Un copia e incolla… al profumo di nardo
L’altro
ieri sono stata a Lissone per la Messa di suffragio del seminarista Alessandro
Galimberti, nel ventesimo anniversario della sua morte. Mentre viaggiavo in
treno verso casa, ho controllato la posta elettronica collegata a questo blog:
lì ho visto che una mia lettrice mi aveva segnalato due articoli.
Uno lo
conoscevo già, ed era palesemente su di lui; un altro, invece, mi appariva
piuttosto vago dal titolo: ormai so che non è l’unico seminarista morto prima
dell’ordinazione sacerdotale, anche in tempi piuttosto recenti. Ho aperto il
link e non ho più avuto dubbi: era lui l’argomento di quell’articolo, fresco di
pubblicazione sul sito La Luce di Maria.
Tra felicità e
sorpresa
Pur essendo una storia che ormai conosco bene, ho dato una lettura per vedere se ci fossero eventuali errori o rettifiche da apportare.
Per la prima parte, mi
appariva una riscrittura del primissimo articolo che ho scritto su di lui, per
l’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni: pubblicato per la prima
volta il 20 gennaio 2010, l’ho rivisto e corretto dopo la pubblicazione di molti scritti di Alessandro (attenzione: il
libro Voglio essere come profumo di nardo, edito da Marna, non è
più disponibile, se non al banco della buona stampa della chiesa dei Santi
Pietro e Paolo a Lissone; qui però c'è un estratto). Lo stile adottato spinge molto sull’aspetto commovente
della sua storia, ed è comunque una possibile chiave di lettura.
Arrivata
ai paragrafi conclusivi, però, ho subito riconosciuto intere frasi che non
erano rielaborate, come invece avevo notato nella parte precedente, ma tratte
pari pari dal mio articolo.
Altri copia e incolla
più o meno regolari
Non è
la prima volta che accade: ricordo ancora quando, nel 2017, ho visto comparire gran parte del
mio articolo addirittura sul sito della Comunità Pastorale Santa Teresa Benedetta
della Croce di Lissone, di cui lui era originario. Lì per lì non me l’ero
presa, anzi, mi era venuto da sorridere, dato che ero partita proprio dal sito
online ai tempi per conoscere meglio la sua storia.
Ancora
più sorprendente è stato veder citato lo stesso profilo biografico nelle pagine
del commento al Vangelo nel numero di Fiaccolina di
agosto-settembre 2011, però lì era sia citato il sito originario, sia io come
autrice.
Appariva
come un cerchio che si chiudeva, visto che proprio da quella rivista, oltre che
dal sito di cui sopra, da alcune fotocopie ricevute dalle Figlie di San Giuseppe
di Rivalba della comunità di via Pantano a Milano e dalle prime conversazioni
con sacerdoti che avevano condiviso parte del cammino con lui, avevo tratto le
mie fonti.
Andando
ancora più a ritroso, mi ero meravigliata di aver trovato sempre lo stesso profilo
sul sito vocazioni.net, ormai non più attivo, tanto da condurmi a
scrivere alla redazione per fare i complimenti e propormi per contenuti originali:
fu quello il mio primissimo banco di prova sul web per quanto riguardava la cronaca
ecclesiale, non solo gli articoli su Santi e affini.
La mia reazione
Nel
giro di pochissimo, dunque, sono passata dalla felicità, per aver visto che
Alessandro interessa anche ad altri comunicatori, al sentirmi fondamentalmente
grata: se il mio contenuto è stato adoperato, è comunque un segno di stima. Secondariamente,
ora sembra che la storia a cui tengo tanto sia un po’ più conosciuta.
Mi è
poi sovvenuto un fatto analogo che era successo a un altro blogger che leggo,
non di settore ecclesiale: un post di curiosità su di un film, da lui
recuperate attraverso molte ricerche, era stato copiato su di un sito di una
testata giornalistica sportiva.
Ho ripescato
il suo post in cui raccontava l’accaduto, per capire come comportarmi –
peraltro era di quasi dieci anni fa – e ho iniziato a pensare a una doppia
strategia: anzitutto avrei scritto alla redazione, poi, se entro un giorno non
fosse successo nulla, avrei chiesto a tutti i miei contatti di segnalare a loro
volta la fonte originaria.
Una formica (non)
è solo una formica
La
vicenda di quel blogger si è risolta piuttosto pacificamente: l’articolo della
testata giornalistica era stato poi rettificato includendo il collegamento al
suo post. Ha quindi potuto ringraziare quanti l’avevano sostenuto, paragonando
lui e loro a migliaia di formiche incavolate (lui però usa un termine più pesante).
So che
ama le citazioni pop, ma non so se stesse pensando a quelle parole di una
canzone del musical Aggiungi un posto a tavola:
Una formica è solo
una formica, uno zero, una nullità;
i granelli di sabbia
per lei sono montagne
ma basta che abbia
vicino le compagne
e una formica smuove
le montagne.
Anche
per me è stato così: grazie a una formica in particolare, che conosce uno dei
redattori del sito, la questione è stata risolta con tante scuse e la giusta
citazione. Un’altra formica mi aveva promesso il suo appoggio, in ogni caso.
Ho
imparato anche che devo stare più attenta ai contenuti che pubblico: davvero,
mai avrei immaginato che quell’articoletto avrebbe fatto tanta strada. Mi
auguro che il suo scopo sia stato colto, ovvero far capire che, per quello che
ho saputo di lui, Alessandro voleva davvero rivelare che Gesù è presente e, per questo, faceva di tutto per donarsi agli altri.
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