Maria Cristina Cella Mocellin, che amava Gesù… e Carlo
|
Chi
è?
Maria
Cristina (si trova anche scritto Mariacristina, ma per tutti era semplicemente
Cristina) nacque a Monza il 18 agosto 1969, primogenita di Giuseppe Cella e
Caterina Smaniotto, seguita dal fratello Daniele. Ricevette i sacramenti
dell’iniziazione cristiana presso la parrocchia della Sacra Famiglia a
Cinisello Balsamo, vicino Milano, e s’impegnò a trasmettere quanto ricevuto
come catechista.
Mentre
frequentava il liceo linguistico “Regina Pacis” a Cusano Milanino, iniziò a
considerare la possibilità di entrare tra le Suore di Carità di Santa Giovanna
Antida Thouret, che conosceva in parrocchia.
Nell’estate 1985, in vacanza a
Valstagna (Vicenza), incontrò Carlo Mocellin, con cui strinse un legame di
amicizia che, con sua grande sorpresa, divenne amore. Dopo aver riconosciuto
che era a formare una famiglia “veramente cristiana”, come scrisse al ragazzo,
che Dio la chiamava, si fidanzò con lui ufficialmente il 10 agosto 1986.
Appena
un anno dopo il fidanzamento, le comparve un tumore alla coscia sinistra, che
non ostacolò i suoi progetti con Carlo; le cure ebbero buon esito.
Il 2
febbraio 1991 fu l’inizio ufficiale della loro vita insieme, col matrimonio
celebrato nella parrocchia natale di lei. La nuova famiglia fissò la propria
residenza a Carpanè, in Veneto, paese del marito, e venne arricchita dalla
nascita di Francesco, a dieci mesi dalle nozze, seguito dopo un anno e mezzo da
Lucia.
Nell’autunno
1993, a poco tempo dall’ultima gravidanza e mentre ne era in corso una terza,
Maria Cristina venne nuovamente aggredita dal tumore, nello stesso punto dove
si era manifestato cinque anni addietro. Insieme al marito, si dichiarò decisa
a preservare la vita del nascituro, accettando di essere operata nell’aprile
1994, ma non di iniziare la chemioterapia. Dopo la nascita di Riccardo, il 28
luglio dello stesso anno, intraprese i trattamenti medici, che non ebbero
successo come in precedenza. Disponendosi ad accettare, ancora una volta, il
volere di Dio, la giovane madre si preparò a lasciare i suoi cari. Il giorno
della sua morte fu il 22 ottobre 1995, a Bassano del Grappa, in ospedale.
La
sua testimonianza, in particolare tramite la diffusione di una lettera che
aveva lasciato per Riccardo, prese a circolare tra i fedeli e portò
all’apertura, in diocesi di Padova (fu necessario il trasferimento di competenza dal Tribunale Ecclesiastico di Vicenza) della sua causa di beatificazione e canonizzazione, per l’accertamento
delle sue virtù eroiche. La fase diocesana si è svolta dall’8 novembre 2008 al 18
maggio 2012; da allora la causa prosegue presso la Congregazione delle Cause
dei Santi.
Cosa
c’entra con me?
Nella
mia vita di fede non hanno presa facile solo le storie di sacerdoti e
seminaristi prematuramente scomparsi, ma anche di giovani quasi mie coetanee,
mature per formarsi una famiglia e incamminarsi, col marito e i figli, lungo un
cammino che è non meno fonte di grazie rispetto a quello di preti e simili. è il caso di Maria Cristina, a cui mi
sono appassionata almeno da quattro anni.
Devo
aver sentito parlare di lei da prima del 31 ottobre 2010, quando ho letto
un’intervista a suo marito Carlo pubblicata su Avvenire a ridosso della solennità di Tutti i Santi, ma con
certezza so che da allora ho cominciato a interessarmene. La sua vicenda mi è
diventata ancora più nota tramite alcuni numeri del pieghevole Nazareth agli adolescenti e agli amici,
che trovavo dalle Figlie di San Giuseppe di Rivalba. Tramite quella sintesi a
puntate, sono rimasta stupita in particolare da un elemento: Cristina diceva «Ti
amo» non solo a Carlo, ma anche a Gesù, e in lettere maiuscole, il che equivale
a gridare. Un’altra biografia in frammenti, apparsa su Milano Sette, settimanale della mia Diocesi allegato all’edizione
domenicale del quotidiano cattolico, mi fece conoscere altri aspetti della sua
vita e frammenti delle sue preghiere.
Il
30 gennaio 2012, dunque, ho pensato bene di contattare l’Associazione Amici di
Cristina, che si è resa attore della sua Causa canonica, ma senza chiedere,
come faccio di solito, santini e libri: se avessi voluto, li avrei potuti
andare a prendere personalmente, dato che Cinisello non è difficilmente
raggiungibile da casa mia. La signora Gabriella, Presidente, si è detta lieta
di vedere che quella storia continuava a raggiungere le persone, anche a
distanza di tempo, e mi ha inclusa nella lista di amici cui riferire, per posta
elettronica, le ultime novità. Ogni volta che mi capitava di venire a sapere di
qualche nuova pubblicazione, o della menzione di questa Serva di Dio in qualche
rassegna di testimonianze, l’avvisavo a mia volta.
Alla
fine ho comprato in libreria il primissimo libro uscito; le immaginette,
invece, le ho trovate allo stand che l’Associazione
aveva alla Fiera della Famiglia nel corso di Family 2012, come ho già raccontato in un altro articolo.
Non
molto tempo dopo, Gabriella ha inviato a me e a tutti i suoi contatti un
appello urgente: bisognava pregare per Chiara ed Enrico, due giovani sposi
romani, presso i quali Carlo Mocellin aveva prestato visita. Ho assicurato il
mio ricordo, ma non sono stata affatto costante. Apprendere quindi della morte
di Chiara, poco tempo dopo, ha fatto sorgere in me un profondo dispiacere: è
per questo che, compresa la portata della sua storia, ho deciso di farne un post che è a tutt’oggi il più
visualizzato della breve storia di questo blog.
Tornando
a Maria Cristina, gli elementi che me la fanno sentire tuttora vicina sono
essenzialmente tre: l’entusiasmo con cui si impegnava nelle varie mansioni; la
capacità di dialogare con Dio per iscritto, con tanto di risposte (niente di
misticheggiante; era solo la concretizzazione delle intuizioni che sentiva);
l’interesse per la vita consacrata, che lei aveva preso ad ammirare dalle suore
della sua parrocchia e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, sue insegnanti al
liceo.
Il
mio direttore spirituale dice che non devo illudere troppo le suore nelle quali
m’imbatto, mostrandomi interessata alle storie dei loro Fondatori e ai loro
stili di vita. Gli do ragione, ma poi come faccio a richiedere materiale per
stendere schede biografiche e arricchire questo mio spazio sul web? In fondo,
immagino che le religiose che conobbero la moglie di Carlo non siano rimaste
deluse all’apprendere del suo fidanzamento, anzi, siano tuttora ben liete di
contribuire a diffondere la sua buona fama.
Il suo Vangelo
Presentare
Maria Cristina unicamente in base alla scelta per la vita di Riccardo mi sembra
riduttivo, come dicevo già per casi forse più noti del suo. Ho deciso pertanto
di mettere l’accento su come ha cercato di vivere da cristiana la chiamata al
fidanzamento e al matrimonio.
Per
lei stare con Carlo non era semplicemente un “mettersi insieme”, ma una
condivisione aperta e globale di tutto, sin da quando accettò i sentimenti che
provava per lui anziché rifiutarli, crogiolandosi in sogni di consacrazione che
avrebbero anche potuto venir delusi. La prima esperienza del dolore faceva
parte di questo, come dimostrano le lettere che gli scrisse in quel periodo.
In
una preghiera, datata 16 novembre 1986 e significativamente intitolata S.O.S., così supplicava l’aiuto
di Dio, forse in un momento di nostalgia per il suo fidanzato:
Il nostro amore è così semplice e chiaro
che vorrei vedere in esso il Tuo grande amore: aiutami.
Rendici capaci di non sciuparlo, di viverlo profondamente
e un giorno totalmente.
Dacci la forza di guardarci negli occhi e nello sguardo che ci scambiamo,
trovare sempre l’azzurro del cielo.
Nell’attesa di essere certa che tutta la vita di questa giovane Serva di Dio venga
ufficialmente dichiarata degna di esser presa a modello, farò del mio meglio
perché valga almeno per me e stavolta non dimenticherò di ricorrere
privatamente alla sua intercessione, specie per qualche caso delicato.
Per saperne di più (aggiornato al 30/08/2021)
Mariacristina Cella Mocellin, Una vita donata, San Paolo 2005 (3ª edizione 2011), pp. 120, € 11,00.
La prima pubblicazione in assoluto su
di lei, uscita a dieci anni dalla morte, con una prima selezione dei suoi
scritti ad opera di monsignor Patrizio Garascia (già Vicario Episcopale della Zona
pastorale V della diocesi
di Milano).
Alberto Zaniboni, Cara
Cristina… – La vita di Maria Cristina Cella Mocellin raccontata attraverso le
testimonianze di chi l’ha conosciuta, San Paolo 2009 (2ª edizione giugno
2011), pp. 322, € 17,00.
Un
racconto diretto da parte di chi ha davvero conosciuto Maria Cristina, scritto
da un suo compagno di scuola.
Mariacristina
Cella Mocellin, Come vorrei amarti! – Cantico
degli innamorati, San Paolo 2013, pp. 16, € 1,50.
Una selezione di pensieri tratti dalle lettere a Carlo.
Una selezione di pensieri tratti dalle lettere a Carlo.
Epistolario di Mariacristina Cella Mocellin - "È veramente l'amore che fa girare il mondo!", San Paolo 2015 (3ª edizione 2011), pp. 352, € 17,00.
A trent'anni dalla morte, la pubblicazione completa delle sue lettere agli amici e al marito.
Su Internet (aggiornato al 30/08/2021)
Oggi la Sala Stampa vaticana ha reso noto che, nell'udienza concessa al cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione di tre Decreti relativi ad altrettanti Venerabili: Maria Cristina è una di essi.
RispondiEliminaCon l'occasione aggiungo il racconto di un altro legame con lei: alla presentazione dell'epistolario, nel 2015, ho conosciuto suo marito. Con la massima discrezione possibile, gli ho chiesto se parlare di storie come quella anticipasse il giudizio ufficiale della Chiesa e se a lui non fosse stato mai mosso quel rimprovero. Rispose che la prudenza non deve impedirci di parlare: da allora, quel consiglio è fondamentale per me.