Elena Adorni, o del fare corone pregando
Chi è?
Ventisette anni, studentessa di Medicina,
artigiana per passione, Elena Adorni è stata ospite del programma Nel cuore dei giorni – Arancio su TV 2000 il 7 ottobre 2013. Ecco il suo racconto.
Cosa c’entra con me?
Proprio l’altro ieri stavo guardando, come
faccio abitualmente, la parte mattutina del programma Nel cuore dei giorni, su TV2000.
Nella mia vecchia casa non prendevo quel canale, per cui lo seguivo solo in
vacanza, ma da quando mi sono trasferita lo seguo più spesso. In particolare,
prediligo i momenti in cui posso ascoltare qualche testimonianza interessante
da riproporre eventualmente su queste pagine.
Insomma, mentre iniziavo ad organizzare la
mia giornata, il conduttore ha presentato una giovane, seduta a un tavolo nello
studio, intenta a sferruzzare. La giovane, che ho scoperto chiamarsi Elena
Adorni, era stata invitata per parlare, in occasione della memoria della Beata
Vergine Maria del Rosario, di un’attività che per lei è più di un hobby: la realizzazione di corde di
preghiera e corone devozionali completamente a mano e di lana intrecciata.
Subito mi è sorta l’idea di scrivere ai responsabili della redazione web del
programma per riferire loro che anch’io faccio qualcosa di simile, dal 2007 per
la precisione.
Quell’anno avevo saputo da una mia cugina
di Portici che Valentino, un seminarista suo comparrocchiano che lei mi aveva
presentato nel 2005, era da poco diventato diacono. Volevo quindi fargli un
regalo in vista dell’ordinazione sacerdotale, ma lei mi ha fermata, affermando
che in quella che potrebbe definirsi “lista sacerdozio” (come la lista nozze,
ma comprendente casule, stole e arredi vari) non c’era nulla di abbordabile per
le mie magre finanze di studentessa in Lettere. Tuttavia, il desiderio di far
avere al futuro prete un segno della mia vicinanza, almeno spirituale, non mi
lasciava.
Qualche tempo prima, cedendo alla mia
irrefrenabile curiosità, avevo bussato alla porta delle Suore Marcelline in via
Quadronno a Milano, dato che avevo letto sul portale diocesano che la
beatificazione del loro Fondatore, monsignor Luigi Biraghi, era imminente.
Rimando il racconto dettagliato del legame che da allora ho stabilito con lui e
con le sue figlie spirituali: per ora, mi limito a scrivere che, nel corso
della mia seconda visita, una giovane religiosa mi aveva regalato una corona
del Rosario completamente fatta di nodi, proveniente dalle loro missioni in
Messico. Il risultato fu che, usandola per pregare, non mi concentravo granché
sui misteri da meditare, ma mi domandavo come si facesse qualcosa di simile.
Dopo quella corona, ne ho comprata una
analoga presso il Tempio della Bianca Regina dei Gigli, a San Giorgio a
Cremano. Stavolta i grani, o meglio, i nodi, erano collegati a una medaglia
centrale con tre buchi e a un crocifisso di metallo. Anche in quel caso,
cercavo di meditare, ma il più delle volte analizzavo lo strumento che avevo in
mano, cercando di capire come fosse stato confezionato.
Insomma, pochi giorni dopo aver avuto la
bella notizia da mia cugina, stavo usando proprio uno di quei due rosari,
quando mi venne – o meglio, Qualcuno deve avermi ispirata – l’idea di regalare
al seminarista proprio un oggetto del genere, ma fatto da me. Ora, la manualità
non è mai stata il mio forte, benché la creatività non mi mancasse: a scuola, i
miei lavoretti con la creta non erano eccelsi, ma in educazione artistica avevo
ugualmente buoni risultati. A ciò va ad aggiungersi il fatto che, nonostante
mia madre abbia lavorato per anni come sarta, io sappia sì e no cucirmi un
bottone o rammendarmi le calze. Ciò nonostante, pensavo che qualcosa di fatto a
mano facesse più piacere al festeggiato di un articolo comprato in una libreria
cattolica e uguale a chissà quanti altri.
Un giorno, mentre stavo navigando in
Internet dalle postazioni apposite in università, ho pensato bene di cercare le
istruzioni: sono andata su Google, ho
digitato le parole “rosari di corda” tra virgolette e cliccato su “Cerca”. I
risultati, purtroppo, non erano granché incoraggianti: le pagine comparse
riguardavano prevalentemente siti di e-commerce
religioso. Stavo per lasciar perdere, quando ho sentito dentro di me che,
forse, avrei potuto cercare mettendo le stesse parole, ma in inglese. Il tempo
di scrivere “cord rosaries” e mi si è letteralmente aperto un mondo: non solo
erano comparse pagine dove acquistarli, ma soprattutto le tanto agognate
istruzioni, che ho prontamente salvato su chiavetta.
L’ordinazione sacerdotale di don Valentino
si stava avvicinando, quindi mi sono messa all’opera. I primi risultati avevano
del disastroso: seguivo passo passo le indicazioni, ma non venivano fuori nodi,
bensì sgorbi senza forma. Ho chiesto aiuto a mia madre mostrandole le
fotografie a corredo delle istruzioni, ma nemmeno lei sapeva aiutarmi. D’un
tratto, ho compreso dove sbagliavo: avevo tradotto male una frase!
Imparata la tecnica (in fin dei conti, si
tratta del classico “nodo cappuccino”, quello dei cordoni dei frati) avevo
bisogno di capire dove comprare le parti in metallo. Se un crocifisso si trova
pressoché dovunque, dove rintracciare la medaglia centrale? Mi venne in aiuto
una delle suore di Maria Bambina, la quale me ne regalò un paio e mi
segnalò l’indirizzo di un negozio milanese specializzato in quel genere di
prodotti. Quello che la buona religiosa non mi riferì era che quel posto
vendeva all’ingrosso, non al dettaglio! Tuttavia, la proprietaria, impietosita
dal mio sguardo, mi consentì di acquistare una decina di quelle che ho appreso
chiamarsi “crocere” o "crociere" (in inglese, “centerpieces”).
Una volta fatto recapitare il regalo, avrei
potuto fermarmi, ma ho pensato bene di continuare, tanto più che, nelle mie
vacanze a Napoli, mi procuro sempre una bella scorta di crocere e crocifissi
nei negozi di via San Biagio dei Librai. Da quei primi timidi tentativi sono
passata a lanciarmi in progetti ancora più complicati, di cui ora presento un
piccolo assaggio. Abitualmente ne porto sempre una con me, per regalarla a
qualcuno, oppure la confeziono per regalarla in qualche occasione speciale:
matrimoni, ordinazioni sacerdotali, professioni religiose, compleanni, o
semplicemente per invitare a pregare per me (ed eventualmente, casomai
rivedessi la persona in questione, presentarmi come “quella che nella tale
occasione ti ha regalato un Rosario”).
Questo è il progetto principale, il più semplice perché non necessita parti in metallo. |
Questo si differenzia dal precedente per la presenza di crocera e crocifisso. Tra parentesi, la corona che vedete in foto è una delle mie preferite. |
Lievemente più complicato: le decine sono di colore diverso. |
Una variante di quello prima, secondo i colori del cosiddetto “Rosario missionario” (lo trovo adattissimo per i banchi vendita pro missioni). |
Sempre più difficile: qui i grani grossi sono di colore diverso, fatti con dei nodi detti “a farfalla”. |
Un Rosario insolito, con i grani di colori alternati l’uno con l’altro. Il sistema è detto “a scala”. |
Ho imparato anche a confezionare corone più classiche, con le perline. Dato che si somigliano un po’ tutte, ne presento una sola. |
Il suo Vangelo
Nel presentare i miei prodotti, mi sono
lasciata un po’ troppo prendere la mano, quindi ritorno a quello che, a mio
parere, l’esperienza di Elena e di tanti costruttori di corone può insegnare.
Anzitutto, può aiutare a vivere il tempo
libero come servizio nei confronti di chi riceverà quegli articoli, sia che li
si realizzi su commissione, sia per regalarli a scopo di apostolato. In seconda
battuta, lo stesso atto della confezione può diventare una forma di preghiera:
io, ad esempio, più di una volta ho provato a dire il Rosario annodando
cordini, anche se finisco col restare indietro di un paio di Ave.
In ultima analisi, come il magistero dei
Papi insegna, il Rosario non è affatto una preghiera “da nonne” e non passa mai
di moda. A renderlo attuale possono servire anche tecniche curiose, ma tutte
con il medesimo scopo che indusse, tanti secoli fa, un anonimo fedele a contare
le sue orazioni usando una corda intrecciata o un filo di perline.
Un’aggiunta finale: se i miei Rosari vi
piacciono, contattatemi pure all’indirizzo mail che trovate nel menu a
sinistra, precisando il modello e i colori. Sarà mio compito rispondervi appena
possibile, oppure darvi qualche dritta se intendete farli da voi (non li ho
inventati io e non pretendo mica di avere l’esclusiva!).
Su Internet
Una pagina utilissima con istruzioni in formato PDF disponibili in inglese,
spagnolo e un video illustrativo.
Uhm... questi rosari mi ricordano qualcosa :D.
RispondiEliminaCara Emilia, sarai contenta di sapere che quello che mi hai regalato è il Rosario che utilizzo... quando mi capita di dire il Rosario!
Ehe :-) Mi spiace non averla fotografata, sennò la pubblicavo.
EliminaElena ha ricambiato qui (http://lacordadapreghiera.blogspot.it/2013/10/testimoni-ando.html) e mandandomi una produzione delle sue. Io devo ancora rifinire la mia, poi gliela manderò.
Sono belli
RispondiEliminaCome sarebbe bello averli
Ma parli di quelli di Elena o dei miei? Nel primo caso, al termine del post ho messo i suoi contatti. Per i miei, scrivimi all'indirizzo di posta elettronica che trovi nella colonna qui a fianco, dove c'è scritto "Se conosci un Testimone...".
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