Luigi Gonzaga: tra coraggio e purezza

Statua di san Luigi Gonzaga
 presso l’altare maggiore

della chiesa di Milano a lui dedicata
 (fonte: santino preso lì)
Chi è?

Luigi nacque a Castiglione delle Stiviere, oggi in provincia di Mantova, il 9 marzo 1568, figlio del marchese Ferrante Gonzaga e di donna Marta Tana. Ricevette un’educazione simile a quella dei suoi pari, incluse alcune nozioni militaresche fin da bambino.
A dieci anni venne inviato alla corte del granduca di Toscana e, successivamente, in Spagna da re Filippo II. Durante il suo soggiorno a Firenze, fece voto alla Madonna, venerata nella chiesa della Santissima Annunziata, della propria perpetua verginità. Il 22 luglio 1580 ricevette la sua Prima Comunione dalle mani di san Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, in visita pastorale presso la diocesi di Brescia, di cui Castiglione faceva parte all’epoca.
Intensificando la sua relazione con Dio a discapito di quelle mondane cui il padre lo obbligava, comprese di doversi consacrare a Lui in qualche Istituto religioso. Alla fine scelse la Compagnia di Gesù per la stretta osservanza della Regola cui i membri sono tenuti e perché, nella solennità dell’Assunta 1583, mentre pregava dopo aver ricevuto la Comunione presso la chiesa dei Gesuiti di Madrid, avvertì un richiamo interiore a entrare nelle loro schiere.
Dopo due anni di opposizione da parte paterna, ottenne di poter rinunciare all’eredità e al titolo di marchese. Il 25 novembre 1585, quindi, Luigi entrò in noviziato e due anni dopo emise i voti religiosi. Tra novembre e marzo 1587-’88 ricevette gli ordini minori. Su richiesta della madre, dovette tornare per un breve periodo a Castiglione, per riappacificare il fratello Rodolfo con il cugino Vincenzo, duca di Mantova.
Tornato a Roma per riprendere gli studi teologici, s’impegnò nell’assistere gli ammalati durante l’epidemia di tifo petecchiale che colpì la città. Nonostante gli fosse stato raccomandato di non accostarsi ai casi contagiosi, si caricò uno di essi sulle proprie spalle, gesto che gli costò la vita. Morì il 21 giugno 1591, tra le due e le tre di notte, all’età di ventitré anni, tre mesi e undici giorni.
Il 19 ottobre 1605 papa Paolo V iscrisse Luigi Gonzaga tra i Beati. La canonizzazione avvenne il 31 dicembre 1726 a opera di papa Benedetto XIII, il quale, tre anni dopo, lo dichiarò protettore della gioventù studiosa insieme al confratello san Stanislao Kostka. Il patronato su tutti i giovani è stato confermato da papa Pio XI con la lettera apostolica Singulare illud, a cento anni dalla canonizzazione.
I suoi resti mortali sono venerati presso l'altare laterale destro della chiesa di Sant'Ignazio a Roma, tranne il capo, conservato nel santuario a lui dedicato a Castiglione delle Stiviere.

Cosa c’entra con me?

San Luigi fa parte di quelle figure con cui ho avuto contatti sin da piccola. Per la precisione, la parrocchia che frequento durante le vacanze è intitolata alla Madonna del Buon Consiglio, ma è popolarmente detta “di san Luigi” per motivi che al momento mi sfuggono. In ogni caso, in chiesa si trova una sua statua, che lo raffigura con gli attributi tradizionali: la veste e la cotta, gli attributi nobiliari ai suoi piedi e, soprattutto, il viso non propriamente colorito, atteggiato in contemplazione del Crocifisso. Era soprattutto quell’espressione a sorprendermi, anche se non sapevo il motivo di tale pallore: mia madre mi disse perché morì di tisi, confondendosi quindi sulla malattia (comunemente si dice che a colpirlo fu la peste, ma con quel termine all’epoca si definivano genericamente le epidemie, per cui prima ho parlato di “tifo”).
Le mie conoscenze sono rimaste quindi molto generiche finché non ho iniziato a collezionare le biografie per ragazzi della collana Fiori di Cielo, di cui ho già parlato altrove a queste coordinate. Non ricordo quando ho preso quella su san Luigi, ma sono certa di essere stata felicissima di sapere qualcosa in più su di lui, a cominciare dai suoi trascorsi nobiliari. Rimasi meravigliata da come, grosso modo all’età che avevo io, si era già deciso per il Signore, offrendogli la propria verginità, cioè la parte migliore della sua giovinezza.
Col trascorrere degli anni, ho pensato di dover ricorrere il più possibile alla sua certa intercessione. Grazie alla visita, nella mia vecchia parrocchia, di un anziano sacerdote destinato nella parrocchia milanese a lui dedicata, ne ho appreso l’esistenza e sono andata a visitarla, proprio nel giorno della festa di una decina di anni fa.
Insomma, penso proprio che san Luigi sia stato il primissimo giovane morto a un passo dall’altare (per la precisione, era al quarto anno degli studi teologici e aveva ricevuto gli ordini minori) di cui ho avuto conoscenza, degno apripista di una lunghissima schiera di emuli forse non tutti identici a lui per virtù, ma almeno per essersi incamminati lungo la via che li avrebbe portati ad essere tutti di Dio.
A rinverdire la mia relazione con lui ci ha pensato un’altra amica soprannaturale: santa Bartolomea Capitanio. Nel venire a conoscenza di lei e di quanto gli fosse devota, ho pensato che, essendo entrambi sicuramente in Paradiso, potesse darmi una mano nel prendere esempio da lui esattamente com’è successo a lei.
Il giovane Gonzaga è stato a sua volta tramite, per me, per conoscere un Testimone che sicuramente a lui si sarà raccomandato parecchio, in quanto suo conterraneo. Alla GMG di Madrid, infatti, avevo trovato a terra dei santini che lo raffiguravano in abiti secolari: è stato così che, raccontavo, ho saputo di Gabriele Fanetti, educatore in oratorio, del mantovano.
[AGGIORNAMENTO 21/06/2021] I mezzi perché un giovane di oggi possa sentirselo vicino, o perché un sacerdote o un educatore possa presentarlo ai suoi ragazzi, a oggi, sono decisamente molti di più rispetto a quanto scrivevo sei anni fa, anche per via dell'anno giubilare indetto nel 2018, per i 450 anni dalla nascita. In suesto modo, è possibile cercare di andare oltre lo stereotipo del santino penitente “di angelici costumi adorno”, come recitava una preghiera tradizionale a lui rivolta (qui citata insieme ad altre).
Passando a curiosità di ben altro tipo, mentre cercavo di fare il punto sulla data precisa a partire dalla quale il nostro Santo è patrono dei giovani, ho trovato una simpatica ricetta. Si tratta dell’“anello di san Luigi” o “anello dei Gonzaga”: in sostanza, è una ciambella, che ricorda la gorgiera tipica del costume cinquecentesco maschile, che lui smise per l’austera divisa gesuitica. 

Il suo Vangelo

In casi come questo, cercare d’identificare la caratteristica peculiare del personaggio che tento di presentare è molto difficile, nonché rischioso. Potrei soffermarmi su un aspetto, ma lascerei da parte qualcos’altro.
Per quel che concerne il “caro Luigino”, come lo definiva santa Bartolomea, se ponessi l’accento sulla scelta della verginità e sulle sue penitenze rischierei di tracciarne un ritratto che lo potrebbe rendere inarrivabile ai miei pochi lettori. Se invece rimarcassi la sua attenzione agli ammalati e i suoi atteggiamenti di rottura verso la vita nobiliare, gli darei dell’anticonformista a tutti i costi, anche se per la causa più nobile di tutte, quella del Regno di Dio.
Mi sono venute incontro le parole con cui la liturgia della Chiesa c’insegna a pregarlo, nell’orazione Colletta (per gli ambrosiani, All’inizio dell’assemblea liturgica) della sua Messa propria: penitenza, cioè scelte esigenti, e innocenza non si escludono a vicenda, ma si compenetrano in maniera armonica nella sua figura.
Quanto alla precocità della sua fine terrena, penso che in realtà lui fosse già arrivato, per grazia del Signore, a compiere quel desiderio che aveva confidato agli studenti di Siena, nel maggio 1590 (i corsivi sono presenti in originale):
«Ma piacesse a Iddio che arrivassimo a età matura, in che stimassimo ogni cosa quanto pesa e monta, e vedessimo come tutte le grandezze, e onori di propria casa e che il mondo ci promette, sono vili e bassi a paragone di quelli che Iddio ci promette».
Auguro lo stesso a me, ai miei amici che si preparano al sacerdozio (quanto vorrei che gli assomigliassero almeno un po’, non solo quando rivestono talare e cotta!) e a tutti i giovani del mondo, inclusi quelli che, a sentir parlare “ancora oggi” di san Luigi, si tappano il naso per non sentire il profumo che Dio continua a diffondere tramite la sua vita donata in gioventù.

Per saperne di più [aggiornato al 21/06/2021]

Manlio Paganella, San Luigi Gonzaga - Un ritratto in piedi, Ares 2016, pp. 296, € 18,00.
Seconda edizione di una biografia basata su documenti storici, nel tentativo di ridare a san Luigi lo spessore che gli spetta.

Giovanni Arledler, San Luigi Gonzaga – un regno per il Regno, Velar-Elledici 2012, pp. 48, € 3,50.
Biografia illustrata e sintetica.

Silvia Colombo - Francesca Maresca, San Luigi Gonzaga, Il Pozzo di Giacobbe 2019, pp. 24, € 3,90.
Piccola biografia per bambini.

Anna Carfora e Sergio Tanzarella (a cura di), «Come gli altri». San Luigi Gonzaga (1568-1591) a 450 anni dalla nascita: ricordarlo da Napoli e dal Mediterraneo, Il Pozzo di Giacobbe 2020, pp. 48, € 24,00.
Atti del convegno svolto presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, che ha una Sezione a lui intitolata, dedicato allo sviluppo del suo culto nella Compagnia di Gesù.

Su Internet

Sito del Santuario Basilica San Luigi Gonzaga, a Castiglione delle Stiviere.

Commenti

  1. Nell'effettuare le mie ricerche per documentarmi per questo post, ho trovato che ci sono due date divergenti sulla data di nascita di san Luigi. Mese e anno sono sempre quelli, varia il giorno: 9 o 19?
    Forse è una questione di calendario.
    Mi spiego: prima della nascita del Gonzaga era in vigore il calendario giuliano, mentre quello gregoriano è stato reso obbligatorio dal 1582. In base a complicati calcoli, quindi, il 9 marzo 1568 è lo stesso giorno del 19. Mi sorge però una domanda: l'adeguamento delle date è retroattivo?
    Nel dubbio, ho messo come data il 9, come anche i libri a mia disposizione indicano.

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  2. Un elemento che non ho approfondito è la responsabilità che gli educatori hanno avuto nella formazione del giovane Luigi come novizio. Se non avesse avuto formatori accorti che l'invitavano a moderare i suoi slanci di zelo, forse sarebbe morto ancor prima dei ventitré anni.

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