Guido Vidal França Schäffer, in equilibrio tra Dio e i poveri

Fotografia scelta per il santino
(fonte)

Chi è?

Guido Vidal França Schäffer nacque il 22 maggio 1974 a Volta Redonda, nello Stato di Rio de Janeiro in Brasile. Era figlio di Guido Manoel Vidal Schäffer, medico, e di Maria Nazareth França, insegnante: dal primo ereditò l’interesse per la medicina, dall’altra una fede ardente e convinta, che del resto era propria anche del marito.

Dal 1993 al 1998 frequentò la facoltà di medicina presso la Fondazione Tecnico-Educativa Souza Marques di Rio de Janeiro, mentre nel 2001 entrò a tutti gli effetti nel personale medico dell’ospedale “Santa Casa da Misericórdia”, sempre a Rio de Janeiro.

Allo stesso tempo, frequentava e animava incontri di preghiera, accettando anche di collaborare con la Pastorale della Salute diocesana. Fondò anche il gruppo di preghiera “Fuoco dello Spirito Santo” nella chiesa della Madonna della Pace a Ipanema. Nel tempo libero praticava il surf, cogliendo anche le occasioni di svago per parlare di Dio agli altri giovani.

Nel 1999, durante una catechesi nella comunità Canção Nova, si sentì come folgorato da un’espressione tratta dal libro di Tobia: capì che, fino a quel momento, non si era preso davvero cura dei poveri. Una settimana dopo, conobbe le Missionarie della Carità fondate da santa Teresa di Calcutta e iniziò ad aiutarle, assistendo anche sul piano medico quanti vivevano per la strada.

Aiutato da monsignor Karl Josef Romer, vescovo ausiliare della diocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro, Guido cominciò a interrogarsi sulla propria vocazione. Dopo aver partecipato al raduno delle famiglie in occasione della visita di san Giovanni Paolo II a Rio de Janeiro, nel 1997, e alla beatificazione dei protomartiri brasiliani a Roma, nel 2000 (canonizzati nel 2017), concretizzò la sua decisione: sarebbe diventato sacerdote. Lasciò allora Patrícia, la sua fidanzata, a cui affidò la guida del gruppo di preghiera che aveva fondato.

Intraprese quindi gli studi di Filosofia dal 2002 al 2004, nell’Istituto di Filosofia e Teologia del Monastero di San Benedetto a Rio de Janeiro. Il 21 maggio 2001 concluse la specializzazione in Medicina Interna; intanto, continuò ad assistere i fratelli e le sorelle che vivevano per strada. Dopo un tempo di discernimento vissuto nella comunità Canção Nova, riprese la formazione, affrontando gli studi teologici dal 2006 al 2007 presso lo stesso Istituto.

Nel 2008 divenne alunno del Seminario di San Giuseppe a Rio de Janeiro, perché era necessario che, prima di essere ordinato diacono e sacerdote, vivesse almeno quattro anni al suo interno. Da seminarista fu obbediente alle indicazioni dei superiori e concentrato negli studi, attitudini che aveva già mentre si preparava a diventare medico.

Il 1° maggio 2009, Guido andò sulla spiaggia di Recreio dos Bandeirantes col fratello Mauricio e alcuni amici. Mentre cavalcava le onde dell’oceano, fu colpito alla nuca dalla sua tavola da surf: perdendo i sensi, finì con l’annegare. Aveva trentaquattro anni e stava per concludere gli studi di Teologia.

L’Inchiesta diocesana della sua causa di beatificazione e canonizzazione si svolse dal 17 gennaio 2015 all’8 ottobre 2017 nella diocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro. Il 20 maggio 2023 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di Guido, i cui resti mortali riposano nella chiesa della Madonna della Pace a Ipanema – Rio de Janeiro.

 

Cosa c’entra con me?

Non riesco proprio a ricordare in che modo io abbia scoperto la storia di Guido. Forse è avvenuto quando ho provato a vedere se, al di là delle vicende che mi erano già note, ci fossero altre cause in corso relative a seminaristi diocesani, questa volta non necessariamente italiani.

In ogni caso, ho appurato che il primo file in cui mi sono appuntata delle informazioni su di lui è datato 17 luglio 2013: sembrerebbe una traduzione del testo presente sul suo vecchio sito ufficiale.

Insieme a lui avevo copiato alcuni scritti e una testimonianza su di un altro seminarista brasiliano, tal Carlos Vinícius de Oliveira Alves Augusto, del quale, a differenza sua, si sono perse le tracce. Dopo aver letto e recensito (vedi qui) il libro Apostoli del Brasile, ho pensato di mandare i profili di entrambi all’indirizzo indicato all’interno, ma alla fine non è cambiato nulla.

Dato che comunque avevo compiuto delle ricerche e non volevo sprecarle, ho pensato di cambiare l’articolo trasformandolo in una scheda per l’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni, sezione Testimoni.

Ammetto che, mentre scrivevo, mi trovavo un po’ perplessa a leggere che Guido, tra un’onda e l’altra, parlasse di Gesù agli amici surfisti e che fosse morto proprio surfando benché fosse un seminarista. Solitamente chi pratica questo sport, mi pare, ha fama di amare il divertimento a tutti i costi, il rischio, la sfrontatezza. Per un giovane credente appare più adatto l’alpinismo, perché conduce a mirare alle vette più alte, anche metaforicamente.

Altrettanto rapidamente, però, ho avuto un pensiero diverso: Guido è nato in Brasile, dove il paesaggio è caratterizzato più dal mare, anzi dall’oceano, che dalla montagna, che pure non manca. Evidentemente, gli è sembrato di sentirsi più vicino a Dio osservando la vastità marina; per questo non andava biasimato.

Nemmeno ricordo come abbia scoperto l’apertura della causa (quindi la scheda doveva passare tra quelle dei Servi di Dio), anche se mi pare fosse accaduto poco dopo la GMG di Rio, dove la testimonianza di Guido era stata ampiamente presentata. Ovviamente ho proceduto anche a inserire la data di conclusione dell’inchiesta diocesana.

L’ultimo aggiornamento è stato necessario lo scorso anno, per trasferire la scheda tra quelle dei Venerabili. Mi sono stupita della relativa rapidità della fase romana, ma sono stata felice di sapere che c’era la certezza morale sulle virtù cristiane di quel giovane.

Nel frattempo, mentre vedevo che gradualmente Guido veniva conosciuto anche qui in Italia, mi domandavo se un giorno non sarebbero uscite delle pubblicazioni editoriali sul suo conto, magari la traduzione italiana di O Anjo Surfista, la primissima biografia.

La risposta è arrivata la seconda settimana di aprile, quando ho visto comparire (ma anche scomparire nell’arco di poche ore) sul sito del Dicastero delle Cause dei Santi la prefazione al primo libro in italiano a lui dedicato.

Ho quindi contattato Graphe.it Edizioni, a cui si deve la pubblicazione e di cui avevo letto altri volumi sui candidati agli altari brasiliani, ricevendo risposta che il libro sarebbe uscito a giugno: non avrei fatto in tempo a parlare di lui, di conseguenza, né il 1° maggio, quindicesimo della morte, né il 22, giorno in cui lui avrebbe compiuto quarant’anni.

Il mio piano editoriale è però cambiato di nuovo: il 17 maggio ho ricevuto un’e-mail dall’ufficio stampa di Graphe, in cui mi veniva concesso, in anteprima assoluta, il materiale necessario per poter aggiungere altre considerazioni sulla figura di Guido. Alla fine, però, altri impegni mi hanno impedito di completare e programmare il post per il 22: ho pensato, quindi, che fosse meglio pubblicarlo oggi, nel giorno in cui esce il libro.

Mi è stato veramente utile, come pensavo. Ho appurato che, ancora una volta, mi trovavo di fronte a una storia di vocazione al sacerdozio diversa da quelle di altri giovani Testimoni che, col tempo, sono diventati parte della mia vita pur non avendoli conosciuti. Allo stesso tempo, mi appariva simile a quelle di tanti medici, laici e religiosi, che hanno avvertito la chiamata a curare l’uomo nella sua integralità.

Ho poi riscontrato come la devozione mariana fosse diventata per lui un ulteriore sprone a servire i fratelli e le sorelle che vivevano in strada, senza giudicarli, ma accompagnandoli spesso a tornare a Dio e ai Sacramenti. Prima ancora, però, veniva la meditazione della Parola di Dio e l’esempio dei Santi: quelli riconosciuti, come santa Teresa di Calcutta e san Francesco d’Assisi, ma anche suoi contemporanei, san Giovanni Paolo II su tutti.

Giustamente il biografo fa notare che Guido ha trascorso un anno scarso come seminarista interno, pur ricordando che ha seguito i corsi di Filosofia in un ente che potremmo paragonare alle nostre Facoltà Teologiche. Una scelta singolare, ma che è stata sollecitata dal suo amico e padre nello spirito monsignor Romer, in modo tale che lui potesse continuare il suo apostolato e concludere la specializzazione.

La sua vocazione, quindi, si è purificata ed è diventata più limpida, anche se, per lui come per molti altri, il sacerdozio è rimasto un sogno. Di fatto, nel 2008, aveva chiesto di essere ordinato in anticipo: se ho capito bene, lo preoccupava il fatto di avere ormai trentacinque anni. Quando i superiori glielo negarono, riconobbe di dover seguire Gesù senza porre altre condizioni: lo scrisse nel suo diario poco più di tre mesi prima dell’incidente.

Forse si spiega, allora, come un atto di compensazione (ma non è solo questo) il gesto che il cardinal Orani João Tempesta, arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro, compì al suo funerale e che, lo ammetto, mi ha commossa molto: mise una stola nelle mani di Guido, che era stato composto nella bara (aperta, come si vede da alcune foto) con talare e cotta e circondato di fiori.

Quanto agli aspetti che me lo rendono ancora più vicino, il primo è la partecipazione alla GMG, precisamente a quelle di Roma, Toronto e Colonia (la sua ultima, che per me è stata la prima e in cui, come ho raccontato anche qui, sono quasi morta di freddo). In quelle a cui ho preso parte io, mi sono spesso trovata a pensare come potevano viverle giovani che venivano dall’altra parte del mondo; vale anche per il Brasile, in effetti.

Allo stesso modo, mi sento di assomigliargli per le occasioni di pellegrinaggi speciali che mi sono state offerte. Nel suo caso, si è trattato di quello per il Giubileo del 2000, nel quale ha visitato altre località europee dal grande carico di fede: il culmine è stato a Fatima, dove ha rivelato ai genitori di voler diventare sacerdote.

 

Il suo Vangelo

L’annuncio del Vangelo di Guido è passato per numerose modalità: la vita in famiglia, l’apostolato tra i coetanei, l’ascolto dei poveri della strada, l’animazione dei gruppi di preghiera e perfino la conduzione di alcuni programmi radiofonici. In tutte le fasi della sua vita ha mostrato di avere l’arte necessaria anche per cavalcare le onde, ovvero l’equilibrio: né troppo sbilanciato sulla contemplazione col rischio di perdere il contatto col reale, né sull’attività che poteva trasformarsi in attivismo.

Certo, è morto annegato perché la sua tavola l’ha colpito alla testa, ma non è da rimproverarglielo, quasi che il surf non gli si addicesse come cristiano e come seminarista, né bisogna accusare Dio. Al di là del dolore, che a quindici anni di distanza credo continui ad accompagnare il suo ricordo, benché ora esso sia un fatto di Chiesa, viene più da pensare che quel male indubbio sia servito per un bene maggiore, fosse anche solo il fatto che gli amici con cui surfava hanno ripreso a pregare, perfino prima di entrare in acqua.

In una catechesi tenuta quando era ormai seminarista, confidò ai presenti un altro suo sogno, che andava di pari passo con quello di essere prete:

Il mio più grande desiderio è vedere Gesù amato in tutta la terra… E desidero consumare la mia vita perché si concretizzi questa realtà, desidero essere disposto come lo furono i santi a dare la vita per Gesù. E ciò che più desidero è che ognuno qui si disponga a dare la vita per Gesù, a offrire la vita. Io non so cosa il Signore va a fare nella mia vita, ma lui lo compie.

Misteriosamente come solo lo Spirito Santo sa fare, la testimonianza di Guido non si è interrotta con quell’incidente sportivo, ma continua nell’eternità e in quanti, finalmente grazie alla prima pubblicazione editoriale italiana sul suo conto, prenderanno spunto dal suo modo di affrontare la vita.

 

Per saperne di più

Andrea Maniglia, Col surf, tra le pagine del Vangelo - Biografia di Guido Vidal França Schäffer, Graphe.it 2024, pp. 112, € 9,50.

Una riflessione sugli elementi essenziali della sua vita, confermati dalle testimonianze di chi l’ha conosciuto.

 

Su Internet

Sito ufficiale della sua causa 

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