Cardinal Renato Corti: segno del Regno e fedeltà alla Chiesa
L'allora monsignor Corti a Beura (VB), in una foto del 1996 |
Chi
è?
Renato
Corti è nato a Galbiate, in provincia di Como (oggi di Lecco) e diocesi di Milano, il 1° marzo
1936. Ha compiuto la sua formazione nei seminari milanesi, immediatamente dopo
le scuole elementari. È stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1959 da monsignor
Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, poi papa Paolo VI.
Il
suo primo incarico è stato quello di assistente dell’oratorio a Caronno
Pertusella, lasciato nel 1967 per diventare direttore spirituale del collegio
arcivescovile di Gorla; ha rivestito lo stesso incarico dal 1969 presso la sede
di Saronno del Seminario ambrosiano. Dal 1977 al 1980 è stato Rettore del
Biennio teologico.
Scelto
dal cardinal Carlo Maria Martini come Vicario generale della diocesi di Milano
nel novembre 1980, è stato nominato vescovo ausiliare il 30 aprile 1981. Ha
ricevuto la consacrazione vescovile il 6 giugno dello stesso anno. È stato
anche presidente della commissione CEI per il clero.
Il
19 dicembre 1990 è stato nominato vescovo titolare di Novara, succedendo a
monsignor Aldo Del Monte e compiendo il suo ingresso solenne il 3 marzo 1991.
Dopo oltre vent’anni, il 24 novembre 2011, ha rassegnato le dimissioni per
raggiunti limiti di età, accettate da papa Benedetto XVI.
È
stato creato cardinale da papa Francesco nel Concistoro Ordinario Pubblico del
19 novembre 2011, col titolo di San Giovanni a Porta Latina. Da quando ha
lasciato Novara risiede presso il centro di spiritualità dei Padri Oblati
Missionari a Rho.
Cosa
c’entra con me?
Non
conoscevo affatto l’ormai cardinal Corti finché un mio compagno d’università me
ne parlò in termini molto lusinghieri. Mi raccontò che un giorno, ma non
ricordo se fosse già a Novara o meno, andò a trovarlo: se lo vide arrivare davanti,
con le maniche della veste tirate su e con un grembiule addosso.
Mi
riferì che era una persona molto incline ad ascoltare gli altri: così, quando
ho saputo che il 17 novembre 2012 sarebbe andato in Seminario per presiedere il
Rito d’istituzione degli accoliti, non ho perso occasione per cercare di
parlargli. In particolare, mi premevano due questioni: la mia vocazione e il
mio desiderio di stare vicino ai seminaristi senza intralciare il loro cammino.
L’indirizzo
di saluto dell’allora Rettore monsignor Peppino Maffi mi permise di capire che
forse avevo di fronte la persona giusta: l’illustre ospite, come dicevo sopra
nei cenni biografici era stato a sua volta Rettore (al Biennio) e Vicario
generale sotto l’episcopato del cardinal Martini.
Ripescando
il mio diario di allora, ho letto che mi ero appuntata che nell’omelia aveva suggerito,
ai preti e a coloro che si preparano a diventarlo, il segreto per far sì che la
celebrazione della Messa non diventi un fatto abitudinario. Solo l’offerta
quotidiana di sé, sul modello del sacrificio di Gesù al Padre, può strappare il
sacerdote dalla routine celebrativa.
Terminata
la celebrazione, nel corso del rinfresco organizzato nel quadriportico di
Teologia, avevo visto monsignor Corti allontanarsi col Rettore e, quando
quest’ultimo si fu allontanato, mi sono fatta coraggio per parlare con l’altro.
Riguardo
al voler accompagnare i seminaristi, mi rispose che già avere un desiderio di
preghiera continua è un segno positivo e mi raccontò un aneddoto: durante i
suoi primi anni di sacerdozio, fu avvicinato da una signora, che gli riferì che
pregava per lui da quando aveva estratto a sorte il suo nome. È successo anche
a me, cercando tra la folla dei nuovi ordinati i sacerdoti che le mie suore, in
maniera analoga, mi avevano affidato. Concludendo, mi ha raccomandato che un
po’ di discrezione è necessaria, ma anche di sacrificio.
Da
allora l’ho rivisto da lontano più volte, alle celebrazioni solenni in Duomo:
inconfondibile, con quella sua persona tanto magra da sembrare trasparente e
quegli occhi, azzurri, stretti in una fessura penetrante, che mi avevano
guardata con bontà in quella mattinata a Venegono.
Quando,
lo scorso 9 ottobre, ho appreso dalla sua nomina cardinalizia, ho gioito non
poco, e non solo per motivi campanilistico-diocesani. Alla gioia è subentrata
la preoccupazione quando, seguendo in diretta televisiva il Concistoro di
stamattina, non mi è riuscito di vederlo. Ho iniziato a pensare che fosse stato
male, ma ho provato a consolarmi pensando che anche il cardinal Capovilla
ricevette la berretta restando a Sotto il Monte, perché molto anziano e
impossibilitato a spostarsi. Ho atteso che il commentatore annunciasse il
momento in cui si sarebbe inginocchiato di fronte al Santo Padre e, finalmente,
eccolo arrivare.
Ha testimoniato la misericordia perché…
Suppongo
che il suo ministero episcopale l’abbia condotto a esercitare quasi tutte le
opere di misericordia, direttamente o per mezzo di delegati. In base a quanto
mi ha suggerito nel corso di quell’incontro nel novembre di quattro anni fa, ma
anche a quanto ho scoperto in una commovente testimonianza di
monsignor Erminio De Scalzi, penso che il nuovo Cardinale abbia
principalmente consigliato i dubbiosi.
Il
suo Vangelo
Nell’intervista
rilasciata all’agenzia SIR (Servizio d’Informazione Religiosa) pochissimo dopo
la nomina cardinalizia, quello che molti continueranno a chiamare “don Renato”
ha affermato che, nella preghiera, ha pensato ad alcuni dei nuovi cardinali e
si è posto una domanda:
Naturalmente queste figure molto significative mi conducono a dire: sì,
ma tu sei significativo di che cosa? Lascio la domanda aperta a me stesso e cercherò
di rispondere in maniera onesta e generosa.
Non
sono all’altezza di dare una risposta a quell’interrogativo, ma m’impegno a
ricordarlo per la responsabilità accresciuta che sente di avere, certo che la
porpora non sia, nemmeno per lui, un’onorificenza pura e semplice.
Per
saperne di più
Renato Corti, Un giovane diventa cristiano – L'esperienza
di Sant'Agostino, Paoline 2003, pp. 112, € 2,00
Lettera
pastorale alla Diocesi di Novara per il 2003-2004, nella quale l'esperienza di
conversione di sant'Agostino viene riletta con un’attenzione particolare ai
giovani.
Renato Corti, Fate quello che egli vi dirà - Vivere da
cristiani nel mondo, Paoline 2008, pp. 120, € 3,00.
Lettera
pastorale per l'anno 2008-2009 sulle responsabilità storiche dei fedeli laici
adulti, specie per quanto riguarda la famiglia e la città.
Il testo delle meditazioni composte
dal Cardinale per la Via Crucis al Colosseo, anticipate in un’intervista a Credere.
Renato
Corti, Guai a me se non evangelizzo -
Meditazioni su coscienza, vita e azione missionaria, Ancora 2016, pp. 128,
€ 12,00.
Una serie di meditazioni,
originariamente dedicate a sacerdoti, già edita circa trent’anni fa.
Il cardinal Corti è morto questa mattina, verso le 9. Solo oggi ho capito che avevamo almeno un altro legame: la passione per gli autentici Testimoni, coi quali dialogava di continuo.
RispondiEliminaRiposi in pace!