Squarci di testimonianze #46: il Magnificat del diacono Roberto Buzzi

 

Fonte: screenshot del video della testimonianza (vedi sotto)

Ammetto che in questi giorni sto trascurando il blog, ma non per mancanza d’ispirazione, anzi: ho tantissimi argomenti da voler trattare, però le mie collaborazioni editoriali mi portano via molto tempo. Se un anno fa mi avessero detto che le storie a cui tengo sarebbero approdate anche su Avvenire, quasi non ci avrei creduto!

In realtà, un mese fa, mi era venuta un’idea per il Giubileo dei Diaconi, da riprendere qui. Nel corso degli incontri del ciclo «Ein Karem – La fontana del villaggio», in corso nella mia (costituenda) Comunità pastorale, che è intitolata alla Visitazione (Ein Karem è la località che tradizionalmente viene considerata il luogo dove abitavano i santi Zaccaria ed Elisabetta, genitori di san Giovanni Battista, e dove la Madonna visitò appunto Elisabetta sua parente), è infatti stato invitato a parlare Roberto Buzzi, diacono permanente. Non presta servizio da noi, ma fa parte della Cappellania del carcere di Opera: in questa veste, contribuisce al progetto, questo sì in corso dalle mie parti, de La Tenda di Mamre, per il reinserimento nella società di detenuti in permesso (se volete saperne di più, cliccate qui).

L’incontro con lui mi ha confermata una volta di più di quanto papa Francesco – anch’io sono preoccupata per la sua salute – aveva risposto nel corso dell’incontro in Duomo durante la sua visita alla diocesi di Milano del 2017: il diacono non è una figura a metà tra il prete e il laico, ma ha un carisma e una vocazione suoi e particolari.

Più nello specifico, la vocazione di Roberto è emersa dopo un’adolescenza ribelle e una giovinezza trascorsa tra lotte politiche e comunità di recupero, passando per l’amore di Marina, sua moglie, per l’appartenenza al Rinnovamento nello Spirito Santo e il ritorno alla politica come sindaco di San Giuliano Milanese, fino a tanti episodi in cui, secondo lui, la Provvidenza divina si è fatta sentire.

Sul finire dell’incontro, ha dichiarato:

«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente», ma, appunto, ha fatto tutto Lui. Se anche io ci riprovassi, mai e poi mai ci riuscirei senza il Suo aiuto. Questo però non significa che restiamo fermi o inerti, aspettando che Dio, attraverso la Provvidenza, realizzi la sua volontà; non funziona così. Al contrario, Dio vuole che, liberamente, scegliamo di diventare gli strumenti per realizzare il Suo Regno, nella consapevolezza che poi Lui è lì, a fianco a noi, ad aiutarci a fare la scelta giusta, facendoci intuire le vie da percorrere, e soprattutto pronto a portare al bene anche ciò che di male possiamo fare.

Ecco quindi il video della serata del 21 gennaio. Spero che anche voi, come me, vi sentiate rincuorati dalla testimonianza di Roberto.



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