«Liete canzoni» per alimentare la fede in tempo di pandemia, volume 12

Nel giorno in cui era celebrata la Messa festiva per la prima volta dopo la sospensione, avevo interrotto la mia rassegna di cori reali assemblati in modo virtuale. Mi sentivo però in colpa per non aver presentato tante altre produzioni del genere, alcune veramente insolite, e per non aver ancora riportato una segnalazione che mi era arrivata.

Quando ho letto che il Comitato Tecnico-Scientifico del Governo italiano ha accolto le richieste della Conferenza Episcopale, inclusa quella relativa al ritorno dei cori, ho pensato che sarebbe stata l’occasione giusta. Come però scrivevo qui, nella stessa domenica in cui anche da me abbiamo ripreso a cantare (seppur distanziati) cadeva un anniversario che non volevo in nessun modo passare sotto silenzio.

Ecco quindi che, dopo quasi tre mesi, posso tornare a presentare e a commentare alcuni dei tanti brani che ho raccolto durante la quarantena e che continuano a essere pubblicati, seppure con minor frequenza. Anche stavolta sono in ordine alfabetico (quelli che iniziano con l’articolo “il” sono riportati con l’iniziale della parola successiva).

 

«Alleluia»

Schola Cantorum Civitatis Iesualdinae, Gesualdo (Avellino)

 

Come dicono i giornalisti seri, riceviamo e pubblichiamo (anche se con un ritardo di cui dovrei vergognarmi) il contributo di questo coro proveniente dalla cittadina dove visse a lungo Carlo Gesualdo, autore seicentesco di madrigali.

I coristi si sono però rifatti non a lui, ma a Leonard Cohen e alla sua Hallelujah che però, pur avendo numerosi riferimenti biblici (i più lampanti sono quelli a Sansone e Dalila o a Davide e Betsabea), non è un canto ideato per momenti di preghiera o per la liturgia.

Nel loro adattamento, le parole di Nando Misuraca si sostituiscono a quelle del cantautore americano per riecheggiare Rallegratevi, la lettera circolare ai consacrati e alle consacrate promossa dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.


 

«Dov’è carità e amore»

Schola Cantorum Sant’Andrea di Sommacampagna (Verona)

 

Penso che sia uno dei canti che vengono immediatamente alla memoria da parte di chi ha una frequentazione piuttosto remota di assemblee di fedeli, insieme a Symbolum ’77 e a Il pane del cammino. Soprattutto, evoca ricordi di cantori svogliati, perlopiù anziani, che l’intonano parecchie ottave sotto la tonalità naturale e magari trascinano alcune note.

Nulla di questo avviene nel video di questa schola, anche grazie a un’armonizzazione che funziona e all’accompagnamento di tromba e oboe (spero di non aver sbagliato strumento).


 

«Lode ed esortazione»

Frate Coro, Arienzo (Caserta)

 

Ho già citato questo gruppo legato al convento dei Cappuccini di Arienzo per le loro esecuzioni di Cristo è risorto veramente e delle frisiniane Il canto del mare e Canto di Madonna Povertà. Questo brano è tratto dal repertorio di fra Giuseppe Di Fatta, dei Frati Minori, ma si rifà al capitolo 21 della Regola non bollata di san Francesco.


 

«Speranza»

Giovani del Movimento Apostolico

 

Il Movimento Apostolico, nato a Catanzaro il 3 novembre 1979, ha tra i suoi mezzi di evangelizzazione anche la musica e il canto. Non stupisce quindi che i suoi giovani abbiano scelto un brano di don Franco Bruno, anche lui dello stesso Movimento, tratto dall’album Siate sempre pronti a dare una risposta a chi vi chiede ragione della vostra speranza, per affermare ancora più con decisione, nel pieno dell’emergenza sanitaria, che sperano solo in Dio.

 


«La Speranza»

Oratorio Don Orione – Milano

 

I giovani dell’oratorio della parrocchia di San Benedetto, che fa un tutt’uno col Piccolo Cottolengo Don Orione della mia città, hanno scelto un brano che non ho mai sentito e del quale non trovo traccia sul web, tranne che per il testo, contenuto appunto nel libretto dei canti della parrocchia. Lì è scritto che l’autore è un tale M. Zanarelli; magari cercherò di saperne di più.

Quel che più conta è che anche loro abbiano voluto fare proprie quelle parole per ringraziare, come scrivono nella descrizione del video e nel finale, «tutte quelle persone che, con disponibilità e spirito di sacrificio, mantengono viva la Speranza di tutti noi».  

 


«Ti cerco Signore mia speranza»

Coro della diocesi di Conversano-Monopoli «Madre dell’Unità»

 

Il video è intitolato “Il tempo della speranza”, perché non contiene solo l’esecuzione del coro virtuale, ma anche dei messaggi registrati da ciascun membro, a cominciare dal sacerdote che segue il coro.

Il canto, invece, è di don Fabio Massimillo, è tratto dall’omonimo album del 2011 e rielabora il Salmo 27.

 


«Voi siete di Dio»

 

Per l’ultimo canto di questa puntata ho scelto tre versioni del sesto canto della Messa per coro Verbum Panis, che, se ho capito bene, occupa il posto del canto alla Presentazione dei Doni.

Le prime due sono molto simili tra loro e piuttosto fedeli all’originale, con la differenziazione tra voci maschili e femminili, mentre la terza, in realtà, è solo strumentale: i coristi si fanno vedere con in mano cartelli su cui compaiono i versi del canto preferito da ciascuno.

 

Giovani del Sacro Cuore (Mondovì)



Coro di Vallo / Parrocchia San Secondo di Vallo Torinese (Torino)



Coro Cristo Re di Paternò (Catania)


 

Conclusione

 

Almeno nella mia parrocchia, le indicazioni per i cori sono state immediatamente recepite. Bisognerà capire, però, se riusciremo a distanziarci ugualmente quando saremo un po’ di più o se non sarà necessario dividerci nelle celebrazioni festive.

In ogni caso, mentre elaboravo questo post, mi è capitata nei correlati un’intervista a Bepi De Marzi, fondatore del coro polifonico maschile I Crodaioli. La prima frase che pronuncia mi sembra perfetta per tutte queste corali e per le altre che ho trattato o tratterò:

Il canto corale sono le voci che si tengono per mano.



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