Squarci di testimonianze #43: il san Francesco “superstar” di Giovanni Scifoni

 

Il mio biglietto 

Ieri si è conclusa la parte milanese della tournée dello spettacolo Fra' – San Francesco, la superstar del Medioevo, interpretato da Giovanni Scifoni. Seguo con interesse l’attività di questo attore da quando conduceva, insieme a Claudia Benassi, il programma Beati Voi di TV 2000, nella diramazione Tutti Santi. Per due edizioni, i due attori hanno accompagnato gli spettatori nelle storie di Santi molto famosi, visti spesso sotto chiavi interpretative insolite.

Da questo programma è derivata la serie di video #SantodelGiorno, prima sulla pagina Facebook di Beati Voi, poi sui social ufficiali di Scifoni: ha avuto un successo tale durante il primo lockdown da portare lui e famiglia (come recitano i titoli di coda: “Moglie, Marito, Figlio, Figlia, Figlio”) ad avere una webserie tutta loro, La mia Jungla, disponibile su RaiPlay. Anche lo spettacolo su san Francesco deriva da quellesperienza televisiva, sin dalla precedente versione, Mani Bucate.

 

Il segreto del suo successo

 

Ammetto che, nei primi tempi, lui non mi era molto simpatico. La sua recitazione, però, mi aveva folgorata in due circostanze: la puntata su san Giovanni di Dio e quella su san Filippo Neri, come avevo raccontato nel post su quest’ultimo Santo.

Dall’ammirazione, tempo dopo, sono passata a uno strano fastidio per il suo successo. Mi domandavo come fosse riuscito lui a rendere vicine e comprensibili le storie di tanti Santi e a totalizzare numeri così grossi, mentre io, particolarmente dal 2020 in poi, ho iniziato ad avere sempre meno visualizzazioni. È pur vero che, come mi ha fatto notare mia sorella, lui era già un attore affermato, con ruoli di non poco conto nella serialità televisiva lunga e breve.

Così, ho iniziato a provare invidia per lui, anzi, a rosicare. È un peccato in cui ricado spesso, particolarmente quando non riesco ad accettare che le vicende dei cristiani esemplari a cui tengo non facciano notizia al pari di altre.

Per uscire da questo rosicamento, o almeno per provarci, ho deciso di migliorare i miei mezzi espressivi, nel tentativo sia di allargare il mio pubblico, sia di far conoscere le storie che più mi premono.

Qualche volta ci sono riuscita: è stato veramente sorprendente scoprire, ad esempio, che due terzi dell’ultima puntata di Verso gli Altari di Padre Pio TV, trasmissione in cui sono stata quattro volte ospite a distanza, sono stati dedicati a personaggi di cui ho appena scritto.

Ho anche cominciato a chiedermi quale potesse essere il segreto di Scifoni, finché non l’ha svelato lui stesso, nella presentazione del libro La santità nelle famiglie del mondo, durante l’ultimo Incontro Mondiale delle Famiglie.

Nel video che ho incorporato nella mia recensione di quel volume lo dice espressamente: per raccontare con successo i Santi, bisogna da una parte impedire di pensare a loro come a dei morti e, dall’altra, cercare di scuotere i potenziali spettatori o lettori dal loro metaforico sonno, vale a dire dal disinteresse per storie come quelle.

Tornando a Scifoni, qualche volta ho condiviso i suoi video con mia sorella, la quale li ha apprezzati. Non solo: per il mio compleanno, mi ha regalato il biglietto per la rappresentazione di Santo Piacere – Dio è contento quando godo, prevista per il 20 luglio 2023 al Castello Sforzesco, all’aperto.

Quella sera, però, su Milano si è scatenato un temporale fortissimo. Per qualche minuto, Scifoni ha continuato a recitare, incoraggiato dai presenti, ma dalla regia gli è stato intimato di smettere per ragioni di sicurezza: non prima, comunque, di un selfie di fine spettacolo con gli spettatori rimasti (compresi mia sorella, mio cognato e io), che erano arrivati quasi sotto il palcoscenico.

L’organizzazione dello spettacolo, non potendo procedere a un rimborso integrale del biglietto, ha concesso di ottenere a prezzo ridotto quello per Fra', al Teatro Carcano di Milano dal 17 al 21 gennaio 2024. Ho quindi preso accordi con mia sorella e mio cognato per poter andare a quello spettacolo nella rappresentazione di ieri.

 

Faccia a faccia con Scifoni

 

Mercoledì 17, in realtà, c’era la presentazione ufficiale dello spettacolo, a cura di Almed, la Scuola di Alta Formazione ai Media dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e del Comitato per i Centenari Francescani. Mi sono registrata per partecipare, ma anche per sperare di poter avvicinare Scifoni.

Il dibattito guidato da Angela Calvini, giornalista della sezione Spettacoli di Avvenire, ha rappresentato un primo assaggio di come l’attore si sia accostato a san Francesco, cercando anche per lui una chiave di lettura originale, che andasse oltre il modo di raccontarlo visto in altre opere cinematografiche o televisive.

L’incontro è terminato poco prima delle 18, perché alle 19 Scifoni doveva essere sul palco del Carcano. Questo non gli ha impedito di fermarsi a parlare con alcuni ammiratori e di scattare con loro gli inevitabili selfie.

Io mi sono fatta coraggio, tanto più che avevo con me una copia di Senza offendere nessuno, il libro che lui aveva pubblicato nel 2021. Al momento in cui mi sono trovata davanti lui, però, ho pensato di accontentarmi di stringergli la mano e di rivelargli che, per certi versi, aveva costituito una fonte d’ispirazione per me.

Anche se il tempo stringeva, mi ha ascoltata con interesse e ha ricambiato con un forte abbraccio (ecco, lì ci voleva una foto!). In realtà, avrei dovuto dirgli: «Piacere, Giovanni! Sono Emilia e SONO UNA ROSICONA!» (i veri fan sapranno cogliere la citazione).

 

Le mie impressioni sullo spettacolo

 

Ieri, quindi, ero comodamente seduta nella mia poltroncina in platea al Carcano. Sia mia sorella, sia un’altra spettatrice, hanno commentato che, perlomeno, stavolta eravamo al chiuso. Il teatro era davvero pieno in ogni ordine di posti, compresa la balconata. Non ho incontrato nessuno che conosco, ma ho intravisto almeno un frate, una suora (entrambi francescani, ma non ricordo di quale Ordine o Istituto) e un sacerdote diocesano.

L’ora e mezza di spettacolo è passata in modo veramente piacevole, alternando risate fragorose, qualche frecciatina all’attualità e momenti di tensione. Anche l’accompagnamento musicale ha contribuito, grazie agli strumenti antichi di Luciano Di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli. A mio cognato è sembrato di ravvicinare la recitazione di Scifoni a quella di Gigi Proietti, a sua volta maestro di tutti gli attori, specie romani, che oggi sono sulla cinquantina.

Per quanto mi riguarda, ho sentito vivo in me lo stesso dilemma che è stato di san Francesco e di colui che ha più o meno lo stesso nome (“Francesco” era soprannome di “Giovanni di Pietro di Bernardone”): come si può riuscire, oggi, a rintracciare il volto di Gesù e ad assomigliargli almeno un po’? Com’è possibile presentare i Santi perché le loro storie non restino confinate nei recinti ecclesiali, ma siano patrimonio di una cultura comune?

Il tentativo di Scifoni appare più che riuscito: sia per il modo di presentare fatti che molti già conoscono, sia per la scelta di altri episodi che lo sono assai di meno. Il suo Francesco, o Fra come lo chiamano i fedeli compagni frate Rufino e frate Leone (caratterizzati l’uno con l’accento umbro, l’altro con quello toscano), non rinnega del tutto il proprio passato di “re delle feste”, ma lo sfrutta per la predicazione, quindi per il Vangelo, attirando folle da ogni dove e diventando una delle personalità più note del Medioevo.

D’altra parte, lo spettacolo è anche una riflessione sul tema del successo e della fama e di come gli uomini ne siano costantemente in cerca; nella presentazione in Cattolica, Scifoni ha ammesso che gli serve essere famoso, se non altro per mantenere moglie e figli.

Anche le più grandi star, però, conoscono momenti complicati: è successo anche a Francesco, quando ormai l’Ordine dei Frati Minori era diffuso in tutta Europa e lui stava cominciando a percepire le prime contestazioni al proprio operato. La via d’uscita a queste crisi, pare suggerire l’attore, è continuare a implorare Dio perché si manifesti e lodarlo quando questo accade, anche se avviene tramite il dolore.

 

Fra' è ancora in giro per l’Italia: le prossime tappe saranno a Cinisello Balsamo e Saronno, per i milanesi che non fossero riusciti a trovare i biglietti per il Carcano. Personalmente, spero di ricordare a lungo quello che ho imparato da questa visione e a trarne continuamente stimoli per le mie ormai numerose collaborazioni.

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