Divulgatori di fede e di scienza (Le 5 cose più #27)



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 (qui invece la fonte originaria dell'immagine)

Ieri è ricominciato SuperQuark, il programma guidato da Piero Angela che descrive, andando nei particolari delle cose (come i quark, appunto), vari aspetti della scienza, con uno stile accessibile al grande pubblico.

Non mi sono mai cimentata ad analizzare il rapporto tra scienza e fede, ma quest’occasione mi sembra adatta per provare a pensare a quegli uomini e a quelle donne che potrebbero essere considerati non solo degli esempi come credenti, ma anche degli antesignani, per così dire, degli ospiti fissi nel programma del “sommo Piero”, come lo chiamano i suoi ammiratori.

Ne seleziono solo cinque, tra personaggi che siano almeno Servi di Dio, ma penso che ce ne possano essere ancora altri. I titoli dei paragrafi, come capirete, sono ispirati alle rubriche di SuperQuark.

 

Tecnologia… col Beato Francesco Faà di Bruno (1825 - 1888)

 

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Ufficiale dell’Esercito piemontese, diffusore della stampa cattolica, amico di san Giovanni Bosco, docente universitario, inventore, sacerdote e fondatore di una congregazione religiosa femminile: tutto questo e molto di più è stato Francesco Faà di Bruno, figlio di una nobile famiglia torinese.
In questo caso, però, di lui interessa la sua ricerca in campo matematico, espressa in numerosi articoli e studi pubblicati anche su riviste internazionali. A lui si deve la “formula di Faà di Bruno”, descritta nel suo trattato Théorie générale de l'élimination (1859): elenca i termini dell’espansione della derivata n-esima di una funzione composta. Tale formula è oggi utilizzata, tra l’altro, nei principali software matematici.
Se non avete capito molto di questo mio tentativo di spiegazione, forse vi sarà molto più chiaro il racconto, dedicato agli altri aspetti della sua vita, che Giovanni Scifoni aveva dedicato a lui in uno dei suoi primi filmati sul #Santodelgiorno, pubblicato sulla pagina Facebook del programma Beati Voi di TV 2000.



Scienza e società… col Venerabile Jerôme Lejeune (1926 – 1993)

 

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Appassionatosi alla medicina dopo la lettura del Medico di campagna di Honoré de Balzac, Lejeune venne però coinvolto da uno dei suoi docenti universitari, il professor Raymond Turpin, ad affiancarlo in una ricerca su quello che allora era definito “mongolismo” e considerato una tara ereditaria.
In otto anni, riuscì a dimostrare che si trattava invece di una malattia genetica, che chiamò “trisomia 21”, per via della presenza di un cromosoma in più, il quarantasettesimo, nel ventunesimo paio.
Quando si accorse che le sue ricerche venivano sfruttate per promuovere l’aborto dei feti con trisomia 21, continuò a dichiarare che la medicina non serviva per la morte, ma per la vita, anche a costo di farsi nemici i colleghi e le più alte istituzioni. San Giovanni Paolo II lo nominò primo presidente della Pontificia Accademia della Vita, poco prima che morisse.

 

Gli esperimenti del Servo di Dio Enrico Medi (1911 – 1974)

 

Il fisico Pasquale Lanciano, detto Paco, famoso per gli esperimenti scientifici durante il programma di Angela, era appena in fasce quando sull’allora Programma Nazionale andavano in onda i corsi di fisica sperimentale seguiti dal professor Enrico Medi (è lui quello ritratto nel meme di copertina creato da me). Chissà se non li ha visti qualche volta, in repliche successive.

Medi è stato anche tra i partecipanti alla diretta televisiva dello sbarco sulla Luna. Oltre che essere uno scienziato, fu anche impegnato in politica, come consigliere comunale a Roma e in Parlamento. Ho raccontato qui il legame che sento di avere con lui.

Nel video qui sotto, il professore spiega il funzionamento del motore a scoppio.



Ricerca... con la Beata Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia


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Prima laica (e prima donna) dell’Opus Dei a venire beatificata, Guadalupe studiò Chimica all’Università Centrale di Madrid: oltre a lei, su sessanta iscritti, c’erano solo quattro allieve. Concluse gli studi universitari nel 1940. Quattro anni dopo, conobbe san Josemaría Escrivá, dal quale imparò come incontrare e far incontrare il Signore anche mediante il lavoro: fu incorporata definitivamente come numeraria, ossia consacrata, il 18 maggio 1947.
Nell’ottobre dello stesso anno riprese a studiare per il Dottorato in Chimica e non smise neanche quando dovette essere operata per stenosi mitralica grave. Discusse la tesi l’8 giugno 1965, laureandosi col massimo dei voti: l’argomento era «Refrattari isolanti nelle ceneri di residuati del riso».
Dato che per ragioni di salute non poteva percorrere la via accademica, divenne insegnante presso la Scuola Femminile d’Ingegneria Industriale e il Centro di Studi e Ricerche in Scienze Domestiche, nel quale insegnava Fibre Tessili.
Carmen Molina, sua exallieva e futura docente nello stesso Centro, ha descritto un suo tipico atteggiamento:

«Ricordo che, dopo aver riempito la lavagna di formule chimiche, si voltava verso di noi e ci parlava quello che si poteva fare combinando i vari elementi chimici, facendoci vedere che tutto era un’impressionante manifestazione della diversità della creazione; poi concludeva: pensate a come Dio fa le cose!».

 

Dietro le quinte della Storia… della Chiesa, col Venerabile Cesare Baronio (1538 – 1607)


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Sacerdote della Congregazione dell’Oratorio e poi cardinale, Cesare Baronio è l’autore di un’opera fondamentale per la Storia della Chiesa, che di certo, anche se non è uno storico ecclesiastico, il professor Alessandro Barbero avrà presente: gli Annales Ecclesiastici, composti come contraltare delle Centurie di Magdeburgo, di stampo protestante, che vanno dalle origini al 1198. È stato anche membro della commissione che ha elaborato il Martirologio Romano, che nel 2001 ha avuto una nuova edizione (ma meriterebbe un aggiornamento, a parere mio).
Niente male per colui che, per dieci anni, fu il cuciniere dell’Oratorio fondato da san Filippo Neri e che, degno discepolo del Santo umorista quasi per eccellenza, un giorno scrisse con un pezzo di carbone sulla cappa del camino: Caesar Baronius, coquus perpetuus!


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