Madre Maria Pierina de Micheli, contemplatrice del Santo Volto
Chi è?
Un ritratto di madre Pierina (fonte) |
Giuseppina De Micheli nacque a Milano l’11
settembre 1890, ultima dei tredici figli di Cesare De Micheli e Luigia Radice.
Rimasta orfana di padre, venne educata alla fede dalla madre e mediante la frequentazione della parrocchia di San Pietro in Sala a Milano. A occuparsi
dell’oratorio femminile erano state chiamate alcune religiose di recente
fondazione, le Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires; Giuseppina
fece domanda per essere una di loro. Il 16 maggio 1914 ricevette l’abito
religioso dalle mani dell’Arcivescovo di Milano, il cardinal Andrea Carlo
Ferrari (Beato dal 1987), e prese il nome di suor Maria Pierina. Era stata
preceduta, nella scelta della consacrazione religiosa, dal fratello Riccardo,
sacerdote diocesano, e da due sorelle.
A seguito della morte della Fondatrice, madre
Maria Eufrasia Iaconis (per la quale è in corso il processo di beatificazione),
suor Maria Pierina, venne inviata in Argentina, dove il suo istituto si era
espanso. Dopo aver professato i voti perpetui l’11 luglio 1921, rientrò in
Italia: venne nominata superiora della casa di Milano nel 1928 e riconfermata
nell’incarico ogni tre anni, fino al 1939, quando venne inviata a Roma come
superiora dell’Istituto Spirito Santo.
Dal 1936 s’intensificarono gli eventi
soprannaturali di cui aveva già avuto un anticipo quando, il Venerdì Santo dei
suoi dodici anni, aveva baciato in volto il crocifisso esposto alla venerazione
dei fedeli per riparare, come le chiedeva una voce interiore, al bacio di
Giuda. Il 31 maggio 1938 la Vergine Maria le affidò il compito di diffondere
uno scapolare, poi diventato medaglia per praticità, che ricordasse agli uomini
le sofferenze di Gesù nella Passione. Attenendosi rispettosamente al rispetto
dell’autorità ecclesiastica, si fece quindi divulgatrice della devozione al
Santo Volto di Gesù.
Sfollata a Centonara d’Artò (VB), dove a causa
della seconda guerra mondiale era stato trasferito il noviziato, si ammalò di
tifo e ne morì il 26 luglio 1945. Dichiarata Venerabile con decreto di papa
Benedetto XVI il 17 dicembre 2007, è stata proclamata Beata il 30 maggio 2010.
Le sue spoglie mortali sono conservate dal 2007 nella cappella dell’Istituto
Spirito Santo a Roma.
La sua memoria liturgica, per la diocesi di Novara e per la sua Congregazione, cade l’11 settembre.
[EDIT 28/02: ho controllato e ho visto che, contrariamente a quanto scrivevo la scorsa settimana, la diocesi di Milano non contempla la memoria di questa Beata. La prossima volta starò più attenta!
Cosa
c’entra con me?
Alcuni anni fa, navigando su Internet, ero
capitata su una pagina che parlava dei “sacramentali”, ovvero di quei piccoli
segni che possono essere adoperati per rafforzare la fede o per ricordarne le
verità fondamentali. Nella lista era presentata, tra gli altri oggetti, la
medaglia del Santo Volto e si diceva che era stata rivelata «ad un’anima
privilegiata Madre Maria Pierini (sic) De Micheli». Di norma, quando
sento parlare di rivelazioni, apparizioni e misticheggiamenti vari, sono
abbastanza cauta, perciò non mi sono impegnata ad approfondire la faccenda.
A ridestare il mio interesse fu un articolo su Il Segno della Diocesi di Milano, dove si parlava della suora in questione e della sua relazione con la diocesi dov’era nata e vissuta per la maggior parte della sua esistenza. Dato che l’autore mi sembrava affidabile, mi venne l’idea di andare a visitare le Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires nella loro casa di via Elba 18 a Milano.
A ridestare il mio interesse fu un articolo su Il Segno della Diocesi di Milano, dove si parlava della suora in questione e della sua relazione con la diocesi dov’era nata e vissuta per la maggior parte della sua esistenza. Dato che l’autore mi sembrava affidabile, mi venne l’idea di andare a visitare le Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires nella loro casa di via Elba 18 a Milano.
Ho avuto da subito un’accoglienza più che
positiva: le religiose, ben felici di trovarsi di fronte a qualcuno che
dimostrava un grande interesse per la loro consorella, mi hanno guidata alla
cappella al piano superiore. Dato che era la prima volta, mi hanno illustrato i
“tesori” che essa contiene: il crocifisso che la dodicenne Giuseppina De
Micheli baciò proprio in volto, un tempo custodito a San Pietro in Sala; la
riproduzione del volto dell’Uomo della Sindone, usata come modello per il calco
del recto della medaglia del Santo
Volto; la statua dell’Immacolata, presente lì dalla fondazione della casa.
Scesa al piano inferiore, sono stata
ampiamente ripagata del tragitto che mi aveva portata in quel luogo: le suore
mi hanno regalato numerose immaginette, insieme a parecchie medaglie. Non
contenta, ho domandato se avessero qualcosa anche sul loro fondatore o
fondatrice, scoprendo la storia di madre Maria Eufrasia Iaconis e del perché le
sue figlie avessero nel loro nome quella specificazione geografica.
Non molto tempo dopo, ho appreso che il Papa
aveva firmato il decreto che dichiarava Venerabile madre Pierina (per brevità,
da adesso la chiamerò così; “madre” per via degli incarichi di responsabilità
che aveva rivestito). Come nel caso di Silvio Dissegna pochi mesi orsono, ero rimasta
dispiaciuta dal fatto che avevo dei santini finiti, per così dire, fuori corso.
Per compensare quella sensazione, ho pensato che, a quel punto, non potevo
avere più dubbi circa la veridicità di quanto ella aveva visto e, ancor meglio,
circa la serietà della sua testimonianza di fede.
Il 29 giugno 2009 – stavolta lo so bene
perché l’ho annotato nel mio quaderno spirituale – sono andata alla libreria
San Paolo nella pausa per il pranzo, tra una ricerca per la tesi e l’altra.
Guardando la vetrina, ho notato un libro che aveva in copertina l’immagine del
Santo Volto: senza perdere tempo, sono entrata e l’ho acquistato. Non molti
giorni dopo, mi arrivò il medesimo testo, omaggio dell’autore, cui avevo
mandato una lettera proprio il giorno dell’acquisto. Per non avere un doppione,
l’ho regalato a mia volta.
Sono poi tornata dalle suore per fare loro le
mie congratulazioni e per scusarmi di non poter essere presente alla
beatificazione; in compenso, sono andata alla celebrazione di ringraziamento,
tenuta nella stessa parrocchia dove l’ormai Beata aveva ricevuto i sacramenti
dell’iniziazione cristiana.
Quando trovo qualcosa d’interessante, mi
sento quasi in dovere di condividerla. Per questo motivo, ho portato nella
cappella di via Elba anche una mia carissima amica, all’epoca molto confusa
circa la sua sistemazione vocazionale. Inoltre, attingendo alla mia scorta di
medaglie, ho pensato di consegnarle ad alcuni miei amici in cammino verso il
sacerdozio, non tanto perché si ricordassero di me, ma perché riconoscessero,
nelle loro vite, che l’Eucaristia e la contemplazione della Passione sono
veramente due facce della stessa medaglia.
A dirla tutta, questo post nasce proprio
dietro richiesta di uno di loro, che da un annetto è tra i miei lettori più
affezionati, o almeno spero.
Il suo Vangelo
Il modo d’incarnare il Vangelo vissuto da
madre Pierina non può essere separato dalle eccezionali esperienze che ebbe, ma
non va identificato esclusivamente con esse. Quanto sperimentò nelle prove,
negli ostacoli anche di natura non umana nella diffusione della medaglia del
Santo Volto, ma anche nelle incombenze e nei compiti della vita comunitaria,
era per lei un modo di aderire più perfettamente alla divina volontà.
Così, con quell’atteggiamento volitivo tipico
delle anime dai grandi desideri, poteva pregare:
Gesù voglio essere “Laus perennis” di immolazione. Ne
sono obbligata per la chiamata di Gesù allo stato religioso, e mi sento
chiamata per vocazione particolare. Accettare generosamente, amorosamente,
tutto quanto il buon Dio disporrà dentro e fuori di me.
Certo, parole come “immolazione” o
“riparazione” possono suonare oggi come un retaggio di una religiosità
eccessivamente intimistica. Se però vengono rettamente interpretate,
costituiscono un modo per aprirsi alle sofferenze del mondo. Madre Pierina ci è
riuscita: spero che lo facciano anche quanti portano abitualmente con sé la
“sua” medaglia.
Per concludere, un’avvertenza ai lettori più
attenti: come ogni anno, non posterò nulla se non il 19 e il 25 marzo, per
rispettare la Quaresima ambrosiana che non contempla le memorie dei Santi.
Per
saperne di più
Paolo Risso, Innamorata di Gesù – Beata Maria Pierina De
Micheli, Edizioni San Paolo 2009, pp. 136, € 10,00
Una
biografia ampia che evidenzia, oltre ai dati biografici, la sua esperienza di
fede.
Mariella Scatena –
Piersandro Vanzan, Beata Maria Pierina De
Micheli, Velar – Elledici 2009, pp. 48, € 3,50
Qualcosa
di un po’ più agile, con notevoli spunti di riflessione.
Arnaldo Pedrini sdb, Madre Maria Pierina De Micheli e il
sacerdote, Edizioni San Paolo 2009, pp. 40, € 3,50.
Un
approfondimento sulla spiritualità della Beata, concentrato sul rapporto con i
sacerdoti, anche in relazione alla devozione al Santo Volto.
Beata Maria Pierina De
Micheli, Consolare Gesù: ecco la mia
missione in terra. Pensieri scelti, Edizioni San Paolo 2010, pp. 152, €
10,50.
Una
selezione tematica di pensieri, con un breve commento per ciascuno.
Madre Maria Pierina De
Micheli, Diario, Edizioni San Paolo
2014, pp. 264, € 10,00.
La
più recente edizione del diario che madre Pierina ha tenuto negli ultimi cinque
anni di vita.
N. B. La medaglia del Santo Volto si trova
comunemente, da un po’ di tempo a questa parte, nei negozi di articoli
religiosi. In alternativa, potete ricorrere alle Figlie dell’Immacolata
Concezione di Buenos Aires a Milano o Roma, oppure al Monastero di San Vincenzo martire a Bassano Romano dei Benedettini Silvestrini, ai quali apparteneva il
Venerabile Ildebrando Gregori, direttore spirituale di madre Pierina.
Su Internet
Sito ufficiale dedicato a madre Pierina.
Sezione del sito dell’Istituto Spirito Santo di Roma a lei dedicata.
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