Il decalogo dell’agiografo moderno
Disegno di Patxi Velasco Fano (fonte) |
Nel 2014 avevo presentato, brevemente, le
ragioni che mi avevano spinta a spendere la mia abilità nella scrittura per
raccontare le storie dei Santi e dei Testimoni in genere, insieme a qualche
indicazione di metodo. Col passare del tempo ho conosciuto persone più esperte,
a cui ho chiesto consigli per migliorarmi ancora di più.
Come post per la solennità di Tutti i Santi
di quest’anno, presento dunque il risultato di tutti quegli incontri, mediati
con elementi che ho imparato tramite i corsi per i responsabili parrocchiali
della comunicazione organizzati dalla mia Diocesi, con le lezioni di un piccolo
corso di giornalismo che avevo seguito anni fa e con il Manifesto di Assisi. Sono convinta che sia utile a chiunque, per passione o per lavoro, ha a che fare con storie esemplari.
1) Sii breve, ma cerca di dire tutto
Al giorno d’oggi, specie su Internet, la
gente non si trattiene troppo su una pagina.
www.santiebeati.it ha il tetto dei 6000
caratteri spazi inclusi per la scheda vera e propria (anche se il webmaster mi
ha concesso di sforare): è un numero di battute non eccessivamente lungo.
2) Evita giudizi affrettati
Emettere giudizi è rischioso, specie se parli
di gente non ancora beatificata o canonizzata. Lascia quindi che siano i tuoi
lettori a formulare il loro giudizio, evitando espressioni eccessivamente
elogiative.
3) Tieni d’occhio le fonti
Fonte, appunto |
Quelle più sicure sono le biografie ufficiali
e gli articoli presenti sui siti, ugualmente ufficiali, delle cause in
questione. Gli articoli di siti specializzati non sono una fonte primaria, ma
possono servirti per un inquadramento generale. Cercare in biblioteche
(parrocchiali e non) aiuta, specie se sei a corto di quattrini o se hai
esaurito tutto lo spazio possibile in casa.
Se trovi fonti discordanti e ugualmente
attendibili, presenta entrambe le versioni, indicando da dove le prendi. Se
proprio sei indeciso, chiedi aiuto (vedi punto 7).
4) Cita gli scritti
Sandro Botticelli, Sant’Agostino nello studio, affresco staccato, Firenze, Museo degli
Uffizi (fonte)
|
Perché vanno bene le testimonianze esterne,
ma è molto interessante leggere quello che il personaggio scriveva di sé
stesso, oppure i consigli che dava agli altri.
5) Stai attento alle date
La storia dei Santi è pur sempre Storia: non
sbagliare le date dei fatti più importanti della vita che descrivi. Non
tralasciare, se sono accertate, le date dei Sacramenti ricevuti: sono le tappe
dell’amicizia tra il Signore e la persona che tratti.
Allo stesso tempo, dai un minimo di contesto storico:
sono le circostanze storiche a far sorgere un carisma o a far compiere certe
scelte.
Riguardo i personaggi leggendari, poi,
distingui tra ciò che è tradizione e ciò che è plausibile.
6) Usa un linguaggio popolare
Cerca di rendere accessibili a tutti i
contenuti che presenti, ma non perdere di vista il fatto che stai trattando
argomenti importanti. Bando quindi a espressioni troppo colloquiali o
informali, ma anche a frasi ampollose e pesanti. Se invece sei costretto ad
adoperare termini gergali, o che fuori dalla Chiesa possono essere poco
comprensibili, spiegali: non puoi sapere chi leggerà il tuo articolo o il tuo
post.
Inserisci qualche aneddoto buffo, per
alleggerire l’esposizione: spesso resta più impresso un fatterello rispetto
all’intero impianto biografico.
7) Rompi le scatole
Con ogni mezzo possibile: telefonate,
lettere, e-mail, visite di persona. Contatta tutti coloro che possono aiutarti
a fare un lavoro migliore: quelli che in gergo sono detti “attori della causa” (movimenti,
associazioni, Istituti e Congregazioni, parrocchie) o, ancora meglio, i
postulatori (quelli che si occupano di presentare la causa alla Congregazione
delle Cause dei Santi). Se non ti rispondono, insisti senza perdere la pazienza,
anche se c’è chi la farebbe smarrire perfino a un santo.
8) Parla di miracoli, ma fai attenzione
MODIFICA 28/02/2020
A
partire dagli aggiornamenti riportati nel nuovo sito della Congregazione delle
Cause dei Santi, riformulo questo punto così:
Per
quanto riguarda i miracoli relativi a Venerabili che stanno per diventare
Beati, o a Beati che stanno per diventare Santi, la Congregazione delle Cause
dei Santi, nella Nota pubblicata sul proprio sito ufficiale l’11 gennaio 2020,
ricorda:
Prima di essere
riconosciuto come un vero e proprio miracolo, ogni fatto deve superare, oltre
al giudizio della Consulta medica, l’esame del Congresso peculiare dei
Consultori teologi e la Sessione Ordinaria dei Membri del Dicastero. Solo a
conclusione del menzionato iter, i cui singoli passaggi non sono mai scontati,
il caso viene sottoposto all’approvazione definitiva del Santo Padre, il quale
autorizza la Congregazione a promulgare il decreto sul miracolo, rendendo così
pubblica la notizia.
Di
conseguenza, se è il sito della causa del personaggio che stai trattando a
parlare del presunto miracolo, citalo come fonte.
Quando
invece viene promulgato il decreto sul miracolo, basati esclusivamente su
quanto indica il sito della Congregazione delle Cause dei Santi nell’apposita sezione,
almeno fino a beatificazione o canonizzazione avvenuta.
Solitamente,
a ridosso della celebrazione in questione, viene infatti sciolto il riserbo
relativo all’identità del miracolato, a meno che non sia stato richiesto di non
svelarla (accade soprattutto, ma ci sono eccezioni, quando la persona in
questione è minorenne).
9) Anche tu sei un evangelista
Spesso si dice che le vite dei Santi sono il
Vangelo che continua. Devi quindi far capire a chi legge quale aspetto della
Buona Notizia portata da Gesù è incarnato dalla storia che stai raccontando.
Non puoi prescindere dagli aspetti biografici, ma prova a entrare
nell’interiorità del tuo personaggio e a comprenderne, quindi, la spiritualità.
10) Resta umile e non perdere il cuore
Non fare come quella cornacchia protagonista di
una favola di Esopo, che si fece bella con le penne del pavone. Non sei tu a
suscitare i Santi, ma Dio: il tuo compito, invece, è continuare a diffondere il
profumo delle loro opere buone, delle loro vite donate, per far capire che Lui
opera ancora in mezzo agli uomini, oggi come ieri.
Infine, non dimenticare che, se non sei tu il
primo a venire toccato in qualche maniera dalle storie che racconti, sei solo
un ripetitore vuoto o, per dirla con san Paolo, «un bronzo che risuona».
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