Testimoniando in breve #1: i Decreti del 24 febbraio
Da
qualche tempo pensavo di lanciare una nuova rubrica, che conto di far diventare
mensile, in cui commentare in breve le notizie di attualità ecclesiale
relativamente all’avvio di nuove cause, all’apertura e alla chiusura di
inchieste diocesane e ai Decreti del Dicastero delle Cause dei Santi.
Quelli
resi noti ieri e promulgati lunedì mi sono sembrati l’occasione propizia per iniziarla, tanto più che,
come accade quando c’è qualche nome particolarmente noto, a volte s’ingenerano
confusioni circa le tappe di una causa e quando essa possa essere considerata
conclusa; tutto questo nonostante le fatiche di tanti giornalisti e operatori
della comunicazione ecclesiale.
Due Santi senza
miracolo
Quando ho appreso la notizia che papa Francesco aveva approvato i voti dei Cardinali e dei Vescovi membri del Dicastero delle Cause dei Santi per due Beati da canonizzare con la dispensa dal secondo miracolo, sono stata veramente felicissima anzitutto per Bartolo Longo.
Nel
primo post che
avevo scritto per presentare i Beati di cui auspicavo la canonizzazione, lui era
presente (a Dio piacendo, quindi, con Pier Giorgio Frassati, due di quei miei
desideri potrebbero diventare realtà): adducevo motivazioni non diverse da
quelle riportate nella pagina a lui dedicata sul sito del Dicastero delle Cause
dei Santi, evidentemente tratte dalle lettere postulatorie a cui la stessa
pagina fa cenno.
Sempre
nel mio post, però, menzionavo un’asserita guarigione, che evidentemente non è
stata presa in esame, ma comunque costituisce un’ulteriore prova della fama di
segni, perdurante anche oggi, a quasi quarantacinque anni dalla beatificazione.
Per chi
fosse curioso, riporto che il miracolo considerato per la beatificazione fu
invece quello avvenuto a Carmela Camera, guarita nel 1943 da sindrome
enterocolitica, grave e ipercronica anemia e coleciste calcolosa.
Se per Bartolo
Longo avevo fondate speranze che si fosse proceduto a chiedere la dispensa dal miracolo,
mi ha veramente sorpresa, invece, leggere che anche per José Gregorio Hernández
Cisneros fosse stata scelta la medesima via, adoperata nel pontificato di papa
Francesco anche per altri casi (citati in questo contributo di padre Sergio La Pegna): la sua beatificazione, infatti, è avvenuta il 30 aprile
2021, neanche quattro anni fa.
Sono
quindi felice di aver contribuito a farlo conoscere quando ancora non era
famosissimo qui in Italia, tramite un articolo che ho inviato anche all’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni. Ho poi visto che ci sono pubblicazioni anche nella nostra
lingua: le segnalerò quando e se riuscirò a mettere insieme i pezzi del mio
legame con lui.
Intanto,
mi piace ricordare che il 28 febbraio di un anno fa, quando ho visitato la
chiesa di Santa Maria ai Monti e ho approfondito la conoscenza di san Benedetto Giuseppe Labre e del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, ho scorto una sua immagine su di un altare
laterale. Nella stessa chiesa, il 2 maggio 2021, come riferisce L’Osservatore
Romano di oggi, monsignor Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari
Generali della Segreteria di Stato, aveva celebrato una Messa di ringraziamento
insieme ai fedeli venezuelani (lui stesso lo è) residenti a Roma.
Per la
data delle canonizzazioni – sono in attesa anche quelle per due future Sante, madre
Maria Troncatti e madre Vincenza Maria Poloni – bisognerà ancora attendere il
prossimo Concistoro, che il Santo Padre ha comunque deciso di convocare. Ribadisco
che la prassi richiede di confermare tramite il Concistoro anche le date
relative a Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, pur riportate sul calendario
degli eventi del Giubileo.
D’Acquisto, primo
Venerabile italiano per offerta della vita
Il 13 novembre 2024, al convegno Non c’è amore più grande – Martirio e offerta della vita, come avevo già segnalato nella mia cronaca, è invece emerso che per Salvo D’Acquisto si era scelto di esaminare se il suo atto di carità potesse essere considerato, appunto, un’offerta della vita in ottica cristiana.
Pochi guorni dopo, il 21 novembre, nell’omelia per la Messa per la Virgo Fidelis, patrona dei Carabinieri, il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, aveva dichiarato che nei mesi successivi la causa sarebbe passata ai Cardinali e ai Vescovi membri del Dicastero.
Affermazioni del genere non potevano passare inosservate, ma se c’è una cosa che ho imparato nella mia attività di divulgazione e, ora posso dirlo, anche giornalistica, nessun passaggio nelle cause di beatificazione e canonizzazione va mai (sottolineatura mia) dato per scontato: lo affermava la Nota diffusa in relazione all’asserito (e poi confermato) miracolo per la beatificazione proprio di José Gregorio Hernández e ne avevo avuto sentore durante il primo lockdown, quando molte beatificazioni e canonizzazioni furono rimandate per ragioni sanitarie.
Un percorso complicato
che attende ancora il “dito di Dio”
Sui social media hanno iniziato a diffondersi post inesatti anche se dettati dall’entusiasmo, come quelli dei social media dell’Azione Cattolica della diocesi di Napoli, ma non rappresentano altro, come scrivevo prima, che una forma di confusione. Il Motu proprio Maiorem hac dilectionem parla chiaro: all’articolo 2, punto d, esprime la «necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione».
Quello di Salvo è il primissimo caso di un candidato agli altari italiano (nonché la prima, e finora unica, causa avviata dal nostro Ordinariato Militare) dichiarato Venerabile dopo la verifica dell’offerta della vita, non delle virtù eroiche, peraltro dopo un percorso parecchio complicato, che cerco di sintetizzare nuovamente e che non ha portato affatto alla chiusura del processo, come ho letto perfino sul sito dell’Azione Cattolica Italiana. Anzi, forse è proprio questo suo primato che non ha reso immediatamente comprensibile il fatto che, per beatificarlo, occorre un miracolo dimostrato (o, in via eccezionale, la conferma di un culto antico).
Preciso che le mie fonti sono la voce della Bibliotheca Sanctorum su Salvo, le informazioni ricevute al convegno sopra citato e il libro di Pier Luigi Guiducci Salvo D’Acquisto – Una morte per la vita (scaricabile qui):
- dal 4 novembre 1983 al 25 novembre 1991 svolgimento dell’inchiesta diocesana presso il Tribunale ecclesiastico dell’Ordinariato Militare d’Italia;
- il frontespizio dei due volumi della Positio e il lemma, ossia il titolo, della causa, parlavano però di “vita, martirio e fama di martirio”, ma il primo postulatore, padre Germano Elia Cerafogli dei Frati Minori, l’aveva impostata sulla verifica delle virtù eroiche;
- nel 1999 si è svolta un’indagine suppletiva e, nello stesso anno, è stata presentata la Positio super martyrio (quindi un terzo volume che si aggiungeva ai precedenti due) da parte del nuovo postulatore, il gesuita padre Paolo Molinari;
- il 30 novembre 2007 i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi hanno espresso parere sospensivo circa l’asserito martirio (e sospensivo non vuol dire che la causa era bloccata: se fossero emerse prove più convincenti, avrebbero potuto rivedere il parere);
- l’11 luglio 2017 è stato pubblicato il
Motu proprio Maiorem hac dilectionem e il caso di Salvo è stato da più
parti considerato corrispondente alla nuova fattispecie che esso ha introdotto;
- viene nominato un nuovo postulatore, don Giuseppe Praticò, ma la causa passa poi al Postulatore Generale dei Frati Minori Cappuccini, padre Carlo Calloni;
- il 12 febbraio 2022 viene concesso il secondo cambio di lemma, passando quindi a indagare l’offerta della vita;
- il 19 settembre 2024 i Consultori Teologi hanno espresso parere unanimemente positivo circa il rischio della vita da parte di Salvo e le motivazioni cristiane del suo gesto;
- negli ultimi giorni tale parere è stato confermato dai Cardinali e dai Vescovi.
Voglio quindi
sperare che questa notizia accenda nei fedeli il desiderio di ricorrere all’intercessione
del neo-Venerabile e che qualcuno s’impegni a presentare all’Ordinariato
Militare o ai Frati Minori di Santa Chiara a Napoli, la chiesa che conserva le
sue spoglie, le prove documentate di qualche asserita guarigione o scampato
pericolo.
Come mai non è stato ricevuto il cardinal
Semeraro?
A questa domanda non so proprio come rispondere: il Bollettino della Sala Stampa vaticana di ieri, infatti, affermava che il Santo Padre aveva ricevuto non lui, come da prassi, ma il cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato, e il già citato monsignor Peña Parra, per una visita di lavoro, e aveva autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i nuovi Decreti.
Nemmeno lo stesso Prefetto spiega perché, nell’intervista uscita sul Corriere della Sera oggi, a firma di Gian Guido Vecchi e riportata sul sito del Dicastero: si limita ad affermare che l’arcivescovo Peña Parra, incontrandolo in piazza San Pietro la sera di lunedì 24 febbraio al Rosario per la salute del Papa, gli aveva riferito di aver portato, proprio quella mattina, i documenti da firmare.
In fin dei conti, sono dettagli: è più importante pregare per il cardinal Semeraro, per i suoi collaboratori al Dicastero e per il loro servizio di discernimento circa l’esemplarità dei figli e delle figlie della Chiesa, oltre che per papa Francesco, magari anche chiedendo l’intercessione di questi candidati (sebbene, in caso di guarigione improvvisa e duratura, sarebbe difficile capire a chi attribuire l'intercessione!).
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