Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, profetessa obbediente e fiduciosa

Suor Lucia in posa
accanto alla statua del Cuore Immacolato di Maria
fatta eseguire, secondo le sue indicazioni,
dallo scultore José Ferreira Thedim,
e conservata nel Carmelo di Santa Teresa a Coimbra
(lo stesso artista ha realizzato la statua della Madonna
conservata nella Cappella delle Apparizioni del Santuario di Fatima,
nonché le tre copie “pellegrine” della stessa effigie)

(Fonte)


NOTA PREVIA: per rispettare la nazionalità dei veggenti, riporterò i loro nomi secondo la grafia portoghese, compreso quello di Lucia (anzi, Lúcia). Quando però passerò a parlare di lei come suora riporterò il suo nome da religiosa secondo la grafia italiana. Farò lo stesso per gli altri due pastorelli quando li menzionerò come Santi.

 

Chi è?

 

Lúcia dos Santos nacque ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, il 28 marzo 1907, ultima dei quattro figli di Antonio dos Santos e Maria de Jesus. Come altri bambini del villaggio, non andava a scuola, ma pascolava il gregge di pecore che costituiva l’unica fonte di sostentamento della sua famiglia. A lei si associavano spesso due cugini (figli di una sorella di suo padre), Francisco e Jacinta Marto.

A partire dal 13 maggio 1917 e fino all’ottobre dello stesso anno, i tre bambini furono destinatari di una serie di sei apparizioni nella Cova da Iria, sempre presso Fatima, nelle quali la Vergine Maria li esortava alla preghiera e alla penitenza a favore dei peccatori. Lúcia era l’unica che, oltre a vederla, la sentiva parlare; a sua volta, le pose delle domande. I tre bambini vennero osteggiati dalle autorità locali e da alcuni concittadini, ma molti altri li appoggiarono, venuti anche da altre regioni del Portogallo.

Quegli eventi erano stati preceduti dalle apparizioni di quello che si era presentato come l’Angelo della pace, il quale aveva insegnato loro delle preghiere e li aveva introdotti nello spirito della riparazione dei peccati.

Terminate le apparizioni, Francisco e Jacinta contrassero l’influenza “spagnola”: ne morirono rispettivamente il 4 aprile 1919 e il 20 febbraio 1920. Lúcia, pur sapendo che la Madonna l’aveva preannunciata, soffrì per la loro perdita.

Fu accolta come alunna interna nel collegio dell’Istituto di Santa Dorotea a Vilar, alla periferia di Oporto. Nel 1925 fu ammessa come postulante nello stesso Istituto religioso, trasferendosi nel convento di Tuy, alla frontiera tra Spagna e Portogallo. Il 2 ottobre 1928 professò i voti temporanei e, il 3 ottobre 1934, quelli perpetui. Il suo nome da religiosa fu suor Maria Lucia dell’Addolorata.

Ebbe altre esperienze spirituali intense, legate all’impegno a diffondere la devozione al Cuore Immacolato di Maria, già ricevuto durante le apparizioni di Fatima, che nel 1930 erano state ritenute degne di fede dal vescovo di Leiria. Nel 1941 mise per iscritto due delle tre parti dell’apparizione del 13 luglio 1917; la terza, invece, fu scritta in una lettera al vescovo di Leiria datata 3 gennaio 1944.

Per favorire la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, appello ricevuto nell’apparizione del 13 luglio, suor Lucia scrisse anche ai Papi Pio XI e Pio XII: quest’ultimo le concesse, insieme al vescovo di Coimbra, di lasciare l’Istituto delle Dorotee per il Carmelo di Coimbra. Lì prese l’abito il 13 maggio 1949, mentre il 31 dello stesso mese e anno professò i voti, diventando suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato.

Le fu concesso di tornare a Fatima e di rivedere i luoghi delle apparizioni diverse volte. L’ultima fu il 13 maggio 2000, in occasione del Viaggio Apostolico del Papa san Giovanni Paolo II e della beatificazione di Francisco e Jacinta (canonizzati il 13 maggio 2017 da papa Francesco). Fu anche l’ultima occasione in cui poté ricevere il Papa polacco.

Suor Maria Lucia morì il 13 febbraio 2005, a novantotto anni non ancora compiuti. Il 19 febbraio 2006, i suoi resti mortali vennero traslati nella cappella al lato sinistro dell’altare maggiore della Basilica di Nostra Signora del Rosario a Fatima, la stessa in cui sono venerate le spoglie di santa Giacinta Marto (quelle di san Francesco Marto, invece, sono collocate nella cappella di fronte).

Il 13 febbraio 2008, tre anni dopo la sua morte, papa Benedetto XVI concesse il decreto di dispensa sui cinque anni, a fronte delle richieste di numerosi fedeli da ogni parte del mondo, perché potesse essere avviata la sua causa di beatificazione e canonizzazione. L’Inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità di suor Lucia si è quindi svolta dal 30 aprile 2008 al 13 febbraio 2017.

 

Cosa c’entra con me?

 

Non ricordo con esattezza quando, per la prima volta, mi fu raccontato delle apparizioni avvenute a Fatima. Quelle a Lourdes mi erano senza dubbio più familiari, se non altro perché, nella mia parrocchia di nascita, c’era una replica della grotta dov’erano avvenute. Forse è successo quando mia cugina mi regalò un mucchio – nel senso vero della parola – d’immaginette a soggetto mariano, per farmi iniziare una collezione che dura tuttora.

Neppure ricordo quando venni a sapere che, dei tre veggenti di Fatima, l’unica ancora viva era suor Lucia e che era una monaca carmelitana scalza. La beatificazione di Francisco e Jacinta non mi sfuggì e neppure la discussione relativa al terzo segreto, ossia alla terza parte della visione del 13 luglio 1917, anche se ci capii poco.

Nel 2005, invece, ero molto più consapevole quando venni a sapere che lei era in fin di vita. Erano gli stessi giorni dell’ultima malattia di san Giovanni Paolo II, quindi mi fu naturale pensare che lei stesse offrendo la propria vita per lui, che tanto si era sentito coinvolto dagli eventi di Fatima.

La mia comprensione del messaggio delle apparizioni si è approfondita in occasione del centenario, nel 2017, e della canonizzazione di Francisco e Jacinta. Non sapevo però da che parte cominciare: non volevo leggere testi che interpretassero in modo fuorviante o angosciante le parole della Madonna ai veggenti.

Intanto, però, mi misi d’impegno per rivedere, dal punto di vista della forma testuale, le schede di santiebeati.it relative alla Madonna di Fatima e ai singoli veggenti. Per quella di suor Lucia trovai appoggio nell’allora Postulatore Generale dei Carmelitani Scalzi.

Quando ho saputo dell’uscita di un libro scritto da uno dei teologi del mio Seminario diocesano (all’epoca era direttore della sezione distaccata della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale ospitata, appunto, in Seminario), mi parve di aver trovato quello che cercavo; speravo solo di riuscire a capirlo bene, dato che con la filosofia e la teologia non sono mai andata troppo d’accordo, nei miei anni scolastici.

Le mie aspettative furono ampiamente ripagate. Finalmente riuscivo ad afferrare cosa contenesse davvero il messaggio di Fatima e quale sia stato il vero ruolo dei veggenti, sia dei due che al momento erano ancora Beati, sia della loro cugina, per la quale la fase diocesana della causa si era da poco conclusa.

Una delle sezioni del volume, a cui mi sono rifatta per uno dei miei articoli per Sacro Cuore VIVERE, indaga più approfonditamente il modo con cui i tre pastorelli, anzi, i tre bambini profeti, come li chiama il teologo, hanno rappresentato altrettanti aspetti del volto di Gesù. Jacinta è descritta come somigliante a Gesù sofferente per la sua capacità di vivere cristianamente la sofferenza morale e fisica, mentre suo fratello, il più riflessivo dei tre, è affiancato a Gesù “nascosto” (lo definiva lui così) nell’Eucaristia.

Di suor Lucia, l’autore esalta la memoria prodigiosa, che le ha permesso di ricordare, fino a tarda età, i dettagli delle apparizioni e di quanto aveva vissuto in relazione a esse. Questa dote le è servita per continuare la missione che la Madonna le aveva preannunciato: restare su questa terra ben oltre i suoi cugini, per diffondere la devozione al suo Cuore Immacolato, con tutto quel che ne conseguiva.

Secondo il teologo, lei era simile a Gesù obbediente, perché non si era mai voluta sostituire all’autorità della Chiesa nell’interpretazione delle apparizioni, ma anche perché ha pazientato nel vedere che l’altra richiesta della Vergine, ossia consacrare a lei tutto il mondo e la Russia in particolare, tardava a realizzarsi.

Partecipando poi a una fiera dell’editoria a Milano, poco tempo dopo, visitando lo stand della Libreria Editrice Vaticana, vidi il volume degli Scritti e ricordi di suor Lucia. Non ricordo come né perché, ma riuscii a ottenerlo con un forte sconto, se non gratuitamente.

Ammetto di non averlo mai finito, ma da quello che avevo letto riuscii a trovarmi d’accordo col teologo del Seminario: la religiosa, nel corso della sua lunga vita, aveva continuato ad approfondire quello che era stata incaricata di raccontare. Con la lettura orante della Sacra Scrittura, aveva trovato significative consonanze tra le parole dell’Angelo e della Vergine e quelle contenute nei libri biblici.

Nei fatti del mondo esterno, che comunque le arrivavano anche oltre le mura del convento, riscontrava altre conferme, a volte liete, altre molto più infelici. Le continue notizie di guerre e dei gravi peccati commessi dall’umanità la preoccupavano, ma sentiva di dover rispondere intensificando la propria preghiera e la riparazione, come le era stato chiesto in successive apparizioni.

Il mio legame con suor Lucia, dunque, non è ancora solido come quello che sento di avere con altre figure di cui ho trattato qui. Ho sentito di parlarne oggi, comunque, per indicare la mia intima partecipazione all’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che papa Francesco pronuncerà oggi, nel corso della Celebrazione penitenziale nella basilica di San Pietro, ormai tradizione della metà del cammino quaresimale (le “24 ore per il Signore”).

 

Il suo Vangelo

 

Nella sua vita, la più lunga tra quelle dei veggenti mariani del secolo scorso, suor Lucia ha sperimentato molto da vicino la protezione della Vergine Maria. Le comunicazioni speciali che ha ricevuto, pur mantenendo un carattere privato, avevano però ripercussioni mondiali; lo capì col tempo, mantenendosi unita a Dio anche mentre i visitatori, sia fedeli sia curiosi, rischiavano di turbare la sua serenità.

La sua insistenza per la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che ritenne soddisfatta solo con l’atto compiuto il 25 marzo 1984 da san Giovanni Paolo II, era dovuta allo stesso amore per l’umanità peccatrice che aveva letto nel contegno serio della Vergine e nei suoi appelli alla conversione.

Va però precisato che una consacrazione, o un affidamento speciale a Dio o alla Madonna, non costituisce, per così dire, un’assicurazione sulla vita, quasi come se, nelle esistenze dei singoli, non debba cambiare nulla. È, anzi, l’esatto contrario: è un rinnovare l’alleanza tra il Cielo e la terra, specie quando l’umanità sembra dimentica degli insegnamenti del passato e degli appelli che glieli hanno ricordati.

A volte, l’umanità non ricorda neppure di avere una Madre, fatto che invece la religiosa aveva ben presente. Commentando, nel testo Appelli del Messaggio di Fatima (e nella successiva edizione Scritti e ricordi nel Centenario delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima), il primo Mistero della Gioia, ha espresso tutta la propria letizia per il dono dell’Incarnazione in Maria:

«Il Signore è con te» – le dice l’angelo – , perché Maria è tutta soltanto di Dio e tutta solo per Dio. E pensare che Gesù ha condiviso con noi sua madre! Ci ha dato Maria come madre nell’ordine spirituale della grazia. Dono grande che Dio ci ha concesso!

Parafrasando un’espressione che mi aveva particolarmente colpita, nella quale papa Benedetto XVI, nel suo Discorso nella cerimonia di benvenuto in Portogallo l’11 maggio 2010, si riferiva all’intero evento di Fatima, è come se, ogni volta che la massima autorità della Chiesa compie atti come quello di stasera, Dio aprisse una finestra di speranza mentre l’uomo, con le guerre come quella in corso in Ucraina ma non solo (il testo dell’Atto di consacrazione lo mette bene in luce), gli chiude la porta e vive come se Lui non ci fosse.


Per saperne di più

 

Carmelo di Coimbra, Un cammino sotto lo sguardo di Maria – Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, Edizioni OCD 2014, pp. 496, € 26,00.

Prima biografia ufficiale di suor Lucia, curata dalle consorelle carmelitane scalze, basata sulle loro testimonianze e su documenti d’archivio.

 

Piero Lazzarin, Suor Lucia di Fatima – Gli occhi che videro il Cielo, Edizioni Messaggero Padova 2012, pp. 192, € 12,00.

Biografia breve e divulgativa.

 

Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, Scritti e ricordi nel Centenario delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima, Libreria Editrice Vaticana 2017, pp. 336, € 14,00.

Volume datato 25 marzo 1997 (quindi scritto a quasi novant’anni dalle apparizioni), pubblicato per la prima volta nel 2000 (anno della beatificazione di Francesco e Giacinta, ma anche della divulgazione pubblica della terza parte del “segreto” del 13 luglio 1917), è stato ristampato con nuovo titolo e copertina, in occasione del centenario.

Contiene un commento in venti capitoli delle parole della Vergine durante le apparizioni, una riflessione sui dieci Comandamenti e una serie di meditazione sugli allora quindici Misteri del Rosario.

 

Franco Manzi, Fatima, profezia e teologia – Lo sguardo di tre bambini sui Risorti, Edizioni San Paolo 2017, pp. 368, € 35,00.

Uno studio che riconduce le apparizioni di Fatima alla categoria teologica della profezia e che dedica un intero capitolo alle esperienze spirituali dei tre veggenti.

 

Su Internet

 

Versione italiana del sito del Santuario di Fatima (alla sezione Conoscere c’è materiale sui veggenti)

Sito ufficiale della causa di suor Lucia

Articoli su di lei sul sito del Carmelo di Santa Teresa a Coimbra

Pagina sul sito della Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi


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