I miei libri brutti (ma solo se vengono giudicati dalla copertina) (Le 5 cose più #26)

 
E questa è solo una minima parte della mia biblioteca...

Non ricordo più come abbia fatto a finire sull’account Instagram Libri Brutti, che presenta copertine di volumi più o meno recenti, dotati o di un titolo involontariamente comico, o di un’illustrazione di copertina disegnata male, o di una grafica davvero vecchio stile, o anche di tutte e tre le caratteristiche mescolate insieme.

Molto spesso, però, tra i testi scelti ci sono esemplari di editoria religiosa. I commenti degli utenti denotano spesso una desolante ignoranza in materia, oltre che un’ironia davvero di bassa lega. Va detto, però, che a volte quelle copertine causano effettivamente ilarità anche in un utente che sa da quale contesto provengono e gli intenti che hanno condotto a scrivere i libri in questione.

Nella mia biblioteca di casa mi sono accorta di avere degli esemplari che rientrerebbero perfettamente in questa casistica. Ho deciso quindi di presentarli, in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, ma corredandoli di un apposito commento; altrimenti,avrei contraddetto il proverbio che ho citato nel titolo. Cominciamo!

 

5) «Ho scelto Dio»… ma poi ho cambiato strada


GRAFICA: professionale e lineare.
IMMAGINE SCELTA: rappresenta l’incontro della protagonista con san Giovanni Paolo II, durante il convegno Nuove vocazioni per una nuova Europa del 9 maggio 1997. Ha una faccia piuttosto “da immaginetta”.

TITOLO: corrisponde alla storia della protagonista, una modella che ha sfilato per molti marchi famosi, ma a un certo punto della sua vita ha iniziato un percorso di fede. Ha quindi lasciato le passerelle, dedicandosi al servizio caritativo. Dopo una serie d’incontri, ha deciso di entrare nella Fraternità dello Spirito Santo.

Avevo trovato questo libro nella biblioteca della mia parrocchia di nascita, in via di dismissione: l’avevo preso perché, effettivamente, mi aveva attratto dalla copertina. Dopo averlo sfogliato, ho pensato che sarebbe stato interessante riproporlo qui sul blog, dato che le storie di conversione hanno una certa presa.

Purtroppo, però, non posso farlo. La protagonista del libro, infatti, ha continuato la propria ricerca spirituale: è uscita dal convento dopo dieci anni e ora lavora come formatrice personale, o life coach che dir si voglia, attuando pratiche che non hanno molto a che fare né con la medicina ufficiale, né con la religione cattolica.


4) Per me è la cipoll… ehm, «Preferivo le cipolle»


GRAFICA: accattivante e colorata.
IMMAGINE SCELTA: idem.

TITOLO: qualcuno potrebbe pensare alla risposta che un concorrente diede durante un quiz, diventata ormai un meme sul web come esempio di replica fuori contesto. L’autore si riferisce, invece, ai luoghi comuni che portano molti a evitare di recarsi in Terra Santa e che, ammetto, per anni avevano scoraggiato anche me, fino al 2014.

Riecheggia infatti quel passo del libro dei Numeri (Nm 11,5) in cui è scritto che il popolo d’Israele rimpiangeva le cipolle d’Egitto, seppur mangiate in schiavitù.

 

3) «“Mi farò monaca”»: ma che, davvero?


GRAFICA: piuttosto basica.
IMMAGINE SCELTA: anche qui, qualcuno potrebbe trovarla stucchevole o “da immaginetta”. Di fatto, è l’immagine dell’arazzo della beatificazione (poi diventata la raffigurazione ufficiale) della Beata Maria della Passione, della quale parlavo qui.

TITOLO: non si capisce se non si conosce un minimo della storia della sua protagonista. Maria Grazia Tarallo, come si chiamava al secolo, desiderava davvero moltissimo farsi suora (in dialetto napoletano, “monaca” non indica solo le claustrali), ma i suoi genitori la promisero sposa a un giovane. Il matrimonio non fu né celebrato né consumato, perché il futuro marito si ammalò e morì. Maria Grazia poté quindi entrare tra le Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, accolta dalla fondatrice in persona, suor Maria Pia della Croce (la cui testimonianza nel processo diocesano costituisce il grosso del libro).

 

2) «Bibbia Ridens», per ridere da Dio


GRAFICA: il titolo in rosso è quasi un pugno in un occhio, mentre la copertina gialla è fatta apposta per far risaltare il libro.
IMMAGINE SCELTA: è una delle vignette di Emanuele Fucecchi, che punteggiano le battute presenti tra le pagine.

TITOLO: si propone come una raccolta di barzellette e aforismi ironici in chiave biblica, divisa tra Antico e Nuovo Testamento.

 

1) «Don Niente»… chi?


GRAFICA: quella tipica dei libri della Elledici dei primi anni Duemila.
IMMAGINE SCELTA: ha un che di desolante, ma rimanda alle campagne della Lomellina, dove il protagonista del libro ha vissuto e operato.

TITOLO: non sembra affatto incoraggiante, ma si spiega perché è una biografia di padre Francesco Pianzola, fondatore delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace e beatificato nel 2008, al quale avevo dedicato un post qui

Don Niente è, per così dire, il soprannome che si era dato lui stesso, quando aveva iniziato l’esperienza dei Padri Missionari Oblati dell’Immacolata, scrivendo così nel suo Notes numero 2:

«Mi sono fatto oblato, che vuol dire offerto; ebbene, sono tutto di Maria Immacolata; oblato vuol dire povero strumento delle meraviglie di Dio, e tale sarò, se mi studierò di essere un don Niente. Un don Niente nelle mani di Gesù Onnipotente».

 

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