Squarci di testimonianze #28: Pamela Rose Suresca e il suo #ProjectMiracle


Pamela Rose Suresca e la sua mentore vocazionale, suor Theresa Lee (fonte)
Mentre ero in vacanza, mi ero messa a cercare informazioni circa il miracolo che porterà alla beatificazione monsignor Fulton Sheen. Saltando di sito in sito, sono finita su quello di The Catholic Post, organo ufficiale della diocesi di Peoria, in Illinois, di cui quel vescovo era originario. Lì ho trovato una notizia che mi ha fatto pensare a quali difficoltà si possano incontrare ancora oggi, perfino in Paesi come gli Stati Uniti d’America, per realizzare la propria vocazione.
Pamela Rose Suresca è stata educata sin da piccola nella fede cattolica. Dopo aver ottenuto la laurea presso l’Università Loyola di Chicago, ha iniziato a lavorare a tempo pieno per weDignify, un’organizzazione per i diritti umani, specie in difesa della vita nascente, aperta a credenti di ogni religione. Dopo due anni di missione in vari atenei – weDignify è dedicata soprattutto agli studenti delle università – si è stabilita presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign.
Al St. John’s Catholic Newman Center di quell’università ha conosciuto le Figlie di Maria Ausiliatrice, che prestavano servizio nella pastorale universitaria. Da tempo Pamela si sentiva orientata alla vita consacrata, ma non sapeva quale congregazione scegliere.
Suor Theresa Lee, ora responsabile della pastorale vocazionale delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Provincia Est degli Stati Uniti, ha lavorato accanto a lei nello stesso ufficio e ha constatato la sua dedizione alla cultura della vita, affine a quanto lei e consorelle insegnano.
Alla fine del 2017 a dicembre, Pamela ha capito che Dio la stava chiamando e ha pregato:
Per la grazia di Dio, voglio essere tua totalmente, pienamente e completamente. Non so come. Mostramelo.
Durante la sua ricerca, ha incontrato nuovamente suor Theresa, che l’ha invitata a visitare la Casa provincializia delle Figlie di Maria Ausiliatrice a North Haledon, nel New Jersey, molto vicino a dove la ragazza è cresciuta.
Il 26 maggio 2019 è stata accettata come postulante, ma a una condizione: deve ridurre il suo debito studentesco da centotrentanovemila dollari a sedicimila entro il 7 settembre. Se non ci riuscisse, dovrebbe aspettare ancora per poter diventare suora.
La questione del debito studentesco negli Stati Uniti è legata alle tasse universitarie: per pagarle, gli studenti contraggono un mutuo, certi di riuscire a estinguerlo una volta ottenuta la laurea, grazie al proprio lavoro. Di fatto, però, questo avviene raramente. Il caso di Pamela non fa eccezione: secondo suor Theresa, accade molto spesso che le aspiranti alla vita religiosa incontrino quel problema.
A quel punto, la ragazza ha deciso di avviare una campagna mediatica, accompagnata dall’hashtag #ProjectMiracle. Ha coinvolto amici, conoscenti e non solo, per aiutarla a saldare il debito il prima possibile. Da parte sua, ha accettato vari lavoretti e ha venduto i suoi abiti e oggetti personali. Altri amici hanno organizzato delle feste per raccogliere fondi, mentre altri ancora hanno dato lezioni di Zumba e devoluto a lei il ricavato.
Suor Theresa ha apprezzato moltissimo il suo impegno, lodando il suo spirito d’iniziativa, segno, secondo lei, di una grande fede. Del resto, nel messaggio pubblicato sul sito dell’iniziativa, Pamela descrive così la dedizione delle suore e la sua aspirazione a unirsi a loro:
La nostra cultura è assetata dell’amore di Cristo. I nostri giovani hanno un disperato bisogno di essere visti, ascoltati e conosciuti. Le famiglie sono infrante e i figli portano il peso di questa frantumazione. Tanti bambini ignorano la loro vera identità di figli e figlie di Dio. Ma con gran gioia, le Suore Salesiane di San Giovanni Bosco sono coloro che stanno in prima linea, abbracciando ogni bambino che incontrano. Sono testimoni dell’amore ineffabile e del piano che Dio ha per ogni vita. Incontrano questi bambini dove essi sono, pascono, insegnano, guidano e pregano con loro. Stanno dando le loro vite per aiutare a guarire la nostra cultura. Dio ha acceso un desiderio nel mio cuore per unirmi al loro impegno a raggiungere i giovani per Cristo.



Un post condiviso da Pamela Rose Suresca (@projectmiracle2019) in data:
In alcuni video postati sul suo profilo Instagram oggi (sopra, la prima parte), Pamela ha lanciato il suo ultimo appello. Annunciando di essere in partenza per il New Jersey, riferisce di aver raccolto, nel giro di tre mesi, oltre ottantaseimila dollari, ma non basta ancora.
Non posso contribuire finanziariamente, ma mi sento di far risuonare la sua richiesta perché non è ancora troppo tardi. Da quando ho letto la notizia, Pamela è nelle mie preghiere. Prego anche di poter avere la sua stessa tenacia nell’affrontare gli ostacoli che non mi permettono, ad oggi, di verificare pienamente la mia vocazione.
Se invece voleste versare una somma, non inferiore a trecento dollari, sul sito di #ProjectMiracle ci sono tutte le informazioni. Pamela conta sulla generosità di chiunque venga a sapere di lei, ma è anche sicura di ciò che don Bosco aveva sperimentato personalmente, secondo una frase che viene a lui attribuita:
Confidate ogni cosa su Gesù Eucaristico e in Maria Ausiliatrice, e vedrete cosa sono i miracoli.

AGGIORNAMENTO: lunedì 9 settembre ho ricevuto un’e-mail da Pamela Rose, a cui avevo scritto poco dopo la pubblicazione di questo post. Ecco la sua risposta:

Ciao Emilia

è un dono ricevere quest’e-mail. Ti sto scrivendo dal convento a North Haledon! Dio è buono e sono stata in grado di entrare il 7 settembre, per cui ti ringrazio per le tue preghiere.

Ho condiviso quest’articolo con le suore e lo adorano! Teniamoci a vicenda nella preghiera!

Dio ti benedica nel tuo cammino di discernimento e di scoperta dell’amore di Dio per te!

AMDG [Ad Maiorem Dei Gloriam, ndr], 

Pamela Rose 

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