Luigi e Zelia Martin, artigiani di un matrimonio santo



Chi sono?

Louis-Joseph-Stanislas Martin nacque a Bordeaux il 22 agosto 1823, figlio di un militare. A vent’anni intraprese la professione di orologiaio. Due anni dopo, nel 1845, chiese di entrare fra i canonici del Gran San Bernardo, ma dovette rinunciare per aver incontrato difficoltà nello studio del latino. Mantenne comunque un carattere riservato e incline alla meditazione.
Marie-Azélie Guérin, detta Zélie, venne invece alla luce il 23 dicembre 1831 a Gandelain, presso Alençon. Si sentiva incline alla vita religiosa attiva tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, ma comprese che non era quella la sua strada. Si dispose quindi a formare una famiglia e divenne un’abile merlettaia, specializzata nel famoso “punto d’Alençon”.
Le strade di entrambi s’incrociarono sul ponte San Leonardo di Alençon: Zélie, favorevolmente impressionata dal contegno di Louis (al quale avevano parlato di lei), sentì dentro di sé una voce che indicava in lui l’uomo giusto per lei. Si sposarono tre mesi dopo, alla mezzanotte del 12 luglio 1858.
Per i primi dieci mesi si astennero da rapporti coniugali, finché l’intervento di un confessore non li aprì a un’altra concezione del matrimonio. La prima figlia nacque nel 1860: le seguirono otto fratelli, due maschi e sei femmine; tutti ebbero come primo nome quello della Vergine Maria, cui per i maschi si aggiunse quello di san Giuseppe. Di essi, solo quattro arrivarono alla maggiore età: Marie Louise, Pauline, Céline e Françoise-Thérèse, l’ultima nata. Quando lei aveva quattro anni, il 28 agosto 1877, Zélie morì, colpita da un cancro al seno.
Dopo la morte della moglie, Louis si trasferì con le bambine a Lisieux, nel villino “Les Buissonnets”. Una dopo l’altra, le figlie manifestarono il desiderio di entrare in convento: Thérèse, a soli quindici anni, raggiunse le sorelle maggiori al Carmelo di Lisieux il 14 settembre 1894, prendendo il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (canonizzata nel 1925). Céline, invece, rimase accanto al padre, malato di paralisi e arteriosclerosi, insieme a Léonie.
Louis morì nel castello di La Musse, presso Évreux, il 29 luglio 1894. Non molto tempo dopo, anche le altre due figlie divennero monache: Céline al Carmelo dove si trovavano le altre sorelle, Léonie alla Visitazione di Caen (per lei è in corso il processo di beatificazione).
Le cause canoniche di Louis e Zélie furono aperte separatamente, ma solo dalla fase romana, per espresso volere del Beato Paolo VI, procedettero unite. La loro beatificazione si è svolta a Lisieux il 19 ottobre 2008. Saranno canonizzati domenica prossima, 18 ottobre 2015 a Roma, quasi sette anni dopo, nel corso del Sinodo sulla famiglia. Le loro spoglie riposano nella cripta della Basilica-Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino, a Lisieux.

NOTA: Ho volutamente usato i nomi francesi per rispetto alla nazionalità dei personaggi trattati, ma da ora in poi, per seguire l’uso corrente, li riporterò in italiano.

Cosa c’entrano con me?


Quando ho appreso della beatificazione dei coniugi Martin sono rimasta piacevolmente sorpresa, e non solo perché il miracolo preso in esame era avvenuto a un bambino della mia diocesi, Pietro Schilirò. Erano i primi tempi in cui avevo ripreso ad accostarmi alle figure dei santi, dopo un periodo di crisi di rigetto da cui sono uscita solo nel 2005, dopo la GMG. Di conseguenza, ho ripreso in mano i libri che mi avevano appassionata da bambina, inclusa una piccola biografia di santa Teresa di Gesù Bambino, dove però non si menzionava affatto che anche i suoi genitori erano in cammino verso gli altari.
Di quel testo mi aveva commossa particolarmente il racconto di quando lei, quindicenne, domandò al padre il permesso di entrare al Carmelo e lui, per indicare che era d’accordo col volere di Dio su di lei, le diede un piccolo fiore bianco. La figura della madre, invece, mi sembrava quasi in secondo piano, ma l’ho scoperta davvero attingendo alla fonte su cui quel libretto era basato, ossia la Storia di un’anima di santa Teresa di Gesù Bambino.
All’inizio della prima parte, il Manoscritto A, l’autrice riporta infatti dei piccoli brani delle lettere di Zelia a una sorella, dove descrive la crescita delle figlie e alcuni aneddoti. Il più curioso è quello in cui afferma che la più piccola, appunto santa Teresa, per dimostrarle il suo affetto, le augurava di morire presto, così sarebbe andata in Paradiso e sarebbe stata per sempre felice. Il bello è che esprimeva lo stesso auspicio anche al papà!
L’interesse per entrambi visti insieme è ritornato in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie. Alla Fiera della Famiglia, allestita a FieraMilanoCity, era esposta una mostra a pannelli su di loro. Inoltre, un reliquiario con parte dei loro resti era stato portato nella chiesa dove, coi miei compagni del Gruppo Shekinah, ho tenuto un concerto-meditazione dal sapore internazionale. Prima di cantare, però, ho voluto inginocchiarmi davanti a quell’urna, per domandare a Luigi e Zelia di poter capire bene se Dio volesse che mi sposassi o meno, esattamente come loro avevano a lungo pregato. Rammento di aver provato ad accostare alla vetrina protettiva una delle medagliette che avevo acquistato poco prima fuori dalla chiesa, quasi diventasse una reliquia per contatto: l’ho fatto con molta cautela, per non far scattare un eventuale allarme.
Quando ho iniziato a leggere che era stato approvato un secondo miracolo, confermato poi dal bollettino della Sala Stampa vaticana del 18 marzo scorso, sono stata molto felice: avevo di fronte, come già per santa Gianna Beretta Molla (a proposito di santità coniugale), la dimostrazione che se un beato – o una coppia di beati, come in questo caso – non viene dimenticato, ma se ne racconta la storia e si diffonde il culto, la canonizzazione diventa non più un sogno impossibile e può verificarsi anche in tempi brevi.
Per prepararmi a dovere al festeggiamento di domenica e non limitarmi, quindi, a gioire per don Vincenzo Grossi, ho approfittato di un altro passaggio milanese della mostra che citavo sopra. Mi sono persa un incontro di testimonianza con gli Schilirò, purtroppo.
Riconosco che è stato proprio un bel ripasso: non ricordavo che ci fossero, seppur riprodotte in fotografia, le prove della laboriosità del signor Martin e signora. Lavori d’artigianato, quello dell’orologiaio e quello della merlettaia, che mi hanno fatto ripensare a quando papa Francesco ha descritto il fidanzamento e il matrimonio come “alleanza artigianale”.

Il loro Vangelo

Anche la santità di Luigi e Zelia non è stata qualcosa d’improvvisato nel tempo. Lui sognava un’esistenza eremitica, lei di dedicarsi ai poveri come veri signori, secondo l’insegnamento di san Vincenzo de’ Paoli. Anche una volta sposati, hanno avuto bisogno di un aiuto in più per capire che il dono dei figli è l’auspicato coronamento di un matrimonio felice: è per questo che, oggi, vengono invocati per le coppie con difficoltà a riguardo.
Per sintetizzare la loro vita a due, basta leggere quanto scriveva Zelia a una delle figlie, rievocando il giorno in cui si promisero amore per sempre davanti a Dio, anche se con una cerimonia povera (sono un modello anche in questo!):
Tu che ami tanto tuo padre, mia Paolina, penserai che gli recassi dispiacere e che gliene abbia arrecato il giorno del mio matrimonio. Ma no, egli mi comprendeva e mi consolava del suo meglio, poiché aveva gusti simili ai miei; credo anzi che il nostro reciproco affetto proprio così sia aumentato: i nostri sentimenti sono stati sempre all’unisono ed egli è sempre stato per me un consolatore ed un sostegno.
Oltre che per l’intenzione che avevo formulato quella sera di maggio di tre anni fa, mi viene da invocarli perché mi aiutino ad avere sempre un grande affetto per i miei genitori, che lo scorso giugno hanno festeggiato il loro quarantesimo anniversario, e perché loro continuino a volersi bene davvero.

Per saperne di più

Zelia Guérin Martin, Frammenti di vita familiare, OCD –Punto Famiglia 2012, pp. 176, € 12,00.
Le lettere di Zelia sono utili per vedere da vicino il percorso suo e del marito verso la perfezione, oltre che il suo metodo educativo.

Stefano Giuseppe Piat, Storia di una famiglia. Una scuola di santità, OCD 2004, pp. 426, € 15,00.
L’opera più corposa, che descrive minutamente le storie di ciascuno dei membri della famiglia Martin.

Antonio Maria Sicari, Una santa famiglia - Teresa di Lisieux e i suoi genitori Zelia Guérin e Luigi Martin, Jaca Book 2008, pp. 80, € 7,00.
Volume che raccoglie i profili di santa Teresa e dei suoi genitori, già apparsi nella collezione dei Ritratti di Santi.

Giulia Paola Di Nicola – Attilio Danese, Un mese con Zelia e Luigi. Un pensiero e una preghiera al giorno con i beati Martin, genitori di santa Teresina, Effatà 2014, pp. 128, € 9,00.
Due coniugi selezionano alcuni pensieri e preghiere per un itinerario lungo un mese.

Su Internet

Antonio Sangalli ocd – Bruno Biotti – Fabio Regazzoni (a cura di), Genitori che generano santi – I genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona delle Missioni e Dottore della Chiesa.
La mostra, realizzata per la XXX edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, si può prenotare e visionare in anteprima a questo indirizzo.

Pagina dell’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni dedicata all’elenco dei Santi Sposi (che comprende anche personaggi con le cause separate, ma ugualmente rappresentativi).

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