Fratel Ettore Boschini: preghiera e carità per quelli che nessuno vuole
Fratel Ettore e un suo amico in uno scatto del 1985 (fonte) |
Chi
è?
Ettore Boschini nacque il 25 marzo 1928 a Belvedere
di Roverbella, in provincia di Mantova. Figlio di contadini ridotti in miseria
dalla carestia, già a dieci anni faceva il garzone nelle cascine e lavorava a
giornata.
Coinvolto nei vizi dei suoi compagni di lavoro,
ricevette il dono della conversione recandosi in pellegrinaggio al santuario
della Madonna della Corona, a fine guerra. Entrò nell’Ordine dei Ministri degli
Infermi o Camilliani il 6 gennaio 1952 e compì la professione religiosa come
fratello laico il 2 ottobre 1953.
Per 25 anni operò in ospedale, ma a causa di un
crollo psico-fisico mentre si trovava a Dimaro, venne inviato a Milano, alla
clinica San Camillo. Nei ritagli di tempo andava a visitare i senzatetto che vivevano
nei pressi della Stazione Centrale: li scelse come sua propria famiglia a
partire dalla notte di Natale del 1977, quando donò le sue calze e le scarpe a
un uomo dai piedi congelati.
Tenace e fiducioso nella Provvidenza, divenne
famoso per le sue manifestazioni di preghiera, con l’inseparabile statua della
Madonna di Fatima in braccio o sul tetto della sua automobile. Intanto si
moltiplicavano mense, dispensari e opere di prima accoglienza.
Malato di leucemia, morì il 20 agosto 2004 a
Milano. È sepolto nella chiesa di Casa Betania delle Beatitudini a Seveso, casa
madre della sua Opera. La diocesi di Milano, nel 2013, ha iniziato i primi
passi per il suo processo di beatificazione.
Cosa
c’entra con me?
Avevo
da poco iniziato l’università quando, passando un po’ distrattamente per piazza
del Duomo a Milano, sono stata coinvolta in una strana manifestazione. Ricordo
che mi fu messo al collo un cartello con uno dei dieci comandamenti e che mi
venne chiesto di restare ferma il tempo di una decina di Rosario; allo stesso
tempo, mi venne regalata una coroncina di plastica, di quelle da pochi
centesimi, che ho accettato perché non se ne ha mai abbastanza. Dato che nei
paraggi di quella singolare preghiera in pubblico c’era un’automobile con
immagini religiose molto vistose e una statua della Madonna sul tetto, penso
proprio che fosse un’iniziativa di fratel Ettore.
Ricordo
poi che la notizia della sua morte non mi segnò particolarmente. A dirla tutta,
sapevo che il suo nome era sinonimo di carità verso i più abbandonati: mi era
stato raccontato al ritorno da un ritiro al Seminario di Seveso, quando fu
indicato a me e ai miei compagni il fabbricato trasparente di Casa Betania.
Tempo
dopo, nel mio percorso di riavvicinamento alle vicende degli autentici
Testimoni, mi sono più volte ripromessa di approfondire la sua storia, ma
altrettanto rapidamente ho lasciato cadere quel proposito. Un primo passo a
riguardo è avvenuto quando iniziò a trapelare che la compagnia teatrale del mio
oratorio avrebbe messo in scena uno spettacolo su Sabatino Iefuniello, uno dei
primi collaboratori di quel religioso camilliano (prima o poi parlerò anche di
lui), anche se il progetto venne accantonato.
Trascorse
altro tempo e si arrivò al 2013: la notizia dell’assenso da parte della
Conferenza Episcopale Lombarda per l’avvio delle cause di beatificazione per lui, ma
anche per Carlo Acutis e fra Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione, mi sorprese non poco: per tutti e tre erano passati meno di
dieci anni, ma più dei cinque necessari per l’apertura di una causa di
beatificazione. Poteva essere l’occasione di approfondire le ragioni che
avevano persuaso i vescovi della Lombardia ad agire così, ma ancora una volta,
per pigrizia forse, ho lasciato cadere l’idea.
Il
2 febbraio dello stesso anno, al termine di una celebrazione nella basilica di
Sant’Ambrogio ho avvistato alcune signore con un abito scuro e una grande croce
rossa al centro del petto. Avevo letto che fratel Ettore aveva dato inizio a un
gruppo di consacrate, le Discepole di San Camillo, quindi dovevano essere loro.
Anzi, mi venne in mente che una di esse mi aveva dato la corona di plastica
durante la preghiera in piazza. L’ho avvicinata e le ho riferito, oltre alle
mie congratulazioni per l’avvio del processo, che avevo visto degli articoli su
Sabatino su una rivista che leggevo e le ho promesso di passarglieli per posta
elettronica.
C’è
voluto che andassi a seguire il Triduo Pasquale nel Seminario di Venegono, lo
scorso anno, perché la storia del loro Fondatore entrasse a incrociare più
direttamente la mia. Da parecchi anni, infatti, è rappresentato uno spettacolo
di marionette, Ettore dei poveri, che
in quella circostanza rientrava nel momento culturale previsto per allentare,
senza distrarre, l’intensa preghiera dei giorni prima della Pasqua. Mi ha
lasciato un’ottima impressione perché, tramite l’uso di materiali semplici e la
commistione di varie tecniche, trasmetteva con efficacia l’esperienza di quel
Fratello camilliano.
L’ultimo
legame che si è creato tra me e lui risale allo scorso luglio, quando mi è
stato chiesto di scrivere una sua breve sintesi biografica per la rivista Sacro Cuore, con cui collaboro
retribuita. Per evitare semplificazioni o errori di sorta, ho scritto a sorella
Teresa, cui è affidata ora la supervisione dell’Opera Fratel Ettore: mi ha
risposto davvero rapidamente, invitandomi a Seveso per la celebrazione dell’anniversario
di morte. Ho dovuto dirle di no, perché in quel periodo sarei stata a Napoli in
vacanza, rimandando a data da definire la mia visita. Mi dovrò decidere: in
fondo, Seveso non è tanto distante da casa mia.
Ha
testimoniato la misericordia perché…
Prima
della conclusione del Giubileo in corso volevo proprio scrivere di lui: l’occasione
mi si è presentata con l’ultima celebrazione per categoria, che questo fine
settimana vede affluire a Roma persone senza fissa dimora o, comunque, messe ai
margini dalla società.
A
loro fratel Ettore ha dato un luogo dove dormire, al riparo dal freddo milanese
e dai pensieri di chi li riteneva un elemento di disturbo dell’ordine pubblico.
I suoi modi spicci da una parte potevano infastidirli, ma a chi li sapeva
interpretare rivelavano la sua consapevolezza di avere davanti figli di Dio, a
qualunque popolo appartenessero. Per questo motivo, penso proprio che la sua
opera di misericordia più specifica sia quella di alloggiare i pellegrini, o
meglio, i forestieri.
Il
suo Vangelo
Fratel
Ettore ha avuto il merito di ripresentare agli occhi di una Milano a volte
distratta coloro per i quali i suoi cittadini hanno, nel corso della sua
storia, aperto il loro cuore più di una volta. Allo stesso tempo, ha nuovamente
proposto a una città che spesso va di fretta i ritmi calmi della preghiera,
ricorrendo forse di proposito a manifestazioni come quella che descrivevo in apertura.
Ma
la sua gioia maggiore risiedeva nel vedere i poveri in una condizione
rinnovata. Una volta dichiarò:
La cosa più gratificante è togliere i poveri dall’immondizia.
Spesso li trovo in posti ripugnanti. Si alzano e vengono con me. Quando passo
di notte e li vedo addormentati in un letto, al caldo, nel pulito, penso: «Guarda,
Gesù: sei contento?».
In
attesa che le autorità competenti sanciscano ciò che già molti pensano, chiedo
per sua intercessione di poter imparare a mia volta l’attenzione ai più
esclusi.
Per
saperne di più
Giuliana Pelucchi, Fratel Ettore. Un gigante della carità,
Paoline 2004, pp. 168, € 9,80.
La prima biografia in assoluto, uscita
pochi mesi prima della sua morte.
Roberto Allegri, Vieni con me - La vita e la spiritualità di Fratel Ettore, Piemme 2014, pp.
280, € 15,00.
Biografia più ampia, uscita in
occasione del decimo anniversario.
Teresa
Martino, Fratel Ettore - I miei giorni
con il profeta degli ultimi, San Paolo Edizioni 2014, pp. 136, € 10,00.
Sorella Teresa racconta in prima
persona come sia entrata nella sua “famiglia” e ne abbia raccolto l’eredità.
Emanuele
Fant, L’invadente - Fratel Ettore, la
virtù degli estremi, San Paolo Edizioni 2016, pp. 176, € 12,00.
Già autore de La mia prima fine del mondo, dove raccontava in maniera romanzata il
suo incontro con fratel Ettore, questo giovane insegnante parte da un fatto di
cronaca realmente accaduto per intrecciare le vite di un uomo e della sua
bambina con quella del religioso.
Su
Internet
Sito ufficiale dell’Opera Fratel Ettore
Sezione del sito istituzionale dei Ministri degli Infermi a lui dedicata
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