Ieri è ricominciato
SuperQuark, il programma guidato da
Piero Angela che descrive, andando nei particolari delle cose (come i quark, appunto), vari aspetti della
scienza, con uno stile accessibile al grande pubblico.
Non mi
sono mai cimentata ad analizzare il rapporto tra scienza e fede, ma
quest’occasione mi sembra adatta per provare a pensare a quegli uomini e a
quelle donne che potrebbero essere considerati non solo degli esempi come
credenti, ma anche degli antesignani, per così dire, degli ospiti fissi nel
programma del “sommo Piero”, come lo chiamano i suoi ammiratori.
Ne
seleziono solo cinque, tra personaggi che siano almeno Servi di Dio, ma penso
che ce ne possano essere ancora altri. I titoli dei paragrafi, come capirete,
sono ispirati alle rubriche di SuperQuark.
Tecnologia…
col Beato Francesco Faà di Bruno (1825 - 1888)
Ufficiale
dell’Esercito piemontese, diffusore della stampa cattolica, amico di san Giovanni
Bosco, docente universitario, inventore, sacerdote e fondatore di una congregazione
religiosa femminile: tutto questo e molto di più è stato Francesco Faà di
Bruno, figlio di una nobile famiglia torinese.
In
questo caso, però, di lui interessa la sua ricerca in campo matematico,
espressa in numerosi articoli e studi pubblicati anche su riviste
internazionali. A lui si deve la “formula di Faà di Bruno”, descritta nel suo
trattato Théorie générale de
l'élimination (1859): elenca i termini
dell’espansione della derivata n-esima di una funzione composta. Tale formula è
oggi utilizzata, tra l’altro, nei principali software matematici.
Se non
avete capito molto di questo mio tentativo di spiegazione, forse vi sarà molto
più chiaro il racconto, dedicato agli altri aspetti della sua vita, che
Giovanni Scifoni aveva dedicato a lui in uno dei suoi primi filmati sul
#Santodelgiorno, pubblicato sulla pagina Facebook del programma Beati Voi
di TV 2000.
Scienza
e società… col Venerabile Jerôme Lejeune (1926 – 1993)
Appassionatosi
alla medicina dopo la lettura del Medico
di campagna di Honoré de Balzac, Lejeune venne però coinvolto da uno dei
suoi docenti universitari, il professor Raymond Turpin, ad affiancarlo in una ricerca su quello che allora
era definito “mongolismo” e considerato una tara ereditaria.
In otto
anni, riuscì a dimostrare che si trattava invece di una malattia genetica, che
chiamò “trisomia 21”, per via della presenza di un cromosoma in più, il
quarantasettesimo, nel ventunesimo paio.
Quando
si accorse che le sue ricerche venivano sfruttate per promuovere l’aborto dei
feti con trisomia 21, continuò a dichiarare che la medicina non serviva per la
morte, ma per la vita, anche a costo di farsi nemici i colleghi e le più alte
istituzioni. San Giovanni Paolo II lo nominò primo presidente della Pontificia
Accademia della Vita, poco prima che morisse.
Gli
esperimenti del Servo di Dio Enrico Medi (1911 – 1974)
Il
fisico Pasquale Lanciano, detto Paco, famoso per gli esperimenti scientifici
durante il programma di Angela, era appena in fasce quando sull’allora
Programma Nazionale andavano in onda i corsi di fisica sperimentale seguiti dal
professor Enrico Medi (è lui quello ritratto nel meme di copertina creato da
me). Chissà se non li ha visti qualche volta, in repliche successive.
Medi è
stato anche tra i partecipanti alla diretta televisiva dello sbarco sulla Luna.
Oltre che essere uno scienziato, fu anche impegnato in politica, come
consigliere comunale a Roma e in Parlamento. Ho raccontato quiil legame che sento
di avere con lui.
Nel
video qui sotto, il professore spiega il funzionamento del motore a scoppio.
Ricerca... con la Beata Guadalupe Ortiz de Landázuri y
Fernández de Heredia
Prima
laica (e prima donna) dell’Opus Dei a venire beatificata, Guadalupe studiò
Chimica all’Università Centrale di Madrid: oltre a lei, su sessanta iscritti,
c’erano solo quattro allieve. Concluse gli studi universitari nel 1940. Quattro
anni dopo, conobbe san Josemaría Escrivá, dal quale imparò come incontrare e
far incontrare il Signore anche mediante il lavoro: fu incorporata
definitivamente come numeraria, ossia consacrata, il 18 maggio 1947.
Nell’ottobre
dello stesso anno riprese a studiare per il Dottorato in Chimica e non smise
neanche quando dovette essere operata per stenosi mitralica grave. Discusse la
tesi l’8 giugno 1965, laureandosi col massimo dei voti: l’argomento era «Refrattari
isolanti nelle ceneri di residuati del riso».
Dato
che per ragioni di salute non poteva percorrere la via accademica, divenne
insegnante presso la Scuola Femminile d’Ingegneria Industriale e il Centro di
Studi e Ricerche in Scienze Domestiche, nel quale insegnava Fibre Tessili.
Carmen
Molina, sua exallieva e futura docente nello stesso Centro, ha descritto un suo
tipico atteggiamento:
«Ricordo che, dopo
aver riempito la lavagna di formule chimiche, si voltava verso di noi e ci
parlava quello che si poteva fare combinando i vari elementi chimici, facendoci
vedere che tutto era un’impressionante manifestazione della diversità della
creazione; poi concludeva: pensate a come Dio fa le cose!».
Dietro
le quinte della Storia… della Chiesa, col Venerabile Cesare Baronio (1538 – 1607)
Sacerdote
della Congregazione dell’Oratorio e poi cardinale, Cesare Baronio è l’autore di
un’opera fondamentale per la Storia della Chiesa, che di certo, anche se non è
uno storico ecclesiastico, il professor Alessandro Barbero avrà presente: gli Annales Ecclesiastici, composti come
contraltare delle Centurie di Magdeburgo,
di stampo protestante, che vanno dalle origini al 1198. È stato anche membro
della commissione che ha elaborato il Martirologio
Romano, che nel 2001 ha avuto una nuova edizione (ma meriterebbe un
aggiornamento, a parere mio).
Niente
male per colui che, per dieci anni, fu il cuciniere dell’Oratorio fondato da
san Filippo Neri e che, degno discepolo del Santo umorista quasi per
eccellenza, un giorno scrisse con un pezzo di carbone sulla cappa del camino: Caesar Baronius, coquus perpetuus!
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