Sulla scia di... san Francesco d'Assisi (e non solo)
Si vede l'arcobaleno? |
Ecco
quindi l’articolo che mi è stato chiesto di scrivere per il
bollettino della parrocchia di Santa Maria di Caravaggio a Milano, corredato da qualche foto scattata da me.
La statua di santa Margherita in piazza del Duomo a Cortona |
La tappa di Cascia, prevista per il 13
settembre, è stata annullata perché il terremoto del 24 agosto, pur non avendo
danneggiato la basilica di Santa Rita, ha comunque reso impraticabili le strade
per arrivarci. In sostituzione, ma in anticipo rispetto al programma di massima
(quindi lunedì 12), il nostro viaggio ha toccato Cortona, pur senza visitare il
santuario intitolato alla penitente santa Margherita. La prima Eucaristia è
stata quindi celebrata nella concattedrale di Santa Maria Assunta ed è stata
seguita dalla visita del Museo Diocesano, dove le opere del Beato Angelico e di
Luca Signorelli hanno attratto l’interesse di parecchi dei pellegrini.
Al tramonto, i nostri pullman hanno
raggiunto Santa Maria degli Angeli, frazione di Assisi, dove abbiamo alloggiato
presso il Cenacolo Francescano. Dopo cena, alcuni di noi hanno deciso di
raggiungere l’omonima basilica, che ingloba, nella sua custodia marmorea, la
chiesa della Porziuncola, culla dell’Ordine Francescano in tutte le sue
diramazioni. L’impatto con l’ambiente in penombra, mentre solo la piccola
chiesa interna era illuminata, lasciava senza parole e invitava a concentrarsi
su quello che è più essenziale, nell’architettura ma anche nella vita.
Assisi, finalmente! |
Immediatamente dopo la celebrazione,
siamo stati guidati alla scoperta dei tesori artistici della Basilica Inferiore
e di quella Superiore. Tanti di noi avevano visto gli affreschi di Giotto e dei
suoi collaboratori solo in libri d’arte: averli di fronte dal vivo era
decisamente diverso.
Anche rivolgere abbastanza da vicino lo sguardo al Crocifisso che parlò al giovane Francesco, ora conservato nella basilica di Santa Chiara, ha dato un’impressione diversissima dall’osservare una sua qualsiasi riproduzione. Al pomeriggio, un rapido ritorno alla Porziuncola, prima di partire alla volta di Roma.
Anche rivolgere abbastanza da vicino lo sguardo al Crocifisso che parlò al giovane Francesco, ora conservato nella basilica di Santa Chiara, ha dato un’impressione diversissima dall’osservare una sua qualsiasi riproduzione. Al pomeriggio, un rapido ritorno alla Porziuncola, prima di partire alla volta di Roma.
San Pietro quasi all'alba |
A presiedere, il cardinal Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e ambrosiano d’origine. La sua omelia, nella solennità dell’Esaltazione della Santa Croce, ha ricordato ai presenti che la Croce è il modo con cui, dopo l’Incarnazione, Gesù si è voluto rendere ancora più vicino all’umanità.
Subito dopo, uno dei momenti più
attesi dell’intero pellegrinaggio: la visita guidata di una San Pietro
semideserta, fatta eccezione per qualche cardinale che celebrava la Messa nelle
cappelle laterali e dei fedeli che vi prendevano parte. Quest’eccezionale
opportunità ci è stata offerta tramite don Angelo Magistrelli, Superiore
generale dell’Opera Don Folci e parroco uscente dei Santi Pietro e Paolo ai Tre
Ronchetti, il quale ha inviato un suo giovanissimo confratello, don Luigi
Portarulo, ad illustrarci ogni più minuto aspetto della Basilica Vaticana.
Tra le parole pronunciate da papa
Francesco nel corso dell’udienza generale cui abbiamo partecipato, alcune in
particolare sembravano rivolte proprio a noi. Ha infatti dichiarato:
Accogliendo l’invito a celebrare questo anno di grazia del
Giubileo, in tutto il mondo i pellegrini varcano la Porta della Misericordia
aperta nelle cattedrali, nei santuari, in tante chiese del mondo, negli
ospedali, nelle carceri. Perché varcano questa Porta della Misericordia? Per
trovare Gesù, per trovare l’amicizia di Gesù, per trovare il ristoro che
soltanto Gesù dà. Questo cammino esprime la conversione di ogni discepolo che
si pone alla sequela di Gesù. E la conversione consiste sempre nello scoprire
la misericordia del Signore. Essa è infinita e inesauribile: è grande la
misericordia del Signore! Attraversando la Porta Santa, quindi, professiamo «che
l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di
male, in cui l’uomo, l’umanità, il mondo sono coinvolti»,
come ha scritto san Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dives in misericordia.
A casa di san Filippo non si può che respirare aria di Paradiso! |
La giornata si è conclusa con un breve giro notturno in pullman, terminato nei pressi della Fontana di Trevi. Di sicuro qualcuno deve aver gettato una monetina nel fontanone, sperando di poter visitare di nuovo Roma.
Il mattino di giovedì 15 non è iniziato nel migliore dei
modi: dopo tre giorni di bel tempo, abbiamo dovuto dirigerci a Santa Maria
Maggiore sotto un cielo grigio e carico di nuvole. Il traffico romano, poi,
contribuiva a peggiorare l’umore. L’arrivo alla basilica, dopo quasi due ore di
tragitto, è fortunatamente avvenuto in condizioni migliori e ha risollevato gli
animi. Don Luciano, che ha presieduto la Messa nella cappella di fronte a
quella dov’è venerata la Madonna Salus
Populi Romani, ci ha invitati a riflettere se le nostre azioni siano
rivolte alla gloria di Dio o a cercare un tornaconto personale, né più né meno
di come hanno agito, nel corso dei secoli, papi e mecenati ecclesiastici vari.
La nostra ultima tappa è stata la basilica di San Giovanni in
Laterano, occasione per riflettere sul fatto che il Papa è anche Vescovo di
Roma e, come tale, presiede nella carità tutte le Chiese. Per mancanza di
tempo, non abbiamo potuto vedere se non dall’esterno il Santuario della Scala
Santa: per le 16 dovevamo essere sui nostri due pullman, così da essere a
Milano in serata.
Questo pellegrinaggio è sicuramente servito per ottenere
l’indulgenza annessa alla visita delle Basiliche Maggiori, ma ha portato anche
ulteriori frutti. Il principale, aver scoperto o compreso una volta di più che
la Chiesa non si limita all’ombra del campanile (quando c’è) della nostra
parrocchiale: è qualcosa di più vasto, che si estende alle nostre vicinanze e,
man mano, a tutto il mondo. Compito nostro è stato non dimenticarlo, portando a
casa non solo ricordini vari, ma anche la certezza di essere sempre sotto lo
sguardo misericordioso del Padre.
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