Quando il talento chiama...
Ammetto di non essere rimasta indifferente al polverone mediatico sollevato attorno alla partecipazione al talent show The Voice of Italy di suor Cristina Scuccia. L’avevo già sentita in una trasmissione di TV 2000 sul Good News Festival, a cui si riferisce il filmato sopra, e in un'altra, sulla medesima emittente, dove raccontava la sua storia di vocazione.
Dopo aver letto un articolo su Credere, mi era venuta voglia di andare nella parrocchia milanese dove risiede per rivolgerle le mie canoniche Tre domande a... Alla fine ho desistito, per non distrarla dalla sua missione di religiosa. Adesso che è diventata nota al grande pubblico, però, mi è venuto un gran nervoso al pensiero che, se avessi scritto di lei, avrei potuto vantarmi di averla incontrata prima.
Tra l’altro, le
circostanze della sua chiamata sembrano ricalcare pari pari la trama del musical Troppo mi piace, su santa Bartolomea Capitanio: una ragazza che vuole diventare attrice viene scelta,
dopo un provino, per interpretare la fondatrice delle Suore di Maria Bambina e
si appassiona a tal punto alla sua vita che decide di entrare tra le sue figlie
spirituali (scusate se vi ho rovinato il finale!).
Ecco, semmai mi riuscisse d’incontrarla, mi piacerebbe presentarle questo
raffronto, nonché domandarle se può procurarmi l’opuscolo sulla sua Fondatrice, suor
Rosa Roccuzzo, di cui ho visto un'anteprima sul sito delle Suore Orsoline della Sacra Famiglia, la Congregazione di cui fa parte.
Suor Cristina, in
ogni caso, non è l’unico caso di dono doppiamente donato, ossia di vocazioni
con particolari doti umane, per riprendere lo slogan lanciato da lei stessa per
sintetizzare la sua partecipazione a The
Voice. Per limitarmi a quelli di cui ho più diretta esperienza, racconto in
breve cosa c’entrino con me.
Il primo caso che
mi viene in mente è quello di don Carlo José Seno. Già avviato verso
una brillante carriera di pianista, nel 1983 visse quella che la sua biografia ufficiale definisce “un’esperienza di luce e di grazia” e riconobbe che Dio voleva altro
dalla sua vita. Sentitosi incline al sacerdozio, ma indeciso se rinunciare a
suonare da professionista o no, ricevette dal cardinal Carlo Maria Martini un
vero e proprio mandato: entrare in Seminario... col pianoforte!
Prete dal 1990, ha risieduto in varie
parrocchie milanesi, per portare avanti il suo duplice ministero. Attualmente
risiede a Vinea mea, Centro di Spiritualità di comunione per sacerdoti e seminaristi a
Incisa Val d’Arno (FI), promosso dal Movimento dei Focolari, cui appartiene.
Ho avuto modo di ascoltarlo due volte: nel
2008, lo stesso giorno in cui era stato reso noto il decreto con cui Chiara
Luce Badano era stata dichiarata Venerabile, e nel 2010, quando, in occasione
dell’Anno Sacerdotale, è arrivato nella mia parrocchia d’origine per raccontare
la propria vocazione in musica. Altre volte l’ho incrociato negli anni
dell’università, restando stupita dalla serenità che promanava dal suo costante
sorriso.
Interpellato da Enrico Lotti per Antonianum Notizie su quale sarebbe
stato, dopo il trasferimento, il suo futuro come concertista, si è così
espresso:
Cerco di capire cosa vuole il Signore, il pianoforte non è un tesoro al quale mi avvinghio per paura di perderlo, cerco sempre di essere disposto a perdere tutto per il Vangelo.
Ben
altra musica è quella eseguita da I
ParRock, gruppo formato da alcuni seminaristi ambrosiani. Sono già noti a
chi legge questi miei articoli perché ho intervistato uno dei loro due
cantanti, Michael Pasotto, in occasione della Giornata del Seminario di Milano.
Sono poi riuscita ad andare a vederli in concerto e ho appurato che avevo fatto bene
a dar loro fiducia.
Ciò
non toglie, ovviamente, che non debba smettere di pregare perché riescano a
divertirsi suonando, ma non dimentichino la ben più elevata missione a cui il
Signore li ha chiamati, altrimenti cosa ci stanno a fare in Seminario?
Per
non dilungarmi, non ho citato i numerosissimi sacerdoti e religiosi che hanno
composto canti per la liturgia e per la preghiera extraliturgica, le cui
composizioni ho eseguito nei cori di cui ho fatto parte e che tuttora cerco di
non storpiare.
Nuvole in cielo e in Rete
La mia vignetta preferita di Gioba (sul suo sito non la vedo più) |
Dalla
musica passo al fumetto, con don
Giovanni Berti, in arte Gioba, della
diocesi di Verona, che da tempo popola il web con vignette umoristiche ispirate
dal Vangelo della domenica e dall’attualità, pubblicate sul suo sito ufficiale
e sul portale Vino Nuovo. Alle volte
mi sono fatta delle grasse risate osservandole, altre volte il mio riso era
molto più amaro perché mi riconoscevo nel comportamento messo alla berlina
nella vignetta di turno.
Proprio
l’altro ieri, invece, mentre cercavo delle immagini per un pieghevole per il
mio oratorio di residenza, mi sono imbattuta nel blog di padre Jean-Baptiste Fady, il cui pseudonimo è Coolus, francese, appartenente alla Communauté de la Croix Glorieuse (Comunità della Croce Gloriosa). Il protagonista delle sue
illustrazioni è un coniglietto blu, dotato della leggerezza di chi, una volta
che si è riconosciuto come persona amata da Dio in ogni suo aspetto, sa allo
stesso tempo non prendersi troppo sul serio.
Il campo è il mondo... e «tutto il mondo è un palcoscenico»
La raccolta di copioni biblici di don Paolo Alliata |
Torno
alle arti dello spettacolo, o meglio alla recitazione e alla danza, con tre
casi. Comincio con don Paolo Zago, fondatore di
una compagnia teatrale, i Lu.pi. ma Leoni, e autore egli stesso di copioni
musicali o in prosa. Non dimenticherò mai l’intervento che aveva tenuto a un
convegno delle filodrammatiche ambrosiane, tra l’altro a pochissimi giorni di
distanza dalla morte di papa Giovanni Paolo II (un altro che di teatro se ne
intendeva, eccome), il cui succo può essere sintetizzato come segue: il teatro
“da oratorio” non sempre è fatto con pochi e scalcagnati mezzi; inoltre,
l’applauso in parrocchia è quasi sempre garantito, perché il pubblico apprezza
in ogni caso gli sforzi profusi.
Lo
scorso anno, invece, ero andata a vedere uno spettacolo diretto e interpretato
da don Paolo Alliata, vicario
parrocchiale presso la parrocchia di San Simpliciano a Milano. Poco tempo fa,
tra l’altro, è uscito un libro che raccoglie alcuni dei suoi lavori ispirati ad alcuni episodi della Bibbia, ora
disponibili per tutti quelli che volessero metterli in scena (capito, persone
che capitate qui cercando copioni per ragazzi?).
Mi
sono resa conto che, come al solito, parlo solo di preti e seminaristi, per cui
mi rimetto in carreggiata riprendendo la mia prima intervista per Testimoniando, ovvero quella a suor Anna Nobili. Non mi sono ancora
fatta regalare il libro con la sua storia, ma sono sempre in tempo a farlo per
Pasqua, anche se ho un sacco di letture arretrate.
I “pennelli di Dio”
Quanto
alle arti figurative, presento solo in maniera breve alcuni personaggi di cui
mi auguro di approfondire la storia del legame che sento di avere con loro.
Profezie, di Sieger Köder |
Il
gesuita padre Marko Ivan Rupnik, al
pari di Arcabas che però è un laico e padre di famiglia, mi era inizialmente
noto perché le opere sue e del suo atelier venivano e vengono spesso utilizzate
per impreziosire le copertine di svariate pubblicazioni, da libri di teologia a
opuscoli parrocchiali. I suoi lavori che mi hanno aiutata a meditare di più
sono quelli della Casa Incontri Cristiani a Capiago, i mosaici sui Misteri
della Luce a Lourdes e quelli della parrocchia dei SS. Giacomo e Giovanni, dove
vado alla Scuola della Parola per i giovani del mio Decanato.
In
questa Quaresima, poi, mi sento particolarmente accompagnata da alcune opere di
don Sieger Köder: tedesco, classe
1925, è famoso in particolare per la sua Via
Crucis, riprodotta su poster e cartoline e in svariati elaborati (qui in formato PDF, qui in Power Point), ma ha un sacco di altri lavori
pressoché sconosciuti ai più.
Per
concludere, ricordo con piacere la realtà della Famiglia Beato Angelico, comunità religiosa maschile e femminile fondata
da monsignor Giuseppe Polvara negli anni ’30 del secolo scorso per infondere un genuino spirito
cristiano nell’arte, e le Pie Discepole del Divin Maestro, suore che, per così dire, costituiscono il ramo artistico e
contemplativo allo stesso tempo della Famiglia Paolina.
Tutto molto bello, ma io?
Imbattermi
in tutte queste vicende mi è servito anzitutto per capire che, quando il
Signore chiama, vuole tutta la persona, comprese le doti da cui è stata
provvista da Lui stesso. Se, come diceva papa Benedetto XVI, Lui «non toglie
nulla ma dona tutto», allora dona anche le capacità di esprimersi in qualche
forma particolare e non le cancella, se la persona in questione si sente chiamata a una vita di speciale consacrazione.
Personalmente, non sono granché portata per le arti plastiche, ma ho dei trascorsi come attrice nella mia vecchia compagnia parrocchiale e sfogo la mia fede nel canto, a discapito dei miei malcapitati compagni non perché sia stonata, ma perché non riesco a controllare la mia vocalità.
Personalmente, non sono granché portata per le arti plastiche, ma ho dei trascorsi come attrice nella mia vecchia compagnia parrocchiale e sfogo la mia fede nel canto, a discapito dei miei malcapitati compagni non perché sia stonata, ma perché non riesco a controllare la mia vocalità.
Il
talento maggiore che sento di aver ricevuto, però, è proprio quello di cui
avete un saggio sotto gli occhi: scrivere, per me, è un modo irrinunciabile di
trasmettere quanto mi sta più a cuore. Lo so che con queste storie non ci
pagherò mai il pranzo né la cena, ma finché posso voglio continuare a farle
circolare, almeno tra i miei pochi lettori.
Quando
mi sarà veramente chiaro il posto che dovrò occupare nella Chiesa e nel mondo,
prego davvero di non perdere mai di vista ciò che davvero conta, come hanno
fatto o provano tuttora a fare le persone di cui ho raccontato stavolta.
Se siete lettori attenti, mi direte: «Eh, ma hai dimenticato fra’ Tizio o suor Sempronia». Be’, allora segnalatemeli con un commento, una mail o un messaggio privato secondo i contatti che troverete qui a lato.
Se siete lettori attenti, mi direte: «Eh, ma hai dimenticato fra’ Tizio o suor Sempronia». Be’, allora segnalatemeli con un commento, una mail o un messaggio privato secondo i contatti che troverete qui a lato.
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