carisma della Fraternità Sacerdotale San Pietro, cui
apparteneva, profondamente rispettoso verso l’Eucaristia, sentimento che
mostrava specialmente nella celebrazione della Messa secondo la forma
straordinaria del Rito Romano. Ci tengo a precisare che la Fraternità, come
leggo dal sito ufficiale del suo Distretto statunitense, è
in piena comunione con Roma.
Ciò che ha destato l’attenzione di Lucia e anche la mia è, invece, il fatto che padre Joseph, benché malridotto dai
suoi aggressori (è tuttora in ospedale, in condizioni stabili), abbia avuto la
forza d’impartire l’Estrema Unzione al suo giovane confratello moribondo. L’accaduto
è stato confermato da padre Fred Adamson, vicario generale e moderator curiae della Diocesi di Phoenix, nel corso di una
conferenza stampa, come riporta il sito d’informazione della Diocesi The Catholic Sun nell’articolo da cui ho tratto la foto in apertura.
In questi tempi dove si parla tanto
di misericordia, penso valga la pena di riscoprire i gesti attraverso cui essa
si manifesta al popolo di Dio: i Sacramenti, lasciati da Gesù stesso come segni
della Sua vicinanza a tutti. Nel caso del giovanissimo sacerdote, l’Unzione è
stata davvero l’ultima, ma ci sono davvero tanti ammalati che, a volte
sostenuti dalle loro famiglie, la rifiutano quando sono prossimi alla morte o
in condizioni gravi. Personalmente, trovo molto triste che venga disprezzata,
in nome di chissà quale scaramanzia, un’azione efficace della grazia come questa.
Mi unisco quindi – e chiedo di farlo
anche a voi lettori – alle preghiere in suffragio dell’anima di padre Kenneth,
per la pronta guarigione di padre Joseph e per i loro parrocchiani e amici in
lutto. Non per questo intendo essere tacciata di simpatie tradizionaliste nel
senso deteriore del termine: dopotutto, san Paolo insegna (cfr. 1Cor 12,26) che se un membro
della Chiesa soffre, tutti soffrono con lui.
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