Tre domande a… don Andrea Ciucci: la fede è concreta come un cammino… e come una pietanza

La copertina dell’ultimo lavoro culinario e catechistico di don Andrea e di don Paolo
Chi è?

Don Andrea Ciucci è stato ordinato nel 1992 come sacerdote della diocesi di Milano. Laureato in Filosofia, si è a lungo occupato dell’educazione di bambini, ragazzi e giovani, oltre che della formazione di educatori e catechisti. Insieme a monsignor Paolo Sartor, oggi all’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, ha realizzato alcuni sussidi per la catechesi dei bambini tra i 7 e gli 11 anni. Anche lui attualmente risiede a Roma, come Segretario Coordinatore della Pontificia Accademia per la Vita. Infine, cura la rubrica del Vangelo della domenica sul settimanale Telesette.

Cosa c’entra con me?

Più o meno dieci anni fa stavo iniziando a cercare altre modalità per vivere la fede, tenendo ferme quelle che vivevo nella mia parrocchia. Volevo trovare soprattutto dei momenti in cui confrontarmi con la Parola di Dio, visto che la Scuola della Parola, nel mio Decanato, non si teneva da tempo (poi riprese).
Tramite il cappellano della mia università, venni a sapere che presso la parrocchia di San Lorenzo Maggiore a Milano si tenevano degli incontri di lectio divina molto particolari, da lui guidati. Era una delle iniziative del Centro Giovani alle Colonne, un tentativo, da parte della Pastorale Giovanile del Decanato Centro Storico, di avvicinare i giovani che vivevano il quartiere specie nelle ore notturne.
In un’altra occasione, non alla lectio, conobbi don Andrea. Non ho tenuto i contatti con lui anche quando l’esperienza del Centro Giovani è terminata, ma l’ho spesso visto in televisione a presentare alcune delle ricette che avevo visto pubblicare quando era ancora a Milano.
Durante la fiera Tempo di Libri, lo scorso 10 marzo, ho sentito che sarebbe stato ospite dell’area in cui le pagine scritte venivano associate alla cucina: doveva infatti parlare della sua ultima fatica, dedicata alla cucina dei pellegrini.
L’ho incontrato allo stand dell’Editrice San Paolo: non solo si è ricordato di me, ma si è anche prestato a rispondere alle mie, ormai canoniche, tre domande.

Sei uno dei pionieri dell’abbinamento tra ricette e religione cattolica. Come mai quest’interesse?
Non è vero: l’abbinamento l’ha fatto il Padreterno! [sorride, ndr] Lui ha creato un mondo ricco di frutti e di animali che ha donato all’uomo, poi glielo ha descritto come «terra promessa», «terra dai sette sapori», oppure ha presentato il Paradiso come «un banchetto di grasse vivande».
Lo stesso Gesù esordisce in un “ristorante” a Cana, poi dà da mangiare a migliaia di persone e, quando decide di lasciare un segno perché i suoi amici lo ricordino nei secoli, fa una cena.
Semplicemente, noi abbiamo scoperto come il cibo, che è un elemento fondamentale dell’esperienza umana, sia capace di rivelare qualcosa del mistero di Dio.

Nutrire l’anima è il quarto libro di cucina che hai curato, sempre con don Paolo Sartor. Cosa lo accomuna agli altri e cosa lo differenzia da loro?
Lo accomuna il fatto che ogni ricetta è costruita in maniera storica e precisa: è proprio quella lì perché la fede è fatta di storie, di concretezza, di tempi... Ogni ricetta racconta una storia di fede. Poi ci siamo divertiti molto a prepararle e a cucinare in prima persona.
Diverso è il tema: il cammino, il pellegrinaggio, il cambiare posto. Anche la fede è un cammino, dopotutto. Grazie all’Editore, rispetto agli altri è più brillante e moderno nell’impostazione grafica.
La sua originalità è che tratta del pellegrinaggio, che non è solo presente nel cristianesimo, ma in tutte le religioni. Di più: è una di quelle esperienze che accomunano tutti gli uomini perché, camminando, scopri qualcosa in più di te e degli altri.

Tu usi le ricette, ma altri sacerdoti sfruttano diversi mezzi espressivi per trasmettere il Vangelo. Nella tua esperienza, ha funzionato?
Io non faccio il cuoco, faccio il prete. Racconto con un aiuto che trovo utile, perché il cibo trasmette la concretezza delle storie, attiva tutti e cinque i sensi: passa per i profumi, i sapori... Non credo che uno si converta perché mangi uno dei piatti descritti nei libri, ma potrebbe riconoscere che quella storia ha uno spessore e parla alla sua vita.
* * *
A Tempo di Libri, aiutato da alcuni giovani cuochi, don Andrea ha raccontato proprio alcune delle storie che stanno dietro alle ricette dell’ultimo libro. In particolare, ho apprezzato l’uovo sodo con semi di sesamo e contorno di hummus: chi era con me in Terra Santa quattro anni fa, sa perché (altrimenti leggete qui).
Chissà se qualcuno dei giovani pellegrini che parteciperanno ai cammini che culmineranno con l’incontro, a Roma l’11-12 agosto, col Papa, non gusterà qualcuna di quelle pietanze!
Per avere un assaggio – mai espressione fu più adatta – di ciò che mi ha raccontato don Andrea, ecco le puntate integrali della trasmissione Le ricette dei Santi, andate in onda su Padre Pio TV qualche anno fa.



Per saperne di più

Andrea Ciucci – Paolo Sartor, A tavola con Abramo – Le ricette della Bibbia, San Paolo 2012, pp. 176, € 18,00.
La prima fatica, culinaria e biblica insieme, dei due sacerdoti presenta sessanta ricette tratte dalle pagine bibliche o ispirate a esso, riferite comunque al Vicino Oriente.

Andrea Ciucci – Paolo Sartor, In cucina con i santi – Ricette di cielo e di terra, San Paolo 2013, pp. 160, € 17,50.
Le ricette sono divise in sei capitoli, ciascuno dedicato a un ambito della santità (familiare, dei monasteri, di papi e re, preti e vescovi, eremiti).

Andrea Ciucci – Paolo Sartor, Mangiare da Dio – Cinquanta ricette da san Paolo a papa Francesco, San Paolo 2015, pp. 144, € 17,50.
Qui invece sono ordinate cronologicamente, dalle origini della Storia della Chiesa ai giorni nostri.

Andrea Ciucci – Paolo Sartor, Nutrire l’anima – Cinquanta ricette di pellegrini e viaggiatori, San Paolo 2018, pp. 144, € 18,00.
L’ultima opera, dedicata ai sapori e agli incontri lungo le vie dei pellegrinaggi e dei santuari.

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