Madre Annunciata Cocchetti, catechista e maestra buona come il pane

Ritratto ricavato da una fotografia autentica
(per gentile concessione delle Suore Dorotee di Cemmo)


Chi è?

 

Annunciata Cocchetti (al Battesimo, Annunciata Asteria) nacque a Rovato, in provincia e diocesi di Brescia, il 9 maggio 1800, terza dei sei figli di Marc’Antonio Cocchetti e Giulia Albarelli, in una famiglia della borghesia agiata.

Perse i genitori a sette anni: prima la madre, poi il padre, soldato nell’esercito napoleonico. Fu affidata alla nonna paterna, che, quando ebbe diciassette anni, le concesse di aprire nella propria casa una scuola gratuita per le ragazze povere di Rovato. A causa della riforma scolastica voluta dall’Impero austriaco, la scuola fu chiusa cinque anni dopo: di conseguenza, per continuare a insegnare, Annunciata dovette ottenere l’abilitazione, diventando la prima maestra della scuola femminile comunale della città.

Intanto aveva continuato a frequentare l’oratorio femminile e, dopo la predicazione di una missione al popolo predicata dai fratelli don Marco e don Luca dei conti Passi, aveva assunto un Metodo di vita ancora più serio. Interrogandosi sulla propria scelta di vita, si rivolse a Maddalena di Canossa, fondatrice delle Figlie della Carità (canonizzata nel 1988), che intendeva fondare una casa nella zona bresciana; lei, però, le suggerì di continuare la propria ricerca.

Dopo la morte della nonna, avvenuta il 19 aprile 1823, Annunciata andò a vivere a Milano dallo zio Carlo, che aveva già accolto Giuseppina, sua sorella maggiore. Lo zio avrebbe voluto un buon partito per lei, la quale, anche consigliata da don Luca Passi, fece un’altra scelta: nel 1831, lasciando una lettera d’addio, partì alla volta di Cemmo di Capodiponte, in Val Camonica, dove per dieci anni lavorò nella scuola fondata dalla nobildonna Erminia Panzerini e diretta da una nipote di lei, che portava il suo stesso nome.

Don Passi aveva avviato da tempo l’Opera di Santa Dorotea, per formare educatrici che seguissero le bambine e le ragazze; anche l’oratorio di Rovato seguiva il suo stesso metodo. In appoggio all’Opera, diede poi vita alle Suore Maestre di Santa Dorotea. Annunciata chiese di farne parte insieme alla giovane Erminia Panzerini: partì quindi per Venezia, ma senza Erminia, che era morta. Il 3 ottobre 1842 vestì l’abito religioso e, l’anno successivo, professò i voti. Dieci anni più tardi, nel 1853, venne inaugurato il noviziato a Cemmo, dove suor Annunciata era tornata poco dopo la vestizione.

Nel 1866, in seguito alla morte di don Luca Passi (beatificato nel 2013), monsignor Girolamo Verzeri, vescovo di Brescia, volle porre alle proprie dirette dipendenze la comunità di Cemmo. Suor Annunciata accolse le disposizioni del vescovo, continuando la propria opera educativa e seguendo con attenzione le maestre dell’Opera di Santa Dorotea, le ragazze e le suore. Per gli ultimi sei anni di vita fu completamente cieca; nelle funzioni di governo l’assisteva suor Illuminata Alberti. Morì il 23 marzo 1882, poco prima di compiere ottantadue anni.

Fu beatificata dal Papa san Giovanni Paolo II in piazza San Pietro a Roma il 21 aprile 1991; la sua memoria liturgica fu fissata all’11 maggio, giorno del suo Battesimo. I suoi resti mortali sono venerati in un’urna posta sotto l’altare della cappella della Casa madre di Cemmo.

 

Cosa c’entra con me?

 

Non conoscevo affatto le Suore Dorotee di Cemmo, men che meno la loro fondatrice, fino a un sabato sera intorno al 2006: ero andata con alcuni miei vecchi amici a vedere il musical King David all’auditorium del Centro Asteria della mia città. Neppure avevo mai messo piede in quel centro sportivo e culturale, però ricordavo che un mio compagno di classe alle elementari aveva uno zainetto con quel logo. In quell’occasione ricordo che presi un numero di Piccolo Raggio, il trimestrale delle suore, senza neanche pensarci troppo su.

All’incirca un annetto dopo, trovandomi a passare per la chiesa di Santo Stefano Maggiore, sede della Cappellania Generale dei Migranti per la mia diocesi, oltre a fare amicizia con l’allora responsabile della Pastorale dei Migranti, feci la conoscenza con una sua collaboratrice, suor Maria Rosa, che era proprio una Dorotea di Cemmo. Mi venne spontaneo chiederle, a quel punto, se potesse procurarmi una buona biografia di madre Annunciata e qualche santino per la mia collezione. Il mio approfondimento, però, non andò oltre.

Parecchi anni dopo, quando ormai mi ero trasferita e avevo iniziato a vivere nella mia nuova parrocchia, avevo adocchiato, in uno scaffale del centro parrocchiale, una grossa biografia, intitolata Il pane sul muricciolo. Rimpiango ancora oggi di non averla presa insieme agli altri libri che uno dei vicari parrocchiali mi concesse di tenere, perché il centro parrocchiale è poi stato venduto e ristrutturato.

Non ricordo come mi venne l’idea di correggere e aggiornare la scheda biografica di madre Annunciata sull’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni. Di certo, ormai sapevo a chi rivolgermi per una consulenza: ero andata ad abitare, infatti, non molto lontano dal Centro Asteria e dall’Istituto Cocchetti, che a esso è collegato.

Mi fu d’aiuto suor Giulia, che mi prestò proprio una copia della biografia grossa, che andava ad aggiungersi ai due libretti che già avevo. In più, a una vendita di beneficenza, avevo comprato un libro sul Beato Luca Passi, che mi servì per capire meglio il legame tra lui e la giovane Annunciata. La scheda fu pubblicata il 31 marzo 2016: ora che ci penso, rappresenta uno dei primi casi in cui ho sostituito un profilo più ampio a un testo assai esiguo.

Negli anni successivi ho avuto molto a che fare con le Dorotee del Centro Asteria: conferenze organizzate nel mio Decanato, cineforum, o anche semplici incontri a qualche celebrazione, specialmente nel mese di maggio; alcune suore prestano infatti servizio nella parrocchia di Santa Maria di Caravaggio, sempre dalle mie parti. Nella loro disponibilità e nel tono accogliente con cui mi salutavano ho sempre ravvisato alcuni tratti dell’atteggiamento che madre Annunciata viveva con le ragazze che educava e poi con le prime figlie nella nuova famiglia religiosa.

Il 30 dicembre 2017, invece, sono stata in gita a Brescia. Visitando il Duomo nuovo, a un certo punto mi è scappato un gridolino, come se avessi ritrovato qualcuno che non vedevo da tempo. Come ho spiegato a mia sorella, che era con me, la mia reazione era motivata dall’essermi trovata davanti, all’inizio della navata destra se ben ricordo, l’arazzo della beatificazione di madre Annunciata, con il ritratto ufficiale dipinto da Gabriele Saleri. Parecchi anni dopo, anche mia sorella ha beneficiato delle iniziative del Centro Asteria, sia come insegnante, sia per poter vivere, in sicurezza, un po’ di svago durante la scorsa estate.

Peraltro, nello stesso Duomo, ho trovato un pieghevole con le preghiere per chiedere l’intercessione delle sorelle Girelli, consacrate che ripristinarono a Brescia la Compagnia di Sant’Orsola fondata da sant’Angela Merici, Venerabili dal 1988. La minore, Elisabetta, aveva conosciuto personalmente madre Annunciata e, su richiesta di madre Agnese Tosetti, superiora delle Dorotee di Cemmo alla morte della fondatrice, ne scrisse la prima biografia a pochi anni dalla morte (suor Maria Rosa me ne aveva dato una copia).

Leggendo quel volumetto e gli altri che mi ero procurata, anzitutto ho scoperto perché il Centro Asteria si chiama così: come ho indicato nel paragrafo biografico, Asteria è il secondo nome di Battesimo di madre Annunciata.

Ho poi trovato un parallelismo tra il Metodo di vita che lei si diede, ancora giovanissima, dopo le missioni popolari a Rovato e le varie stesure di un’analoga regola conservate tra gli scritti di santa Bartolomea Capitanio, che in effetti era sua contemporanea, essendo nata nel 1807, quindi sette anni dopo. Entrambe sapevano che, per fare del bene alle loro compaesane, dovevano lavorare su se stesse, anche in modo piuttosto esigente secondo i criteri di oggi.

Quel che più mi ha colpito di lei, però, è il senso pratico, sottolineato anche dalla Girelli, a cui educò dapprima le allieve della scuola aperta in casa della nonna, poi quelle del convitto di Cemmo, per non parlare di tutte quelle che aveva avvicinato, visitando i piccoli centri della Valcamonica, per cementare l’Opera di Santa Dorotea da quelle parti.

Rientra in questo anche un gesto che colpì la sua prima biografa e che diede il titolo alla biografia più corposa: ormai non ci vedeva più, ma sapeva che a Cemmo vivevano persone tanto povere da non avere nemmeno il coraggio, come invece facevano altri, di bussare alla porta della casa delle Dorotee. Per questo lasciava ogni giorno, sul muro di cinta della casa, una pagnotta fresca.

 

Il suo Vangelo

 

La Beata Annunciata insegna ancora oggi, come quando faceva scuola alle sue allieve. Non solo mediante l’operato delle Dorotee di Cemmo, delle consacrate laiche loro affiliate e dei laici che ne condividono il carisma, ma con la sua vita ormai immersa nell’eternità.

Continua a indicare che, prima d’insegnare a leggere, scrivere e far di conto, o anche le pur necessarie tecniche per il buon andamento domestico, bisogna partire dal catechismo: esporre quindi le verità religiose, ma in modo da farle scendere nei cuori e renderle la base delle azioni future.

Consigliava infatti a un’ex allieva, che era stata nominata maestra:

Il tuo ufficio ti renderà facile il ricordarti spesso del Signore, perché dovendo istruire le ragazze nelle cose di religione, ciò sarà un richiamo continuo anche per te e ti troverai impegnata dal dovere di andare innanzi a loro col buon esempio, così il primo guadagno è tuo.

Un consiglio valido anche per i catechisti che, a norma del Motu proprio di papa Francesco Antiquum ministerium, dovranno prendere ancora più sul serio il loro impegno, ora diventato un ministero istituito.

 

Per saperne di più

 

Non esistono attualmente biografie in commercio della Beata Annunciata, ma forse dalle Dorotee di Cemmo hanno ancora qualche copia di quelle che ho citato e di quella uscita poco prima della beatificazione, ovvero:

Bianca Gaudiano, La strada sulla montagna – Vita della beata Annunciata Cocchetti fondatrice delle suore dorotee di Cemmo, Ancora 1990, pp. 80.

 

Su Internet

 

Sito delle Suore Dorotee di Cemmo (attualmente in revisione)

Sito del Centro Asteria di Milano

Sito di Farsi Vicino, Onlus che sostiene i progetti missionari delle Suore Dorotee di Cemmo

Sito di Casa Beata Annunciata, Casa madre dell’Istituto, che ora è un centro di ospitalità religiosa

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